Direzione delle poste e telecomunicazioni
In seguito all’istituzione del Ministero delle Poste e Telegrafi (r.d. 10 marzo 1889, n. 5973 e relativo regolamento organico approvato con r.d. 14 ottobre 1900, n. 374), con r.d. 2 luglio 1890. n. 6954, il servizio postale venne affidato a specifiche Direzioni provinciali. Le due Direzioni generali delle Poste e dei Telegrafi furono soppresse con r.d. 1° agosto 1895 n. 531. Furono poi istituite Direzioni provinciali delle Poste e dei Telegrafi in ciascuna città capoluogo di provincia, divise in tre classi. Alle Direzioni di prima e di seconda classe e alle Direzioni istituite nelle città in cui avevano sede i Compartimenti telegrafici furono attribuite le funzioni già spettanti alle Direzioni Provinciali delle Poste e alle Direzioni Compartimentali dei Telegrafi (che avrebbero continuato a curare la costruzione e la manutenzione delle linee e degli apparati). L’Amministrazione generale venne suddivisa in 3 reparti all’interno dei quali non venne, in taluni casi ed in merito ad alcune competenze, operata una totale divisione delle funzioni afferenti alle poste ed ai telegrafi; divisione che venne, invece, mantenuta in merito ad alcuni servizi al fine di garantirne la necessaria autonomia di gestione come richiesto dalle specifiche competenze. L’Amministrazione centrale era costituita dal Segretariato Generale e da una Direzione Generale, mentre quella provinciale era costituita da Direzioni provinciali, Direzioni locali, Uffici, Collettorie e Uffici ambulanti e natanti.
Direzioni provinciali delle Poste e dei Telegrafi, divise in tre classi, vennero istituite in ogni città capoluogo di provincia: a capo delle Direzioni provinciali di prima classe, composte da diversi uffici (segreteria, ufficio amministrativo, ufficio contabile, cassa, economato e magazzino), alle quali venne attribuito anche il titolo di Direzioni superiori delle poste e dei telegrafi, venne posto un direttore superiore; nelle altre città vennero invece istituite Direzioni locali. Ai direttori provinciali era riconosciuto il titolo di capo del servizio postale e telegrafico nella provincia.
Con successivo r.d. 24 settembre 1896 n. 437 (attivo dal 1° novembre dello stesso anno) venne stabilito che le funzioni amministrative relative ai servizi postali e telegrafici sarebbero state attribuite a tutte le Direzioni provinciali delle Poste e dei Telegrafi mentre, con decreto dello stesso giorno, vennero soppresse le Direzioni compartimentali dei Telegrafi. Con r.d. 14 maggio 1899 n. 177, con funzione coadiuvatrice degli uffici principali già esistenti, venne prevista l’istituzione nelle grandi città di uffici postali e telegrafici di seconda classe (separati o riuniti, ma in numero non superiore a uno per ogni diecimila abitanti).
Un nuovo ordinamento generale del Ministero venne approvato con regolamento organico del 14 ottobre 1900 n. 374, con il quale veniva istituita una amministrazione unica per i servizi dipendenti dal Ministero delle Poste e dei Telegrafi (regolamento modificato parzialmente dalla legge 11 luglio 1904 n. 344 relativa ai ruoli organici del personale) articolata in dieci divisioni accorpate a loro volta in tre reparti amministrativi. L’Amministrazione generale venne suddivisa in 3 reparti all’interno dei quali non venne, in taluni casi ed in merito ad alcune competenze, operata una totale divisione delle funzioni afferenti alle poste ed ai telegrafi; divisione che venne, invece, mantenuta in merito ad alcuni servizi al fine di garantirne la necessaria autonomia di gestione come richiesto dalle specifiche competenze. L’Amministrazione centrale era costituita dal Segretariato Generale e da una Direzione Generale, mentre quella provinciale era costituita da Direzioni provinciali, Direzioni locali, Uffici, Collettorie e Uffici ambulanti e natanti. Le Direzioni provinciali delle Poste e dei Telegrafi, divise in superiori, di prima e di seconda classe, vennero confermate in ogni città capoluogo di provincia: a capo delle Direzioni provinciali di prima classe, composte da diversi uffici (segreteria, ufficio amministrativo, ufficio contabile, cassa, economato e magazzino), alle quali venne attribuito anche il titolo di Direzioni superiori delle poste e dei telegrafi, venne posto un direttore superiore; nelle altre città vennero invece istituite Direzioni locali. Ai direttori provinciali era riconosciuto il titolo di capo del servizio postale e telegrafico nella provincia. Gli Uffici erano suddivisi in tre classi a seconda della rendita e, fra questi, quelli di prima classe potevano essere a loro volta suddivisi in sezioni. Gli uffici di seconda e terza classe vennero aboliti nel 1912 e sostituiti dalle ricevitorie.
Nel 1906 vennero istituite tre Direzioni Generali: Poste, Servizi Elettrici e Vaglia e Risparmi. I servizi erogati erano di quattro tipi: posta, telegrafo, servizi finanziari e di risparmio, telefono.
Nel 1907 lo Stato rilevò le concessioni dei servizi telefonici, e costituì una nuova direzione all’interno del ministero; con l. 24 marzo dello stesso anno n. 111 vennero promossi l’ampliamento ed il miglioramento dei servizi postali, telegrafici e telefonici.
Con d.l. luogotenenziale 6 settembre 1917 n. 1451 venne istituito alle dipendenze del Ministero delle poste e dei Telegrafi il servizio di conti correnti ed assegni postali. L’ordinamento degli uffici del personale postale, telegrafico e telefonico venne disciplinato con r.d. 2 ottobre 1919 n. 1858 (successivi rr.dd.ll. 8 giugno 1920 n. 770 e 7 novembre 1920 n. 1785), mentre con r.d. 13 dicembre 1923 n. 2899 (e successivi r.d.l. 28 dicembre 1924 n. 2294 e l. 16 aprile 1925 n. 530) venne sancito il nuovo ordinamento delle Direzioni compartimentali dei servizi postali ed elettrici. Nel 1925 r.d.l. 5 marzo n. 325 vennero istituiti gli Uffici secondari postali e telegrafici, mentre con r.d.l. 23 aprile n. 520 (e successiva l. 6 dicembre 1928 n. 2911) veniva riorganizzata l’amministrazione postale e telegrafica del Regno mediante la costituzione dell’Azienda autonoma delle Poste e dei Telegrafi e dell’Azienda autonoma per i servizi telefonici (poi istituita con r.d.l. 14 giugno 1925, n. 884, convertito nella legge 18 marzo 1926, n. 562), entrambe alle dipendenze del Ministero delle Comunicazioni, istituito con r.d.l. 30 aprile 1924 n. 596. Organi periferici della nuova amministrazione divennero: direzioni provinciali, circoli di costruzione e di manutenzione delle linee telegrafiche, uffici principali, uffici secondari, ricevitorie, collettorie, agenzie.
Con d.l. 12 dicembre 1944 n. 413, il Ministero delle comunicazioni veniva soppresso e le sue funzioni trasferite a due nuovi ministeri, il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni, sotto la giurisdizione del quale passarono le suddette aziende, ed il Ministero dei trasporti, poi trasporti e aviazione civile. L’amministrazione delle poste e telecomunicazioni venne articolata in organi centrali (Ministro, Consiglio di amministrazione, Direzione generale all’interno della quale vennero istituite 18 Direzioni centrali) e periferici (Direzioni provinciali con sede in ogni capoluogo di provincia, Circoli di costruzione e manutenzione).
Nel 1993 il servizio è stato privatizzato e trasferito alla società per azioni Poste Italiane.
Ricevitorie, collettorie, portalettere rurali
In virtù del regolamento organico del 14 ottobre 1900 n. 374, con il quale veniva istituita una amministrazione unica per i servizi dipendenti dal Ministero delle Poste e dei Telegrafi (regolamento modificato parzialmente dalla legge 11 luglio 1904 n. 344 relativa ai ruoli organici del personale), l’Amministrazione provinciale delle Poste e Telegrafi veniva a costituirsi di Direzioni provinciali, Direzioni locali, Uffici, Collettorie e Uffici ambulanti e natanti.
Soppressi nel 1912 gli uffici postali e telegrafici di seconda e terza classe, vennero introdotte le ricevitorie, a loro volta suddivise in tre diverse classi, in centri di minore importanza ed affidati a ricevitori ed agenti retribuiti a provvigione od in virtù di particolari contratti.
Con d.l. 2 ottobre 1919 n. 2100 (e successivo rdl 29 settembre 1921 n. 1376), venne sancito il nuovo assetto delle ricevitorie postali, telegrafiche e telefoniche de Regno e vennero date disposizioni in merito al personale, integrate poi con l. 30 settembre 1920 n. 1364 con la quale vennero promulgati provvedimenti a favore di ricevitori postali, telegrafici, fonotelegrafici, supplenti, portalettere rurali e procacci a piedi. Le ricevitorie si suddividevano in postali, telegrafiche, telefoniche o fonotelegrafiche; quelle istituite in località dove esistevano anche uffici principali, nei confronti dei quali svolgevano attività ausiliaria, assunsero la denominazione di succursali. Nel 1921 vennero istituite anche le agenzie, piccoli uffici in grado di erogare servizi postelegrafonici; nel 1923 vennero istituiti gli Uffici secondari (ubicati in località non sedi di direzioni provinciali, dove avevano invece sede gli uffici principali, ma caratterizzati da un traffico importante), di fatto operativi a partire dal 1925, anno in cui vennero rese operative anche le collettorie (uffici che erogavano solo servizi postali) e posti telefonici pubblici.
Nuove disposizioni in merito all’assetto degli uffici e dei servizi vennero emanate con rr.dd. 20 dicembre 1923 n. 3034, 16 ottobre 1923 n. 2428, 23 maggio 1924 n. 1127, 19 aprile 1925 n. 988 (r.d.l.).
Con la creazione, il 1 luglio 1925, dell’Azienda autonoma dell’amministrazione delle Poste e dei Telegrafi le ricevitorie, le collettorie e le agenzie entrarono nel novero degli organi periferici della nuova amministrazione. Dal 1 gennaio 1926 le ricevitorie si distinsero in postali, telegrafiche, e postali-telegrafiche perdendo i servizi telefonici, mentre dal 9 gennaio 1930 gli uffici secondari assunsero la nuova denominazione di Uffici di prima classe.
Il 27 febbraio 1936 con r.d. n. 645. Approvazione del codice postale delle telecomunicazioni venne disciplinato e descritto l’assetto organizzativo di ricevitorie, agenzie, collettorie ed il ruolo di portalettere rurale: le ricevitorie, alle quali vennero preposti i ricevitori ed in via eccezionale e transitoria i gerenti, si dividevano in postali, telegrafiche o postali-telegrafiche; alle agenzie erano affidati i servizi postali e telegrafici; alle collettorie era assegnato il compito di disimpegnare unicamente i servizi postali compreso il recapito, il trasporto e lo scambio di oggetti postali; i portalettere rurali provvedevano al servizio di recapito.
L’incarico di ricevitore, agente, collettore e portalettere, pur conferito tramite concorso per titoli e pur prevedendo il giuramento di rito, non inquadrava gli addetti nell’impiego statale; inoltre, era possibile ottenere la successione diretta del titolo, in caso di morte del titolare o di sopravvenuta inabilità fisica, a vantaggio dei famigliari purchè gli stessi disponessero di adeguata istruzione, avessero prestato precedentemente servizio nelle varie mansioni in qualità di gerenti e supplenti, oppure qualora la famiglia versasse in condizioni economiche precarie. Fatte salve alcune categorie di impiego ritenute incompatibili con le funzioni (sacerdote con cura d’anime, avvocati, notai, impiegati statali, insegnanti elementari, agenti commerciali, funzionari dell’erario e di banca), l’attività poteva essere svolta in concomitanza con altre occupazioni purchè tali da assicurare la presenza dell’operatore presso l’ufficio, garantendone la regolare attività ed il regolare funzionamento. Tutte le spese di gestione risultavano a carico dei titolari del servizio, ivi compresi compensi di eventuale personale ausiliario o sostitutivo e l’affitto dei locali, mentre la retribuzione era costituita dal compenso riconosciuto per il lavoro in proporzione alla tipologia e quantità del servizio, dal concorso nelle spese ordinarie di gestione, dal compenso riconosciuto per l’erogazione di servizi accessori.
Con r.d. 5 novembre 1937 n. 2161 (e successivi r.d.l. 3 marzo 1938 n. 191 e l. 16 giugno 1938 n. 639) venne promulgato il regolamento delle ricevitorie, agenzie e dei servizi rurali dell’Amministrazione Postale e Telegrafica. Nuovi provvedimenti in merito agli uffici ed al personale vennero promulgati con d.l. luogotenenziale 4 maggio 1946 n. 591.
Con d.l. 12 dicembre 1944 n. 413, il Ministero delle comunicazioni veniva soppresso e le sue funzioni trasferite a due nuovi ministeri, il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni, sotto la giurisdizione del quale passarono le suddette aziende, ed il Ministero dei trasporti, poi trasporti e aviazione civile. L’amministrazione delle poste e telecomunicazioni venne articolata in organi centrali (Ministro, Consiglio di amministrazione, Direzione generale all’interno della quale vennero istituite 18 Direzioni centrali) e periferici (Direzioni provinciali con sede in ogni capoluogo di provincia, Circoli di costruzione e manutenzione).
Nel 1993 il servizio è stato privatizzato e trasferito alla società per azioni Poste Italiane.
Notizie tratte dall’Inventario di sala PU 13 (ASMI) redatto da Lucia Citerio e Barbara Viviani.
Soggetti produttori
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/institutions/20