Ospedale Gallarati ( 1549 - 1786 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente di assistenza e beneficenza

Sede: Cremona

Codici identificativi

  • MIDB000BA0 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

L’ospedale Gallarati viene fondato da Agostino Gallarati, decurione e giureconsulto cremonese, nel 1549 d’intesa con l’umanista Marco Girolamo Vida. L’istituzione si occupa di provvedere mediante sovvenzioni economiche a quei poveri della città di Cremona che, non mendicando, rimangono in casa e soffrono soprattutto durante le carestie; in particolare il luogo pio provvede a maritare le figlie dei poveri. L’apparato organizzativo ideato dal Gallarati è molto complesso, comprendendo una compagnia di sedici dispensatori (quattro dei quali estratti a sorte tra gli uscenti) eletti annualmente, tra i loro rispettivi membri, dal capitolo dei canonici del Duomo, dal collegio dei giureconsulti, dagli abati del collegio dei notai e dai reggenti dell’ospedale Grande, a tre per corpo; i dispensatori devono operare in quattro squadre trimestrali. Monsignor Vida modifica il sistema rendendendolo più agevole: i dispensatori vengono ridotti a quattro, tre di loro sono nominati tra i membri del capitolo e dei due collegi già ricordati e il quarto dispensatore viene nominato in rappresentanza di tutti i gentiluomini della città. Alla scadenza del mandato i dispensatori uscenti designano i loro successori, nonchè il tesoriere e il cancelliere, un conservatore, con il compito di prendersi cura delle proprietà e seguire le cause, e un soprintendente che garantisca l’osservanza delle disposizioni del Gallarati e controlli l’operato dei provvisori delle vicinie, cioè gli “uomini da bene”, nominati dalle parrocchie per segnalare i poveri da assistere. Nel 1784 i reggenti, divenuti otto, nominano gli amministratori interinali, che consegnano, allo scioglimento dell’ente, un discreto patrimonio formato dalle due proprietà originarie di Cortemaggiore, lasciate dal Gallarati, di circa 1.150 pertiche, da 14 pertiche nei Corpi Santi di Cremona, da 244,5 pertiche a S. Martino in Beliseto e da una casa nella vicinia di S. Sofia, usata come sede del luogo pio, oltre a vari censi, livelli e capitali attivi.
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Le notizie riportate sono tratte dall’inventario di G. Politi “Antichi…”, vol. II, pp. LXXIXLXXXII.

Complessi archivistici