Comune di Leno (parte otto-novecentesca) ( sec. XIX - sec. XX )
Tipologia: Ente
Tipologia ente: Ente pubblico territoriale
Condizione: pubblico
Sede: Leno
Profilo storico / Biografia
E’ doveroso premettere che il breve profilo storico istituzionale che fa da sfondo all’inventario d’archivio, non esaurisce le notizie sulle vicende politiche, amministrative, economiche e sociali di Leno nei sec. XIX-XX per il cui approfondimento si rimanda ai numerosi studi locali pubblicati.
All’indomani della caduta del dominio della Serenissima, l’assetto amministrativo e giudiziario della Provincia di Brescia cambia. Alle quadre venete si sostituiscono i distretti che comprendono ciascuno più comunità. Con la proclamazione della Repubblica cisalpina, il territorio della provincia si identifica con quello del Dipartimento del Mella. Nell’ottobre 1798, Leno è capoluogo del Distretto numero 9 detto delle sorgenti che comprende, oltre a Leno con Castelletto, Pavone, Gottolengo, Bagnolo, Porzano, Manerbio, Milzanello, Ghedi (1). Nel Comune di Leno avrà sede anche il giudice di pace.
Con la legge del 13 maggio 1801, i distretti si riducono a sole 4 estese zone comprensoriali. Leno fa parte del I Distretto di Brescia.
Successivamente, la legge napoleonica del 1805 (2) fissa in modo definitivo la divisione del territorio del Regno d’Italia in dipartimenti, distretti e cantoni. Il Comune di Leno si trova incluso nel Distretto III di Verolanuova che comprende due cantoni: I di Verolanuova e II di Leno (3). La popolazione del cantone di Leno ammonta a 23.409 abitanti, mentre Leno con Castelletto, Porzano e Milzanello conta 3.822 abitanti. Il comune, secondo la legge, appartiene alla seconda classe, cioè dei comuni con abitanti da tre e diecimila, è retto da un consiglio con 30 membri.
Ancora un cambiamento si registra nel febbraio 1816 con la legge dell’Imperiale Regio Governo di Milano, andata in vigore nel successivo mese di maggio, che stabilisce il Compartimento territoriale della Lombardia. Il territorio della regione è suddiviso in nove province, articolate in distretti, direttamente dipendenti dall’Amministrazione del Governo di Milano. La Provincia di Brescia comprende 17 distretti di cui il XIII ha come capoluogo Leno.
Nel 1853, la Provincia di Brescia viene di nuovo ripartita, questa volta in 14 distretti amministrativi e giudiziari, per complessivi 237 comuni. Leno è comune capoluogo del V Distretto che comprende anche i comuni di Manerbio, Fiesse, Gambara, Gottolengo, Isorella, Pavone, Pralboino con consiglio e i più piccoli comuni di Cigole, Milzanello, Porzano con un convocato.
Durante il periodo di dominazione austriaca, il consiglio comunale di Leno è costituito da 30 membri scelti tra i primi cento estimati e tra gli individui aventi un rilevante stabilimento d’industria o di commercio nel comune (Notificazione governativa 12 aprile 1816). Le adunanze ordinarie del consiglio, dette di primavera e d’autunno, si svolgono, la prima, generalmente nei mesi di febbraio o di marzo, e la seconda nel mese di ottobre.
Le sedute ordinarie o straordinarie si tengono alla presenza del commissario distrettuale, rappresentante di Governo, del segretario comunale e di un consigliere nominato di volta in volta con funzioni di presidente del consiglio comunale. Le adunanze ordinarie generalmente prevedono ciascuna l’esame e l’approvazione di “oggetti” fissi ogni anno. Nella seduta di primavera viene illustrato e approvato il conto consuntivo comunale dell’anno precedente e apportate modifiche al preventivo dell’anno in corso sulla base delle indicazioni della Ragioneria provinciale, mentre nella seduta d’autunno, viene presentato dai revisori scadenti il preventivo delle rendite e delle spese comunali per l’anno successivo.
Sempre nella seduta di ottobre, avviene il rimpiazzo di un terzo consiglieri (art. 35 Istruzioni del 12 aprile 1816_). In questa stessa occasione, il consiglio procede alla nomina dei deputati all’_amministrazione comunale, che resteranno in carica tre anni, tra i quali viene scelto il primo deputato, e alla nomina dei due revisori dei conti, scelti in una rosa di quattro nomi, incaricati della predisposizione del bilancio preventivo dell’anno successivo a quello della nomina e di valutare il consuntivo dell’anno in corso. Il consiglio comunale nomina tra i suoi membri il proprio rappresentante presso la Congregazione provinciale chiamato deputato non nobile.
Tutte le votazioni del consiglio avvengono per scheda segreta.
Il consiglio, quale unico organo deliberante, discute e decide anche sulla gestione del vasto patrimonio immobiliare comunale come il rinnovo delle affittanze degli appezzamenti della Campagna, di case e mulini e la manutenzione delle acque irrigue e delle strade comunali. Spetta al consiglio anche la nomina di incaricati e salariati comunali.
Dall’Unità d’Italia, la Provincia di Brescia viene ripartita in cinque Circondari comprendenti ciascuno un certo numero di Mandamenti (4). Leno fa parte del Circondario di Verolanuova comprendente 2 Mandamenti dei quali uno assegnato a Verolanuova e il secondo a Leno. I comuni compresi nel Mandamento di Leno sono 10: Cigole, Fiesse, Gambara, Gottolengo, Manerbio, Milzanello, Pavone Mella, Porzano, Pralboino e Leno.
La legge del 23 ottobre 1859, sull’ordinamento dei comuni e delle province, prescrive la formazione delle liste elettorali in base alle quali sono indette le elezioni per la scelta dei consiglieri comunali. Nel dicembre del 1859 una rappresentanza comunale di dodici membri, forma per Leno la lista elettorale amministrativa. I titoli validi per l’elettorato sono il censo, desumibile dai quinternetti delle imposte, e particolari mestieri o professioni, come impiegati civili e militari, professori e maestri, notai, medici, giudici, militari. Non sono elettori né eleggibili le donne, gli interdetti, i condannati (art. 23 legge del 23 ottobre 1859_).
Le prime elezioni amministrative del Comune di Leno si tengono il 22 gennaio 1860 nel locale della Chiesa Disciplina; gli elettori sono in numero di 268 presenti sono 78.
Dal 31 gennaio 1860, l’ufficio comunale di Leno proclama formato il nuovo consiglio comprendente 20 membri con a capo il sindaco Carlo Dossi. La prima seduta del consiglio ha il solo compito di eleggere la giunta municipale formata da sei assessori, dei quali due supplenti, e presieduta dal sindaco.
Le funzioni del nuovo organo deliberante sono riconducibili sostanzialmente alla gestione del bilancio, delle entrate e spese comunali, delle imposte e sovrimposte e dei beni comunali. In questo ambito, per affari di particolare rilevanza la giunta è autorizzata a convocare il consiglio in seduta straordinaria. Il consiglio comunale continua, come in precedenza, a riunirsi ordinariamente nelle due sessioni di primavera e d’autunno, per deliberare sul bilancio preventivo e sul conto consuntivo, sulle nomine di incaricati e dipendenti e sui loro onorari, sui regolamenti comunali e su affari a favore del bene pubblico.
Fin dagli anni del Regno lombardo veneto, a Leno hanno sede l’ufficio del commissario distrettuale, funzionario di Governo, e gli uffici finanziari dipendenti dall’Intendenza di finanza di Brescia: l’Ufficio del catasto, del registro, delle imposte e tasse. Inoltre, Leno, in qualità di comune capoluogo di mandamento, è sede di Pretura dal 1820, ufficio giudiziario che manterrà anche dopo il 1860 e fino alla soppressione del 1933. L’ufficio giudiziario, prenderà il nome, prima, di Regia giudicatura mandamentale e poi, nel 1865, di Regia Pretura Mandamentale dipendente dal Tribunale di Brescia (5) .
Il comune, la Pretura e gli uffici finanziari si trovano tutti nel centro del paese, nell’edificio, costituito da più corpi di case, che si affaccia, per la parte rivolta a ovest, sulla piazza della chiesa parrocchiale.
Con la riforma amministrativa del 1926-1927 (_R.D. 21 ottobre 1926 n. 1820 e R.D. 2 gennaio 1927 n. 1), i mandamenti vengono soppressi insieme ai circondari.
Per quanto attiene alla circoscrizione giudiziaria, nel 1924 viene disposta la fusione delle preture di alcuni mandamenti in un unico ufficio con competenza su tutti i comuni appartenenti alle circoscrizioni mandamentali (6) . Quindi, dal 1924 fino alla soppressione del 1933, la nuova sede della Pretura si stabilisce a Verolanuova, mentre a Leno viene istituita una sede staccata dove il pretore si reca settimanalmente a dirimere le cause di sua competenza. L’assetto giudiziario civile rimane immutato fino alla fine degli anni ’80 quando verranno istituite le Preture circondariali con sede nei capoluoghi circondariali (7).
Nel 1860 il Comune di Leno conta 3879 abitanti, è un paese a vocazione agricola, ma non mancano, e sono numerose, le botteghe di ogni genere di attività artigianale e alcune industrie. Il mercato che si tiene settimanalmente ogni martedì è motivo di grande attrazione anche per i comuni circonvicini.
E proprio per incoraggiare l’agricoltura e migliorare l’assetto della campagna, divenuta progressivamente più incolta e improduttiva, dalla metà del sec. XIX fino alla metà degli anni Trenta, il comune provvederà a più riprese a realizzare opere di bonifica e a potenziare la rete dei propri canali irrigui. Nella campagna lenese si coltivano i cereali, tra i quali principalmente il granoturco, il lino e, per un breve periodo dal 1922, anche il tabacco. Nell’Ottocento si diffondono anche le risaie, sempre contrastate perchè causa di insalubrità.
Il paese è dotato di un ospedale, realizzato nei primi decenni del sec. XIX, amministrato dalla Congregazione di carità, in grado di accogliere e dare assistenza sin dall’inizio ad almeno 20 persone (8). Sorto grazie al patrimonio di numerosi lasciti, l’Ospedale civile sarà attivo durante tutto il sec. XIX e XX, essere progressivamente ampliato per ospitare nuovi reparti e servizi sanitari. Al nosocomio si affianca nel 1894 la locanda sanitaria per la cura e l’assistenza a favore dei malati di pellagra, nel 1929 un Dispensario antitubercolare.
Nel 1927, a Leno sono aggregati i piccoli comuni di Milzanello e Porzano in base al regio decreto del 27 ottobre 1927, n. 2114. Per le due nuove frazioni, tra il 1927 e il 1929, l’amministrazione realizzerà la sistemazione dei cimiteri, nel 1934 sarà la volta della costruzione dell’asilo di Milzanello.
Il Ventennio fascista a Leno è contrassegnato dalle importanti opere di bonifica che interessarono l’intera Bassa bresciana. Allargamento di canali esistenti, costruzione di nuovi cavi per l’irrigazione, se diedero forza all’agricoltura ebbero anche il merito di creare lavoro per tanti disoccupati (9).
Gli anni dopo la fine della II Guerra mondiale sono contraddistinti da una intensa attività comunale finalizzata alla realizzazione di nuove e necessarie strutture pubbliche: vengono ampliate alcune strade, costruita la rete fognaria e nuovi tratti di acquedotto, ampliato il servizio di illuminazione.
La terra intorno al nucleo storico, prima coltivata, viene sfruttata per nuove case che sorgono aggregate in cooperative.
Nel 1951 il Comune di Leno conta quasi 12.000 abitanti, è un paese in forte ripresa anche economica. Ne sono prova dal 1953 l’apertura di una nuova fabbrica di apparecchiature elettriche (COBO) e la Fiera annuale di S. Benedetto, rassegna zootecnica, nella quale vengono esposti anche prodotti dell’agricoltura, del commercio e dell’artigianato (10).
Dal canto suo, l’archivio comunale continua a documentare il nuovo percorso del paese che si avvia a divenire riferimento di rilievo della Bassa Bresciana nell’ambito del lavoro, dell’associazionismo e della crescita sociale.
Note
1. Con la legge è del 13 fiorile, anno VI repubblicano (4 maggio 1798) il territorio è suddiviso in 17 distretti. In questa legge il distretto di Leno non è ancora indicato. La successiva legge 21 vendemmiale anno VII (12 ottobre 1798) prevede la suddivisione in 14 distretti meglio definiti.
2. Decreto sull’Amministrazione pubblica, e sul comparto territoriale del Regno, 8 giugno 1805.
3. I distretti sono 4: Distretto I di Brescia, il più esteso della provincia, con sette cantoni, il Distretto II di Chiari con quattro cantoni, Distretto III di Verolanuova con due cantoni e Distretto IV di Salò con quattro cantoni.
4. I cinque circondari sono di Breno (3 mandamenti), di Brescia (11 mandamenti), di Chiari (4 mandamenti), di Salò (5 mandamenti) e di Veronanuova (2 mandamenti).
5. Legge 27 marzo 1862 n. 516 e R. D. 6 dicembre 1865 n. 2626.
6. R.D.L. 23 maggio 1924 n. 772 e R.D. 27 novembre 1924 n. 2057.
7. Legge 1 febbraio 1989 n. 30.
8. Nel 1974 i posti letto sono 450. Cfr. Favagrossa, L’Ospedale civile e le principali istituzioni assistenziali sorte a Leno, p. 115.
9. Cfr. Inventario della Sezione Acque irrigue.
10. Per notizie dettagliate sulla storia di Leno, cfr. anche Enciclopedia bresciana, Brescia 1987, vol. VII, voce Leno.
Complessi archivistici
- Comune di Leno sec. XIX-1970 (inizio sec. XIX - 1970)
Fonti
- BIB = Cirimbelli Luigi, La via delle cascine. Storia e tradizione delle campagne lenesi, Comune di Leno, 2004
- BIB = Cirimbelli Luigi, Acque irrigue, Comune di Leno, 2007
- BIB = Gabrieli Giovanni Battista, Castelletto di Leno. Cenni storici, Comune di Leno, 2001
- BIB = Enciclopedia bresciana, vol. VII (J-L), La voce del popolo, 1987
- BIB = Cocchetti Carlo, Brescia e sua provincia, Corona e Caimi, 1859 (ristampa anastatica a cura del Giornale di Brescia, s.d.)
Compilatori
- Revisione: Giuseppina Caldera (Archivista) - Data intervento: 12 settembre 2017
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