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Casa di ricovero per inabili al lavoro di Milano - Amministrazione

Casa di ricovero per inabili al lavoro di Milano - Amministrazione (1692 - 1965)

274 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

Altre denominazioni:

  • Ricovero di mendicità di Milano (O) | Annotazioni:

L'Archivio amministrativo della Casa di ricovero è costituito dalla documentazione prodotta dall'amministrazione della Congregazione di Carità prima, dall'Eca poi, per la gestione del Ricovero di mendicità.

Il Ricovero di mendicità costituì una entità assistenziale autonoma a partire dal 1869. Fino a quella data infatti l'attività di ricovero di mendicanti era assolta dalla struttura delle Pie case d'Industria e di ricovero, anch'esse gestite dalla Congregazione di Carità.

Il Ricovero di mendicità operò con questo nome fino al 1922 quando fu trasformato in "Casa di ricovero per inabili al lavoro del Comune di Milano". Un nuovo cambio di denominazione avvenne nel 1930 dopo il trasferimento dell'Istituto nella nuova sede di piazza Bande Nere; dopo la visita al nuovo edificio da parte dei Principi di Piemonte, l'Istituto fu infatti dedicato agli illustri ospiti. Il nome "Casa di ricovero Principi di Piemonte per inabili al lavoro del Comune di Milano" rimase in vigore per quasi venti anni, fino all'approvazione del nuovo statuto nel 1952 e al mutamento del nome in "Istituto per inabili a lavoro di Milano". Da questa data l'Istituto fu riservato ad anziani e a persone inabili, eliminando ogni riferimento alla condizione di mendicità. Dal 1966, evolutosi in moderno istituto geriatrico, porta il nome di Piero Redaelli, medico, primo presidente dell'Associazione geriatrica italiana.

Si rimanda alle schede introduttive dell'inventario dell'Archivio della Direzione della Casa di ricovero per le informazioni sulla storia del Ricovero di mendicità.

Storia archivistica:

Secondo l’inventario d’archivio compilato nel 1912 l’archivio del Ricovero era costituito da 423 buste. Parte di questa documentazione è stata distrutta durante i bombardamenti dell’agosto 1943, come annotato direttamente sull’inventario; altre cartelle (almeno 87 buste relative a ricoverati deceduti o dimessi) erano state predisposte per lo scarto, e poi probabilmente effettivamente scartate. La distruzione o la dispersione della documentazione è stata in effetti ben più consistente di quanto annotato sull’inventario, in quanto, nell’archivio attuale si conservano 141 buste.

Il titolario del 1912 prevedeva i seguenti titoli principali, articolati in classi e sottoclassi: Origine e dotazione, Patrimonio attivo, Economia, Ospitalità, Passività, Servizio di culto, Servizio d’istituto. Uffici e officine.

Non rimane traccia, ad esempio, della partizione Donazioni e donanti i cui fascicoli non sono stati rintracciati nell’archivio generale dell’Ente; le pratiche di Eredità e legati sono state invece inserite in Archivio generale, Origine e dotazione, Eredità e legati, Testatori in epoca imprecisata, ma sicuramente posteriormente al 1912. Analogamente non si conosce la sorte di 160 buste di documentazione relativa ai ricoverati, sempre indicate nell’inventario.

Il riordino attuale ha rispettato la classificazione adottata nel dopoguerra, e generalmente applicata agli Istituti amministrati dall’Eca.

Analogamente alle scelte operate per l’Archivio della Direzione della Casa di Ricovero, si sono considerati di pertinenza dell’Archivio amministrativo i documenti a partire dal 1869, anno della costituzione del Ricovero in Ente Morale. La documentazione precedente è stata ricondotta all’Archivio amministratito delle Pie case d’Industria e di ricovero.

All’archivio amministrativo, che terminava nel 1953, è stata aggiunta la documentazione della cosiddetta “serie decennale”, che raccoglieva le pratiche aperte nel periodo 1954-1963, non più classificate, ma conservate annualmente. I fascicoli chiusi dopo il 1964 sono stati trasferiti nell’archivio di deposito. In accordo con la Soprintendenza Archivistica regionale, si è inoltre provveduto allo scarto delle fatture allegate ai conti mensili, a partire dal 1947 fino al 1963.

Sono state inoltre separate alcune buste di carteggio relative all’Istituto post-sanatoriale “Guido Salvini” che condivise per alcuni anni gli spazi di piazza Bande Nere con il Ricovero. Il Salvini ebbe finalità specifiche, direzione separata dal Ricovero, e a partire dal 1953 anche una sede propria. La documentazione estratta è stata collocata nell’archivio dell’amministrazione dell’Istituto postsanatoriale.

Durante il secondo conflitto mondiale la sede dell’Istituto (divenuto nel frattempo “Casa di ricovero per inabili al lavoro”) ospitò anche il Centro ospedaliero mutilati di guerra, i ricoverati sfollati del Sanatorio di Garbagnate e, fino all’ottobre 1946, l’Ospedale militare. La documentazione relativa a questi Istituti (per lo più conti e fatture per forniture diverse) è contabilmente separata da quella del Ricovero e marcata con apposito timbro. Per l’esiguità del materiale, i documenti non sono stati scorporati, ma sono stati indicati nelle singole schede unità.

Codici identificativi:

  • MIBA008BC6 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

  • Archivio dei Luoghi pii elemosinieri di Milano

Soggetti produttori

Progetti

Compilatori

  • Daniela Bellettati (Archivista)