Comune di Maderno ( sec. XII - 1928 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente pubblico territoriale

Sede: Maderno

Profilo storico / Biografia

I documenti attualmente conservati nell’archivio di Maderno risalgono non oltre la metà del Quattrocento, nessuna testimonianza diretta dunque si ha da questa fonte per l’epoca precedente, segnatamente per il periodo di nascita e di primo consolidamento della istituzione comunale. Per la verità secondo Guido Lonati, che nel 1927 (Lonati 1927) cura e pubblica l’inventario dell’archivio comunale, esisteva una “teca” nella quale riposavano “documenti preziosi” che risalivano al XIV, tra cui un citatissimo manoscritto di Bartolomeo Vitali contenente copia di privilegi imperiali e ducali. Questi documenti, studiati dal Lonati (Lonati 1933) e da altri ricercatori, unitamente ad altra consistente messe di fonti di area non solo bresciana, hanno consentito il fiorire di una non trascurabile storiografia locale. Per illuminare i primi secoli di vita del Comune di Maderno, dal XIII sino alla metà del XV, si rinvia pertanto alle pagine di questa pubblicistica, ampiamente citata tra le fonti, avvertendo che non sempre le ipotesi formulate trovano puntuali riscontri documentari.
Un dato tuttavia appare condiviso da tutti gli studi, anche i più recenti, ed è che sia in epoca visconteo sforzesca sia all’esordio della dominazione veneziana Maderno contendeva a Salò il ruolo di capitale della Riviera e sede delle principali magistrature, prima Podestà e in seguito Provveditore e Capitano, segno di una rilevanza “politica” che è andata poi esaurendosi.

Attorno alla metà del Quattrocento quando la parola può essere restituita, anche, alle pagine dell’archivio madernese, la struttura dell’amministrazione locale appare consolidata. Nei suoi tratti fondamentali non si discosta da quella di altri comuni dell’area bresciana; se ne riassumono di seguito gli elementi principali utilizzando sia le informazioni desunte dalla schedatura dell’archivio sia i già citati studi del Lonati.
La vicinia, “seu conscilium generalis”, riunione generale dei capi di casa, è il soggetto titolare delle potestà comunitarie. Viene convocata dal console e provvede ad assumere le principali decisioni relative alla vita della comunità, in particolare alla gestione dei beni e dei diritti, nomina il consiglio speciale e i principali ufficiali. Il numero dei partecipanti varia nel tempo e a seconda delle circostanze: da un minimo di quaranta ad un massimo di circa cento venti. Varia anche la frequenza delle sedute: in talune annate viene convocata tre-quattro volte, in altre sino a dieci-dodici. Questa oscillazione può essere forse collegata alle difficoltà di gestione delle assemblee. Come accade anche in altri comuni la vicinia talora diventa occasione di conflitti, non solo verbali, tra clan familiari. Nel gennaio del 1558, ad esempio, (provvisioni reg. 11, c 21)il provveditore emana un severo richiamo a che nel corso delle adunanze non si dia vita a tumulti, non si intervenga a sproposito, si seguano gli argomenti proposti dal console ecc. Non sarà l’ultimo segnale di questo tipo. Le sedute generali dedicate alla elezione dei consiglieri sono quelle di fine anno nelle quali si approvano, o si respingono, anche decisioni che riguardano il patrimonio collettivo.
L’organo che oggi chiameremmo esecutivo, il consiglio speciale, dovrebbe essere formato da venti quattro membri, almeno sulla carta. Effettivamente i registri delle provvisioni ci confermano che, approssimativamente ogni biennio vengono nominati nel numero previsto. Quasi mai però sono presenti tutti i consiglieri, di norma il loro numero si attesta attorno ai sedici partecipanti, soglia minima sotto la quale non vi è la validità, almeno secondo una disposizione assunta nel gennaio 1500. Con una riforma introdotta nel 1629 il numero dei consiglieri viene portato a trentasei; anche dopo questa data raramente il collegio è al completo.
Il consiglio, convocato e presieduto dal console, si riunisce presso la casa del comune. Le incombenze che spettano a questo organo riguardano quella che oggi chiameremmo la ordinaria amministrazione: disposizioni relative a lavori di pubblica utilità, indizione di incanti e contratti, provvedimenti in materia di sanità, di culto, di polizia, livelli di beni comunali e così via. Le decisioni di maggior impegno giuridico ed economico vanno comunque ratificate dalla vicinia.
Il capo della amministrazione, che convoca il consiglio generale e quello ristretto, è il console. E’ scelto tra i consiglieri e resta in carica, a seconda dei periodi, sei mesi oppure un anno. Oltre ai compiti in materia di amministrazione quotidiana ricade su di lui anche quello di giudicare nelle cause di minore entità.
Numerose sono le figure di salariati comunali. ….

Il territorio comunale si estende dalle sponde del lago verso le colline dell’interno. Il borgo più popoloso, Maderno, affaccia sulle acque e, come lo descrive un cronista tardo cinquecentesco (Domenicetti 2000) “è la principal terra di questo commune, la qual è di circa 150 fuoghi et è copiosa di giardini di cedri, naranzi et limoni”. All’interno, verso il monte, si trovano le contrade minori di, partendo da meridione, Bezzoglio, Maclino, Stina, Vigole e Sanico che in tutto contano poco più di 180 fuochi.
Secondo una Descrizione della città e terre bresciane nel 1493 , manoscritto anonimo edito da Antonio Medin (Medin 1866), il numero delle anime assomma a 1483. Questa cifra appare forse un poco sovrastimata, come per altro accade per altri comuni descritti in quel testo. Circa un secolo più tardi il già citato Domenicetti parla di soli 756 abitanti, dimensione demografica che crescerà molto lentamente per giungere, all’alba del XIX, a poco meno di mille e duecento .
Il comune è titolare di diritti di pesca sulle acque del lago, è proprietario di diversi mulini e di boschi nell’area montuosa; la raccolta di erba e di legna (anche per la produzione di carbone) viene assegnata all’incanto. Con i cespiti derivanti dai livelli comunali, oltre che dalla imposizione di specifiche taglie, vengono sostenuti i diversi oneri a carico della amministrazione: per i salariati, per i lavori di pubblico interesse, per opere di culto ecc.
Durante la lunga stagione della dominazione veneziana Maderno è sede di un vicario che amministra la giustizia civile di prima istanza per tutti i comuni della quadra di Maderno (Roina, Morgnaga, Toscolano, Maderno e Gardone) e Gargnano. Il giusdicente, dura in carica due anni, viene scelto dalla vicinia e confermato dal provveditore di Salò. La documentazione di questa magistratura è sostanzialmente scomparsa, si conservano poche testimonianze presso l’archivio comunale.

Con il 1797 la vita amministrativa della comunità cambia, almeno sulla carta, in modo repentino e radicale. La organizzazione di organi ed uffici non è più definita da norme stabilite in sede locale ma dalla legislazione del contesto statale di appartenenza. Soprattutto nei primi anni del nuovo regime tuttavia non sempre al rinnovo normativo fa seguito un mutamento organizzativo conseguente
Al di là delle differenze che segnano il passaggio dalla Repubblica Cisalpina (1797 – 1802) alla Repubblica italiana (1803 – 1805) e al Regno d’Italia (1805 – 1815) due sono le fondamentali novità che porta il periodo napoleonico. In primo luogo le amministrazioni locali sono inserite all’interno di un ben definito contesto di ripartizioni territoriali (cantoni, distretti, dipartimenti) presidiate da uffici periferici (delegati, viceprefetti, prefetti) con cui i rappresentanti delle amministrazioni locali devono relazionarsi sistematicamente. I comuni vengono suddivisi in fasce in base alla dimensione demografica; la appartenenza all’una o all’altra determina la composizione e le attribuzioni degli organismi di governo.
Maderno che con i suoi 1750 abitanti sta nella terza classe vede il corpo amministrativo ridotto ad un agente municipale con un aggiunto; la riunione degli aggiunti di un determinato distretto forma la municipalità del medesimo. Le riforme della Repubblica italiana (1803 – 1805) confermano la presenza dell’agente comunale, eletto dal Consiglio il quale è formato da tutti gli estimati e i capi famiglia che pagano la tassa personale. Il Regno d’Italia (1805 – 1815) cambia nuovamente: il consiglio comunale è formato da un massimo di quindici membri di nomina prefettizia

Complessi archivistici

Fonti

  • Lonati 1927 = Guido Lonati, Gli Archivi della Riviera Bresciana. Maderno, Officine Grafiche Lombarde, 1927

Compilatori

  • Aggiornamento scheda: Roberto Grassi (Archivista) - Data intervento: 04 marzo 2013