Ditta Giovanni Lomazzi e figli ( 1883 - 1963 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente economico / impresa

Altre denominazioni:

  • Fonderia di bronzi d'arte con studio di cesellatore Giovanni Lomazzi 1883 [Cronologia:]
  • Ditta Giovanni Lomazzi e figli 1911 [Cronologia:]
  • Ditta Giovanni Lomazzi 1915 [Cronologia:]
  • Ditta Giovanni Lomazzi bronzi d'arte 1932 [Cronologia:]
  • Ditta G. Lomazzi bronzi d'arte e decorazioni 1942 [Cronologia:]

Sede: Milano

Codici identificativi

  • MIDB001AE7 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

La “Fonderia di bronzi d’arte con studio di cesellatore” iniziò ufficialmente la sua attività in via Rossini n.3 a Milano, il 16 maggio 1883, giorno in cui il titolare e fondatore, Giovanni Lomazzi, fece denuncia di esercizio presso la Camera di commercio di Milano (1). La formazione di Lomazzi ebbe probabilmente inizio presso la fonderia artistica di Giuseppe Speluzzi a Milano (2) – come è risultato dalle ricerche di Ornella Selvafolta e Annalisa Pinoni – per continuare a Venezia, nell’arte del cesello, presso il laboratorio Michieli (3).
Nonostante non si abbiano ancora notizie certe, è tuttavia lecito supporre che durante il suo soggiorno veneziano conobbe Pietro Tis (4), con il quale inizio una prima attività in proprio, in piccola parte testimoniata anche dalle carte dell’Archivio Lomazzi: la Giuria della IV° Esposizione nazionale di belle arti di Torino conferì alla “Ditta Tis-Lomazzi & C.” di Venezia un “diploma d’onore” per la collezione di bronzi d’arte; ed ancora la medesima Ditta si aggiudicò la medaglia d’argento all’Esposizione nazionale di Milano del 1881 (5).
L’apertura di una propria attività a Milano non sembrerebbe rappresentare una cesura con i lavori precedentemente realizzati insieme a Pietro Tis. Senza dubbio la produzione della nuova Ditta Lomazzi crebbe e i suoi lavori si affermarono nel panorama internazionale, come è testimoniato dalla presenza della Ditta alle più importanti esposizioni nazionali e internazionali (Roma 1886, Parigi 1889, Genova 1892) e dagli importanti lavori realizzati per committenti i più diversi (famiglie notabili, la Fabbrica del Duomo, l’Opera pia Colleoni, la Curia arcivescovile di Milano, la Santa Casa di Loreto e altri). Molti lavori della Ditta vennero anche pubblicati su riviste specializzate come “L’edilizia moderna” e “L’Ambiente Moderno. Mobili e Decorazione Interna” (6). La documentazione prodotta dalla ditta e qui conservata permette di ricostruire il vastissimo catalogo della fonderia, che operò in diversi campi dall’oggettistica (servizi di posate, fioriere, miniature, statuette e così via), all’arredo d’interni (lampade, applique, maniglie, decorazioni per mobili, porte, stanze da bagno, ecc.), dagli arredi sacri e funebri (ostensori, candelabri, lampade da chiesa, urne funerarie, cancellate per cappelle funebri, decorazioni interne per cappelle) a quelli per istituzioni come la Banca commerciale italiana e la Banca d’Italia. Giovanni e figli lavorarono con architetti e scultori di grande prestigio come ad esempio Gaetano Moretti, Camillo Boito, i fratelli Bagatti Valsecchi, Virginio Muzio, Luca Beltrami, Giovanni Ceruti, Alfredo Campanini, Adolfo Zacchi, Paolo Sozzi, Ludovico Pogliaghi, Carlo e Luigi Rigola, Leone Antonini.
Nel corso degli anni il fondatore venne affiancato nel lavoro della Ditta dai figli e si modificò, di conseguenza, anche la ragione sociale: nel 1911 la denuncia obbligatoria presentata da Giovanni al Registro delle ditte della Camera di commercio registra Giovanni come titolare della “Ditta Giovanni Lomazzi e figli”. Successivamente, il 19 agosto 1915, Giovanni inviò alla Camera di commercio una comunicazione con la quale chiese che la ragione sociale della ditta venisse modificata in “G. Lomazzi”, eliminando “e figli”. Una decisione temporanea dovuta probabilmente, secondo quanto testimoniato dal discendente Paolo Lomazzi, nipote di Giovanni, da alcune divergenze con i figli Mario e Italo, che forse avrebbero voluto intraprendere carriere diverse. Dopo alcuni anni però i figli di Giovanni – Mario, Tullio e Ferruccio – presero in mano le redini della ditta di famiglia: Giovanni cedette “Azienda ed esercizio della Fonderia artistica di proprietà di esso cav. Giovanni Lomazzi” in favore dei figli, che si costituirono in società sotto la denominazione “Ditta Giovanni Lomazzi – Bronzi d’arte e decorazioni” nel 1921 (7). Pochi anni dopo, nel 1924, Ferruccio si ritirò dall’attività, come testimoniato dalla “notifica di recesso di socio” presentata alla Camera di commercio di Milano il 22 agosto 1924 (8). Poco dopo la costituzione della nuova società e il ritiro dall’attività, Giovanni morì a Ghirla il 9 luglio 1925. I figli Mario e Tullio e, dal 1942, anche Italo, che entrò ufficialmente a far parte dell’azienda in qualità di procuratore della Ditta (si veda mandato ad negotia a rogito Gianfranco Vandoni in Archivio storico della Camera di commercio di Milano, “Registro delle ditte, Lomazzi”), continuarono l’opera del padre con importanti lavori, quali ad esempio la Madonna di Monte Mario, realizzata in due esemplari, uno per Monte Mario e uno per la sede dell’opera pia Don Orione a Boston, le decorazioni per il mausoleo di Ataturk ad Ankara, le balaustre dell’aula magna e degli scaloni dell’Università di Milano in via Festa del Perdono, le decorazioni delle porte del Duomo di Milano.
Mario Lomazzi affiancò per alcuni anni, a partire probabilmente dal primo decennio del Novecento, all’attività della Ditta del padre, anche quella di fotografo con lo Studio Camuzzi – Lomazzi, in corso Venezia n.61 (post 1912: in “Album n.2” si veda la fotografia 62 con timbro dello studio fotografico Fratelli Camuzzi, successivamente lo Studio diverrà Camuzzi-Lomazzi).
Le sedi della fonderia variarono più volte, pur rimanendo sempre a Milano: da via Rossini a via Vivaio n.6 nel 1899, in via Cappuccini n.16 nel 1900 fino al 1932, anno in cui i figli, rimasti titolari della Ditta dopo la morte del padre si trasferirono in “via Beato Angelico angolo via privata Briosi n. 13” (9). Per alcuni anni la Ditta ebbe, oltre ai laboratori e alla fonderia, anche un negozio per l’esposizione e la vendita, in via Sant’Andrea n.3: non è certa la data di apertura del negozio, si conosce invece quella di chiusura testimoniata dalla denuncia di modifica presentata dalla Ditta Lomazzi nel 1932 alla Camera di commercio di Milano (10). La sede di via Beato Angelico rimase invariata fino alla cessazione dell’attività avvenuta il 1 gennaio 1963, secondo la denuncia presentata alla Camera di commercio di Milano (11).
Note.
(1) Archivio storico della Camera di commercio di Milano, Notificazioni generali, n. 10140, 16 maggio 1883.
(2) Pinoni 2001, p.144.
(3) Archivio Lomazzi, “Carte personali di Giovanni Lomazzi e famiglia, Documenti, Apprendistato di Giovanni Lomazzi”.
(4) Pinoni 2001, p. 144-145.
(5) Arhivio Lomazzi, “Carte personali di Giovanni Lomazzi e famiglia, Documenti”, fascicoli Lomazzi 54 e 55.
(6) Per una esaustiva ricostruzione dei lavori compiuti dalla Ditta si rimanda senz’altro alla tesi di laurea di Annalisa Pinoni.
(7) Archivio storico della Camera di commercio di Milano, Registro ditte, Lomazzi : Atto di costituzione di società in nome collettivo a rogito Antonio Mussi registrato da Giuseppe Chierichetti di Milano, del 18 luglio 1921; Notifica di cessione di azienda commerciale presentata alla Camera di commercio di Milano il 16 agosto 1921 da Giovanni Lomazzi.
(8) Archivio storico della Camera di commercio di Milano, Registro ditte, Lomazzi: Notifica di recesso di socio 22 agosto 1924.
(9) Archivio storico della Camera di commercio di Milano, Registro ditte, Lomazzi: Notifica di trasferimento del 30 aprile 1932.
(10) Archivio storico della Camera di commercio di Milano, Registro ditte, Lomazzi: Denuncia di modifica del 10 marzo 1932.
(11) Archivio storico della Camera di commercio di Milano, Registro ditte, Lomazzi: Denuncia di cessazione ricevuta il 28 gennaio 1963.

Complessi archivistici

Fonti

  • Pinoni 2001 = Annalisa Pinoni, La fonderia di bronzi artistici di Giovanni Lomazzi a Milano 1883 - 1930, tesi di laurea, Politecnico di Milano, Facoltà di architettura, relatore: prof. Ornella Selvafolta, anno accademico 2000-2001
  • Selvafolta 1997 = Il ricordo e l'intuito: la decorazione nelle architetture di Luca Beltrami, in "Luca Beltrami architetto: Milano tra Ottocento e Novecento", a cura di Luciana Baldrighi, Electa, Milano, 1997
  • Selvafolta 2001 = Ornella Selvafolta, Arti industriali e istituzioni scolastiche tra Ottocento e Novecento: una realtà lombarda, in "Storia d'Italia. Le Regioni dall'Unità ad oggi. La Lombardia", a cura di Duccio Bigazzi e Marco Meriggi, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2001, pp. 861-897
  • Selvafolta 1999 = Ornella Selvafolta, La figura l'opera di un artefice nella Milano di fine secolo: Giovanni Lomazzi e l'Urna di Sant'Ambrogio, in "Studi di storia dell'arte in onore di Maria Luisa Gatti Perer", a cura di Marco Rossi, Alessandro Rovetta, Vita e Pensiero, Milano 1999, pp.453-468

Compilatori

  • Paola Bianchi (Archivista)