Unione nazionale protezione antiaerea - UNPA

L’Unione nazionale protezione antiaerea (UNPA) fu fondata nel 1936, in un clima di tensione internazionale determinato dalla possibilità di un conflitto europeo. L’UNPA, che aveva la sede centrale a Roma, era posta sotto la vigilanza del Ministero della guerra. Tra i compiti statutari dell’UNPA, previsti dal regio decreto 14 maggio 1936, n. 1062 era prevista l’integrazione dell’azione degli organi statali preposti alla protezione antiaerea. Il Servizio di protezione antiaerea nazionale fu istituito nel 1939.
Costituita su base volontaristica, l’UNPA aveva come compito quello di soccorrere la popolazione civile in caso di incursioni aeree e di educare la popolazione civile alla conoscenza della guerra aerea e alla sicurezza. Fin da subito previde l’adozione di procedure per la sicurezza antigas.
In ogni edificio fu nominato un capo fabbricato che venne inserito in squadre coordinate da un responsabile presso il gruppo rionale del Partito nazionale fascista. La struttura di ogni gruppo dell’UNPA prevedeva cinque squadre (tre di soccorso, una tecnica e una sanitaria) composte da circa otto militi e un capo squadra ciascuna. Nel 1940 i capi fabbricato furono equiparati, con un decreto ministeriale, ai pubblici ufficiali e furono specificati ulteriormente i loro compiti: dovevano assicurarsi della perfetta attuazione dell’oscuramento, della chiusura dei rubinetti di acqua e gas e del ricovero tempestivo degli abitanti nei rifugi delle case. Ai capi fabbricato spettava inoltre la sorveglianza dei rifugi, anche per quanto riguardava la dotazione di idranti e uscite di sicurezza.
Durante la seconda guerra mondiale, i militi dell’UNPA operarono al fianco del vigili del fuoco, fino allo scioglimento dell’organizzazione avvenuta con la fine della Repubblica sociale italiana.
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Fonti normative
- regio decreto 14 maggio 1936, n. 1062 (= r.d. 1062/1936)
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(Prima redazione a cura di Paolo Pozzi, Gabriele Locatelli, 2005; revisione a cura di Saverio Almini, 2006)

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