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Comune di Cassano Magnago

Comune di Cassano Magnago (1782 - 1949)

1.053 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

Metri lineari: 60.0

Consistenza archivistica: bb. 318, regg. 355

La documentazione di carteggio della sezione copre un arco cronologico che va dal 1782 al 1897, con antecedenti del 1533 e seguiti al 1950 e consta di 50 buste per un totale di 430 fascicoli. Le serie riordinate dalle origini al 1949 sono costituite da 623 unità tra buste, fascicoli e registri.

Storia archivistica:

L’archivio del Comune di Cassano Magnago nel suo complesso è collocato presso la sede municipale di via Volta n. 4; è distribuito in tre depositi d’archivio, due dei quali situati al piano terra, in un deposito generale e in un deposito di settore dell’Ufficio tecnico, e uno nel seminterrato (1). Un censimento realizzato nel 1985 stima la consistenza dell’archivio dal 1786 [recte 1789, come da inventario] al 1982 in 1850 unità, tra buste e registri di carteggio e serie separate (2). L’incremento annuo di carte, dovuto alla ordinaria attività amministrativa e all’introduzione di macchinari di fotoriproduzione, ne ha fortemente incrementato la consistenza negli anni successivi. Il Comune conserva anche, a vario titolo, i seguenti archivi aggregati: Archivio del segretario comunale (protesti cambiari); Asilo infantile S. Giulio; Asilo infantile S. Maria del Cerro; Casa di riposo Maurizi; Comitato pro orfani di guerra di Cassano Magnago; Congregazione di carità/ECA; ENAOLI; Giudice conciliatore; OMNI; Patronato scolastico; Scuola professionale festiva di Cassano Magnago. L’archivio storico fino al 1966 (3) è conservato nel deposito generale del piano terra, ad eccezione della serie dei conti consuntivi, ubicata nel deposito del seminterrato, delle serie di stato civile (atti di nascita, di cittadinanza, di matrimonio e di morte) che si trovano presso gli uffici demografici, e delle pratiche edilizie, conservate nel deposito di settore dell’Ufficio tecnico. La collocazione nei depositi non si intende definitiva, avendo l’Ente in previsione di trasferire tutto l’archivio storico nel deposito del seminterrato (4), una volta conclusi gli interventi di messa a norma. Gli atti sono riposti su arredi metallici (armadi fissi e rotanti e scaffali aperti) e, in quantità esigua e in via provvisoria, anche su armadi lignei. I documenti del periodo prenapoleonico (5) sono rari e inseriti in pratiche dei titoli I – Acque e strade, II – Amministrazione e III – Culto e cimiteri, cosicché l’archivio conserva in prevalenza documentazione prodotta dalla municipalità a partire dal XIX secolo. Gli atti dell’archivio comunale sono avari di informazioni circa lo stato e gli interventi operati sulle carte comunali nelle varie epoche. Notizie scarne possediamo anche sull’ubicazione dell’archivio nei secoli XVIII e XIX. Da una relazione del Convocato generale degli estimati del 17 ottobre 1782 si apprende dell’esistenza di una “sala comunale” presso cui avvenivano le riunioni, in una località non precisata del comune (6). A quell’epoca, spettava al cancelliere, investito di svariati doveri istituzionali in qualità di rappresentante delle autorità statali, la funzione di custodire le mappe, le carte e i registri catastali di ogni comunità e il compito di scegliere la sede più idonea per la collocazione dell’archivio. Il cancelliere comunale di Cassano non risiedeva nel borgo, pur essendo obbligato a recarvisi almeno due volte al mese, e conservava l’archivio in una stanza pubblica del posto, che si presume fosse la stessa in cui si riunivano gli organismi collegiali della comunità (7). Dall’esame dei pochi documenti del secolo XVIII presenti nel fondo è emerso che veniva utilizzato un sistema di classificazione e di organizzazione degli atti basato su titoli (es. Strade comunali, Censo). Una relazione predisposta dall’amministrazione per il conto morale dell’anno 1869 ci fa sapere che la Giunta municipale “sta assestando” l’archivio “come da vigenti disposizioni e [che] si fece acquisto dei relativi oggetti necessari”, senza specificare chi e con quali risultati abbia messo mano alle carte (8). Lo stato attuale della documentazione non corrisponde più a quello coevo ottocentesco, impedendoci di verificare, almeno materialmente, la fisionomia primigenia dell’archivio. Inoltre, mancando quasi totalmente le camicie originarie, che sono presenti per circa il 10% dei complessivi 430 fascicoli della sezione ottocentesca, non possiamo verificare quanto fosse adottata la prassi di fascicolare e di classificare le pratiche. L’esame dei registri di protocollo della corrispondenza e delle segnature dei singoli atti aiuta solo marginalmente a ricostruire la struttura dell’archivio dell’epoca; stante la lacuna dei protocolli degli anni 1800 – 1814 e 1822 – 1837 e la mancanza di voci di classificazione sugli stessi per gli anni 1815 – 1821, 1854 – 1870, 1885 – 1897, dai rimanenti emerge che si classificava per titoli, riportati sui protocolli sotto la voce “nomenclatura”. I titoli risultano pressoché costanti nel tempo e non sono contraddistinti da un codice alfanumerico. Non sono stati reperiti quadri di classificazione risalenti al XIX secolo, ad eccezione di quello riportato in appendice n. 1, applicato sporadicamente solo tra la fine del 1897 e il gennaio 1899. L’introduzione del titolario ministeriale nel 1897 (9) inaugura un nuovo sistema di classificazione degli atti comunali; per quanto riguarda il Comune di Cassano Magnago, la sua applicazione pare risalire al marzo 1899, quanto la nomenclatura sul registro di protocollo non riporta più le vecchie titolazioni. La sede municipale si trovava allora in via S. Giulio al numero civico 8 ed era composta da due piani, adibiti anche ad archivio comunale. L’occasione per rifare il punto sulle condizioni materiali e organizzative dell’archivio viene fornita dalla stessa circolare Astengo e dalla richiesta prefettizia di “curarne l’attuazione entro un congruo termine”, argomento discusso in un ordine del giorno sull’ “ordinamento dell’archivio” della Giunta municipale (10). Dal verbale si apprende che “l’amministrazione ricordando di avere incaricato questo segretario com[una]le, allorché nel luglio 1896 assunse le sue funzioni di ufficio, [omissis] di procedere all’impianto e ordinare l’archivio di questo comune che trovavasi in deplorevoli e cattive condizioni, in oggi crede di non potersi occupare della predetta circolare essendo il detto archivio stato riordinato in epoche e classificato in serie”. Questo viene comunicato alla Sottoprefettura di Gallarate che risponde di compiacersi delle cure spese per il “riordinamento dell’archivio comunale” (11). Il primo scarto documentario ufficiale attestato nell’archivio del Comune, risale al 1933, quando, allo scopo di “guadagnare spazio” e su sollecitazione della Prefettura, l’Ente decise di selezionare gli “atti inutili”. Lo scarto fu approvato dalla Soprintendenza archivistica di Milano con nota del 18 settembre di quell’anno e si concluse con la consegna degli atti alla Croce rossa italiana nel 1935. Dalla corrispondenza intercorsa tra il Comune e le autorità prefettizie in quell’occasione apprendiamo, però, che era già stato realizzato uno scarto “ma in misura assai ridotta” e che l’archivio di deposito era “tenuto nelle precise norme regolamentari dal 1926 in poi”, dovendo invece provvedere a “una più razionale sistemazione per il periodo anteriore al 1926”. Il locale d’archivio non era sufficientemente capiente per la “necessaria divisione delle cartelle e dei registri”, rendendo necessario procedere a breve a una sistemazione strutturale e logistica degli spazi, data anche l’intenzione di predisporre un riordino e uno scarto dei documenti. Il Comune procedette solo alla selezione e scarto degli atti, disponendo lo scarto di bollettari e atti contabili dal 1909 al 1931 (12). Negli anni successivi, fino al secondo dopoguerra, il Comune riesce ad affrontare solo i problemi logistici dell’archivio, lasciando alle buone intenzioni il progettato riordino. L’archivio era allora situato presso il municipio “in due stanzette a pianterreno, dove, per l’”umidità, la polvere e la mancanza di appositi armadi la conservazione degli atti è quanto mai precaria", ragione per cui nel 1938 viene costruito un “apposito salone al primo piano, accanto agli uffici comunali, da destinare a nuovo archivio di deposito”. La sala, che avrebbe dovuto essere destinata ad uso promiscuo anche come ufficio di conciliazione e sala riunioni, fu allestita ex novo con otto armadi in ferro chiusi e muniti di serrature, onde garantire la protezione delle carte sia dalla polvere che dall’intrusione (13). Quando nel 1950 la Soprintendenza archivistica per la Lombardia chiede informazioni sullo stato delle carte, scopriamo che la documentazione archivistica necessita nuovamente di un riordino generale e che gli atti sono collocati in armadi “in lamiera” lungo le pareti della sala del Consiglio, che “devono essere eliminate tutte le carte inutili” e realizzato un riordino generale per categorie e fascicoli. Fin dal Regno d’Italia non si era mai proceduto a un vero e proprio intervento di riordino ed inventariazione. La Soprintendenza dispone, pertanto, che l’archivio venga “riordinato e inventariato sommariamente” dalle epoche più antiche fino al 1949 incluso e che l’inventario venga trasmesso entro il 30 novembre 1950 (14). Nonostante l’intenzione di assegnare il lavoro al personale comunale, l’8 febbraio 1951 la Giunta municipale lo affida alla ditta Camillo Giupponi di Milano per £. 330.000; il Giupponi comunica la conclusione e consegna dei lavori in data 2 maggio 1951 e l’inventario viene trasmesso alla Soprintendenza archivistica e alla Prefettura di Varese il 18 maggio seguente. Il Giupponi redige un inventario unico, privo di cesure archivistiche e storiche, per tutti gli atti dell’archivio comunale dal 1789 al 1949, ad esclusione degli archivi aggregati, per un totale di 796 buste. I fascicoli del carteggio sono ordinati a serie aperte per categoria secondo il titolario ministeriale del 1897, applicato retroattivamente anche per gli anni antecedenti; le unità sono quindi organizzate per categoria, classe e in ordine cronologico sul primo estremo, con numerazione dei fascicoli aperta per classe. La Soprintendenza non approva l’inventario in quanto considerato non rispondente alle disposizioni di legge e ne esige il rifacimento entro un anno, secondo le proprie istruzioni già impartite e secondo la recente circolare della Prefettura di Varese del 9 aprile 1951 n. 9484/51S. Ne segue una contesa tra la ditta esecutrice dell’intervento, il Comune e la Soprintendenza, ma senza soluzione. L’inventario verrà rivisto e sostituito dagli strumenti di corredo prodotti nel 1962 da due funzionari prefettizi. Con deliberazione del 25 febbraio 1959 la Giunta decide di proseguire il riordino e l’inventariazione degli atti degli anni 1950 – 1958, conferendo l’incarico agli archivisti Giuseppe Messina e Rosario Spatola, segnalati dalla Prefettura di Varese. L’inventario realizzato è così ripartito: a. bb. 1 – 108; atti del carteggio ordinati a serie annuali sulla base del titolario Astengo. La numerazione dei fascicoli è aperta per classe. La descrizione delle unità sommaria. b. serie separate: conti consuntivi 1950 – 1958; registri di protocollo 1950 – 1958. La Soprintendenza con sua nota del 15 luglio 1959 n. 608/252 accusa ricevuta dell’elaborato e sollecita nuovamente la rielaborazione dell’inventario dell’archivio storico e di deposito, come richiesto nel 1951. Sono gli stessi archivisti a mettere mano al lavoro e a consegnare il 21 ottobre 1962 due nuovi strumenti di corredo, inviati in Soprintendenza il 27 ottobre. Nella relazione di consegna si puntualizza che “il riordino è stato effettuato conforme alle istruzioni impartite dalla Soprintendenza archivistica delle province lombarde” e che “tutto il materiale è stato revisionato e fascicolato ex novo e suddiviso nei periodi” storico, corrente e serie. In realtà sono redatti due inventari, uno per gli atti degli anni 1789 – 1897 e uno per gli anni 1898 – 1949. L’intervento degli archivisti prefettizi si caratterizza per il tentativo di ripristino, in applicazione al metodo storico, dell’organizzazione contemporanea delle carte, con la ricostruzione delle cesure archivistiche e delle ripartizioni originarie dell’archivio. L’individuazione del 1897 come data spartiacque tra le due sezioni è scelta convenzionale. Inoltre, non essendo stato possibile ripristinare esattamente il quadro di classificazione in uso nel Comune di Cassano Magnago, data la probabile manomissione dell’ordine originario da parte del Giupponi e la dispersione di titolari contemporanei, i riordinatori prefettizi hanno scelto di applicare un modello di titolario diffuso in Lombardia nel XIX secolo. Dall’esame dettagliato delle unità, svolto durante la presente schedatura, è emerso che, in molti casi, le unità fascicolo formate dal Giupponi sono state mantenute e ordinate secondo il nuovo schema. In altri casi, sono stati ricostituiti i fascicoli, anche riciclando, rivoltandole, le camicie dei fascicoli create in precedenza. Il primo inventario realizzato è così ripartito: a. 1789 – 1897, bb. 1 – 37; atti del carteggio ordinati in serie per titoli dall’I al XXVII. La numerazione dei fascicoli è chiusa per ogni busta. La descrizione delle unità sommaria. I fascicoli sono ordinati all’interno del titolo in ordine cronologico sul primo estremo. b. serie separate: registri di popolazione 1841 – 1866 e fogli di famiglia eliminati degli anni 1862 – 1897; registri di nascita 1806 – 1815; registri di matrimonio 1806 – 1815; registri di morte 1806 – 1815. Il secondo: a. 1898 – 1949, bb. 1 – 228; atti del carteggio ordinati in serie per categoria sulla base del titolario ministeriale del 1897. La descrizione delle unità è sommaria. I fascicoli sono ordinati cronologicamente sul primo estremo cronologico per ogni categoria, a prescindere dalla classe; b. serie separate: registri stato civile (nascita, matrimonio, cittadinanza, morte) 1866 – 1949; registri delle delibere di consiglio 1883 – 1926; registri delle delibere di giunta 1883 – 1927; registri delle delibere del podestà 1928 – 1945; registri delle delibere di giunta 1946 – 1954; conti consuntivi 1833 – 1949; registri di protocollo 1815 – 1939. Non sono stati realizzati successivi interventi all’archivio comunale, anche se si attesta un conferimento d’incarico per la sistemazione dell’archivio del 30 dicembre 1986 a Giuseppe Ferraro e Giovanni Golemme, dipendenti dell’Amministrazione provinciale di Varese, deliberata in seguito alla sopralluogo del funzionario dell’amministrazione archivistica Vincenzo Intelligente del 18 novembre 1986 (15). L’incarico non produsse né un riordino né alcuno strumento di corredo, in quanto sospeso per contenzioso.

Note

(1) Per notizie più dettagliate riguardo alla distribuzione del materiale documentario e allo stato dei depositi si rimanda ai due progetti d’intervento archivistico redatti dalla dottoressa Sonia Gliera in data 12 febbraio 2007 e 27 febbraio 2008. (2) Regione Lombardia – Soprintendenza archivistica per la lombardia, “Notizie sugli archivi dei comuni e dei cessati E.C.A. della Lombardia. Provincia di Varese. Cassano Magnago”, s.l., Regione Lombardia, 1985, pp. 34 – 35. (3) L’individuazione del 1966 come data di cesura dell’archivio storico è stata determinata nel 2007 dall’amministrazione comunale e si intende convenzionale, pur se determinata dalla normativa archivistica, che individua come storici i fascicoli e le pratiche chiuse da almeno quarant’anni. (4) Faranno eccezione le serie separate concernenti lo stato civile, che continueranno a essere conservate presso gli uffici demografici. Solo i registri di stato civile di epoca napoleonica si trovano in deposito (registri degli anni 1806 – 1815). (5) Fanno eccezione alcuni atti antecedenti, in copia non coeva, risalenti al 1533, per cui si veda le schede di introduzione ai rispettivi titoli e alle serie. (6) Archivio storico del Comune di Cassano Magnago, Sezione carteggio anni 1782 – 1897, Tit. I (Acque e strade), b. 1, fasc. 1, Verbale dell’adunanza del Convocato generale del 17 ottobre 1782. (7) Regione Lombardia (a cura di), “Le istituzioni storiche del territorio lombardo. XVIXIX secolo. Progetto Civita, Varese”, Milano, Regione Lombardia, 2000, p. 126. Per il profilo istituzionale del cancellerie del censo si rimanda alla stessa opera, pp. 35 – 36. (8) Archivio storico del Comune di Cassano Magnago, Sezione carteggio anni 1782 – 1897, Tit. V (Consigli comunali), b. 17, fasc. 82, Verbale della Giunta municipale di cassano Magnano per la formazione del conto amministrativo ossia morale del 5 maggio 1870. (9) Circolare del Ministero dell’Interno n. 17100-2 del 1° marzo 1897 sull’ordinamento degli archivi comunali; la circolare dettava norme anche per la protocollazione degli atti e per lo scarto della documentazione. La circolare viene detta anche Astengo dal nome del ministro firmatario. (10) Archivio storico del Comune di Cassano Magnago, Serie Registri delle deliberazioni della Giunta municipale, reg. 2, deliberazione n. 2 del 25 marzo 1897. (11) Ibidem, Sezione carteggio anni 1782 – 1897, Tit. II (Amministrazione), b. 18, fasc. 97, Lettera della Sottoprefettura di Gallarate del 9 aprile 1897 prot. 1580.

(12) Ibidem, Sezione carteggio anni 1898 – 1949, Cat. I (Amministrazione), cl. 2 (Archivio), b. 14, fasc. 1, passim. All’epoca l’archivio comunale non conservava archivi privati di notevole entità storica e non aveva subito danni durante il primo conflitto mondiale. (13) Ibidem, Serie Registri delle deliberazioni della Giunta municipale, reg. 18, Deliberazione n. 65 del 17 luglio 1938. Si veda anche Ibidem, Sezione carteggio anni 1898 – 1949, Cat. I (Amministrazione) cl. 2 (Archivio), b. 18, fasc. 1, passim. (14) Ibidem, Sezione carteggio anni 1950 – 1958, Cat. I (Amministrazione), cl. 2 (Archivio), b. 25, fasc. 1, Lettere della Soprintendenza archivistica della Lombardia del 2 maggio e del 12 giugno 1950. Nel fascicolo sono presenti anche tutti gli altri atti citati in seguito nel testo a proposito del riordino del Giupponi, ad eccezione dell’inventario, che attualmente è conservato presso l’Ufficio segreteria e protocollo, insieme a tutta la documentazione sull’archivio dal 1959 in poi. A questa si rimanda per quanto attiene ai documenti dei riordini del 1959 e del 1962. (15) Archivio del Comune di Cassano Magnago, Serie Registri delle deliberazioni della Giunta municipale, Deliberazione n. 1110 del 30 dicembre 1986. (16) In seguito alla schedatura delle unità è emerso che il documento più antico risale al 1782. (17) In seguito al censimento sono stati reperiti e fisicamente separati complessivamente circa 44 metri lineari di materiale documentario fino al 1966, che dovrà essere accorpato alle sezioni di pertinenza.

(18) Il marzo 1899 è la data in cui effettivamente il Comune iniziò a utilizzare il titolario Astengo per la classificazione dei documenti; si indica il termina 1898 come convenzionale, non essendo stato possibile ripristinare l’ordinamento originale degli anni 1898 – 1899.

(19) Archivio storico del Comune di Cassano Magnago, Serie Registri di protocollo, reg. 42. Il titolario è riprodotto nell’appendice n. 1.

Criteri di intervento

L’intervento ha interessato la sezione del carteggio amministrativo dalle origini al 1897 e le serie separate (o particolari) fino al 1949 e si è configurato come una revisione, integrazione e informatizzazione degli strumenti di corredo relativi. Al momento del presente lavoro, il fondo si presentava strutturato in due partizioni ordinate e inventariate: carteggio e serie separate. La sezione del carteggio fino al 1897 si componeva di 37 buste relative agli anni 1789 (16) – 1897; le serie separate dalle origini al 1949 ammontavano a 234 conti consuntivi e circa 300 unità tra buste e registri. In seguito al censimento del materiale documentario afferente all’archivio storico fino al 1966, considerato propedeutico all’intervento di revisione e integrazione degli inventari esistenti, sono state censite, e materialmente selezionate dai depositi d’archivio, carte e registri rimasti esclusi dagli inventari del carteggio fino al 1897 e delle serie fino al 1949, per un totale di circa una dozzina di buste (17). Tale documentazione è stata suddivisa cronologicamente prima della schedatura e, quindi, integrata nel fondo, coerentemente classificata e descritta. A censimento concluso è stata intrapresa la fase di schedatura degli atti. In fase di schedatura è stata riscontrata la dispersione di un solo fascicolo di carteggio, descritto nella Tavola delle lacune (appendice n. 2). A ricognizione effettuata, gli inventari esistenti sono risultati di buona fattura, con esatta corrispondenza tra le unità descritte e quelle fisiche; la descrizione, seppur sommaria, coerente. Sono state, invece, riscontrate imprecisioni negli estremi cronologici e inopportune collocazioni nella sezione di carteggio ottocentesco di pratiche prodotte successivamente. Alcune serie separate non erano state ordinate e descritte o aggiornate (es. registri degli atti di stato civile, contratti). Le unità di condizionatura del carteggio erano state sostituite in epoca recente e risultavano in buono stato, mentre solo alcune unità non erano più nella posizione assegnata dagli archivisti e giacevano in terra, intaccate dall’umidità e dalla polvere. Il presente intervento e i criteri procedurali descritti in seguito sono stati concordati con la Soprintendenza archivistica. Durante la fase di schedatura delle unità si è riscontrato che la sezione del carteggio comprendeva anche le liste di leva e i ruoli matricolari, che si è deciso di estrapolare dal carteggio costituendo due serie separate, in ragione del fatto che negli anni successivi tale documentazione è stata tenuta a parte e considerata serie particolare. Tali serie separate sono state descritte nel presente elaborato fino al 1897 e saranno aggiornate durante l’intervento di revisione degli inventari del carteggio amministrativo degli anni 1898 – 1949 e 1950 – 1958. Anche i fascicoli con data iniziale a partire dal 1898 (18) sono stati estrapolati. Inoltre, procedendo con la ricognizione, si è evidenziata la presenza di documentazione prodotta da un’altro soggetto, il Giudice conciliatore. Di conseguenza, i documenti dell’Ufficio di conciliazione sono stati considerati archivio aggregato e quindi separati.

Tutti i fascicoli/registri estrapolati a vario titolo sono stati sinteticamente descritti in una Tabella delle unità estratte (appendice 3).

Per quanto attiene alla serie dei registri di popolazione e dei fogli di famiglia eliminati, l’esame delle carte ha evidenziato che non possa trattarsi di un’unica serie, sia rispetto alla tipologia documentaria che alla cronologia. Pertanto è stata considerata come serie solo quella dei registri di popolazione (anni 1841 – 1866), mentre i fogli di famiglia sono stati descritti nel carteggio amministrativo sempre sotto il titolo XXVI – Registri di popolazione e di stato civile. Durante l’esame e l’ordinamento interno dei singoli fascicoli di carteggio amministrativo sono stati, a volte, reperiti dei documenti di carattere spurio rispetto alla pratica; laddove possibile questi sono stati ricondotti all’affare corrispondente, ma sono stati lasciati nei fascicoli e segnalati nel regesto o in nota quando questo non è stato possibile. Nel primo caso, nel campo segnatura antica è stata indicata la provenienza. Si sono considerate unità archivistiche i fascicoli e i registri, che sono stati descritti utilizzando il software Sesamo, in base alle norme ISAD (G) e ISAAR (CPF). Sono stati utilizzati i seguenti descrittori: titolo originale o redazionale. Il primo è stato posto tra virgolette. Sono stati considerati titoli, e quindi fascicoli, originali quelli prodotti dal riordino del 1962. Laddove siano presenti camice originali coeve, ricoperte da camice nuove durante quel riordino, il titolo è stato riportato nel campo note; classificazione; estremi cronologici. Sono stati considerati il primo e l’ultimo estremo, eventuali lacune, antecedenti e susseguenti sono indicati in nota; segnatura definitiva; contenuto; note; definizione (tipologia di unità); supporto; stato di conservazione; danni; segnatura antica. In questo campo sono state inserite la segnatura dell’inventario. La documentazione integrata riporta la dicitura “non precedentemente inventariata”. A schedatura ultimata si è proceduto al riordino fisico, secondo il quadro di classificazione per titoli dell’inventario del 1962. Prima di procedere al riordino si è cercato di ricostruire il titolario coevo, attraverso le classificazioni presenti sui singoli documenti, sulle camice contemporanee dei fascicoli e sui registri di protocollo. A causa della sporadicità delle classificazioni sugli atti, della rarità delle camice originarie e della lacunosità dei registri di protocollo non si è riusciti a formulare un quadro di classificazione plausibile; l’unico titolario reperito in archivio è allegato al registro di protocollo del 1897 – 1899 (19). Non si ritenuto opportuno e credibile sul piano scientifico ricondurre gli atti a detto titolario, in quanto si sarebbe trattato comunque di una forzatura l’applicarlo retroattivamente. Inoltre, il titolario applicato nell’inventario non si discosta molto da quelli in vigore prima del 1897. Segue nel testo lo schema di classificazione adottato; non essendo state utilizzate e citate tutte le voci, quelle non ricostruite si descrivono con la voce “manca”. I documenti contenuti nelle unità sono stati organizzati, descritti in modo analitico e ricondizionati. Le unità del carteggio sono state ordinate sulla base del primo estremo cronologico, all’interno del titolo. I fascicoli iniziati prima del 1897 sono pertanto descritti nel presente inventario, senza considerazione dell’estremo finale. I fascicoli del carteggio sono stati numerati a partire da 1 e sono progressivi per tutta la sezione, mentre le unità delle serie hanno una numerazione continua per ogni serie. Le buste del carteggio sono numerate da 1 e sono progressive per tutta la sezione. Poiché l’intervento di revisione ha modificato la progressione dei fascicoli e poiché la numerazione stessa è improntata su criteri diversi, non esiste più corrispondenza tra la segnatura (numero di busta e di fascicolo) precedente e quella attuale. La segnatura precedente è riportata nel campo “antica segnatura”; per agevolare il reperimento di pratiche già consultate si è approntata una Tavola di raffronto (appendice n. 4). Ulteriori informazioni rispetto alle scelte metodologiche e al contenuto dei titoli e delle serie sono presenti delle introduzioni agli stessi. La documentazione di carteggio della sezione copre un arco cronologico che va dal 1782 al 1897, con antecedenti del 1533 e seguiti al 1950 e consta di 50 buste di per un totale di 430 fascicoli; le serie riordinate dalle origini al 1949 sono costituite da 623 unità tra buste, fascicoli e registri. La presenza di un asterisco in coda al titolo delle unità denota la presenza nel fascicolo di dati relativi a persona riservati e tutelati dal D.Lgs. 165/2003.

Codici identificativi:

  • MIBA018394 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Fonti

  • MICA000BCE = Inventario generale delle carte, documenti, titoli, ecc. esistenti nell'Archivio comunale [omissis] [dall'anno 1950 all'anno 1958]
  • MICA000BCF = Inventario generale degli atti d'archivio dall'anno 1789 all'anno 1897
  • MICA000BD0 = Inventario generale degli atti d'archivio dall'anno 1898 all'anno 1949
  • MICA000BD1 = Notizie sugli archivi dei comuni e dei cessati E.C.A. della Lombardia. Provincia di Varese, voce Cassano Magnago, s.l., Regione lombardia

Compilatori

  • Sonia Gliera