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Comune di Figino Serenza

Comune di Figino Serenza (1808 - 1967)

733 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

Consistenza archivistica: bb. 126; unità 733, sottounità 25

Storia archivistica:

L’archivio storico o sezione separata d’archivio del Comune di Figino Serenza è attualmente conservato presso il Comune, nella sede municipale in via XXV Aprile, 16, nei locali dell’archivio, di recente ristrutturati e adattati alla conservazione del patrimonio cartaceo.
Il fondo descritto nel seguente inventario comprende esclusivamente il carteggio amministrativo essendo state le serie particolari dell’archivio comunale (delibere, conti consuntivi, liste di leva ecc.) riordinate e inserite in un inventario separato a cui si rimanda.
E’ formato, quindi, da scritture amministrative distribuite in 126 buste per un totale di 1476 fascicoli e 25 sottofascicoli.
In fase di riodino si sono costituite tre sezioni (1) così suddivise:
a) sezione ottocentesca, comprendente documentazione per un arco cronologico dal 1808 al 1897: 36 buste (bb. 1-36), per 235 fascicoli e 12 sottofascicoli; è ordinata a serie aperte per titoli;
b) sezione moderna 1898-1949, ordinata per categorie a serie aperte: 58 buste (bb. 37-94), per 498 fascicoli e 13 sottofascicoli;
c) sezione moderna 1950-1960, ordinata per categorie a serie annuali: 32 buste (bb. 95-126), per 743 fascicoli (2).
L’archivio conserva attualmente solo documentazione prodotta dalla municipalità nel corso del XIX secolo; gli atti del periodo prenapoleonico relativi al Comune di Figino Serenza sono conservati in Archivio di Stato di Milano e distribuiti nei diversi fondi costituitisi in seguito al riordino peroniano del XVIII secolo. La disorganicità della documentazione così disseminata non permette di risalire alla organizzazione originaria delle carte nè di individuarne la struttura di conservazione coeva (3).
Il fondo attuale si è andato costituendo del corso dell’Ottocento e al 1860 viene fatta risalire l’istituzione ufficiale dell’archivio; in un questionario del 1906 distribuito dalla Prefettura di Como per la rilevazione di dati sull’archivio del Comune e della Congregazione di carità viene, infatti, indicato il 1860 come anno ed epoca di istituzione dell’archivio mentre “prima era tenuto dalla Commissaria distrettuale che consegnò nel 1860 n. 14 cartelle con atti anteriori al 1860”(4). Il “Verbale di consegna degli atti concernenti l’amministrazione del Comune di Figino, Cantù, dalla R. Commissaria distrettuale, 11 luglio 1860” (5) è tuttora conservato nelle pratiche del Comune e segue di qualche mese l’autorizzazione del R. Governo della Provincia di Como con cui viene concesso di ritirare, con la contestuale compilazione di inventario, le carte appartenenti al Comune medesimo “dappoichè codesto Comune sarebbe già provvisto del locale per l’ufficio comunale […]”(6). Il motivo è la durata di questo deposito a titolo provvisorio non sono meglio precisati in quella circostanza; resta il fatto che a partire dal 1860 gli atti verranno ubicati, senza apparente soluzione di continuità, presso l’ufficio comunale, in appositi scaffali e armadi, secondo quanto si desume dagli elenchi sommari degli atti, carte e scritture del patrimonio comunale compilati in più occasioni nel 1866, 1868 e 1876, e come riportato nello stesso questionario prefettizio del 1906 già citato e poi nell’Inventario dell’archivio del Comune del 1942 (7).
Rispetto agli anni anteriori al 1860, rimane difficoltoso, per la carenza di notizie, risalire al luogo di conservazione delle carte così come al responsabile della consegna dell’archivio; nel 1832 la Deputazione comunale di Novedrate, che in quegli anni condivideva con la Deputazione amministrativa di Figino il primo deputato e l’agente comunale, intimò a quest’ultimo la consegna di tutto il carteggio del Comune ancora conservato presso la sua abitazione (8). E’ presumibile che anche il carteggio del Comune di Figino avesse “seguito” gli amministratori ed è verosimile che una parte dell’archivio venisse conservata presso i funzionari, a maggior ragione, essendo il Comune rimasto privo per anni di un ufficio comunale stabile e funzionale.
All’atto della riconsegna dell’archivio, nel 1860, la documentazione si mostra organizzata e raggruppata per alcune materie principali: Acque e strade, Arti e commercio, Beneficenza, Beni comunali, Censo, Culto, Esattoria, Convocati e consigli, Istruzione pubblica ecc. con titoli che ricompariranno simili negli elenchi del 1866 ,1868 e del 1876 (9) a dimostrazione di una strutturazione dell’archivio in partizioni relativamente circoscritte e costanti nel tempo. Solo la logica della sequenza delle serie risulta poco chiara: sembrerebbe, ad un primo esame, alfabetica per denominazione; un’analisi comparata dei diversi elenchi evidenzia, comunque, leggere discrepanze nella denominazione dei titoli e nell’ordine d’elencazione degli stessi, tanto da non avvalorare fino in fondo neanche la tesi di un ordine alfabetico. Nuova documentazione e, quindi, nuove serie furono aggiunte nel corso del XIX sec. (es. nuovo censo, affari giudiziari); altre non ricompaiono (es. beneficenza pubblica) (10).
Si è ritenuto, quindi, di non considerare queste sequenze come traccia fedele di un ordine di classificazione consolidato, a maggior ragione, se si pensa che gli atti esaminati sono semplici elenchi di consistenza degli atti e non espliciti schemi di classificazione. Se ne è, ad ogni modo, tenuto conto nella ricostruzione dei titoli originali delle serie d’archiviazione applicati prima dell’entrata in vigore del titolario ministeriale del 1897 (ex circolare ministeriale n° 17100/2 del 1 marzo 1897).
A questa forma di classificazione delle carte se ne sovrappose tra gli anni ‘60 e ’70 dell’Ottocento un’altra per titoli numerati, corrispondenti sempre alle serie già in uso. Sui fascicoli, in modo abbastanza costante e coerente, per circa l’arco cronologico di un ventennio, le pratiche vengono classificate con un numero di titolo, cui solo di rado segue anche la dicitura. Tale schema di classificazione non ricalca sempre in modo univoco la sequenza esposta sopra (es. Acque e strade = tit. 1; ma anche Finanza = tit. 22 dopo Militari = tit. 11) (11).
Per la ricostruzione della sequenza delle serie si è tenuto conto di questo ordine numerico dei titoli; per la ricostruzione delle denominazioni dei titoli si è tenuto conto degli elenchi del 1860 e seguenti citati.
L’introduzione del titolario ministeriale per categorie e classi nel 1897 segna una cesura archivistica netta nel sistema di classificazione delle pratiche. Il titolario viene prontamente applicato già sullo scorcio del 1897 e fedelmente dal 1898; sono utilizzate nuove camicie per i fascicoli, ancora individuabili da una colorazione verde chiaro, su cui, con sistematicità ed una certa congruenza col titolario, l’impiegato annota l’indicazione di categoria e classe (12).
L’archiviazione rimane a serie aperte per categoria.
Tale sistema di archiviazione prosegue fino agli anni ‘20 del Novecento; da quel periodo in poi la formazione dei fascicoli si riscontra come approssimativa e saltuaria; buona parte degli atti è classificata al momento della protocollazione.
La documentazione d’archivio viene sottoposta anche a interventi di scarto ufficiale, approvati dalle autorità, attestabili nel 1917, 1936 e 1942 (contestuale al riordino) e riguardanti atti per un arco cronologico dal 1850 ca al 1940 (13).
Al 1942 risale l’unico intervento di riordino e inventariazione ufficiale ad opera del primo archivista di prefettura Belgrano Francesco con la conseguente compilazione di un “Inventario e notizie dell’archivio del Comune” e della relativa “Rubrica per materie”. L’intervento interessò tutta la documentazione dell’archivio comunale e della CdC-ECA fino al 1941. Fu eseguito in quell’occasione uno scarto degli atti “inutilizzabili” e compilato l’elenco di scarto.
Il Belgrano previde un riordino delle carte sulla base di un separazione delle pratiche in due sezioni: anteriore e posteriore al 1930:
- gli atti fino al 1930 furono ordinati a serie aperte per categorie; manca la cesura archivistica al 1897 ed è applicato retroattivamente il titolario ministeriale; sono state comunque mantenute le unità (fascicoli) originali, riportanti le classificazioni coeve: bb. 1-73 comprensive di buste di contabilità e della Congregazione di carità (comunque separate come serie);
- gli atti dal 1930 al 1941 furono riordinati a serie annuali nella categoria, senza suddivisione in classi (bb. 1-28).
L’intervento su quest’ultima sezione degli anni dal 1930 al 1941 fu, probabilmente, il più difficoltoso e lungo. Il riordinatore, infatti, nella relazione di consegna del lavoro, lamenta il disordine degli atti e la fatica dell’impegno. Classificò i documenti in modo incompleto, inventariandoli per categoria, ma non per classe. Solo nel riordino materiale delle carte è presente una suddivisione per classi, comunque piuttosto approssimativa: all’interno del fascicolo annuale della categoria non sempre era stata realizzata con sistematicità e coerenza, così come non sempre fu rispettata la classificazione del protocollo.
E’ presumibile che lo stato iniziale della documentazione sia stato confuso e disordinato: poche sono le pratiche originali.
Traspare, inoltre, una traccia di classificazione leggermente discrepante rispetto alla versione della circolare Astengo, che, data la frammistione degli atti, non si è ritenuto di poter ricostruire con coerenza (14).
Non sono attestati successivi interventi ufficiali di riordino, né esistono altri strumenti di corredo relativi al fondo.
Nel corso degli anni seguenti ripetute relazioni di ispettori della Prefettura e lettere della Soprintendenza sollecitano una sistemazione dell’archivio di deposito e la trasmissione di supplementi dell’inventario; nel 1986 un ispettore della Soprintendenza archivistica invita nuovamente l’amministrazione a “riordinare e inventariare gli atti dalle origini, risultando l’inventario esistente non rispondente alla reale collocazione degli atti stessi in archivio” (15).
Al momento del seguente intervento, la documentazione storica appariva ripartita in due principali sezioni:
- 1800 ca. – 1949: 135 buste comprensive della parte già oggetto del riordino del Belgrano e delle pratiche degli atti dal 1942 – 1949; il riordino era a serie aperte per categorie; i fascicoli compresi nell intervallo di anni 1942 – 1949 risultavano piuttosto ordinati, per serie pluriennali all’interno della categoria (1942 – 1946 e 1947 – 1949);
- 1950-1960: ordinata a serie annuali, con applicazioni, poco coerenti, di versioni diverse del medesimo titolario della circolare del 1897;
- raccolta di buste, fascicoli e carteggio sparso, anche anteriore al 1941, non inserito nell’inventario citato.
La situazione riguardante la documentazione fino al 1949 pareva essere conseguenza dell’intervento di riordino di un operatore (probabilmente un dipendente del Comune) che ritenne più funzionale la collocazione di tutte le buste in un’unica sequenza cronologica, realizzata sovrapponendo la sezione già inventariata con la documentazione prodotta dal 1942 al 1949; intere categorie erano state rimaneggiate e gli atti in parte frammischiati (cat. VIII e cat. X); venne contemporanamente realizzata un’operazione di ricondizionatura.
Di fatto tra l’inventario e lo stato dell’archivio esisteva una palese discrepanza tale da motivare un lavoro di riordino complessivo e radicale.
I criteri di riordino e inventariazione sono stati concordati con la Soprintendenza archivistica per la Lombardia.
Si è provveduto inizialmente al recupero della fisionomia originaria dell’archivio costituendo le sezioni dell’archivio storico:
a) atti antichi dalle origini a tutto il 1897 ordinati secondo le antiche classificazioni, su cui è stato ricostituito un titolario congruente con titoli organizzati secondo la struttura originaria e numerati; si è operato cercando di mantenere la denominazione e l’ordine coevo dei titoli, apportando solo in parte delle ricomposizioni sugli stessi. Nella struttura proposta si sono evidenziate, contraddistinti da virgolette, le denominazioni originali apposte sui fascicoli; le rimanenti sono desunte dagli elenchi e inventari sommari già citati;
b) atti dal 1898 al 1949 a serie aperte per categorie secondo il titolario ministriale del 1897; poche pratiche iniziate nel 1897, e già classificate secondo le nuove disposizioni, sono state inserite in questa sezione; per normalizzare e uniformare il riordino si è stabilito di estendere l’ordinamento a serie aperte prevalente anche agli atti degli anni dal 1930 al 1941, data la presenza di un riordino annuale molto confuso (notevole frammistione di carte di anni diversi nei fascicoli annuali, mancanza di una coerente suddivisione in classi, presenza di carteggi non fascicolati);
c) atti dal 1950 al 1960 a serie annuali per categorie secondo il titolario ministeriale del 1897.
Successivamente si è intervenuti sui fascicoli e sottofascicoli ordinandoli cronologicamente, ricostituendo le pratiche smembrate, ricollocando documenti e fascicoli fuori posto nelle categorie e classi di pertinenza.
L’incoerenza della classificazione, la disomogeneità della stessa nel corso degli anni e l’impossibilità di ricostruire con certezza le classi coeve ha portato alla scelta di uniformare la classificazione sulla base del titolario attualmente in uso presso il Comune, cioè il titolario ministeriale per la classificazione degli atti comunali nella versione di recente articolata da Giordano Sterlocchi (1998), cui si rimanda per l’esame del contentuto delle classi.
Per ogni titolo della sezione ottocentesca è stata redatta una breve introduzione sulla tipologia delle carte archiviate, con indicazione dei titoli e delle denominazioni coeve.
Sono state estrapolate le pratiche della Congragazione di carità, dell’archivio del Giudice conciliatore e del Patronato ancora presenti nel carteggio e sono state ricondotte ai rispettivi fondi.
Gli atti dell’ONMI, in quanto frammisti alle carte comunali e di esigua quantità, sono stati conservati nella categoria 2.3 secondo la classificazione d’origine; manca, inoltre, un fondo a cui riportarle.
Infine si è compilato un inventario analitico e ogni unità archivistica è stata descritta provvedendo ad apporre un titolo redazionale laddove il titolo originario fosse mancante o inadeguato. I titoli originari sono riportati tra virgolette e sono stati integrati quando non esaustivi.
Alcuni registri dalle dimensioni superiori allo standard, pur essendo descritti nell’inventario, sono stati raccolti separatamente, prevedendo opportuni rimandi sia nella scheda descrittiva che materialmente nei corrispettivi fascicoli.
Le serie particolari (delibere, contabilità, liste di leva, registri della popolazione ecc.) sono state descritte in inventario separato. Si segnalano comunque alcune dispersioni:
- registri di protocollo: tutti (fino al 1963 compreso);
- registri degli atti notificati dal messo comunale (fino al 1 agosto 1953);
- registri degli atti pubblicati all’albo pretorio (fino al 7 luglio 1956);
- giornali di cassa (1950-1958).
Lo scarto è stato operato solo sulla documentazione dell’ultima sezione (1950 – 1960) ed è stato improntato su criteri di maggiore selettività e cautela data la irreperibilità dei registri di protocollo.
Le pratiche della sezione ordinata a serie annuali (1950-1960) sono state ordinate e inventariate nell’anno di chiusura ad eccezione delle seguenti:
- pratiche di spedalità (cat.II, cl. 2);
- denunce di opere murarie (cat. V, cl. 4).
Il software utilizzato per la stesura del presente inventario è il database Sesamo ver. 3.2 per la Sezione ottocentesca e la Sezione moderna 1898-1949 ed è il software della Cooperativa Mémosis per la Sezione moderna 1950-1960.
Gli elementi della descrizione inventariale sono costituiti, per la parte inventariata su Sesamo, da:
- numero unità;
- titolo (originale o redazionale);
- estremi cronologici;
- descrizione del contenuto;
- classificazione originale;
- eventuali note;
- classificazione;
- segnatura definitiva riportante il numero progressivo di busta, fascicolo e sottofascicolo.
Per la parte inventariata col software Mémosis da:
- anno di riordino;
- segnatura definitiva riportante il numero progressivo di busta, fascicolo e sottofascicolo;
- descrizione del contenuto;
- eventuali note;
- estremi cronologici.
L’unità archivistica è il fascicolo o registro.
Si ringrazia la dott.ssa Nadia di Santo della Soprintendenza archivistica per la Lombardia per la cortese e sollecita attenzione e per i consigli prestati; e, per la disponibilità paziente, il personale comunale.

Note
(1) Secondo le diposizioni impartite dalla Soprintendenza archivistica per la Lombardia con lettera di istruzioni dell’ 8 agosto 1995 per il riordino degli archivi comunali per cui vedi anche in Fusari 1999, p. 15.
(2) Per le ragioni delle scelte operate vedi il paragrafo dedicato ai criteri di riordino e inventariazione in cui sono esposte in modo più circostanziato e diffuso.
(3) I documenti sono compresi in prevalenza in Atti di governo (Fondi camerali, Uffici civici, Censo, etc.) in cui sono conservati documenti provenienti dagli archivi delle magistrature dei ministeri e degli uffici governativi dello Stato di Milano, riordinati secondo il metodo peroniano; per riferimenti più estesi ai fondi consultabili per una ricerca degli atti prenapoleonici della municipalità di Figino vedi Marzorati 1975, p. 12.; cfr. anche la voce Archivio di stato di Milano, vol. II. Guida generale degli archivi di Stato italiani, Roma, 1983.
(4) Questionario allegato alla circolare prefettizia del 23 giugno 1906 sull’Archivio del Comune e della Congregazione di carità in Archivio storico del Comune di Figino Serenza (CO), Sezione moderna 1898 – 1949, cat. 1, cl. 2, b. 37, fasc. 6.
(5) Verbale di consegna degli atti concernenti l’amministrazione del Comune di Figino depositati presso la R. Commissaria distrettuale dell’11 luglio 1860 in ibidem, Sezione ottocentesca 1808 – 1897, titolo 21 (Ufficio e impiegati comunali), b. 36, fasc. 3. Si suppone che cartella fosse sinonimo di fascicolo.
(6) Decreto d’autorizzazione da parte delle autorità provinciali al ritiro delle carte e dei beni mobili ed immobili del Comune depositati a titolo provvisorio presso l’Ufficio di Commissaria Distrettuale di Cantù del 4 maggio 1860 in ibidem.
(7) Inventario di tutti i titoli, atti, carte e scritture del patrimonio comunale (1866) e idem del 1868 e del 1876, in Archivio storico del Comune di Figino Serenza, Sezione ottocentesca, titolo 2 (Beni comunali), b. 8, fasc. 12; Inventario e notizie del Comune di Figino Serenza (1816 ca. – 1941) di Beltrano Francesco, in ibidem, Sezione moderna 1898-1949, cat. 1, cl. 2, b. 37, fasc. 7 in cui vedi Parte II – Notizie.
L’inventario citato come del 1876 consta di un solo foglio non datato, così da dare l’impressione di un atto mutilo; la data è presunta sulla base di informazione contenute nello stesso archivio comunale nella pratica classificata in I.2 (1950) laddove, su sollecito della Soprintendenza Archivistica alla trasmissione di un più recente questionario, il Comune segnala di aver a suo tempo risposto ad analoghe rilevazioni nel 1876 e nel 1906.
(8) Lettera della deputazione comunale di Novedrate del 31 gennaio 1832 in ibidem, Sezione ottocentesca, titolo 14 (Oggetti vari), b. 27, fasc. 1, sottofasc. 2.
(9) Cfr. nota 7.
(10) Gli atti classificati come Beneficenza pubblica riguardavano questioni riferibili alla Congregazione di carità e già nel questionario nel 1906 vengono riconosciuti come archivio della medesima “distinti con cartelli portanti la dicitura Opere pie; Beneficenza pubblica”.
Per le scelte di riordino operate sulla documentazione del fondo della Congregazione di carità e dell’ECA confronta più avanti l’introduzione metodologica.
(11) Le pratiche archiviate secondo i due sistemi sono state di volta in volta associate le une alle altre sulla base anche del contenuto; dalla combinazione critica dei due metodi è stato desunto il titolario proposto per la sezione ottocentesca. (Cfr. più avanti l’introduzione metodologica).
(12) Il sindaco con lettera del 1 maggio 1898 comunica alla Prefettura di Como che “questo archivio ed ufficio comunale sono stati regolarizzati nel modo prescritto”; nella stessa pratica è contenuta una copia della circolare Astengo con l’emanazione del nuovo titolario. Cfr. Circolare prefettizia del 28 aprile 1898 e lettera di risposta del sindaco in Archivio storico del Comune di Figino Serenza, Sezione moderna 1898-1949, cat. 1, cl. 2, b. 37, fasc. 5.
(13) Verbale di consegna dello scarto alla CRI del 3 gennaio 1917 in ibidem Sezione moderna 1898-1949, cat. 1, cl. 2, b.37, fasc. 6; Delibera podestarile n. 26 del 6 agosto 1936 in ibidem Delibere del Consiglio comunale e della Giunta Municipale, reg. n. 15; delibera podestarile n. 66 del 11 luglio 1942 in ibidem, reg. n. 23.
(14) Per quanto riguarda gli atti citati e la copia dell’inventario del 1942 cfr. il fascicolo “Archivio” in ibidem, Sezione moderna 1898-1949, cat. 1, cl. 2, b. 37, fasc. 7.
(15) Comunicazioni della Soprintendenza archivistica a seguito visita ispettiva del dr. Intelligente in ibidem cat. I, cl. 2 (1986); per la corrispondenza tra la Soprintendenza archivistica ed il Comune così come per le relazioni delle ispezioni prefettizie vedi cat. I, classi 2 e 11 dal 1950 in avanti.

Codici identificativi:

  • MIBA005CB1 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Fonti

  • Fusari 1999 = D. Fusari (a cura di), Censimento degli archivi e degli ex ECA della Provincia di Lodi, Lodi, 1999
  • Marzorati 1975 = L. Marzorati, Quel borgo. Notizie storiche sull'origine e sviluppo di Figino Serenza, paese della Brianza occidentale, Figino Serenza, 1975
  • MICA0006D1 = Inventario e notizie dell'archivio del Comune dalle origini al 1941

Compilatori

  • Olivia Petitta (Archivista)
  • Francesca Tramma (Archivista)
  • Sonia Gliera