Prefettura - Ufficio territoriale del Governo - UTG
Le Regie Prefetture furono istituite con il regio decreto 9 ottobre 1861, n. 250 e poste alle dipendenze del Ministero per gli Affari Interni. In base al decreto istitutivo i funzionari a capo delle province avrebbero assunto il titolo di Prefetto (preferito a quello di “governatore”, utilizzato nella legge comunale e provinciale piemontese 23 ottobre 1859 n. 3702) a ricordo dei Prefetti del periodo napoleonico, ritenuti un esempio di amministrazione moderna; gli intendenti di circondario presero il nome di sottoprefetto e i consiglieri di governo quello di consiglieri di prefettura.
Le Prefetture, soprattutto delle capitali degli Stati preunitari, furono collocate in importanti palazzi storici ed assunsero la denominazione di “palazzo del Governo”, per sottolineare il ruolo di rappresentanza del potere centrale in periferia.
Diversi regi decreti del 1861 (n. 249, 251 e 273) attribuirono ai prefetti vaste funzioni in diversi ambiti:
sanitario (nomina dei consigli sanitari, del viceconservatore del vaccino, dei visitatori delle farmacie);
pubblica sicurezza (casermaggio dei carabinieri e delle guardie di pubblica sicurezza);
utilità pubblica (mantenimento e trasporto degli infermi, esposti, maniaci ed indigenti; autorizzazione delle tumulazioni fuori dai cimiteri e trasferimento dei cadaveri fuori dalla giurisdizione; assegnazione di ricompense agli uccisori di animali rapaci);
culto (nomina dei fabbriceri, dei membri dei consigli delle opere parrocchiali, degli operai dei monasteri e dei conservatori; approvazione dei bilanci delle istituzioni ecclesiastiche non soggette agli economati generali e delle costituzioni di patrimoni ecclesiastici; autorizzazione delle funzioni in ore notturne o in luoghi diversi dalle chiese; controllo delle vestizioni e professioni nelle case religiose; autorizzazione delle visite dei capi degli ordini religiosi nelle rispettive case, delle convocazioni dei loro capitoli; approvazione delle nomine nei conventi, monasteri e conservatori; concessione ai religiosi forestieri di dimorare nelle case religiose dello Stato; licenze ai religiosi per recarsi all’estero; controllo dei sussidi delle parrocchie e delle fondazioni; dispense ai parenti oltre il 4 grado per contrarre matrimonio).
Per alcuni periodi (1861-1867, 1877-1911) le competenze si estesero anche al controllo dell’istruzione pubblica locale.
Dal punto di vista organizzativo le Prefetture furono ripartite in quattro divisioni (regio decreto 8 giugno 1865, n. 2321). La prima gestiva l’attività del Consiglio di Prefettura e della Deputazione provinciale; la seconda amministrava i corpi morali, cioè province, comuni e opere pie; la terza si occupava dei problemi legati alla pubblica sicurezza, al servizio militare di leva ed alla sanità pubblica; la quarta trattava le questioni relative alla contabilità e a quanto non esplicitamente attribuito alle altre divisioni.
In base alla legge comunale e provinciale n. 2248 del 1865 il prefetto rappresentava il potere esecutivo in tutta la provincia; egli doveva provvedere alla pubblicazione ed esecuzione delle leggi; vigilare sull’andamento di tutte le Pubbliche Amministrazioni, emanare provvedimenti ritenuti indispensabili in casi urgenti, soprintendere alla pubblica sicurezza, disporre della forza pubblica e richiedere la forza armata. A lui erano attribuite anche funzioni di controllo dell’attività degli enti locali e precisamente della legittimità formale delle deliberazioni del consiglio e delle giunte comunali e dei consigli e Deputazioni provinciali; il Prefetto, inoltre, emanava provvedimenti urgenti in caso di inadempienza degli enti locali e presiedeva la Deputazione provinciale (dal 1861 al 1888). In base alla legge Crispi 30 dicembre 1888, n. 5865 (poi fusa con la legge comunale e provinciale nel nuovo Testo Unico del 10 febbraio 1889, n. 5291) egli assunse la guida della Giunta Provinciale Amministrativa.
Nello svolgimento delle sue funzioni il prefetto era supportato e presiedeva il Consiglio di prefettura, organismo con funzioni consultive composto da tre membri cui potevano aggiungersi due consiglieri.
I Prefetti erano nominati dal governo e dopo sette anni potevano diventare senatori. Fino al 1923 essi facevano parte dell’amministrazione provinciale dell’Interno, e non di quelle centrale del Ministero, con il regio decreto 11 novembre 1923 n. 2395 i due ruoli furono unificati. Nella seconda metà dell’800 per le città più importanti furono scelti soprattutto uomini politici (“prefetti politici”), per le altre funzionari (“prefetti amministrativi”).
Nel 1889 (regio decreto 10 giugno 1889, n. 6107 attuato con il Regolamento comunale e provinciale 12 novembre 1911, n. 1) la struttura delle Prefetture fu modificata. Furono infatti previsti:
Gabinetto, per trattare affari della segreteria del prefetto, affari riservati e politici, del personale interno e degli altri uffici governativi, delle associazioni, di emigrazione, della stampa e per gestire i rapporti con autorità politiche e militari;
Divisione prima, con competenze in merito a contratti per lo Stato, approvazione di contratti dell’Intendenza di finanza, cauzioni, rilascio copie, legalizzazione firme, cittadinanza, dazi governativi, tasse e demanio, esattorie, ricevitoria provinciale, asse ecclesiastico, personale delle Commissioni provinciali e mandamentali per le imposte dirette, belle arti, antichità, culto (exequatur per i vescovi, placet per le nomine ed i trasferimenti dei parroci ecc.)., protocollo generale, archivio, biblioteca, copisteria, spedizione, pubblicazione diffusione e conservazione di leggi e atti del governo, altri affari;
Divisione seconda, organizzata a sua volta in due settori, uno per gestire gli Affari comunali e provinciali, le circoscrizioni, le liste elettorali politiche e amministrative, le elezioni, i demani comunali, l’altro per le opere pie;
Divisione terza, con tre ambiti di competenza, uno per igiene e sanità, leva e servizi militari, tiro a segno, milizia territoriale; il secondo per servizio forestale, miniere e cave, pesi e misure, fiere e mercati, affari diversi di agricoltura, industria e commercio; il terzo per carceri, lavoro nelle prigioni, personale, mantenimento dei detenuti;
Divisione quarta per affari relativi a lavori pubblici, viabilità, ferrovie, espropriazioni, bonifiche, poste e telegrafi;
Ragioneria, con i settori Contabilità di Stato, servizio di cassa della Prefettura, conto corrente con la tesoreria provinciale e contabilità dei comuni e di altri corpi morali a vigilanza governativa;
Ufficio Provveditore agli studi organizzato nei settori Amministrazione scolastica, istruzione primaria, secondaria e tecnica, Scuola d’arti e mestieri, scuola agraria, istituti speciali e protocollo ed archivi speciali;
Ufficio di pubblica sicurezza per questioni di Polizia giudiziaria e amministrativa.
Ulteriori normative furono emanate durante il Fascismo (legge 3 aprile 1926, n. 660 recepita dal Testo Unico comunale e provinciale 9 marzo 1934, n. 383). Mussolini considerava l’istituto prefettizio utile per assicurare la continuità con le istituzioni liberali, per rafforzare il potere esecutivo e controllare gli oppositori politici. Nel 1927 furono abolite le Sottoprefetture ma create 17 nuove province e relative Prefetture (regio decreto legge 2 gennaio 1927, n. 1). I Prefetti rimasero i principali rappresentanti del Governo nella provincia ma almeno fino al 1937 furono spesso esponenti del Partito fascista. Successivamente fu stabilito che i tre quinti dei prefetti dovessero essere scelti tra i funzionari di carriera del Ministero dell’Interno (regio decreto 26 giugno 1937, n. 1058).
Dopo la caduta del fascismo e con la Liberazione del Nord Italia nell’aprile 1945 furono nominati Prefetti politici, esponenti del Comitato di Liberazione Nazionale, sostituiti già nel 1946 da funzionari di carriera.
Le Prefetture furono organizzate in cinque Divisioni, oltre al gabinetto di Prefettura e ad una direzione di ragioneria.
La prima divisione trattava questioni amministrative (atti di cittadinanza ed anagrafici), servizi interni (Archivio, biblioteca, Ufficio copia), imposte di consumo dei comuni, affari di culto (exequatur per i vescovi, placet per le nomine ed i trasferimenti dei parroci ecc.);
la seconda divisione aveva competenze in materia di amministrazione locale (tutela e vigilanza) e di controllo dell’attività degli istituti di beneficenza ed assistenza;
la terza divisione si occupava di igiene e sanità (alcune attribuzioni sono cessate nel 1958, con l’istituzione del Ministero della sanità);
la quarta divisione continuò ad occuparsi dei lavori pubblici, viabilità, ferrovie, poste, telegrafi e telefoni, bonifiche.
Dallo sdoppiamento della seconda divisione è stata istituita nel 1954 la quinta divisione, (decreto del Presidente della Repubblica 19 agosto 1954, n. 968), per gestire i servizi periferici in materia assistenziale (soprattutto quello, poi abolito, dell’assistenza provinciale post-bellica).
Nelle Province Autonome di Trento, Bolzano e Aosta, non esistono prefetture; le relative funzioni sono svolte dalle amministrazioni locali autonome.
Nel 1999, con la riforma dell’organizzazione del Governo (Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 300), la Prefettura è stata trasformata in Ufficio Territoriale del Governo. Il Decreto Legislativo 21 gennaio 2004, n. 29 ha ufficializzato la nuova denominazione di Prefettura – Ufficio territoriale del Governo.
La normativa ribadisce che i compiti del prefetto sono rappresentare il governo, coordinare le amministrazioni statali sul territorio, tutelare l’ordine pubblico, occuparsi di protezione civile, difesa civile, collaborare con regioni ed enti locali. Il prefetto del capoluogo di regione ha anche funzioni di Commissario del governo. Sono escluse dalle funzioni delle Prefetture quelle relative ad alcune amministrazioni, e cioè affari esteri, della giustizia, del tesoro, delle finanze, della pubblica istruzione, dei beni e delle attività culturali. Nel corso degli ultimi anni le Prefetture hanno acquisito nuove competenze relative all’irrogazione di sanzioni amministrative per infrazioni depenalizzate ed in materia di circolazione stradale, attività antimafia, antiracket e antiusura, controllo dell’immigrazione, tossicodipendenze, patenti.
Nei rapporti con le autonomie locali il Prefetto è coadiuvato da una conferenza permanente, che presiede, composta anche dai dirigenti regionali delle strutture periferiche regionali dello Stato.
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I riferimenti alla normativa sono tratti dalla bibliografia indicata. Tutte le risorse Internet sono state verificate nel gennaio 2009.
Bibliografia e fonti
Regia prefettura (1861 – 1946) http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/300035/
Prefettura della repubblica http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/300028/
Prefettura http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/profili-istituzionali/MIDL0002D3/
http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/notizie/ministero/app_notizia_15773.html
http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/ministero/prefetture/
http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/ministero/prefetture/il_prefetto/
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(Prima redazione a cura di Lucia Ronchetti, 1999; rielaborazione di Carmela Santoro, 2009)
Soggetti produttori
- Prefettura di Milano 1861 -
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/institutions/45