Ente comunale di assistenza di Monza - ECA ( 1937 - 1978 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente di assistenza e beneficenza

Sede: Monza

Codici identificativi

  • MIDB000CF0 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Il giorno 30 giugno 1937 veniva istituito a Monza l’Ente comunale di assistenza in ottemperanza alla legge 3 giugno 1937 (1). La Commissione amministratrice straordinaria dell’ECA di Monza composta da: Ulisse Cattaneo (podestà), Enrico Marchesi (per il Fascio locale) e Tidei Gasparetti (segretaria del Fascio femminile) riunita in tale data delibera di prendere “a mezzo del suo Presidente le consegne dalla Presidenza della Congregazione di Carità riguardante gli atti amministrativi contabili, il patrimonio e la Cassa” (2).
La composizione del Comitato di amministrazione viene completata l’1 ottobre 1938 con la nomina dei rappresentanti delle Associazioni sindacali legalmente riconosciute (3).
Al momento del passaggio di amministrazione la Congregazione di carità oltre le molte opere pie elemosiniere amministrava le seguenti istituzioni: Civico Ospedale Umberto I, Pia Casa di Ricovero, Pia Casa d’Industria, Causa Pia Bellani can. don Angelo (Orfanotrofio), Buon Pastore, Monte di Pietà, Ricovero di Mendicità (4).
La costituzione dei servizi dell’ECA di Monza avviene velocemente. Una nota inviata al Podestà dal dirigente in data 31 agosto 1937 informa della nuova strutturazione in: Ufficio Direzione, Magazzeno centrale, Ufficio sussidi, Rancio del popolo, Uffici distaccati (5).
Il consuntivo per le spese di assistenza del primo anno (agosto1937 – giugno1938) ci dà il quadro del numero delle famiglie assistite (1240), il numero totale degli assistiti (3340), il numero dei buoni alloggio (750), il totale dei sussidi in denaro (lire 44.217,40) e in natura (lire 355.520,65); la spese per il rancio del popolo (29.795,05), per il pacco natalizio (lire 8000), per i combustibili (15.931,50), per gli effetti letterecci (457.214,60). La spesa totale per queste voci assomma a lire 457.214, 60 a cui si devono aggiungere le altre voci (mantenimento di bisognosi in luoghi speciali di cura, somministrazione medicinali, speciali cure termali, ecc.) fino ad un totale generale di lire 500.937,30 (6). Ma la spesa sale costantemente nei tre anni successivi: lire 666.534 (luglio 1938 – giugno 1939) (7), lire 688.464 (luglio 1939 – giugno 1940) (8), lire 799.064 (luglio 1940 – giugno 1941) (9). Nell’ultimo anno accanto alle solite voci (invalidi, famiglie numerose, disoccupati, ammalati a domicilio, ecc.) si aggiunge una nuova voce al bilancio: famiglie di militari alle armi (lire 36.336).
Negli anni della guerra invece la spesa si abbassa: lire 779.304 (luglio 1941 – giugno 1942) (10), lire 635.954 (luglio 1942 – giugno 1943) (11), lire 615.566 (luglio 1943 – giugno 1944) (12).
Intanto agli inizi del 1944 anche a Monza l’assistenza passava dall’ECA all’EAF (Ente assistenza fascista). La Prefettura di Milano aveva già annunciato in data 10.11.1943 ai podestà della provincia il contenuto della circolare telegrafica del Ministero dell’interno della Repubblica sociale italiana (13) e in ottemperanza a quanto in essa disposto il 15 gennaio 1944 Giulio Carera Commissario prefettizio del comune di Monza e presidente dell’ECA passa l’amministrazione dei servizi di assistenza generica nelle mani di Gaetano Ciceri reggente il fascio di Monza e presidente dell’Ente assistenza fascista (14). Ma tra i due enti in mancanza di ulteriori istruzioni si conviene quanto segue: “1) L’Ente Comunale di Assistenza continuerà l’amministrazione del patrimonio anche con destinazione generica, salvo versare il saldo delle rendite all’Ente Assistenziale Fascista. 2) I servizi assistenziali e il personale ad essi annessi passano alle dipendenze dell’EAF. 3) I servizi finanziari verranno continuati dall’ECA imputando le operazioni di entrata e uscita all’apposito bilancio che verrà redatto dall’EAF……4) La Segreteria dell’ECA continuerà a prestare i relativi servizi anche per l’EAF fino alla definitiva sistemazione”(15) In data 17 gennaio 1944 viene nominato direttore dei servizi assistenziali Luciano Riva (16).
Il programma di assistenza dell’EAF prevede per il periodo 1943 – marzo 1944 una spesa per l’assistenza generica (sussidi in denaro, buoni alloggio, buoni vitto, ecc.) di lire 264.000 e per l’assistenza specifica contingente (assistenza sfollati, assistenza ai congiunti di connazionali che si trovano all’estero che non inviano rimesse, ecc.) lire 164.400 per un totale di spesa di 428.400 (17).
Ma si tratta di una breve parentesi. In applicazione del telegramma prefettizio 29.7.1944 n. 31870 il triunviarato di reggenza del Fascio repubblicano di Monza (nelle persone di Giuseppe Benzoni, Aldo Bettini e Sandro Galbiati) riconsegnano a Giulio Carera Commissario prefettizio del Comune di Monza e presidente dell’ECA il servizio dell’assistenza generica (18). Il 2 settembre 1944 Angelantonio Bianchi nuovo Commissario prefettizio di Monza subentrerà a Giulio Carera come Commissario straordinario dell’ECA di Monza (19).
L’attività di assistenza nell’immediato dopoguerra è documentata nei programmi dell’opera di assistenza. Vengono stanziate lire 13.520.000 per il periodo 1 luglio 1946 – 30 giugno 1947 (20), lire 25.600.000 per il periodo 1 novembre 1947 – 31 marzo 1948 (21), lire 37.000.000 per il periodo 1 novembre 1948 – 31 marzo 1949 (22), lire 15.398.00 per il periodo 1 luglio 1949 – 30 giugno 1950 (23). La spesa si concentra soprattutto nell’assistenza generica (sussidi in denaro, in buoni alimentari, in indumenti, buoni mensa, ecc.) e in quella ai disoccupati (assistenza straordinaria invernale). Nel 1946 l’ECA riprende anche un’iniziativa sospesa durante la guerra: la distribuzione agli assistiti del pacco natalizio (24). Continua nell’immediato dopoguerra anche l’assistenza straordinaria: in particolare ai rimpatriati dall’estero (25), ai profughi dell’Africa italiana (26), ai familiari dei prigionieri dispersi in Africa (27), ai reduci (28). Alcune di queste voci di assistenza straordinario si ritroveranno nei bilanci dell’ECA fino alla metà degli anni ‘50.
Gli anni ’50 sono gli anni della presidenza di Serafino de Capitani e della sua straordinaria attività per riportare tutti i servizi dell’ECA alla normalità e all’efficienza. Il decennio 1948 – 1958 vede l’ECA impegnata oltre che nell’assistenza generica, nell’assistenza speciali delegata e in tutta una serie di iniziative sociali direttamente intraprese e gestite. Per quanto riguarda l’assistenza generica (erogazioni in natura, denaro, effetti vestiario, combustibili, pasti gratuiti, ecc.) la spesa sostenuta nel decennio è pari a 185.000.000, mentre la spesa per l’assistenza speciale e delegata (profughi di guerra e alluvionati del Polesine) ammonta a 145.000.000. Le famiglie assistite sempre in questo periodo sono 156.000, i componenti le famiglie 219.000, gli individui assistiti in via straordinaria 11.500, i pasti gratuiti consumati al Rancio del Popolo 91.000 mentre i pasti consumati al ristorante 543.000 (29).
Ma accanto a questi dati qualitativi va ricordato anche lo sforzo per riorganizzare la struttura dell’ECA e i suoi servizi. L’esame delle domande di assistenza e le relative decisioni, riservate in precedenza agli uffici dell’ente, vennero trasferiti ad una apposita Commissione di erogazione di cui entrano a far parte i rappresentanti delle associazioni combattentistiche, sindacali, di categoria e delle istituzioni di assistenza e beneficenza privata. I servizi informativi, svolti esclusivamente dalla Vigilanza urbana, vennero affidati anche a privati appartenenti a diverse associazioni (San Vincenzo, CIF, UDI, Mutilati, Reduci, Famiglie caduti) creando così una capillare rete informativa. Nel 1951 con l’apertura del Ristorante Popolare si pose mano alla riorganizzazione del Rancio del popolo. Il Ristorante, prima ospitato presso l ‘Asilo notturno, troverà successivamente la sua idonea collocazione in una nuova costruzione che ospiterà il magazzino generale, il servizio di distribuzione viveri e il Rancio del Popolo (30).
Ma l’attività dell’ECA si volge in quegli anni anche alla costruzione di immobili destinati ad abitazioni a modesto tasso di affitto. La prima di queste abitazioni – una casa civile da 20 alloggi, sorse a Monza in zona Triante. Nel 1953 con il contributo dell’Amministrazione provinciale di Milano vengono costruite a Monza, Villasanta, Lissone, Muggiò e Sovico nove casette tipo con 40 alloggi. Nel 1955 con il contributo della Cassa di risparmio vennero costruite a Monza, Lissone e Villanata altre quattro case per complessivi 22 alloggi (31). Sempre in questi anni l’ECA provvede alla costruzione della nuova sede dell’Istituto per il ricovero della fanciullezza abbandonata e dell’edificio per il ricovero e cura degli anziani.
Nel 1960 poi l’ECA provvede anche all’ammodernamento del mobilio e delle attrezzature degli uffici della propria sede (32).
Nei primi anni ‘60 l’ECA matura la decisione di abbandonare definitivamente l’assistenza nella forma elemosiniera per passare ad una forma risolutiva e determinante più qualificata e rispettosa della personalità e della dignità del beneficato. “Nel 1960 vennero iniziati i lavori tendenti alla riorganizzazione amministrativa dei vari servizi assistenziali; vennero dotati gli uffici di nuovi impianti e ridimensionati i servizi logistici; venne perfezionata la preparazione tecnica e specifica del personale, e resi più funzionali i locali. …venne varata una riforma vera e propria dell’assistenza. Questa si deve concretizzare nei seguenti punti essenziali: – riesame di tutte le situazioni degli assistiti al fine di eliminare, coloro che con vari accorgimenti riuscivano a risultare bisognosi senza esserlo – inquadramento degli assistiti in varie categorie – determinazione delle forme di assistenza per ogni inquadramento – definizione di ogni intervento con forme risolutive o con forme consistenti – abolizione di qualsiasi forma elemosiniera” (33).
I risultati di questa riforma portarono ad individuare le persone veramente bisognose e soprattutto distinguere quelle che avevano necessità di un intervento assistenziale continuativo da quelle bisognose di un intervento saltuario. Ciò permise di riparametrare le forme di assistenza in: concessione di un sussidio fisso mensile (per gli assistiti soli ed anziani senza alcun reddito, per coloro che hanno redditi inferiori al minimo vitale); assistenza mensile in natura ai nuclei familiari con redditi inferiori al minimo vitale; contributi risolutivi o consistenti una tantum in casi specifici o situazioni eccezionali; eliminazione graduale delle altre forme (assistenza vestiario, assistenza farmaceutica, piccoli sussidi elemosinieri); incremento delle erogazioni di pasti caldi a mezzogiorno ai senza tetto; istituzione di un pacco viveri pasquale accanto a quello natalizio; maggiore funzionalità dell’Asilo notturno. ""I risultati contabili possono essere desunti dal Conto consuntivo 1962, da dove emergerà che il programma di assistenza passa da 22 milioni circa a 45 milioni circa, ma quelli morali e sociali orgogliosamente si possono dire incalcolabili. Basti pensare che 250 anziani soli, con il sussidio fisso, pur ancora in limiti modesti, hanno trovato una insperata tranquillità….. Che 570 circa pensionati minimi hanno avuto un aiuto a quadrare effettivamente il loro modesto bilancio familiare. Che 1800 famiglie hanno avuto un pacco viveri per Pasqua e Natale….Che 357 famiglie trovatesi immediatamente in una situazione di grave disagio…hanno avuto sussidi risolutivi…" (34).
In questi stessi anni oltre alla nuova impostazione dell’assistenza definita in stretta collaborazione con l’Assessorato all’assistenza si precisa anche una chiara divisione dei compiti tra Comune ed ECA. “Il Comune deve provvedere in primo luogo alla cura della salute; in adempimento a questo obbligo fornisce gratuitamente ai poveri cure mediche ed ospedaliere, medicinali, apparecchi di protesi e cure di vario genere. In secondo luogo è compito del Comune il provvedere al mantenimento di indigenti inabili al lavoro sempreché i parenti, tenuti per legge a norma dell’art. 433 del Codice civile, non siano in grado di provvedervi; rientrano in questa categoria i minorati in qualunque età e le persone anziane prive di appoggio da parte della famiglia; di qui i numerosi ricoveri di inabili in istituti idonei e di anziani in cronicari o in case di riposo; ricoveri a cui il Comune provvede, ove possibile, con il concorso dei familiari… L’ECA ha invece come suo principale compito l’assistenza economica agli individui e alle famiglie che temporaneamente si trovano in difficoltà; compito vasto già nella sua enunciazione e che si esplica mediante sussidi in denaro o in natura, con l’apprestare una mensa ai poveri, con l’attrezzare un albergo notturno e con varie altre provvidenze tendenti a soddisfare bisogni immediati. Evidentemente, poiché Comune ed ECA, si rivolgono con la loro attività assistenziale alle stesse persone – i poveri della città – la collaborazione fra i due enti è indispensabile ed è la premessa insostituibile per un’azione efficace” (35). Questa definizione dei ruoli sarà la base per l’assistenza a Monza per gli anni successivi fino alla cessazione dell’ECA e il passaggio di tutte le sue competenze al Comune nel 1978 (36).
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Note
1. Con questa legge viene soppressa in ogni comune la Congregazione di carità e istituito l’ Ente Comunale di Assistenza con la finalità di “assistere gli individui e le famiglie che si trovino in condizioni di particolare necessità” (art. 1). L’ ECA di conseguenza assumeva “tutte le attribuzioni che erano state assegnate dalle leggi alla Congregazione di Carità” (art. 5). L’ ECA inoltre assumeva anche i compiti dei disciolti Enti opere assistenziali (EOA). Sulla costituzione dell’ ECA di Monza vedi anche l’ articolo L’ Ente comunale d’ assistenza in “Rivista di Monza”, anno V agosto 1937 n. 8.
2. Cfr. Verbale di insediamento della Commissione amministratrice straordinaria, fasc. 3.1.10 (b. 15).
3. Cfr. Decreto di nomina componenti comitato di amministrazione dell’ ECA per il quadriennio 1938/41, fasc. 3.1.11 (b. 15).
4. Per un dettagliato censimento delle istituzione e opere pie amministrate dalla Congregazione di Carità di Monza cfr. Beneficenza previdenza e assistenza sociale nella provincia di Milano 1932, Milano Tip. Editrice Libraria di G. Pirola, 1932.
5. cfr. Costituzione dei servizi dell’ ECA, fasc. 4.1.27 (b. 22).
6. cfr. Consuntivo spesa assistenza dal 1 agosto 1937 al 30 giugno 1938, fasc. 4.1.26 (b.22).
7. cfr. Relazione particolareggiata sull’ assistenza svolta durante il periodo dal 1 luglio 1938 al 30 giugno 1939, fasc. 4.1.27 (b. 22).
8. cfr. Relazione….. dal 1 luglio 1939 al 30 giugno 1940, fasc. 4.1.28 (b.22).
9. cfr. Relazione….. dal 1 luglio 1940 al 30 giugno 1941, fasc. 4.1.29 (b.22).
10. cfr. Relazione…. dal 1 luglio 1941 al 30 giugno 1942, fasc. 4.1.30 (b.22).
11. cfr. Relazione…. dal 1 luglio 1942 al 30 giugno 1943, fasc. 4.1.31 (b.22).
12. cfr. Relazione…. dal 1 luglio 1942 al 30 giugno 1943, fasc. 4.1.32 (b.22).
13. cfr. Ai podestà presidenti degli enti comunali di assistenza della Provincia di Milano a firma del Prefetto Uccelli, fasc. 3.1.7 (b. 14). Vedi anche la Circolare 31 gennaio 1944: Servizi assistenziali , emanata congiuntamente dal Ministero dell’ interno Alta Italia e dal Partito fascista repubblicano in “Bollettino Atti Ufficiali della Prefettura di Milano”, 15 aprile 1944, anno XXVI n. 8.
14. cfr. Verbale di trasferimento dell’ Amministrazione dei servizi di assistenza generica al Partito fascista repubblicano, fasc. 3.1.7 (b.14).
15. cfr. Verbale…, fasc. 3.1.7 (b. 14)
16. cfr. Deliberazione n. 1 Nomina del Direttore dell’ Ente assistenza fascista, nel registro PRF EAF Deliberazioni, fasc. 3.1.8 (b. 14).
17. cfr. Programma dell’assistenza da svolgersi nel periodo dicembre 1943-Gennaio, febbraio, marzo 1944, Monza 28 dicembre 1943, fasc. 3.1.8 (b. 14).
18. cfr. Verbale di trasferimento della Amministrazione dei servizi della assistenza generica dall’ ECFA all’ ECA, fasc. 3.1.7 (b. 22).
19. cfr. Verbale di passaggio dei poteri di Commissario straordinario dell’ Ente comunale di assistenza di Monza, fasc.3.1.12 (b. 15).
20. cfr. Programma dell’ opera di assistenza da svolgersi nel periodo 1 novembre 1946-30 marzo 1947, fasc. 4.1.34 (b.22).
21. cfr. Programma……..nel periodo 1 novembre 1947-31 marzo 1948, fasc. 4.1.34 (b.22).
22. cfr. Programma……. nel periodo 1 novembre 1948-31 marzo 1949, fasc. 4.1.34 (b.22).
23. cfr. Programma……..nel periodo 1 luglio 1949- 30 giugno 1950, fasc. 4.1.35 (b.22).
24. La Presidenza costituisce uno speciale Comitato promotore chiamando a farne parte tutte le associazioni della città. La somma raccolta (lire 1.592.296) servì per preparare 1734 pacchi suddivisi in cinque specie diverse a seconda dell’età dell’ assistito (pacco normale, per vecchi, giovani, bambini, lattanti. fasc. 2.3.1 (b.4).
25. cfr. Rimpatriati dall’ estero, fasc. 2.4.1 (b. 4).
26. cfr. Assistenza a favore dei profughi dell’ Africa italiana, fasc. 2.4.2 (b. 4).
27. cfr. Prigionieri – dispersi in Africa, fasc. 2.4.4 (b. 4).
28. cfr. Assistenza a reduci, fasc. 2.4.15 (b. 5).
29. cfr. l’ opuscolo a stampa Relazione sull’ attività svolta nel decennio 1948-1958, in fasc. 3.1.15 (b. 15).
30. cfr. Relazione…., cit.
31. cfr. Relazione…., cit. Cfr. anche fasc. 5.7.11 (b. 35).
32. cfr. Rammodernamento degli uffici, in fasc. 4.1.24 (b. 21).
33. cfr. Relazione generale al bilancio anno 1963, in fasc. 4.1.25 (b. 21). Per il lavoro di analisi e riflessione sull’assistenza cfr. anche Considerazioni sulle finalità sociali dell’ ECA e conoscenza preliminare delle categorie degli assistiti (relazione dell’ A.S. Lucia Mariani) del 6.12.1961 e Relazione del Servizio sociale al Presidente (a cura delle assistenti sociali Lucia Mariani e Annamaria Bertolli) del 26.7.1962 in fasc. 2.1.3 (b. 1).
34. cfr. Relazione…, cit. Per la riforma dell’ assistenza in questi anni cfr. anche Cazzaniga Teresa, ECA ed Amministrazione comunale al servizio della città, in “La città di Monza”, settembre-ottobre 1963 n. 29 pp. 14-17.
35. cfr. Cazzaniga Teresa, ECA ed Amministrazione ….., cit., p. 14-15.
36. Legge n. 23 del 1978 della Regione Lombardia applicativa della Legge n. 382 del 22.7.1975 e del DPR n. 616 del 24.7.1977.

Complessi archivistici

Profili istituzionali

Compilatori

  • Paolo Pozzi (Archivista)