Comune di Cassano Magnago ( sec. XIV - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente pubblico territoriale

Sede: Cassano Magnago

Codici identificativi

  • MIDB0017CE (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Il territorio di Cassano Magnago è situato in Provincia di Varese, tra il bacino idrografico del torrente Arno e quello dell’Olona, estendendosi tra i Comuni di Oggiona Santo Stefano, Gallarate, Fagnano Olona e Cairate. È attraversato da alcuni torrenti, in parte interrati, che lo intersecano da nord a sud: l’Arno, il Rile, con l’affluente Riofreddo, e il Tenore (1).
L’etimologia del nome, per entrambi i suoi componenti, pare di origine prediale. La parola Cassano è probabilmente un aggettivo, caratterizzato dal suffisso -ano, e deriverebbe dal nome proprio di un antico proprietario romano del fondo, Cassius; l’utilizzo del toponimo è testimoniato per la prima volta in un documento del 1206, ma si può far risalire alla tarda romanità (IV – V sec. d.C.).
Il termine Magnago indica un’appartenenza fondiaria più tarda e si è venuto a formare probabilmente nel Basso Medioevo, come indicato dal suffisso -ago forse di derivazione longobarda. Si è ipotizzato che la fusione dei due termini in un unico toponimo sia avvenuta nel Medioevo, essendo presente nel Liber notitiae sanctorum Mediolani del 1346.
L’origine dell’abitato è antica ed è comprovata da ritrovamenti archeologici di reperti della Prima età del ferro (IX – V sec. a.C.) e del periodo della romanizzazione. Pur se le notizie relative alla provenienza del reperto sono in dubbio, viene classificato come materiale archeologico reperito in Cassano Magnago un’urna cineraria biconica risalente alla civiltà di Golasecca del 600/500 a.C. Dobbiamo giungere al I sec. a.C. per trovare sicura traccia archeologica di un primo abitato, certamente di origine romana, forse insediatosi su uno stanziamento dei celti Insubri.
In età tardoromana il territorio venne interessato da un’attività di cristianizzazione che portò alla edificazione della chiesa di S. Giulio nel V sec. d.C., attestata come il più antico edificio religioso della zona. Dopo la caduta dell’Impero romano si susseguirono le dominazioni dei goti, dei longobardi e dei franchi. Cassano in epoca longobarda fu inserito nel distretto (iudicaria) del Seprio retto da un gastaldo (amministratore regio), a sua volta dipendente dai conti e vescovi di Milano. I signori di Castelseprio continuarono a reggere il territorio anche in età franco – carolingia (Ducato del Seprio). Attorno al X secolo iniziò un lento frazionamento del territorio del distretto in concessioni feudali e iniziò l’infeudazione delle pievi, assegnate ai capitani milanesi dagli arcivescovi della città. Il fenomeno probabilmente interessò anche Cassano Magnago e pose le basi per l’insediamento dei Visconti come feudatari, determinando anche la costruzione dell’omonimo castello intorno al 1280. Questo fortilizio divenne centro di potere e di difesa di primaria importanza a seguito della distruzione di Castelseprio, voluta nel 1287 da Ottone Visconti perché ultima roccaforte dei Della Torre. È probabile che nei secoli XIIXIII il territorio fosse un’entità amministrativa costituta da due comunità distinte, Cassano e Magnano, rette ciascuna da un console eletto dai capofamiglia.
In seguito alla distruzione di Castelseprio la storia civile e religiosa di Cassano Magnano fu sempre più legata a Gallarate, sede della pieve e del Vicariato del Seprio, retto da un vicario di nomina viscontea.
Nel XIV secolo Cassano Magnano è citata negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano tra le comunità che contribuiscono alla manutenzione della strada di Rho.
I Visconti mantennero il feudo cassanese per un lungo periodo, condividendo il dominio tra esponenti di diversi rami viscontei, fino alla seconda metà del XVI secolo quando a Paolo Maria Visconti si affiancò per diritto ereditario il “confeudatario” Ottaviano Mantegazza, di nobile famiglia milanese. Nel 1696 una parte del feudo venne venduta al conte Giulio Visconti Borromeo e nel 1751, stando alle risposte ai 45 quesiti della II Giunta del censimento, Cassano Magnago era ancora infeudato a Giuseppe, Alessandro e Giovanni Visconti e agli eredi del conte Giulio Visconti, ai quali, però, il Comune non effettuava pagamenti (2). In età moderna e fino alle riforme teresiane del XVIII secolo, il possesso di un feudo non comportava più per il feudatario obblighi militari o l’esclusiva proprietà della terra, ma solo regalìe, come doni in natura, diritti nell’uso d’acqua e monopolio su mulini e torchi, e diritti di dazio su alcuni prodotti come pane, sale, vino e carne. Il feudatario, inoltre, deteneva il diritto di nomina delle autorità locali, come il podestà. Ancora nel XVIII secolo, fino alla riforma comunitativa teresiana del 1755, il Comune veniva fornito ogni biennio di un podestà feudale, eletto a vicenda dai Visconti confeudatari. Il podestà, investito di un generale incarico di controllo, fungeva da tramite tra l’autorità governativa centrale e l’autogoverno periferico, con compiti amministrativi e giudiziari generali (amministrazione della giustizia, tutela dell’ordine pubblico, manutenzione delle carceri, pubblicazione di gride, emanazione di decreti e ordini per l’incanto di esattorie e l’esazione di dazi, organizzazione di rilevamenti censuari e catasti). Svolgeva, in particolare, un’azione di controllo sugli organismi locali, che si potevano riunire solo alla presenza sua o del suo luogotenente (3). Il podestà (o il suo luogotenente) di Cassano Magnago era retribuito con 69 lire annue e abitualmente risiedeva in Gallarate. Le mansioni giudiziarie erano ricoperte da un console, che prestava giuramento sia al podestà che al vicario del Seprio, organismo giudiziario locale con più ampie competenze in materia civile e penale.
Il Comune era amministrato non da un consiglio ma da tre reggenti, nominati ogni due anni a capodanno da tutti i capifamiglia, e da un cancelliere, che comprendeva tra i suoi compiti quello dell’adeguata conservazione dell’archivio della comunità, depositato in una stanza a Cassano Magnago. Il cancelliere non risiedeva a Cassano e vi si trasferiva due volte al mese.
Quando, nel dicembre 1755, venne emanata la Riforma al governo e amministrazione delle comunità dello Stato di Milano, si inaugurò un nuovo sistema di organizzazione del territorio e una nuova condizione istituzionale per i distretti e le comunità. Nel Milanese la riforma venne attuata con un editto del 1756, mentre tutta la Lombardia austriaca subì una nuova compartimentazione con l’editto del 10 giugno 1757. Il Comune venne, così, amministrato da un Convocato o assemblea degli estimati, composto da tutti i possidenti (estimati) maschi maggiorenni, cioè dagli abitanti che pagavano i tributi; si riuniva due volte l’anno per deliberare sui bilanci, decidere la ripartizione delle imposte, deliberare i lavori pubblici, nominare il maestro e il personale medico (ostetrica e medico condotto), nominare annualmente i deputati dell’estimo o deputazione comunale, che amministrava ordinariamente la comunità; inoltre, in ogni Comune era prevista la presenza di un cancelliere delegato o del censo di nomina regia, che svolgeva, tra le varie funzioni di vigilanza governativa, quelle della conservazione delle tavole censuarie e dell’archivio della comunità. Alla deputazione comunale era anche demandato il compito di nominare annualmente un sindaco e un console, le cui competenze rimasero di poco invariate rispetto ai secoli precedenti. In particolare, al sindaco era delegata la funzione di rappresentante della deputazione e della comunità, mentre il console svolgeva compiti di polizia e di amministrazione locale (pubblicazione degli ordini emanati dal governo, convocazione delle adunanze pubbliche, verifica dell’emanazione di atti di natura fiscale e finanziaria, ecc.). Un esattore si occupava della riscossione delle imposte.
Nel 1782 era sindaco del Comune di Cassano Magnago Gerolimo [sic] Limido, affiancato da un deputato del personale e da tre deputati dell’estimo (4).
Per quanto attiene all’organizzazione amministrativa, la nuova compartimentazione del territorio del 1757 stabilì che il Comune di Cassano Magnago rimanesse ancora inserito nel territorio della Pieve di Gallarate, nel ducato di Milano. Nel 1786, in seguito all’istituzione delle province da parte di Giuseppe II, Cassano venne inserito nella Provincia di Gallarate, per ritornare poi, in seguito alla una nuova compartimentazione del 1791, nel XXXIII distretto censuario della provincia di Milano (5).
Dal 1796 al 1814 la Lombardia si trovò sotto il regime franco – napoleonico. Pur essendo l’epoca francese contraddistinta dall’obiettivo rivoluzionario di realizzare una forma di governo democratica, attraverso la partecipazione dei cittadini alla propria amministrazione, la dominazione napoleonica finì con il caratterizzarsi per una vigorosa verticalizzazione amministrativa sul territorio. Questo fu suddiviso in dipartimenti, articolati in distretti; quest’ultimi in cantoni e, in subordine, in comuni.
In età napoleonica Cassano Magnago subisce diversi passaggi di dipartimento e di distretto: nel 1798 nel Dipartimento del Verbano (Distretto di Gallarate) e poi nel Dipartimento dell’Olona (Distretto XIII di Gallarate), 1801 Dipartimento dell’Olona (Distretto IV di Gallarate), 1805 Dipartimento dell’Olona (Cantone I nel Distretto IV di Gallarate).
Nel 1805 Cassano Magnago conta 1733 abitanti.
Nel 1807 al Comune, classificato come di III classe (sotto i 3000 abitanti), fu aggregato il Comune di Cedrate, accrescendo, così, la popolazione fino a 2194 abitanti. Nel 1811 venne unito anche il Comune di Bolladello.
In quanto Comune di III classe, in base alla nuova normativa napoleonica, era amministrato da una municipalità costituita da tre membri e da un sindaco, affiancati da un convocato, composto da possidenti e capifamiglia di età superiore ai 35 anni. Il convocato si riuniva due volte l’anno, per approvare il conto consuntivo e il bilancio preventivo. Le maggiori cariche comunali furono elettive fino al 1805 quando divennero statali; il sindaco, da allora, fu nominato dal prefetto, funzionario preposto al governo del capoluogo di dipartimento (6).
Con la Restaurazione del dominio austriaco e l’istituzione del Lombardo-Veneto (1814 – 1859) (7), si assiste alla riproposizione della costituzione comunale teresiana del 1757, pur essendo mantenuta la divisione francese dei Comuni in tre classi. Il territorio lombardo fu diviso in nove province, rette da delegati regi di nomina statale (Delegazioni provinciali), ripartite in distretti, a cui erano preposti i cancellieri censuari, denominati commissari distrettuali dal 1819; i funzionari erano statali. I Comuni di Cedrate e di Bolladello, aggregati a Cassano in età napoleonica, vennero ripristinati nel 1816.
Cassano Magnago, sempre come Comune di III classe, risultava inserito nella Provincia di Milano, Distretto XIII di Gallarate; venne riconfermata l’amministrazione comunale austriaca prenapoleonica e il Comune continuò a essere retto da un Convocato generale degli estimati, che si riuniva in via ordinaria due volte l’anno, e da una Deputazione municipale, nominata dagli estimati e formata da tre membri e da un sindaco. Le funzioni di segretario erano ricoperte dal cancelliere censuario (poi commissario distrettuale). Come in età prenapoleonica, gli estimati del comune erano tutti i possessori maschi maggiorenni “aventi estimo in testa propria nei registri del censo” facendovi parte anche i “personalisti”, cioè coloro che, non possedendo beni fondiari, contribuivano alle finanze comunali pagando una tassa personale.
Con dispaccio governativo del 20 giugno 1819 (8) fu autorizzata per Cassano Magnago la sostituzione del Convocato generale con il Consiglio comunale, promuovendo l’ente a Comune di II classe. La municipalità sarebbe stata retta da un Consiglio fino a trenta membri, nominato inizialmente dal Governo e formato per due terzi da possidenti; il Consiglio veniva annualmente rinnovato con una pratica di cooptazione e si riuniva in due sessioni ordinarie, per l’approvazione dei conti consuntivi e dei bilanci preventivi e per la nomina della Deputazione e dei due revisori dei conti. Organo esecutivo rimaneva la Deputazione comunale guidata dal sindaco. La Deputazione poteva essere assistita nelle proprie mansioni esecutive da un segretario e da altri impiegati, tra cui il cursore municipale (messo) e le guardie comunali.
La popolazione cassanese dell’epoca appare distribuita nelle due parrocchie di San Giulio e di Santa Maria, quest’ultima suddivisa a sua volta in diversi quartieri e località: Castello, Cassano d’Abbasso, Soiano, Corte, Villa, Quadro, Cascina Viscontini, San Maurizio, Monte Bourdillon, Val d’Arno, Banascia, Fornace, Casino, Cassina Mantegazza e Filistella.
Nella prima metà del XIX secolo, la Deputazione, in ragione delle nuove normative sanitarie e dell’incremento demografico, decise di intraprendere la costruzione di un nuovo cimitero, ultimato nel 1822; con l’intenzione di trasferirci la sede municipale, acquistò anche la vecchia e cadente chiesa di S. Giulio, a cui mise mano con importanti lavori di restauro e di adattamento. Sono numerosi gli interventi di costruzione, allargamento e adattamento di strade interne al borgo e di strade di collegamento con le cascine, così da potenziare e ammodernare tutta rete stradale e da agevolare i collegamenti con i comuni limitrofi.
Tra il 1843 e il 1844 la Commissaria distrettuale di Gallarate predispose un rapporto sulla necessità di determinare con esattezza i confini tra i comuni del distretto, ponendovi indicazioni confinarie, in particolare tra Cedrate, Gallarate e Cassano Magnago. Nello stesso 1844 fu confermata la partecipazione di Cassano al XIII Distretto di Gallarate, mentre nel 1853 venne inserito nel XII Distretto di Gallarate. Il Comune possiede all’epoca 2.865 abitanti e risulta ancora amministrato da un Consiglio senza ufficio proprio.
In seguito alla temporanea unione dei territori lombardi al Regno di Sardegna, anche a Cassano Magnago venne applicata la legge del 23 ottobre 1859 (legge Rattazzi), che estendeva alle province lombarde gli ordinamenti locali di Comuni e Province vigenti nello stato sabaudo. Tale normativa rimase in vigore fino alla prima legge organica post unitaria sugli ordinamenti amministrativi comunali e provinciali varata nel 1865, che, di contro, apportò poche modifiche rispetto alla legge Rattazzi. Quest’ultima stabiliva che il territorio fosse diviso in Province, Circondari, Mandamenti e Comuni. Cassano con 2.888 abitanti fu incluso nel Mandamento I di Gallarate, Circondario IV di Gallarate, Provincia di Milano. Era retto da un Consiglio comunale di quindici membri, da una Giunta di quattro membri (due effettivi e due supplenti) eletti dal Consiglio e da un sindaco di nomina regia. I Consigli si riunivano in due sessioni ordinarie (una primaverile e una autunnale) con le seguenti competenze: sorveglianza e controllo contabile sugli enti di carità e beneficenza, sull’attività e sul bilancio di tutte le istituzioni pubbliche del territorio e sulle fabbricerie, elezione dei membri della Giunta municipale, esame e approvazione del bilancio attivo e passivo del Comune per l’anno precedente e di quello per l’anno successivo, nomina dei revisori dei conti, revisione delle liste elettorali, scelta degli impiegati comunali (anche personale scolastico, sanitario, ecclesiastico, di vigilanza); il Consiglio deliberava anche sugli stipendi degli impiegati, sui contratti e sull’appalto delle opere pubbliche. I verbali delle sedute erano pubblici e pubblicati all’albo pretorio (9).
La Giunta municipale era eletta ogni anno tra i consiglieri da parte del Consiglio comunale e svolgeva una funzione esecutiva delle deliberazioni del Consiglio, rappresentandolo nei periodi tra le due sessioni (nomina del personale, assistenza agli incanti, formazione dei bilanci, preparazione dei regolamenti, vigilanza sull’ornato e sulla polizia locale, esecuzione delle operazioni censuarie, rilascio degli atti anagrafici, controllo sulle operazioni di leva, esecuzione degli atti conservatori dei diritti dei comuni).
Il sindaco svolgeva la duplice funzione di ufficiale di governo e capo dell’amministrazione comunale e durava in carica tre anni, rinnovabili: presiede il Consiglio comunale, convoca e presiede la Giunta, distribuisce gli affari tra i suoi membri, rappresenta il Comune nelle sedi giudiziarie; come ufficiale di governo si occupava della pubblicazione delle leggi e degli ordini governativi, della tenuta dei registri di stato civile, della concessione di licenze per gli esercizi pubblici e di controllo dell’ordine pubblico.
La stessa normativa, inoltre, determinava, circoscrivendoli, gli obblighi e le funzioni dei Comuni in materia di contabilità, patrimonio demaniale, lavori pubblici, culto, istruzione, polizia urbana, commercio, imposte e competenze elettorali.
Il nuovo assetto amministrativo previde anche l’eleggibilità del Consiglio comunale che avvenne in Cassano per la prima volta nel gennaio del 1860, tramite un elettorato ristretto basato sul censo. Gli eletti rappresentarono sul piano economico-sociale le classi dei possidenti terrieri, dei professionisti e degli artigiani, un terzo dei quali non risiedeva in paese, ma a Milano o Gallarate. Primo sindaco post unitario fu nominato Pietro Oliva, di famiglia di origine elvetica trasferitasi da Lugano in Cassano circa quarant’anni prima (10).
Alla costituzione del Regno d’Italia nel 1861 il Comune contava una popolazione di 3.102 abitanti, saliti a 3.813 nel 1881 (censimento 1881).
La citata legge comunale e provinciale del 1865 non apportò sostanziali modiche nell’ordinamento comunale che continuò a prevedere un’amministrazione composta da un Consiglio, da una Giunta e da un sindaco.
Grazie alla crescita della popolazione di Cassano, che tra il 1859 e il 1861 finì col superare i 3.000 abitanti, per legge il numero dei consiglieri comunali fu aumentato da quindici a venti e quello degli assessori effettivi a quattro più due supplenti.
La popolazione stava aumentando soprattutto nella parrocchia di S. Giulio, a causa del frazionamento della proprietà fondiaria, che determinava la parcellizzazione delle proprietà e la costruzione di nuove abitazioni, e della crescita industriale, anche per l’impianto di nuove fornaci di laterizi e di industrie tessili.
Tra il 1875 e 1893, durante l’amministrazione del sindaco Domenico Oliva, si registrò una rilevante industrializzazione del territorio e un ulteriore incremento degli abitanti fino ai 4.381 del censimento del 1901. Anche la conformazione della classe dirigente mutò a favore della borghesia imprenditrice, composta da commercianti, industriali e professionisti, raccogliendo anche le prime presenze di contadini.
Si diffusero anche a Cassano gli ideali socialisti e mutualistici, tanto che sorsero nel 1873 la Società operaia di mutuo soccorso, nel 1878 la Società di mutuo soccorso per il bestiame e nel 1882 la Società operaia e agricola di mutuo soccorso, promotrice, a sua volta, della Scuola di disegno sorta nel 1883; inoltre, nel 1886 venne inaugurata la sezione locale dei Figli del lavoro, piccolo partito operaio di stampo marxista e classista, che segnò la nascita ufficiale del socialismo cassanese.
Nel periodo a cavallo tra il XIX secolo e il Novecento a Cassano furono introdotti significativi elementi di progresso, tra cui l’illuminazione pubblica di numerose vie, l’ampliamento e adeguamento del cimitero, l’apertura di nuove strade, l’impianto della fognatura pubblica e l’adozione di un regolamento d’igiene.
Nel frattempo una nuova legge amministrativa, la n. 5865 del 30 dicembre 1888, aveva introdotto alcune variazioni nell’ordinamento locale: ogni comune avrebbe dovuto dotarsi di un segretario e di un ufficio comunale, le sessioni consiliari ordinarie avrebbero potuto durare anche più di trenta giorni, fu previsto un maggiore controllo sul sindaco da parte del Consiglio comunale e l’apertura al pubblico delle sedute del Consiglio. Di rilievo è anche l’introduzione del suffragio universale maschile con la legge del 30 giugno 1912, che stabilì l’elettorato attivo per tutti i maschi al di sopra dei 30 anni, anche se analfabeti, e di quelli tra i 21 e i 30 per censo, per adempimento del servizio militare e per possesso di altri titoli specifici.
Nel 1896, con la legge Di Rudinì n. 346 del 29 luglio 1896, era stata disposta l’elezione dei sindaci da parte di tutti i Consigli comunali e la durata triennale della carica.
In quegli anni la forte industrializzazione determinò mutamenti profondi nella connotazione sociale e politica dell’amministrazione di Cassano, per l’ingresso dei socialisti in Consiglio comunale e la loro conquista della guida del Comune nel 1914, dopo che si erano succedute tra il 1899 e il 1914 Giunte di orientamento liberal-democratico. L’attività politico-amministrativa era animata e conflittuale, tanto da determinare frequenti dimissioni di sindaci e assessori.
Negli anni del nuovo secolo che precedettero la Prima guerra mondiale, inoltre, si raggiunsero le prime conquiste della modernità in campo tecnologico, culturale e sociale:
- 1902, costituzione dell’azienda municipalizzata per la distribuzione dell’energia elettrica, sia pubblica che privata e industriale;
- 1905, primi allacciamenti telefonici;
- 1908, istituzione di un secondo portalettere “rurale”;
- 1908, inaugurazione della Biblioteca popolare;
- 1909, apertura della caserma dei carabinieri;
- 1912, inaugurazione dell’acquedotto comunale.
Già dal 1904 si era cominciato, inoltre, a progettare la costruzione di una tramvia elettrica di collegamento tra Cassano e Gallarate, che venne effettivamente realizzata e inaugurata nel luglio del 1931.
Durante la Prima guerra mondiale furono ospitati a Cassano il 24° Reggimento Cavalleggeri di Vicenza, un reparto di bersaglieri in San Maurizio e un gruppo di prigionieri slovacchi, che si trattenne in paese per molto tempo anche dopo la fine della guerra.
Nelle elezioni del 1919 i socialisti risultarono ancora la prima forza politica, seguiti dai popolari e dai liberal-democratici. I seguaci di Mussolini, intanto, radunati nei Fasci di combattimento, diedero vita anche a Cassano Magnago a una sottosezione, sorta il 21 aprile 1921 e divenuta sezione nel gennaio dell’anno successivo.
A seguito di lettere intimidatorie provenienti dal Partito nazionale fascista e a causa del clima minaccioso di violenze e devastazioni, il sindaco e gli assessori finirono con il rassegnare le dimissioni tra l’ottobre e il novembre 1922; la guida del paese passò, quindi, al commissario prefettizio fino alle nuove elezioni del febbraio 1923, che portarono a un Consiglio di liberali, fascisti e popolari e al sindaco Francesco Oliva.
La popolazione del paese era nel frattempo aumentata e il censimento del 1921 arrivò a contare 5.823 abitanti.
Nel 1924 Cassano Magnago risultava ancora incluso nel Circondario di Gallarate, nella Provincia di Milano. La legge del 4 febbraio 1926 n. 237 istituì la figura del podestà come unico amministratore di un Comune, su nomina regia e con carica inizialmente quinquennale, poi quadriennale (1934). Il passaggio dell’amministrazione comunale di Cassano Magnago al podestà avvenne con verbale del 21 aprile 1927, in ottemperanza al Decreto reale del 10 aprile 1927 con cui fu nominato il primo podestà di Cassano Magnago nella persona di Francesco Oliva (11).
Quando nel 1926 il Governo stabilì di riorganizzare l’amministrazione provinciale creando la nuova Provincia di Varese, fu ipotizzato di aggregare Cassano a Gallarate, ma senza esito positivo per la decisa opposizione degli stessi cassanesi, che nel 1929 ottennero, anzi, l’approvazione governativa dello stemma civico visconteo.
L’attività amministrativa degli anni tra le due guerre portò alla realizzazione di numerose opere pubbliche e infrastrutture:
- Colonia elioterapica;
- nuovo palazzo municipale;
- nuova caserma dei Carabinieri;
- fognatura comunale;
- copertura del torrente Rile;
- costruzione della Casa del Balilla;
- 1924, apertura del nuovo cimitero;
- 1931, inaugurazione della tramvia Gallarate – Cassano Magnago estesa nel 1933 a Lonate Pozzolo ed esercitata dalla STIE (Società anonima trazione ed imprese elettriche);
- 1938 – 1939, apertura di via Marconi attraverso il paese;
- apertura dell’attuale piazza Libertà;
- allargamento e asfaltatura di diverse strade.
Nel 1932 era stata inaugurata la prima scuola di avviamento professionale.
La popolazione era cresciuta notevolmente con la fondazione di ditte e imprese che avevano anche marcatamente trasformato Cassano Magnago da Comune rurale a industriale; nel 1936 si contano 6.805 abitanti.
Con la caduta del Fascismo e, in seguito al regio decreto legge n. 11 del 4 aprile 1944, con il ripristino delle magistrature di sindaco e Giunta municipale, pur se di nomina prefettizia, si susseguirono in Comune diversi commissari prefettizi; fu il commissario Luigi Giani, a liberazione avvenuta, a consegnare il 25 aprile 1945 l’amministrazione comunale nelle mani del CLN di Cassano Magnago. Questo, insediatasi quel giorno stesso in municipio, nominò la Giunta provvisoria e il sindaco nella persona del comunista Carlo Mazzucchelli (12).
La ripresa della democrazia a livello locale fu sancita dal decreto legge luogotenenziale del 7 gennaio 1946 n. 1 che ricostituì le amministrazioni comunali su nomina elettiva (Consiglio comunale, Giunta municipale e sindaco). Il 7 aprile 1946 si svolsero le prime elezioni amministrative, che videro la vittoria dei socialcomunisti e l’entrata in Consiglio comunale di due donne. L’orientamento di sinistra dell’amministrazione comunale caratterizzò gli anni del dopoguerra fino al 1960, quando la Democrazia cristiana riuscì nel sorpasso delle forze socialcomuniste. Intanto, tra la fine degli anni Quaranta e la prima metà degli anni Cinquanta furono costruite le prime case popolari, fu ampliato il cimitero, intrapresa la sistemazione dell’alveo e degli argini del torrente Rile e ricostruito il monumento ai caduti. La popolazione era passata dagli 8.848 abitanti del 1951 ai 12.809 del 1961.
La giunte democristiane guidate da Noè Gasparoli (sindaco dal 1960 al 1970) furono caratterizzate dalla politica scolastica, con la costruzione della scuola elementare di via Fermi, la sistemazione dello stabile delle scuole elementari di via San Giulio e il completamento delle scuole medie. Parallelamente fu migliorata la viabilità, potenziata la rete idrica e l’illuminazione pubblica, realizzate nuove case popolari e approvato il Regolamento edilizio con Programma di fabbricazione comunale (1969 – 1974).
È nelle elezioni amministrative del 1970 che si registra una nuova avanzata dei partiti di sinistra e la conseguente formazione di una Giunta di centro-sinistra guidata dal nuovo sindaco democristiano Cesarino Saporiti; questi scelse di proseguire l’impegno a favore dell’istruzione (costruzione della scuola elementare di via Garibaldi, della scuola materna del Boschirolo e dell’Asilo nido di via Vittorio Veneto). Fu, altresì, potenziato l’acquedotto comunale e iniziata la pubblicazione di una rivista civica dal titolo “Cronache di vita comunale”. In paese si rileva in quegli anni una considerevole crescita demografica dovuta all’immigrazione interna, a sua volta determinata dalla crescita industriale e dal potenziamento del terziario, tanto che il censimento del 1971 conta 17.335 abitanti per una superficie di 1.219 ettari.

Note
(1) Per le notizie riportate nel testo si è fatto ampio riferimento al volume di Marco PIPPIONE, “Cassano Magnago. La nostra storia”, Cassano Magnago, Crespi editore, 2002, a cui si rimanda anche per l’estesa bibliografia.
(2) Regione Lombardia, “Le istituzioni storiche del territorio lombardo. XIV-XIX secolo”, Vol. Provincia di Varese, Milano, Regione Lombardia, 2000, Voce Cassano Magnago, p. 126.
(3) Regione Lombardia, “Le istituzioni storiche del territorio lombardo. XIV-XIX secolo”, op.cit., Voce Cassano Magnago, p. 126.
(4) Archivio storico del Comune di Cassano Magnago, Sezione carteggio anni 1782 – 1897, Tit. I (Acque e strade), b. 1, fasc. 1, Verbale dell’adunanza del convocato generale del Comune di Cassano Magnago del 17 settembre 1782.
(5) Per queste notizie e per quelle che seguono relative alle diverse compartimentazioni si veda Regione Lombardia, “Le istituzioni storiche del territorio lombardo. XIV-XIX secolo”, op.cit., Voce Cassano Magnago, pp. 126 – 127.
(6) Marco MERIGGI, “Una regione di comuni. Le istituzioni locali lombarde dall’età napoleonica all’unificazione nazionale” in “Amministrazione e archivi comunali nel secolo XIX. Atti del seminario svoltosi a Milano il 19 gennaio 1993”, Milano, snt, 1994, p. 8.
(7) Il vero e proprio atto costitutivo del Regno lombardo veneto è, in realtà, la sovrana patente 7 aprile 1815. Per una nuova regolamentazione asburgica degli enti territoriali si dovette giungere alla patente del 12 febbraio 1816. Regione Lombardia, “Le istituzioni storiche del territorio lombardo. XIV-XIX secolo”, Vol. Provincia di Varese, Milano, Regione Lombardia, 2000, p. 65.
(8) L’attivazione della sovrana risoluzione del 1819 avvenne, di fatto, con il decreto del viceré del 5 marzo 1821 e la circolare del 19 dello stesso mese. Nella stessa circolare vengono elencati i Comuni a cui era stato accordato il Consiglio comunale. Ibidem, p. 65 e p. 127.
(9) Per queste notizie e per quelle che seguono relative all’organizzazione comunale generale e particolare di Cassano Magnago si veda Regione Lombardia, “Le istituzioni storiche del territorio lombardo. 1859-1971”, Tomo I lettere A-L, Milano, Regione Lombardia, 2001, pp. 24 – 28 e Ibidem, Voce Cassano Magnago, p. 236.
(10) Marco PIPPIONE, op.cit., p. 59 e Archivio storico del Comune di Cassano Magnago, Sezione carteggio anni 1782 – 1897, Tit. V (Consigli comunali), b. 19, fasc. 110, Verbale della deliberazione del Consiglio comunale dell’8 febbraio 1860 e passim.
(11) Archivio storico del Comune di Cassano Magnago, Sezione carteggio anni 1782 – 1897, Serie Registri delle deliberazioni della Giunta municipale, reg. 10, Verbale di passaggio dell’amministrazione comunale al podestà del 21 aprile 1927.
(12) Ibidem, Serie Registri delle deliberazioni della Giunta municipale, reg. 22, Verbale di insediamento della Giunta provvisoria del governo per il Comune di Cassano Magnago del 25 aprile 1945.

Complessi archivistici

Fonti

  • Pippione 2002 = M. Pippione, Cassano Magnago. La nostra storia, Cassano Magnago, 2002
  • Regione Lombardia 2000 = Regione Lombardia, Le istituzioni storiche del territorio lombardo. XIV-XIX secolo, Vol. Provincia di Varese, Milano, 2000

Compilatori

  • Sonia Gliera