Comune di Paderno Franciacorta ( sec. XIV - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente pubblico territoriale

Sede: Paderno Franciacorta

Codici identificativi

  • MIDB00144C (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Paderno viene citato fra i comuni appartenenti alla quadra di Rovato nell’estimo visconteo del 1385 (1) e lo sarà ancora durante il dominio veneto (2). Il Comune, governato da un console, tre sindaci e un massaro (3), nel 1493 contava 580 anime (4), 200 fuochi e 700 anime all’inizio del ‘600 e 499 anime nel 1764 (5).
Inserito nel cantone dell’Alto Oglio con la legge del 1 maggio 1797, passò nel distretto delle Vigne con la legge 2 maggio 1798 (Legge 13 fiorile anno VI per la ripartizione dei distretti e dei comuni del Dipartimento del Mella), venendo poi incluso nel distretto di Garza Occidentale ai sensi della legge 12 ottobre 1798 (Legge 21 vendemmiale anno VII). Nell’assetto definitivo dato alla Repubblica cisalpina venne incorporato nel distretto I di Brescia (1801 – 1809).
A partire dal 1° gennaio 1810 venne concentrato nel distretto di Ospitaletto dove rimase anche dopo la compartimentazione territoriale del Regno lombardo-veneto.
In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al Regno di Sardegna, con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Paderno con 717 abitanti, retto da un Consiglio di quindici membri e da una Giunta di due membri, rimase incluso nel mandamento di Ospitaletto.
Alla costituzione, nel 1861, del Regno d’Italia, il Comune aveva una popolazione residente di 998 abitanti. Sino al 1862 mantenne la denominazione di Paderno, con Regio Decreto 14 dicembre 1862 n. 1054 assunse la denominazione di Paderno Franciacorta.
In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il Comune veniva amministrato da un Sindaco, da una Giunta e da un Consiglio.
A seguito della riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 un Podestà di nomina regia ereditava le competenze già esercitate dal Consiglio, dalla Giunta e dal Sindaco; fino a quando, in applicazione delle disposizioni del 1946 che ristabilirono i vecchi ordinamenti comunali, tornò a essere amministrato da un Sindaco, da una Giunta e da un Consiglio.

Note
(1) Andrea Valentini, Gli statuti di Brescia dei secoli XII al XV illustrati e documenti inediti, Venezia, Visentini, 1898.
(2) Giovanni Da Lezze, Il catastico bresciano (1609-1610), Brescia, Apollonio, 1969-1973.
(3) Ibidem.
(4) Antonio Medin, Descrizione della città e terre bresciane nel 1493, “Archivio storico lombardo”, XIII (1886).
(5) Descrizione generale della popolazione della città e provincia di Brescia comprese le valli e salodiano nella quale relativamente alle Ducali 30 maggio 1760 dell’eccellentissimo Senato si desume il numero delle famiglie, ed anime, il sesso, qualità, ordini, classi ed occupazioni loro; il numero degl’edifizi inservienti ad arti e mestieri ed il numero e qualità d’animali occorrenti all’agricoltura ed industria, rilevata dalli particolari piedelisti firmati con giuramento
dalli respettivi parrochi e reggenti d’ogni comune del Territorio e Valli per ordine di sua eccellenza Francesco Grimani capitanio e vicepodestà MDCCLXIV, Brescia, dalle stampe di Giuseppe Pasini impressor camerale,
1764.

Complessi archivistici

Compilatori

  • Roberta Gallotti (Archivista)
  • Debora Piroli (Archivista)