Comune di Ranica ( sec. XIII - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente pubblico territoriale

Sede: Ranica

Codici identificativi

  • MIDB0012F6 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Le prime notizie sul comune di Ranica risalgono alla metà del XIII secolo (1). Nel 1331 faceva capo alla “facta” di Porta San Lorenzo (Statuto di Bergamo 1331).
Con un atto del notaio Pantaleone Donati di Alzano Maggiore, a fine ‘300, vengono definiti i suoi confini con i comuni di Gorle, Nese (Alzano Lombardo) e la vicinia di San Lorenzo di Bergamo.
In età veneta fece parte della valle Seriana Inferiore (2), retto da un console, un tesoriere, due sindaci, e quattro credendieri, eletti dal consiglio generale. A fine Cinquecento contava 108 fuochi e 452 abitanti.
Nel gennaio 1749 il capitano di Bergamo, Alvise Contarini II, stese delle “Regole” (3) con le quali fu ordinato, tra l’altro, che si eleggessero annualmente due calcolatori (fattori dei conti) con l’incarico di sovrintendere alla resa dei conti dei sindaci. L’elezione era cura dei sindaci uscenti e dei neoeletti, i quali estraevano a sorte i nomi tratti da una lista composta dai maggiori estimati del comune. La carica di tesoriere, inoltre, sarebbe dovuta essere messa all’incanto (regole di Ranica 1748). Alla fine Settecento il comune contava 651 abitanti.
Nel 1797 venne inserito nel cantone di Seriate (legge 17 aprile 1797), passando poi nel distretto III di Alzano Maggiore nel marzo 1798 (legge 11 ventoso anno VI), mentre nel settembre 1798 venne collocato nel distretto XII della Nesa (legge 5 vendemmiale anno VII). Nel maggio 1801 venne posto nel distretto I di Bergamo (legge 23 fiorile anno IX).
La nuova organizzazione dei comuni, seguita alla proclamazione della Repubblica Italiana, venne definita dalla legge sull’organizzazione delle autorità amministrative (legge 24 luglio 1802). Il titolo I, riguardante l’organizzazione generale dello stato, stabiliva che in ogni comune vi era “una municipalità e un consiglio comunale”, mentre il titolo VI “delle municipalità” e il titolo VII “dei consigli comunali” definivano la struttura dell’amministrazione comunale.
La legge del 24 luglio 1802 introduceva una suddivisione dei comuni in tre classi in base alla consistenza della popolazione residente. Ranica era un comune di terza classe (numero di abitanti inferiore a tremila unità), per il quale il consiglio comunale (costituito da tutti gli estimati e tutti i capi famiglia che avessero compiuti trentacinque anni di età e pagassero la tassa personale) veniva convocato in via ordinaria due volte l’anno (in gennaio o febbraio e in settembre o ottobre) e “straordinariamente a qualunque invito del cancelliere distrettuale” (art. 128).
Nel giugno 1804 il comune di Ranica venne inserito nel distretto I di Bergamo (piano 27 giugno 1804) passando poi nel giungo 1805 (grazie al decreto che andava a riformare gli ordinamenti locali a seguito del passaggio dalla repubblica italiana al regno d’Italia) al I cantone di Bergamo del distretto omonimo (decreto 31 marzo 1809). Il decreto divideva il territorio dello stato in dipartimenti, distretti, cantoni e comuni, in ognuno dei quali vi era “un consiglio comunale ed una municipalità” (art. 19). A questa data il comune contava circa 729 abitanti e nel 1809 ne contava 655. All’epoca, nei comuni di terza classe il consiglio comunale era composto da non più di quindici membri, fra i quali fino al numero di tre potevano essere non possidenti, ma con i requisiti di avere almeno trentacinque anni di età, di possedere uno stabilimento di agricoltura, industria o commercio nel loro comune, e di pagare la tassa personale (art. 20). La municipalità era composta da un sindaco e due anziani. Con la fine del regno d’Italia e la costituzione del regno lombardo-veneto, la sovrana patente 7 aprile 1815 stabiliva che l’organizzazione amministrativa dei comuni dovesse rimanere per il momento conservata nelle forme allora vigenti, mantenendo la suddivisione in tre classi dell’ordinamento napoleonico. L’amministrazione delle province sarebbe stata affidata a una “regia delegazione” dipendente dal governo. Per una nuova regolamentazione degli enti locali bisognò attendere la notificazione 12 febbraio 1816 perfezionata e resa pienamente operativa dalle “istruzioni per l’attivazione del nuovo metodo d’amministrazione comunale colle attribuzioni delle rispettive autorità” contenute nella successiva notificazione 12 aprile 1816, in cui veniva fornito un quadro articolato dell’organizzazione e del funzionamento degli organi preposti all’amministrazione dei comuni. L’organo deliberativo di rappresentanza per la maggiore parte dei comuni era il convocato degli estimati, mentre l’organo collegiale incaricato dell’amministrazione del patrimonio era costituito da una deputazione comunale.
In base al regolamento annesso alla notificazione 12 aprile 1816 il convocato generale degli estimati era costituito dalla totalità dei possessori. Nel convocato era dunque “consolidata la facoltà di deliberare e disporre degli affari riguardanti l’amministrazione del comune nelle forme prescritte dalle leggi e sotto l’approvazione del governo” (art. 2). Modalità di convocazione, impedimenti e incompatibilità dei partecipanti, modalità di deliberazione del convocato erano trattate negli articoli 3-28 del regolamento.
Con l’attivazione dei comuni della provincia di Bergamo, in base al compartimento territoriale del regno lombardo-veneto, il comune di Ranica venne collocato, con 651 abitanti, nel distretto I di Bergamo (notificazione 12 febbraio 1816) e venne confermato nel medesimo distretto in forza dei successivi compartimenti territoriali delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844; notificazione 23 giugno 1853); nel 1853 il comune contava 808 abitanti. (4)
In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna e in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859 la ripartizione del territorio viene stabilita in provincia, circondari, mandamenti e comuni (art.1); nella provincia vi erano un Governatore, un Vice Governatore e un Consiglio di Governo (art.2); nel circondario l’Intendente (art. 7), e dove il circondario era capoluogo di provincia l’ufficio di Intendente veniva esercitato dal Vice-Governatore. Il comune di Ranica con 882 abitanti venne incluso nel mandamento III di Bergamo, circondario I di Bergamo, provincia di Bergamo.
Con il decreto del 9 ottobre 1861, n. 250 i governatori assumeranno i titoli di Prefetti e gli Intendenti di circondario quello di Sottoprefetti. La legge del 1859, inoltre, modificava le denominazioni di Consiglio delegato in Giunta municipale, aumentava la durata dei Consigli (a cinque anni) e il numero dei consiglieri, e disciplinava il sistema elettorale. Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune aveva una popolazione residente di 920 abitanti (Censimento 1861). In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Con questa legge del 1865 il territorio del Regno veniva diviso in province, circondari, mandamenti e comuni. In ogni provincia era istituito un Prefetto ed un Consiglio di prefettura, mentre nell’ambito di ogni circondario era istituito il Sottoprefetto. Con il progressivo ingrandimento del Regno, la legislazione del 1865 venne estesa alle Province del Veneto (D.L. 1 agosto 1866, n. 3130) e a Roma e provincia (D.L. 15 ottobre 1870, n. 5928), attuando così l’unificazione amministrativa anche nei territori di nuova annessione.
Nel 1867 il comune risultava incluso nello stesso mandamento, circondario e provincia (Circoscrizione amministrativa 1867). Il censimento del 1871 rilevava 972 abitanti mentre quello del 1881 ne rilevava 1243.
Nel 1894 Crispi introduceva la riforma della legislazione elettorale; lasciando inalterate le norme sostanziali del T.U. 1889, venivano modificati i metodi di revisione delle liste politiche ed amministrative e le operazioni elettorali (leggi 11 luglio 1894 n. 286 e 11 luglio 1894 n. 287 e T.U. 25 marzo, n.83).
La legge 11 luglio 1894 n. 287 portava la durata dei consigli comunali a 6 anni, prescrivendone la rinnovazione per metà ogni 3 anni, e disponeva che anche il Sindaco e il Presidente della Deputazione provinciale rimanessero in funzione per un triennio. Di Rudinì portò alla Camere la legge 29 luglio 1896 n. 346. L’articolo unico di questa, sostituendo gli artt. 123-127 del T.U. 1889, disponeva l’elezione dei sindaci da parte di tutti i consigli comunali, eliminando, così, le nomine regie che erano state mantenute dalla riforma dell’88 per i comuni inferiori a 10 mila abitanti, ma che ormai erano divenute del tutto anacronistiche. Restavano invariati la durata triennale della carica e il procedimento d’elezione del Sindaco, mentre all’art. 124 T.U. 1889 venivano aggiunti tre comma per disciplinare il controllo prefettizio e governativo sulla deliberazione della nomina. Due anni più tardi con il nuovo T.U. effetto del R.D. 4 maggio 1898 n. 164 venivano apportate innovazioni soltanto nella parte procedurale elettorale, nelle accennate norme concernenti il Sindaco, e in talune disposizioni finanziarie in relazione alle leggi 23 luglio 1894, n. 340 e 4 agosto 1895 n. 516 sulle sovrimposte comunali e provinciali.
Nel 1901 il comune di Ranica contava 1573 abitanti; nel 1911 ne contava 2022 e nel 1921 arriverà fino a 2170.
Con la legge 30 giugno 1912 n. 665, venivano ammessi all’elettorato attivo tutti i cittadini (maschi) di almeno 30 anni di età, anche se analfabeti, e quelli, tra i 21 e i 30 anni, aventi determinati titoli di capacità o di censo. Tale legge, coordinata con le precedenti disposizioni, formò il T.U. 30 giugno 1912, n. 666, poi ancora parzialmente modificato (legge 22 giugno 1913, n. 648 e T.U. 26 giugno 1913, n. 821). Con la legge 19 giugno 1913, n. 640 tali prerogative venivano garantite anche all’elettore amministrativo. A questa legge si collegavano anche nuove disposizioni in materia di formazione e tenuta delle liste elettorali, di disciplina delle votazioni, di regime delle incompatibilità. Il nuovo T.U. effetto del R.D. 4 febbraio 1915, n. 148 non si discostava dal precedente se non per la parte concernente la disciplina elettorale.
L’avvento del fascismo arrestò lo sviluppo democratico delle autonomie locali mutando radicalmente i rapporti tra gli enti comunitari e lo stato.
Il R.D. 24 settembre 1923 n. 2074 dette facoltà al Governo di conferire ai commissari e alle commissioni straordinarie per l’amministrazione dei comuni e delle province i poteri dei rispettivi consigli. Seguiva l’importante R.D. 30 dicembre 1923 n. 2839, di modifica del T.U. del 1915 che innovava profondamente l’assetto istituzionale del comune.
Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Bergamo della provincia di Bergamo.
In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune di Ranica veniva amministrato da un Podestà.
L’introduzione dell’istituto podestarile venne attuata con la legge 4 febbraio 1926, n. 237, la quale dispose che il Podestà era assistito, ove il Prefetto lo ritenesse opportuno, da una Consulta municipale, il cui numero era determinato dal Prefetto stesso, in misura non minore a 6 membri, di cui un terzo nominato direttamente e i due terzi erano individui degli enti economici, dei sindacati e delle associazioni locali. La Consulta dava pareri facoltativi, sulle materie richieste dal Podestà, e obbligatori sui bilanci, gli impegni ultraquinquennali, le imposizioni dei tributi, l’alienazione dei beni, l’assunzione diretta dei pubblici servizi. Il Podestà durava in carica 5 anni e poteva essere trasferito da un comune all’altro della provincia.
Venne così completamente sostituito il sistema delle elezioni con quello della nomina dall’alto. Tutto il complesso organizzativo della pubblica amministrazione era ordinato secondo le linee di una stretta gerarchia.
Il R.D.L. 23 ottobre 1925, n. 2113 istituisce il servizio ispettivo e prescrive il giuramento di fedeltà al regime per gli impiegati dei comuni e delle province.
Si provvide anche alla riforma dell’ordinamento contabile e finanziario dei comuni, con il potenziamento dei poteri di controllo tutorio sulle spese e sui bilanci, spettanti alla Commissione per la finanza locale, che era stata istituita con R.D. 29 ottobre 1925, n. 1924.
Nel 1931 il comune contava 2445 abitanti e nel 1936 ne contava 2516.
Terminata la guerra e in seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1946 il comune di Ranica veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio.
Il censimento del 1951 rileva una popolazione di 2982 abitanti che saliranno a 3259 nel 1961.

Note
1) Impegno da parte di un privato, con garanzia di alcune pezze di terra, per il pagamento di una taglia imposta dal comune di Ranica, 1° maggio 1250, Archivio di Stato di Bergamo, notarile, busta 1c.
(2) La valle era formata dai comuni di Ranica, Nese, Alzano di Sotto, Alzano di Sopra, Nembro, Pradalunga, Cornale, Albino, Desenzano, Comenduno, Cene di Sotto, Vall’alta. Geograficamente era situata nella parte nord-orientale del territorio bergamasco ed era delimitata a nord-est dalla valle Seriana Superiore, a nord-ovest dalla valle Brembana Superiore, ad ovest dalla valle Brembana Inferiore, a sud dalla quadra di Mezzo e dalla quadra di Trescore, ad est dalla valle Cavallina e a nord-est dalla valle Gandino.
(3) Regole e capitoli statutari per la buona Direzione e Governo del Comune della Ranica e dei Luoghi Pii nel medesimo eretti formati e stabiliti dall’Illustrissimo et Eccellentissimo Signor Alvise Contarini Secondo capitanio vice podestà di Bergamo approvati con ducali dell’Eccellentissimo Senato 23 genaro 1748 M. V., 23 gennaio 1748.
(4) In base al compartimento territoriale delle province lombarde nel regno Lombardo-Veneto, il distretto I di Bergamo nella provincia di Bergamo comprendeva i comuni di Bergamo e Corpi Santi, Almé, Bruntino, Ponteranica con Rosciano, Valtesse, Torre Boldone, Redona, Orio, Lallio, Albegno, Treviolo, Curnasco, Colognola, Azzano, Seriate, Ranica, Gorle, Pedrengo, Scanzo, Rosciate, Scano, Breno, Ossanesga, Paladina, Villa di Serio, Mozzo, Sforzatica, Sorisole, Stezzano, Villa d’Almé (notificazione 12 febbraio 1816).
Nella successiva compartimentazione delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844), costituivano il distretto I di Bergamo i medesimi comuni, con l’eccezione del comune dei Corpi Santi, aggregato a Bergamo, con l’aggiunta di Grumello del Piano, staccato da Lallio nel 1818 (Variazioni compartimento provincia di Bergamo, 1816-1835; Variazioni compartimento provincia di Bergamo, 1816-1838). Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), costituivano il distretto I di Bergamo della provincia di Bergamo i comuni di Bergamo e Corpi Santi, Almé, Bruntino, Ponteranica con Rosciano, Valtesse, Torre Boldone, Redona, Orio, Lallio, Grumello del Piano, Curno, Albegno, Treviolo, Curnasco, Colognola, Azzano, Seriate, Ranica, Gorle, Pedrengo, Scanzo, Rosciate, Scano, Breno, Ossanesga, Paladina, Villa di Serio, Mozzo, Sforzatica, Sorisole, Stezzano, Villa d’Almé con una popolazione complessiva di abitanti 59.821

Complessi archivistici

Fonti

  • Cortesi 2007 = Luigi Cortesi, Ranica, genesi di un comune, Ranica, 2007