Casa di ricovero per inabili al lavoro di Milano ( 1869 - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente di assistenza e beneficenza

Altre denominazioni:

  • Ricovero di mendicità di Milano [Cronologia:]
  • Casa di ricovero principi di Piemonte per inabili a lavoro del Comune di Milano [Cronologia:]
  • Istituto per inabili a lavoro del Comune di Milano [Cronologia:]

Sede: Milano

Codici identificativi

  • MIDB0010B7 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Il Ricovero di mendicità di Milano non costituì una entità assistenziale autonoma sino al 1869. Fino a quella data infatti furono le Pie case d’industria e di ricovero a svolgere per molti anni, a partire dal 1810, le funzioni di accoglienza ed assistenza ai mendicanti, fornendo, nelle stesse strutture in cui erano organizzati i laboratori per i disoccupati, un ricovero per la notte agli intervenienti ai lavori che non avevano casa. L’attività di ricovero si incrementò nel corso degli anni e divenne poi prevalente su quella lavorativa, anche in seguito all’inasprirsi delle sanzioni governative contro l’accattonaggio. I mendicanti erano accolti in due strutture: a San Marco, presso l’ex convento degli agostiniani si ospitavano gli uomini (nell’agosto del 1821 erano 139), mentre nel vecchio ospedale dei pazzi di San Vincenzo in Prato lo spazio era inizialmente condiviso tra maschi e femmine (147 alla data sopra indicata), per poi essere in seguito dedicato esclusivamente alle donne). Il numero dei ricoverati crebbe costantemente, costituendo un peso economico molto gravoso per i Luoghi Pii Elemosinieri che ne sopportavano quasi interamente il carico. Il riconoscimento giuridico dei ricoveri si fece però attendere ancora per molti anni.

Un mutamento della situazione avvenne a seguito della emanazione della nuova legge di pubblica sicurezza del 13 giugno 1859, in ottemperanza alla quale il Comune di Milano fu costretto a dotare la città di un ricovero coattivo per i mendicanti.

Fu aperto cosi, il 1° febbraio 1861, un Ricovero di mendicità provvisorio, utilizzando di fatto i locali delle due sedi delle Pie case d’industria e ricovero. A San Marco furono collocati 100 letti per ricoverati uomini a carico comunale, in un locale attiguo al ricovero già esistente e a San Vincenzo furono accolte 30 donne. La direzione del Ricovero comunale fu affidata temporaneamente al Direttore delle Pie case d’industria, che la resse anche per l’anno seguente. L’esperimento del ricovero provvisorio ebbe termine nel luglio 1862 e il Ricovero di mendicità comunale fu riassorbito dalle Pie case d’industria e di ricovero. Il Comune continuò a pagare una retta per i mendicanti a suo carico, mentre la Congregazione di Carità (subentrata ai Luoghi Pii Elemosinieri) mantenne l’onere per i propri assistiti. Casa d’industria e Ricovero di mendicità si separarono definitivamente nel 1869, quando furono eretti in due Enti Morali distinti – il 7 luglio il Ricovero e il 19 ottobre le Pie case – con bilanci separati e regolamenti specifici.

L’amministrazione dei due Istituti fu affidata alla Congregazione di Carità; direzione e personale amministrativo furono condivisi tra Ricovero e Casa d’industria, fino alla soppressione di quest’ultima. Il direttore del Ricovero resse in questi anni anche la gestione delle Case d’industria.

Pur tra i vari mutamenti amministrativi, lo scopo principale dell’Istituto rimase quello di recuperare al lavoro i mendicanti inviati forzosamente dalle autorità di polizia, anche se nel corso del tempo si registrò la prevalenza di ricoverati volontari. Si continuarono così le attività lavorative che si erano svolte presso le Pie case d’industria, sia per conto terzi (scatole, sacchetti, stuoie) che per il Ricovero stesso (lavanderia, calzoleria, sartoria).

Il Ricovero occupò diverse sedi: l’ex convento di San Marco, lo stabile dell’ex manicomio della Senavra a Porta Vittoria (acquistato nel 1885), lo stabile di San Vincenzo in Prato, fino alla costruzione del nuovo edificio in piazza Giovanni dalle Bande Nere, ultimato nel 1930 e capace di oltre 1000 posti. Gli edifici di San Marco e Senavra furono venduti al Comune di Milano.

Dal 1922 l’Istituto, mutando la tipologia degli ospiti accolti, cambiò nome trasformandosi in Casa di ricovero per inabili a lavoro del Comune di Milano. Dopo la visita dei Principi di Piemonte al nuovo edificio, l’8 dicembre 1930, vi fu un nuovo cambio di denominazione e l’Istituto fu dedicato agli illustri visitatori. Il nome “Casa di ricovero Principi di Piemonte per inabili al lavoro del Comune di Milano” rimase in vigore per quasi venti anni, fino all’approvazione del nuovo statuto nel 1952 e al mutamento del nome in Istituto per inabili a lavoro di Milano. Da questa data l’Istituto fu riservato ad anziani e a persone inabili, eliminando ogni riferimento alla condizione di mendicità. Dal 1966, evolutosi in moderno istituto geriatrico, porta il nome di Piero Redaelli, medico, primo presidente dell’Associazione geriatrica italiana.

Durante il secondo conflitto mondiale la sede dell’Istituto (divenuto nel frattempo “Casa di ricovero per inabili al lavoro”) ospitò il Centro ospedaliero mutilati di guerra, i ricoverati sfollati del Sanatorio di Garbagnate e, fino all’ottobre 1946 l’Ospedale militare.

Dal maggio 1947, in un padiglione non occupato, fu insediato l’Istituto post-sanatoriale Salvini che funzionò in quella sede fino al 1953, utilizzando anche la struttura amministrativa e parte del personale del Ricovero.

Va ricordato inoltre che il Ricovero di mendicità ospitò, fin dai primi anni di attività, accanto agli adulti anche numerosi minorenni appartenenti a famiglie disagiate o in stato di abbandono. Nei primi anni del Novecento l’assistenza ai minorenni fu organizzata separatamente con la fondazione dell’Istituto derelitti.

Complessi archivistici

Compilatori

  • Daniela Bellettati (Archivista)