Asili di carità per l'infanzia in Como ( 1837 gennaio 1 - 1983 dicembre 31 1837 - 1983 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente di assistenza e beneficenza

Altre denominazioni:

  • Asili infantili di Como (dal 1932) [Cronologia:]
  • Scuole per l'infanzia di Como (dal 1978) [Cronologia:]
  • Ente Asili o Ente Asili infantili (nel gergo comune) [Cronologia:]

Sede: Como

Codici identificativi

  • MIDB000EF2 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Gli “Asili di carità per l’infanzia in Como”, traggono la loro origine dall’iniziativa di Antonio Odescalchi, direttore del Liceo cittadino, e di alcuni benefattori che costituiscono nel 1837 un comitato di “Contribuenti per la fondazione e la propagazione degli Asili di Carità per l’Infanzia in Como”.

Con decreto dell’imperial regia Delegazione provinciale in Como del 27 maggio 1837, il professor Odescalchi viene nominato deputato politico per le riunioni del Comitato. In forza di tale carica il 4 luglio dello stesso anno trasmette, per la superiore approvazione, le deliberazioni adottate il 1° e il 25 giugno. La prima di queste prevede l’adozione di un regolamento “per la privata associazione dei soscrittori all’oggetto di erigere e propagare la benefica Istituzione degli Asili per l’Infanzia di Como¿”. Viene decisa l’apertura di un primo asilo “costituito da 80 fanciulli, metà per ciascun sesso, in due aule separate con cucina comune. Questi verranno diretti e istruiti giusta le norme e nello spirito della Guida pei Fondatori e Direttori delle Scuole Infantili di Carità, pubblicati per grazioso decreto dell’I.R. Governo 12 luglio 1835 n. 21869-3380 e del Manuale pubblicato in Cremona e dedicato dal Professore Aporti a S.E. il Conte Governatore”. Viene infine nominata la Commissione incaricata di proseguire le attività fondative, presieduta dallo stesso Odescalchi e che vede, quali componenti, Paolo Tatti, podestà della Città di Como, don Bartolomeo Casati, canonico, arciprete parroco della Cattedrale, don Luigi Catenazzi, professore di letteratura latina e storia nel liceo cittadino, don Angelo Roncoroni, professore di teologia morale del Seminario, don Luigi Cortesi. Funge da segretario Luigi Alessandro Parravicini, direttore delle Scuole elementari maggiori maschili (1).

Con dispaccio governativo del 29 luglio 1837 n. 20166-239 gli Asili di Carità per l’Infanzia in Como vengono ufficialmente istituiti.

Inizialmente accolto nella “casa Bruni, or Palazzo del Municipio, dove trovavasi a pigione e dove era stato aperto nel dicembre 1837”, il primo “Asilo di Città” trova la sua sede di proprietà al civico 725 di via del Fontanile, a partire dal 1843.

Intendimento della “Società fondatrice” è quello “di aprire quattro asili, uno per la città entro le mura; un secondo nelle vicinanze della Chiesa di San Giorgio pel Borgo Vico; un terzo presso la Chiesa di San Bartolomeo per quella Parrocchia; l’ultimo in San Giuliano per i Borghi di S. Agostino, S. Martino e S. Vitale”.

Anche se grande impulso per l’istituzione dell’asilo di San Bartolomeo viene dato dall’eredità di Maria Jemoli Comolli sul finire del 1850, il secondo asilo che vede la fondazione è quello voluto da Francesco Raschi, istituito in Borgo Vico, con istrumento del 4 luglio 1863 del notaio Luigi De’ Orchi. Grazie alla donazione della somma di 35.000 lire, “colla condizione che i relativi redditi venissero esclusivamente erogati nell’accogliere e mantenere n. 60 bambini della Parrocchia di S. Giorgio” viene eretto a totale carico del donatario il nuovo asilo in Prato Pasqueé, inaugurato “col giorno di ricorrenza della Festa Nazionale del Regno” nel 1864 (detta dello Statuto).

Mentre la Commissione amministrativa degli Asili di Carità si adopera per acquisire i fondi per la realizzazione dell’asilo di San Bartolomeo, la Congregazione di carità di Como (2) “pensò di aprirlo essa, come fece nel 1874”. L’esistenza di due enti che si occupano di assistenza e di educazione infantile, fa in modo che, dalla Congregazione di carità, nasca la proposta, formalizzata con una lettera del 23 febbraio 1875 alla Commissione degli Asili, di sottoscrizione di una convenzione tra i due enti per una gestione amministrativa e una direzione unica degli istituti.

Con tale convenzione, che viene sottoscritta il 19 maggio 1875, vengono dettate le modalità di amministrazione da parte della Congregazione di carità del patrimonio già della “Società degli Asili”, di cui mantiene però una gestione separata.

Anche se nei documenti conservati in archivio esiste notizia di uno statuto precedente l’unione con la Congregazione di carità, solo dopo il 1874 è possibile trovare un vero e proprio atto statutario, debitamente firmato ma privo di data certa (3). Se nel 1° articolo viene ricordata l’origine della pia opera, dal 2° è possibile conoscere il fine istituzionale dell’ente. “Scopo degli asili è di sottrarre i teneri fanciulli dei poveri, appartenenti al Comune per nascita o per decennale domicilio, alle strade ed all’insalubrità delle loro abitazioni, ai pericoli dell’abbandono, al mal’esempio, informandoli ai più sani principii di religione ed alle più rare virtù sociali e di famiglia; schiudere, con opportuna istruzione, le loro menti novelle alla prime idee di ciò che utile torna alla vita, migliorar loro il linguaggio, abituarli all’operosità, al vicendevole sostegno ed al reciproco compatimento; dar sempre inoltre ai loro teneri organismi mediante un’abbondante e salubre minestra e l’applicazione di variati esercizi ginnastici”.

Il primo statuto a ricevere la regia approvazione è però risalente al 1881. Con regio decreto del 17 settembre vengono infatti approvati gli statuti organici, adottati il 17 giugno 1881, della Congregazione di carità di Como e delle opere pie Monte di pietà ed Asili di carità per l’infanzia, dalla Congregazione stessa amministrati. Ricalcante in linea di massima il precedente statuto, prevede l’ammissione gratuita per i fanciulli di famiglia povera, dai due anni e mezzo sino ai sei, mentre viene stabilita una retta mensile per la frequenza di fanciulli di famiglie agiate. E’ prevista l’obbligatorietà di presentazione del certificato di “vaccinazione o di sofferto vaiuolo”.

L’ordinamento e la gestione degli asili viene regolata dalla Congregazione di carità attraverso l’adozione di un articolato deliberato dal Consiglio di amministrazione dell’8 febbraio 1901 ed approvato dalla Giunta provinciale amministrativa con deliberazione n. 1718 del 13 giugno dello stesso anno.

Nel primo articolo sono elencati, con il rispettivo organico, oltre agli asili sopra ricordati (Asilo di Città, Asilo Raschi ed Asilo Umberto I, istituito dalla Congregazione di carità nella parrocchia di San Bartolomeo), altri due nuovi istituti. Il primo, inaugurato il 18 giugno 1882, è dedicato a Vittorio Emanuele II e viene costruito nel borgo di Sant’Agostino (nell’attuale via Rezzonico) su progetto dell’ing. Luigi Orsenigo di Como dal capomastro Eugenio Taroni di Laglio.

Il secondo, inaugurato il 7 giugno 1885, è dedicato a Giuseppe Garibaldi e viene costruito nel borgo di San Martino (nell’attuale via Briantea) su progetto contrassegnato con il motto: “La sana educazione fa buoni cittadini” dell’ing. Giuseppe Casartelli di Como, dalla ditta Giulio Molteni di Molteno.

Negli anni ‘20 del secolo XX, l’Asilo di Città viene soppresso e i locali concessi in affitto ed adibiti ad uffici pubblici e privati.

Con successivo regio decreto di Vittorio Emanuele III del 2 maggio 1932, lo statuto organico dell’ente, adottato il 4 gennaio 1932, viene uniformato alle nuove disposizioni legislative e regolamentari fasciste in materia di assistenza e beneficenza pubblica. L’istituzione, in forza del medesimo decreto e sempre amministrata dalla Congregazione di carità, assume la nuova denominazione di “Asili infantili di Como”.

Con la legge di riforma dell’assistenza pubblica del 3 giugno 1937, n. 847, che prevede la soppressione delle congregazione di carità e l’istituzione degli enti comunali di assistenza, gli Asili infantili di Como passano sotto le dipendenze dell’E.C.A. di Como.

Nello stesso anno, e precisamente il 31 ottobre, viene inaugurato il nuovo fabbricato dell’asilo nel rione Sant’Elia (nell’attuale via Alciato angolo via dei Mille). Infatti tra il 1928 e il 1937 vengono ideati, avviati e portati a termine i lavori di costruzione dell’asilo dedicato all’architetto comasco Antonio Sant’Elia, morto durante la prima guerra mondiale. Progettato dall’architetto Giuseppe Terragni costituisce un esempio significativo dell’architettura razionalista italiana. L’asilo riceve la benedizione di Alessandro Macchi, vescovo di Como, alla presenza delle autorità l’11 dicembre 1937.

La gestione E.C.A. degli asili infantili è però di scarsa durata: infatti, a seguito del regio decreto del 13 marzo 1939, l’opera pia “Asili di carità per l’infanzia di Como” viene decentrata dall’E.C.A. e la sua gestione “è affidata ad una Amministrazione composta di un presidente, nominato dal Prefetto di Como, e quattro membri di cui tre nominati dal Podestà e uno dal Segretario Federale di Como. Il Presidente e i membri durano in carica quattro anni e possono essere riconfermati senza interruzione”.

A seguito dell’autonomia ritrovata, gli Asili infantili di Como si dotano di un nuovo statuto organico con delibera del 6 settembre 1940, approvata con regio decreto del 20 marzo 1941. In esso vengono ridefiniti i compiti e le funzioni degli organi ed in particolare viene stabilito l’allargamento del Consiglio di amministrazione da quattro a sei membri. I due nuovi componenti vengono nominati dal Comando federale della Gioventù Italiana del Littorio e dal regio Provveditore agli studi della Provincia di Como.

Con deliberazione del 3 febbraio 1978 il Consiglio di amministrazione dell’ente dispone la revisione dello statuto organico e la modifica della denominazione in “Scuole per l’infanzia di Como”. Il Consiglio, principale organo amministrativo, è composto dal Presidente, nominato dalla Giunta della Regione Lombardia, e da sei membri di cui tre sempre di nomina regionale e tre di nomina comunale. Fanno parte del Consiglio, solo con potere consultivo, due rappresentanti dei genitori per ciascuna delle scuole d’infanzia gestite dall’ente, nominati in seno all’assemblea dei genitori.

In conseguenza della grave situazione economica dell’ente e della “difficoltà per il reperimento dei mezzi occorrenti per il pagamento degli stipendi ai 19 dipendenti, che con frequenza li riscuotono in ritardo”, il Consiglio di amministrazione con provvedimento n. 40 del 12 dicembre 1979, delibera il trasferimento al Comune di Como, a far data dal 30 giugno 1980, dei beni patrimoniali e delle strutture educative dell’ente, in base ad una convenzione da stabilirsi tra le parti. Solo con decreto del Presidente della Giunta regionale del 24 gennaio 1983, ai sensi dell’art. 4 della legge regionale 28 dicembre 1981 n. 72, l’opera pia “Asili di carità per l’infanzia di Como” è dichiarata estinta e il suo patrimonio è attribuito, con il vincolo della destinazione a servizi sociali, in proprietà al Comune di Como. Commissario liquidatore è nominato il dott. Giorgio Bortoli.

1. Cfr. cart. 4 fasc. 7.

2. La Congregazione di carità di Como viene istituita in virtù della legge 20 novembre 1859 sulle opere pie e viene ricostituita ai sensi dell’art. 26 della successiva legge 3 agosto 1862.

3. Cfr. cart. 4 fascc. 8 e 9.

Complessi archivistici

Compilatori

  • Domenico Quartieri (Archivista)