Congregazione di carità di Busto Arsizio ( 1862 - 1937 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente di assistenza e beneficenza

Sede: Busto Arsizio

Codici identificativi

  • MIDB001106 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Nel 1862, in forza della legge del 3 agosto sulle Opere Pie, vennero a cessare le vecchie amministrazioni elemosiniere e fu istituita la Congregazione di carità, per la gestione economica delle Opere Pie in generale.

A Busto la Congregazione di carità assunse la direzione di tutte le opere di beneficenza esistenti, del Luogo Pio Elemosiniero e dell’Ospedale. Uno Statuto e Regolamento della Congregazione non furono però pubblicati prima del 1877 (1).

Le esigenze dell’Ospedale intanto aumentavano: la capienza era ormai di 30 letti, più altri 20 per malattie croniche nel vicino stabile delle Stelline, ma era comunque insufficiente ai bisogni. Per meglio stimare gli interventi futuri di ampliamento della struttura ospedaliera, si decise nel 1878 di separare i patrimoni del Luogo Pio ed Ospedale, rimasti fino a quel momento indistinti. Non fu possibile giungere ad una definizione precisa delle due sostanze, a causa della mancanza di buona parte della documentazione istitutiva originale delle due fondazioni (cfr. la scheda introduttiva alla serie Separazione Patrimoni); nel 1880 la separazione fu attuata e il Luogo Pio Elemosiniero rimase debitore verso l’Ospedale di un capitale di 330.000 lire, che rimase inglobato nel patrimonio del Luogo Pio e per il quale veniva pagato un usufrutto annuo di oltre 16.000 lire.

A seguito della separazione vennero compilati uno"Statuto organico dell’Ospitale San Giuseppe"e uno"Statuto organico del Luogo Pio Elemosiniero", entrambi pubblicati nel 1879, dopo il Decreto Reale di approvazione.

Con la legge Crispi del 17 luglio 1890, avvenne il concentramento delle istituzioni elemosiniere nelle Congregazioni di Carità. Nella Congregazione di Busto furono concentrate l’Opera Pia Bonsignori, l’Opera Pia Tosi Barsana, l’Opera Pia Poveri di Busto e l’Opera Pia Proverbio; la Congregazione manteneva naturalmente l’amministrazione di tutte le fondazioni dotali, già prerogativa del Luogo Pio Elemosiniero.

Tra il 1893 e il 1899 risultavano inoltre sotto la sorveglianza della Congregazione le seguenti Opere Pie bustesi autonome: Ricovero di mendicità, Asilo Sant’Anna, Società Operaia di Mutuo Soccorso, Fabbriceria di S. Giovanni, Fabbriceria di S. Michele (2).

Fu l’esigenza di ampliare l’assistenza ospedaliera che provocò i successivi cambiamenti nell’assetto della Congregazione di carità.

Alla fine del 1899 fu infatti completata la costruzione dell’Ospizio Cronici, una struttura destinata a sostituire l’antico ospedaletto delle Stelline nell’assistenza ai malati poveri cronici. L’Ospizio, intitolato al re Umberto I, venne affidato all’amministrazione e direzione della Congregazione di carità, che doveva mantenere distinti lo scopo, le attività e le passività dal proprio patrimonio e da quello dell’Ospedale; lo Statuto Organico dell’Ospizio Cronici fu pubblicato nel 1902 (3).

Anche la struttura dell’ospedale San Giuseppe si rivelava sempre più insufficiente (4). L’Ospedale Maggiore di Milano aveva da tempo posto in evidenza la necessità di un decentramento ospedaliero nella provincia di Milano, perchè non riusciva più a soddisfare tutte le richieste di ricovero dei comuni foranei: secondo i calcoli dell’allora direttore dell’ospedale San Giuseppe, Francesco Mari, l’Ospedale di Busto avrebbe dovuto far fronte ad una richiesta di almeno 200 letti, a fronte di una disponibilità effettiva di circa 40 posti.

Il progetto di un ampliamento della vecchia sede fu scartato dalla Congregazione di carità per l’inadeguatezza del sito e dei costi; fu deciso di costruire un nuovo Ospedale a nord della città e di vendere il vecchio edificio al Comune (ancora oggi lo stabile del vecchio ospedale è sede del Municipio). Fu creato un comitato promotore che si occupasse di tutte le disposizioni per la costruzione e del reperimento dei fondi necessari. Il nuovo Ospedale fu inaugurato il 1° maggio 1915 (5).

Nello stesso anno 1915, fu pubblicato lo Statuto Organico della Congregazione di carità di Busto che, alla luce delle nuove fondazioni, definiva scopo, mezzi, struttura amministrativa, attribuzioni e doveri della istituzione; la Congregazione amministrava l’Ospedale San Giuseppe, l’Ospizio Cronici, le Opere Pie concentrate e le istituzioni dotali più sopra citate e l’Opera Pia Falciola, costituita in Ente Morale nel 1912, con lo scopo di creare una Casa d’ Industria in Busto Arsizio (6).

La Congregazione di carità continuò la sua attività con la gestione degli altri enti benefici e dotali fino al 1937, quando, con la legge 3 giugno dello stesso anno, venne istituito l’ECA come fusione delle Congregazioni di Carità e dell’Ente Opere Assistenziali.

Note

(1) Archivio storico della Congregazione di carità e dell’Ospedale San Giuseppe di Busto Arsizio, Amministrazione, Affari di massima, Statuti e Regolamenti, b. 2, fasc. 1.

(2) Archivio storico della Congregazione di carità e dell’Ospedale San Giuseppe di Busto Arsizio, Amministrazione, Affari di massima, Riordinamento delle Opere Pie, b. 7, fasc. 5.

(3) Statuto Organico dell’Ospizio Cronici Umberto I, Busto Arsizio, 1902. Copie in: Archivio storico della Congregazione di carità e dell’Ospedale San Giuseppe di Busto Arsizio, Amministrazione, Affari di massima, Statuti e Regolamenti, b. 3, fasc. 6.

(4) Per una dettagliata storia dell’Ospedale di Busto si veda: Candiani Leopoldo, Il nuovo Ospedale di Busto Arsizio. Cenni storici sulla città ed assistenza spedaliera, Busto Arsizio, 1923.

(5) Per una ricostruzione delle successive fasi di realizzazione del nuovo edificio si vedano le schede introduttive della serie Nuovo Ospedale.

(6) Statuto Organico della Congregazione di carità di Busto Arsizio, Busto Arsizio, 1915. Copie in Archivio storico della Congregazione di carità e dell’Ospedale San Giuseppe di Busto Arsizio, Amministrazione, Affari di massima, Statuti e Regolamenti.

Complessi archivistici

Profili istituzionali

Compilatori

  • Daniela Bellettati (Archivista)
  • Sonia Gliera