Comune di Figino Serenza ( sec. XIV - sec. XIV - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente pubblico territoriale

Sede: Figino Serenza

Codici identificativi

  • MIDB000E6E (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Per quanto la presenza di un nucleo abitato in territorio di Figino sia provata già per l’antica età romana e alto medioevale (1), notizie documentabili con atti coevi risalgono solo al XIV secolo.
Negli “Statuti delle acque e delle strade del Contado di Milano fatti nel 1346” (2) Figino compare come località della Pieve di Galliano, cui spetta la manutenzione della “strata da Niguarda”.
Dopo un breve periodo di infeudazione a Polidoro Sforza Visconti, nel 1475 Figino venne concesso in feudo a Francesco Pietrasanta, membro di un ricco casato milanese.
Dai registri dell’estimo del Ducato di Milano del 1558 e dai successivi aggiornamenti risulta ancora compreso nella Pieve di Galliano; così nel 1751, come riportato nel “Compartimento territoriale specificante le cassine”, da cui emerge l’immagine di un territorio già costellato da numerose cascine disseminate nella campagna (Corno, Briccola, Malpaga, Cassinetta, etc.); punto di convergenza delle case e delle cascine sparse fu per secoli la Chiesa romanica di San Materno e proprio attorno a questo luogo di culto si andò coagulando il nucleo originario del paese, anche dopo la costruzione della cappella di San Michele nel XVI secolo (3).
Nel 1751 Figino, compreso nella Lombardia austriaca, appare infeudato al conte Antonio Pietrasanta, a cui, però, la comunità non versa alcun tributo; pagava, invece, annualmente un salario al podestà feudale alla cui giurisdizione era sottoposto. Dalle risposte ai 45 quesiti (4) emerge che la popolazione ammontava allora a 480 abitanti, era retta da un sindaco, tre deputati e un console, eletti, per una carica senza limiti temporali, durante l’assemblea pubblica del Convocato generale dei capi di casa nella piazza antistante la Chiesa parrocchiale di San Michele. Il Convocato si riuniva in via ordinaria una volta all’anno nella piazza comunale per rinnovare le cariche comunitarie, appunto, ma anche per approvare i bilanci e la ripartizione degli oneri fiscali.
Al sindaco erano demandate le funzioni di carattere esecutivo o di revisione amministrativa così come ai deputati, rappresentanti dell’assemblea dei cittadini; al console spettavano i compiti di ordinaria gestione quotidiana della comunità, compresi gli incarichi di polizia, come il presenziare agli arresti e alla confisca dei beni o la denuncia dei reati commessi nel territorio comunale (5), ragione per cui doveva prestare giuramento presso le autorità giudiziarie territoriali, promettendo di osservare con scrupolo e fedeltà la legge, le norme e gli statuti locali.
Il Comune si serviva anche di un cancelliere che percepiva un salario annuo ed aveva il compito della custodia delle poche scritture pubbliche (6). Un esattore era, invece, incaricato della riscossione dei tributi regi, provinciali e locali.
Al 1724 è attestata l’aggregazione del territorio di Rozzago, accolta con poco favore da parte della piccola comunità frazionale, rimasta fino ad allora sotto la giurisdizione di Montesolaro (attualmente Comune di Carimate) (7).
Nell’"Indice delle pievi e comunità dello stato di Milano" del 1753 Figino compare, infatti, ampliato nei suoi confini, comprendendo ora anche Rozzago; rimaneva sempre inserito nella Pieve di Galliano del Ducato di Milano dove lo troviamo anche dopo la riforma comunitativa e la nuova compartimentazione territoriale voluta da Maria Teresa del 1755 e 1756.
Nel 1771 contava 473 abitanti.
In seguito all’istituzione delle province sotto l’amministrazione delle Intendenze politiche (Editto 26 settembre 1786 di Giuseppe II) Figino viene inserito nella Provincia di Milano, in cui rimane incluso ancora nel 1791, dopo la nuova compartimentazione territoriale.
L’amministrazione locale continuava ad essere organizzata come in passato: con la riforma teresiana riacquistò peso, quale organo decisionale comunitario, il Convocato generale o Consiglio degli estimati, che si riuniva in via ordinaria due volte all’anno (sessione primaverile e sessione autunnale) e che eleggeva la Deputazione comunale; questa era costituita da un Deputato dell’estimo, da un Deputato del personale e da un Estimatore; ciascun deputato poteva essere sostituito da un Sostituto. Toccava alla deputazione nominare un sindaco, un console ed un cancelliere, funzionari le cui competenze che non si discostavano molto da quelle tradizionali.
Durante la dominazione napoleonica, in seguito a diverse riorganizzazioni organiche delle amministrazioni locali e a provvedimenti di ricompartimentazione del territorio, il Comune di Figino con Rozzago venne dapprima inserito nel Dipartimento del Lario-Distretto di Fino (27 marzo-26 settembre 1798), poi nel Dipartimento dell’Olona-Distretto XXVIII di Cantù (1798-1801), per ritornare a far parte con la legge del 13 maggio 1801 del Dipartimento del Lario nel Distretto I di Como.
A seguito di nuove organizzazioni del Dipartimento del Lario fu, quindi, inserito nel Distretto XI di Milano (1802) e successivamente collocato nel Distretto I di Como, Cantone di Cantù.
Nel 1802 (Elenco dei comuni, 1802), secondo le partizioni generali dei comuni stabilite dalla legge sull’organizzazione delle autorità amministrative del 24 luglio di quell’anno, venne classificato come Comune di III classe in quanto municipalità con numero di abitanti inferiore alle 3.000 unità. Pochi anni dopo contava, infatti, solo 662 abitanti.
Un intervento di concentrazione disposto per i Comuni di II e III classe portò all’aggregazione del Comune di Figino con Rozzago al Comune di Carimate (Decreto 14 luglio 1807), aggregazione poi confermata nel 1812 (Distretto I di Como, Cantone di Cantù); all’epoca la popolazione ammontava a 790 abitanti (8).
Solo nel 1816, dopo la Resturazione, con l’istituzione del Regno Lombardo-Veneto (sovrana patente 7 aprile 1815), la Notificazione 12 febbraio 1816 stabilì che il Comune di Figino con Rozzago venisse ricostituito e inserito nella Provincia di Como, Distretto XXVI di Mariano; nel corso degli anni seguenti passò poi nel Distretto XXVI di Cantù (1844) e infine nel Distretto IV di Cantù (1853).
Fino al 1816 le amministrazioni di Figino, Novedrate e Carimate risultano unite e Figino, come entità amministrativa, ebbe diritto ad un solo rappresentante presso la municipalità di Carimate.
Con la nuova regolamentazione degli enti locali del 1816 si ristabilì, invece, l’organizzazione amministrativa in vigore per i Comuni prima del 1797 (9).
Anche a Figino venne ripristinato il Convocato generale degli estimati, quale organo decisionale con il compito di deliberare sugli affari riguardanti l’amministrazione: era costituito dai possessori del Comune che, riunendosi in assemblee pubbliche due volte all’anno nella piazza comunale, nominavano la Deputazione municipale, costituita, a sua volta, da tre membri. Primo deputato era scelto il deputato che aveva riportato il maggior numero di voti: dal 1816 al 1860 fu primo deputato di Figino il nobile Giovanni Battista Parravicini (10). I compiti amministrativi erano suddivisi con un Agente comunale, che condivideva con la Deputazione le mansioni esecutive e che, anzi, spesso la rappresentava nel disbrigo delle faccende quotidiane o durante l’assenza dei deputati; circostanza questa non infrequente, dato il doppio domicilio di molti possidenti di Figino, impegnati tra l’altro, anche nella conduzione delle proprietà o nella gestione di faccende private.
Tra le molte incombenze pratiche l’Agente doveva custodire gli esemplari delle leggi e dei regolamenti, nonché le scritture comunali lasciategli in custodia per le “occorrenze giornaliere”.
Accanto a questi amministratori figura anche un cursore, alle dirette dipendenze dell’agente comunale, incaricato di far applicare gli ordini superiori (11).
In quegli anni, il Comune non usufruiva ancora di un edificio comunale né di un ufficio; era lo stesso Parravicini a mettere a disposizione all’occorrenza alcuni locali di sua proprietà posti sulla Piazza Grande (12).
Le funzioni di sorveglianza sull’andamento amministrativo dei distretti, e quindi dei Comuni, spettava ad un Consigliere del censo, poi sostituito dal commissario distrettuale (1819).
Con il passaggio della Lombardia, nel 1859, al regno sabaudo, in virtù della legge del 23 ottore di quell’anno n° 3781 (legge Rattazzi), venne estesa ai nuovi territori l’organizzazione amministrativa piemontese; fu, comunque, con la legge comunale e provinciale del 20 marzo 1865 n° 2248 che si gettarono le basi di un nuovo, organico e uniforme sistema di amministrazione locale per la nazione: i prefetti sostituirono, come rappresentanti del governo e organi territoriali di controllo, i vecchi commissari distrettuali; nei piccoli Comuni, al primo deputato venne sostituito un sindaco di nomina consiliare.
Già dal 1860 è attestato in Figino un sindaco, un Consiglio comunale con funzioni deliberative, che si riuniva in assemblea pubblica due volte all’anno, ed una Giunta municipale con mansioni esecutive, costituita da due assessori.
Il sindaco era coadiuvato nelle proprie funzioni da un segretario comunale assunto dall’amministrazione.
Poco dopo il passaggio di governo, la popolazione di Figino, unita a quella della frazione di Rozzago, contava 1257 abitanti (13).
In seguito all’unificazione nazionale, al fine di distinguere Figino dall’omonimo Comune del milanese, alla denominazione fu aggiunto il termine di Serenza (Decreto regio di nuova denominazione del 14 dicembre 1862) (14).
Il Comune di Figino rimase senza una sede municipale ancora per diversi decenni, accontentandosi di affittare alcuni locali in edifici situati sulla Piazza comunale; solo nel 1967 fu edificato il municipio.
L’avvicendamento dei primi deputati e poi dei sindaci, dal 1816 al secondo dopoguerra, fu limitato, a causa di incarichi molto lunghi: si contano solo cinque primi cittadini, tra cui un sindaco di nomina governativa nel 1890 ed il podestà (1926-febbraio 1943).
Il Comune subì anche un commissariamento tra il gennaio 1944 ed il marzo 1945.
Dopo la Liberazione, dal 1945 al 1960, si susseguirono amministrazioni e sindaci democristiani.
La popolazione, al 1961, ammontava a 2796 unità (15).
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Note
(1) Per una panoramica sulla storia di Figino dalle origini al XIV secolo vedi Marzorati 1975, pp. 35 – 63. Vi è riportata anche una generale bibliografia sulla storia del Comune.
(2) Per le notizie relative alla storia istituzionale e amministrativa del territorio e poi Comune di Figino riportate nella presente introduzione cfr. Civita, Como, pp. 184 – 186, cui si rimanda anche per la bibliografia e le citazioni di fonti inedite.
(3) La cappella di San Michele, posta sulla sommità della collina, dove ora si apre la piazza principale, venne via via ampliata nel corso dei secoli successivi fino ad assurgere a chiesa parrocchiale. Cfr. Marzorati 1975, pp.369 – 419.
(4) Le “Risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento” riportano i dati raccolti nel 1750 con l’inchiesta straodinaria ordinata dalla 2° Giunta del censimento generale dello Stato di Milano presieduta da Pompeo Neri. Cfr. Civita, Como, pag. 22 e passim.
(5) Ibidem, pp. 22 – 24.
(6) Il cancelliere era il funzionario incaricato di tenere in ordine i libri dei riparti delle imposte, quelli del bilancio comunale e tutte le scritture pubbliche prodotte dalla comunità; spesso lavorava per più Comuni con un compenso commisurato alle incombenze.Ibidem.
(7) Rozzago, per quanto territorialmente e amministrativamente unito a Figino, continuò a dipendere per la cura delle anime dalla Parrocchia di Montesolaro, sotto la cui giurisdizione ecclesiastica rientra ancora nel corso del XIX secolo; il territorio della frazione comprendeva alcune cascine: C. Moia, C. Bragianello, C. Castelletto, C. Barnicocca e C. S. Agata. Cfr. Marzorati 1975, p. 115 e passim, in particolare, relativamente all’aggregazione e alle polemiche insorte, pp. 111 – 116.
(8) Anche il Comune di Novedrate fu in quell’occasione aggregato a Carimate. Cfr. Civita, Como, p. 261.
(9) Durante il periodo di dominazione napoleonica la normativa modificò più volte l’organizzazione delle amministrazioni locali, per cui risulta in questa sede fuorviante e ridondante seguirne le fasi; si preme sottolineare solo l’introduzione di terminologie innovative a significare i principali organi comunali e le nuove figure istituzionali: consiglio comunale anzichè convocato generale, sindaco svolgente funzioni di primo deputato, cursore comunale con mansioni di impiegato ecc.. Si rimanda a proposito al già citato Le istituzioni storiche… .
(10) In un documento del 1829 lo stesso Parravicini viene nominato primo deputato amministrativo contemporaneamente dei Comuni di Novedrate e di Figino; seguono i nomi dei rispettivi 2° e 3° deputato dei due Comuni. Comunicazione di nomina a deputato amministrativo trasmessa dall’I.R. Commissario Distrettuale a Parravicini Giovanni Battista, in Archivio storico del Comune di Figino Serenza (CO), Sezione ottocentesca, titolo 14 (Oggetti vari), b. 27, fasc. 1, sottofasc. 2.
(11) Per la nomina del cursore comunale ancora nel 1860 vedi ibidem, titolo 21 (Ufficio e impiegati comunali), b. 36, fasc. 1.
(12) Marzorati 1975, p. 247.
(13) Censimento della popolazione del 1862 in Archivio storico del Comune di Figino Serenza (CO), Sezione ottocentesca, titolo 30 (Popolazione-Statistica), b. 32, fasc. 1.
(14) Il decreto, incorniciato, è attualmente conservato presso l’ufficio del sindaco.
(15) Censimento della popolazione del 1961 in Archivio di deposito del Comune di Figino Serenza (1961-1989) in cat. XII, cl. 2 (1961). La popolazione al dicembre 2000 è di 4616 abitanti.

Complessi archivistici

Fonti

  • Marzorati 1975 = L. Marzorati, Quel borgo. Notizie storiche sull'origine e sviluppo di Figino Serenza, paese della Brianza occidentale, Figino Serenza, 1975
  • Civita, Como = Le istituzioni storiche del territorio lombardo. XIV - XIX secolo. Como, Progetto CIVITA, Regione Lombardia - Amministrazione provinciale di Como, Milano, 2000, repertoriazione a cura di Domenico Quartieri con la collaborazione di Loredana Menichetti
  • Civita, istituzioni postunitarie = Le istituzioni storiche del territorio lombardo. 1859 - 1971, 2 voll., Progetto CIVITA, Regione Lombardia, Milano, 2001, repertoriazione a cura di Fulvio Calia, Caterina Antonioni, Simona Tarozzi

Compilatori

  • Olivia Petitta (Archivista)
  • Francesca Tramma (Archivista)
  • Sonia Gliera