Archivio Camera del lavoro territoriale di Milano (2018-2019)

Tipologia d'intervento: riordino - concluso

L’Archivio della Camera del lavoro di Milano è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per la Lombardia nel 1976. Conservato presso l’Associazione Archivio del Lavoro, in via Breda 56 a Sesto S. Giovanni (Mi), il fondo archivistico è costituito da 370 buste, relative al periodo 1945-1981, oggetto di un precedente riordino, e da restanti 600 buste circa, acquisite dall’ente conservatore fino al 2006.
Il progetto qui esposto ha previsto il riordino e la redazione di un inventario relativi alla sezione documentaria prodotta negli anni 1981-1985, una preziosa testimonianza storica di un periodo caratterizzato da ampie trasformazioni del mondo del lavoro milanese, oltre che lombardo e a livello nazionale, di cui il sindacato della Cgil ne fu attiva parte e interprete. La svolta epocale occorsa nella prima metà degli anni ‘80 riguarda specialmente la crisi del settore industriale, con il ridimensionamento e la chiusura di molte fabbriche della provincia di Milano, luoghi che per decenni hanno rappresentato il naturale avamposto della vita e delle esperienze di lotte rivendicative operaie, oltre che la cultura imprenditoriale di noti gruppi industriali. Sono anche gli anni in cui Milano vede accrescere in modo esponenziale la quantità di lavoratori occupati nel settore terziario, in particolare legati alle categorie dei servizi, del pubblico impiego e delle nuove tecnologie, comportando per la Cgil milanese nuove sfide nelle proprie competenze, nonché nell’organizzazione interna.
Le carte oggetto del presente riordino archivistico rappresentano l’attività del soggetto produttore a partire dal Congresso del 1981, che ne decreta il passaggio da Camera confederale del lavoro di Milano e provincia a Camera del lavoro territoriale di Milano, fino al 1985. La scelta dell’estremo cronologico finale è dovuta non più ad un cambiamento politico-organizzativo, ma per ragioni da natura archivistica. E’ infatti nella seconda metà del 1985 che l’ente produttore si dota per la prima volta di un titolario, sancendo di fatto una nuova gestione documentaria, non lasciata più all’iniziativa del singolo responsabile, ma concertata da un sistema di classificazione condiviso. Ciò che ne è conseguito è un corpus documentario omogeneo e strutturato, versato e tutt’ora conservato in buste separate.
Una volta stabiliti gli estremi temporali si è potuto procedere alla schedatura delle unità archivistiche, già in formato digitale. I fascicoli pervenuti sono risultati per lo più in buono stato di conservazione, in parte già ricondizionati in nuove camicie, contrassegnate in qualche caso da note di contenuto e indicazioni dell’ufficio di provenienza. I principali nuclei documentari rilevati corrispondono all’attività dei massimi organi collegiali, ossia il Congresso, il Comitato direttivo, la Segreteria, che costituiscono la prima suddivisione del fondo. La parte di documentazione più cospicua è quella relativa alla Segreteria, organo esecutivo della Camera del lavoro, da cui dipendono uffici e dipartimenti di cui si compone l’apparato camerale. Il nuovo assetto interno determinatosi nel 1981 si differenzia dal precedente per l’introduzione dei dipartimenti, macro-strutture dirette da uno o più segretari, in cui vengono formalmente accorpate competenze legate all’attività del segretario, insieme a quelle di alcuni uffici. La necessità di ricostruire l’attività di ogni struttura, riconducendo il singolo affare ad una competenza specifica, ha dovuto scontrarsi inevitabilmente con alcune criticità. Accade spesso infatti che una stessa tipologia d’affare, per il suo carattere trasversale, venisse seguita allo stesso tempo da uffici diversi, moltiplicando la presenza di copie documentarie. Inoltre, i frequenti mutamenti di segretario responsabile e funzionari di dipartimento, accompagnati dagli opportuni passaggi di competenza, hanno comportato un’ovvia discontinuità nella gestione documentaria. L’ordinamento definitivo dato alla documentazione è volto a rappresentare nel modo più verosimile l’effettivo modus operandi del soggetto produttore, tenendo conto delle novità organizzative, ma soprattutto degli elementi di continuità con l’azione precedente.
Il lavoro, iniziato nel mese di aprile del 2018, si è concluso con la redazione di un inventario descrittivo, realizzato con il software Archimista v. 3.0.0. .

Responsabili

  • Silvia Maresca [responsabile operativo]

Soggetti coinvolti

  • Regione Lombardia [finanziamento]