Cassi Ramelli, Antonio ( Milano, 1905 aprile 12 - Capiago Intimiano, 1980 agosto 23 )

Tipologia: Persona

Codici identificativi

  • MIDC00025A (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Il 12 aprile 1905 nasce a Milano Antonio Cassi, figlio primogenito di Paolo, commerciante, ed Erminia Ramelli (il fratello Guido è più giovane di due anni). Adotterà anche il cognome della madre, come spiega nel diario personale, a causa dei “pericoli non indifferenti di un omonimo architetto pure lui Antonio, pavese, che più di una volta mi fabbricò fastidi”.
Nel 1918 conclude la scuola tecnica maschile Elia Lombardini di Milano, scelta dopo le elementari frequentate presso la sede di via Stella 34.
Precocemente, a tredici anni, comincia a ‘dilettarsi’ con la scrittura: collabora per un anno con un giornale di Sestri Levante per appassionati di filatelia e pubblica un volumetto sul tema francobolli e arte nazionale.
Nel 1922 ottiene il certificato di licenza fisico-matematica presso l’Istituto tecnico Carlo Cattaneo e si iscrive come allievo architetto al Politecnico di Milano.
Nel 1924 raggiunge i primi risultati agonistici nella scherma, passione che lo accompagna negli anni della formazione e nei primi della professione: con fioretto, spada e sciabola, Cassi ‘tira’ per la Società del Giardino. Si registrano successi nel 1924 e 1925 e, in seguito, tra 1930 e 1933, anche in ambito internazionale. La “Gazzetta dello sport”, nel 1933, annuncia il ritorno di Cassi alle gare, dopo che il servizio militare e la professione lo avevano allontanato dallo sport, segnalandone le ottime doti di schermidore, pur ostacolate dalla componente emotiva: Cassi vince l’assalto contro il belga De Groo.
Nel 1926 consegue, presso l’Accademia di Brera, il diploma di professore di disegno architettonico. E’ dello stesso anno la partecipazione, con Giuseppe Biella, al concorso per la Cassa di Risparmio, prima ‘occasione professionale’.
Tra il 1926 e il 1927 ha inizio la collaborazione con l’amico e collega Paolo Buffa, sodalizio che durerà fino alla fine degli anni Trenta. Insieme firmano progetti per concorsi (ingresso Giulio Cesare alla Fiera Campionaria, Ospedale Maggiore, fontana di piazza della Scala, palazzo provinciale di Sondrio¿) e per alberghi (Courmayeur e Cortina), allestimenti per spazi commerciali (Vini Italiani, bar Plaza) o in occasione di Triennali (1930, 1936). Centro dell’attività l’’atelier’ di via A. Doria, condiviso con Buffa, l’amico carissimo Bruno Moretti e un pittore; dopo la demolizione dell’edificio (per costruire la nuova stazione milanese), il trasferimento in via della Spiga.
Il 17 novembre 1927 Cassi si laurea in architettura. L’anno successivo, a Roma, ottiene l’abilitazione professionale.
Nel 1928 scrive i primi articoli su riviste specializzate, quali “L’energia elettrica”, “La Casa Bella”, “L’illuminazione razionale” e, dal 1932, “Rassegna di architettura”. L’attività di pubblicista, su temi diversi, impegnerà Cassi per tutta la vita.
Il 15 gennaio è ammesso al corso allievi ufficiali di complemento (arma di artiglieria contraerei) nella scuola del Corpo d’Armata di Milano, diventando caporale, sergente e sottotenente, fino al congedo, il 15 febbraio 1929.
Del 1930 il “grande premio” alla Triennale.
Risalgono a questi anni le prime realizzazioni: la villa per Angelo Testori a Novate Milanese, la casa Fiorentini a Milano, il Luna park al Lido di Venezia.
Dal 1932 Cassi risulta iscritto al PNF.
Nel 1933 ottiene la medaglia d’oro per la cappella realizzata in occasione della Triennale.
Organizza con altri colleghi la mostra d’Arte Sacra come avverrà più avanti, per quella del 1940.
Nel 1934 Cassi diventa membro della commissione edilizia del Comune di Milano, carica ricoperta per sette anni, che gli varrà (nel 1943) una medaglia d’argento di benemerenza (ne riceverà, nel corso della carriera, altre due). Negli stessi anni, è membro del direttorio del Sindacato Architetti (per il quale organizza, nel 1935, tre mostre tecniche), oltre che organizzatore, con altri colleghi, della mostra d’Arte Sacra alla Triennale del 1933 (e, più avanti, a quella del 1940).
Pubblica, per Hoepli, con Giovanni Canesi Architetture luminose e apparecchi per illuminazione.
A partire dal 1935 – 1936 questi anni si data la collaborazione con “Il Regime Fascista”, “L’albergo in Italia”, “Edilizia moderna”, “La Technique des travaux”.
Nel 1936 ottiene la grande medaglia per l’arredamento alla Triennale.
Dal 27 ottobre 1937 è professore incaricato di Caratteri distributivi degli edifici al Politecnico. In anni precedenti, Cassi si era già accostato all’ambiente accademico, in qualità di assistente volontario (nel 1932 è consigliere dei “cultori di architettura” di Milano; nel 1933 commissario agli esami di laurea della Scuola Superiore di Architettura; infine, nel 1934, Ispettore del Consorzio della Istruzione tecnica di Lombardia).
Nel 1938 è incaricato dal Comune di Milano della ricostruzione del teatro Lirico, distrutto da un incendio; conclusi i lavori per la fabbrica Pecori di Bologna (stabilimento che inaugura una serie di realizzazioni industriali), Cassi stava ‘firmando’ (con Antonio Lugli) la costruzione della prima chiesa: la parrocchiale di Milanino. La carriera professionale si dispiega intanto in molteplici progetti per ville ed edifici residenziali, edicole funerarie, negozi e appartamenti.
Nel 1939 consegue la libera docenza in Caratteri distributivi degli edifici. Per la conferma, nel 1944, sarà Piero Portaluppi, ‘promotore’ di Cassi, a presentare la relazione sul suo operato didattico.
E’ membro della giuria per i concorsi delle case popolari a Varese, del teatro Donizetti a Bergamo e per la sistemazione di piazza Fontana a Milano.
Il 22 luglio sposa Angela Viganò, dalla quale avrà due figli: Paolo, nato il 19/8/40, e Maria Luisa, nata il 22/8/46.
Lo stesso anno è richiamato alle armi “per istruzione” dal 5 al 19 settembre.
Tra il 1939 e il 1940 dirige “Rassegna di Architettura”; dal 1936 era membro del consiglio direttivo.
Tra marzo e aprile 1941 è richiamato al servizio militare, poi trattenuto ed assegnato al 4° reggimento Artiglieria Contraerei a Mantova. Dal 19 gennaio 1942, dopo un ricovero, è in licenza straordinaria di convalescenza, fino al congedo, perché non idoneo al servizio militare incondizionato.
Sfollato ad Olginate, perde casa e ufficio sotto i bombardamenti di Milano. Sarà ‘ospite’, per poter lavorare, in alcuni locali di palazzo Spinola (sede della Società del Giardino), mentre lo storico edificio, danneggiato, è in corso di ricostruzione, secondo un progetto dello stesso Cassi. Dopo un periodo trascorso presso Giovan Battista Perale, ingegnere e impresario, potrà tornare nella casa paterna di via Goldoni 14.
Nel 1945 esce la prima edizione di Edifici per gli spettacoli, edito da Vallardi, come il fascicolo Case, 135 esempi raccolti dall’architetto A. Cassi Ramelli, esordio della fortunata serie “Documenti di Architettura”, diretta da Cassi lungo la sua intera ‘vita editoriale’ (fino alla fine degli anni Cinquanta).
L’insegnamento di Cassi, nell’anno accademico 45-46 e in quelli seguenti, è tra i corsi di integrazione a favore di studenti “reduci dalla prigionia, dai campi di internamento, dal servizio militare, dalla lotta per la libertà, degli sfollati, dei sinistrati, degli ebrei…”.
Nel 1946 pubblica, con Vallardi, Edifici per il culto e il primo volume di Caratteri degli edifici (testo dall’origine didattica, che riflette “un quasi omonimo corso di lezioni”; il secondo volume uscirà nel 1950).
Negli anni 1946 – 1949 è membro del consiglio dell’ordine degli architetti.
Cassi si dedica con passione e sacrificio alla professione: risalgono al 1947 i progetti per la ricostruzione di palazzo Perego, per la nuova sede AEM e i primi lavori per la ditta Alemagna, che danno l’avvio ad un decennio di attività frenetica, scandito da ‘ricomposizioni’ di parti di città o interni demoliti (casa Morardet, teatro Excelsior), progettazione di condomini per committenze private e di residenze di ‘lusso’ nel centro della città, allestimenti (in particolare le pasticcerie Alemagna a Milano e Roma e alcuni saloni dell’Andrea Doria), incarichi per l’Ina-casa e per la Stipel (filiali, posti telefonici pubblici in molti centri del nord Italia, edifici per dipendenti). Si data alla metà degli anni Cinquanta l’inizio della lunga attività per l’Alfa Romeo.
Nel 1949, pur risultando terzo ternato al concorso per la cattedra di Caratteri distributivi degli edifici presso l’università di Roma (in commissione i professori Canino, Fagnoni, Foschini, Marino, Portaluppi), Cassi non ottiene una nomina per carenza di posti disponibili.
Negli anni 1950 – 1951 scrive le prefazioni in alcuni volumi della nota collana “Esempi di architettura moderna di tutto il mondo” diretta da Roberto Aloi.
Tra il 1951 – 1952 è collaboratore volontario alle esercitazioni di Elementi di composizione (titolare Portaluppi).
Negli anni 1953 – 1956 è vicepresidente della commissione edilizia del Comune di Milano, in questi anni partecipa alla commissione speciale per la sistemazione di corso Vittorio Emanuele e di piazza Fontana, è membro della giuria per il concorso della fontana in piazza Castello, delle scuole medie di Cremona, della ricostruzione del teatro comunale di Rimini e del liceo di Novara, oltre ad essere consulente del Comune per la ricostruzione della galleria Vittorio Emanuele II.
Il 30 gennaio 1954, il consiglio di facoltà nomina Cassi professore straordinario di Caratteri distributivi, in seguito all’esito del concorso nel quale si è graduato primo della terna: cinque punti su cinque assegnati da Portaluppi, Muzio, Fagnoni, Guerra, Carbonara. Parteciperà a congressi tra docenti e a viaggi culturali e sarà membro di commissioni giudicatrici interne ed esterne alla facoltà. Attento alle esigenze dell’insegnamento, negli anni solleverà alcuni ‘malfunzionamenti’ della scuola, nel tentativo di avviare la riforma in sintonia con gli adempimenti legislativi.
Nel 1954, riceve la medaglia d’argento del Comune.
Consigliere della Veneranda Fabbrica del Duomo dal 1957, tra 1960 e 1963 assume il ruolo di architetto facente funzione e, poi, di consigliere delegato all’edilizia e all’archivio. Nel tempio cittadino, si occupa del restauro di vetrate e volte (navata maggiore, retrocoro e abside), del rinforzo della guglia maggiore, degli interventi ai gugliotti Amadeo e Pestagalli e alla Madonnina, della realizzazione della quinta porta (ad opera di Luciano Minguzzi) e del sagrato (a firma di Portaluppi), oltre che della discesa allo scurolo di S. Carlo e dell’area sotterranea a perimetro dell’edificio. Si interessa del museo dell’Opera del Duomo, dell’archivio e dell’ufficio tecnico della Fabbrica, promuovendone l’immagine attraverso attività culturali rivolte all’esterno. Favorisce, infine, lo sviluppo di una scuola per marmisti a Candoglia e progetta la ristrutturazione del ‘seminarietto’ dell’Arcivescovado.
Dal 1° novembre 1958, Cassi, ordinario di Caratteri distributivi degli edifici, è trasferito alla cattedra di Composizione architettonica.
Dello stesso anno Logica e realtà degli edifici (Vallardi).
Nel 1959 pubblica il Sillabario di architettura, edito da Tamburini, sostituisce Caratteri degli edifici nella bibliografia del corso al Politecnico.
Per l’anno accademico 1959 – 1960 è incaricato dell’insegnamento di Restauro architettonico dei monumenti. Esito dell’esperienza la pubblicazione, con il corrispettivo percepito, de Il restauro architettonico (Tamburini, 1961), che raccoglie materiali e appunti utilizzati per lo svolgimento delle lezioni, “per la maggiore comodità degli allievi”.
Revisore supplente del Collegio Lombardo degli Architetti nel 1960, in questi anni si annovera tra i membri di consigli, giurie, comitati redazionali (“Attualità ospedaliera”) e commissioni: tra le altre, quella per l’Arte Sacra, la commissione urbanistica del Comune e la commissione tecnico consultiva dell’Istituto case popolari.
Entra nel Rotary club centro Milano: numerose le relazioni ai soci.
L’anno accademico 1960 – 1961 è in aspettativa per ‘motivi di famiglia’: Cassi sospende l’attività didattica.
Nell’anno 1961 – 1962, rientrato al Politecnico, è incaricato dell’insegnamento di Elementi di composizione. In questi anni partecipa alla progettazione della nuova sede della facoltà di via Bonardi; è impegnato, inoltre, nella realizzazione del cimitero di Bruzzano e nel progetto di ampliamento della sede delle Assicurazioni Generali in piazza Cordusio, via Mercanti.
Nel 1962 riceve il diploma di benemerenza della Veneranda Fabbrica del Duomo.
La sede della facoltà viene occupata, il 14 febbraio 1963: gli studenti protestano contro l’ordinamento ‘accademico’ e conservatore dell’università. Causa occasionale l’incomprensione dichiarata con alcuni professori e, in particolare, con il professore di Composizione II: Cassi, ‘reo’ di aver progettato un edificio troppo tradizionale, la sede della Snia Viscosa, iniziata nel 1960, e di essere il candidato accreditato per la presidenza della facoltà.
Cassi si dimette da professore ordinario con decorrenza dal 1° febbraio 1964. Lascia anche la carica di direttore dell’istituto di Composizione.
Dello stesso anno il testo al quale deve la sua fama internazionale di studioso di fortificazioni: Dalle caverne ai rifugi blindati. Competente e appassionato, Cassi pubblica, negli anni, studi e articoli sull’architettura militare, ed è invitato a lezioni e conferenze anche in rappresentanza ufficiale dell’Istituto italiano dei castelli. Membro del consiglio direttivo della rivista “Castellum”, regalerà all’istituto i clichés del suo ‘manuale’, utilizzati per le copertine di “Cronache castellane” dal 1972 fino a dopo la sua scomparsa.
Nel 1965, su proposta del preside dell’università di Firenze, diventa accademico dell’Accademia fiorentina delle arti e del disegno.
Curiosità sul Duomo di Milano (per Alfieri & Lacroix) riconferma l’interesse di Cassi per il monumento cittadino, già espresso l’anno precedente nella pubblicazione Luca Beltrami e il Duomo di Milano.
Nel 1968 Alfieri & Lacroix pubblica La Impresa Edilizia. Ricerche sulle origini e lo sviluppo nei secoli: un tema inedito ripercorso nella sua evoluzione storica, attraverso frammenti, dall’edilizia egiziana a quella ottocentesca.
Nel 1971, appassionato cultore di storia meneghina, Cassi ripercorre vie e vicende della città nel volume Il centro di Milano. Dal Duomo alla cerchia dei navigli. Documenti, note e divagazioni (Ceschina).
Nel 1972 è nominato Cavaliere commendatore dell’ordine di San Gregorio Magno.
Nel 1973 l’editore Ceschina dà alle stampe Libretti e librettisti. Testimonianza della molteplicità di interessi dell’autore, è un’opera per appassionati, un volume organico da melomane interessato a svelare cosa si nasconde dietro il sipario del melodramma: le figure “più colorate, scanzonate ed estrose dei comprimari”, dei “poeti da teatro”.
Nel mese di febbraio 1976 si inaugura, presso la galleria Nedalini di Treviglio, una mostra delle pitture di Cassi, prodotti del ‘diletto’ accordato dal pennello.
Lo studio dell’architetto si sposta in via Fiamma 24, dopo circa 20 anni di attività timbrata “Antonio Cassi Ramelli via Morosini 14” (entrambi gli edifici sono progettati dall’architetto).
Nel 1978, per il trentennale dell’IBI (Internationales Burgen-Institut), Cassi riceve la medaglia d’oro per meriti di studioso.
Il 23 agosto 1980, muore improvvisamente d’infarto, a 75 anni, nella sua casa di Capiago Intimiano, luogo di studio e pittura. Si scopre, nelle pagine del diario, il desiderio di scrivere un secondo libro su Milano e l’ipotesi di un lavoro sulle meridiane, promesso all’amico Alpago Novello. Scrive di avere “adagio adagio” tagliato i fili “che altri avrebbero avuto caro di frequentare”. “Credo di avere così individuato il miglior sistema per sopravvivere: quello della difesa continua, del fossato e del ponte levatoio”.
La notizia della morte è diffusa, come richiesto, solo a funerali avvenuti.
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Profilo storico biografico compilato sulla base di “Tempi e luoghi della vita”, di Francesca Varalli, in Susani 2005, pp. 331 – 333.

Funzioni e occupazioni

  • architetto

Complessi archivistici

Fonti

  • Susani 2005 = Elisabetta Susani (a cura di), Antonio Cassi Ramelli. L'eclettismo della ragione, Milano, Jaca Book, 2005

Compilatori

  • Virna Alberti (Archivista)
  • Giada Ortalli (Archivista)