Comune di Leno sec. XIX-1970 (inizio sec. XIX - 1970)
7.894 unità archivistiche di primo livello collegateFondo
Metri lineari: 105.0
Consistenza archivistica: bb. 800 (fascc. 8104)
Intervento archivistico e inventario
L’intervento di riordino e di inventariazione dell’archivio storico comunale, promosso dall’Amministrazione comunale con provvedimento della Giunta comunale n. 277 del 24/11/1999, prevedeva l’ordinamento dell’archivio storico dal 1700 al 1970 e la realizzazione dell’inventario analitico predisposto a regola d’arte. L’intervento è stato avviato nel mese di ottobre 2001.
La fase preliminare dell’intervento è consistita nel trasferimento dei materiali documentari della sezione ottocentesca dal deposito presso le ex scuole di Milzanello alla sede di lavoro presso il Municipio.
Qui le buste, collocate su scaffalature appositamente allestite, sono state allineate in base al numero progressivo impresso sulla costola.
Si è proceduto, quindi, all’accertamento dei materiali documentari presenti mediante il confronto con l’elenco di consistenza redatto nel 1956. Numerose le buste mancanti delle quali non si è trovata traccia anche nel corso di successive visite al deposito di Milzanello. Delle buste mancanti è stato compilato l’elenco che si riproduce in fine a questa introduzione (disponibile nell'inventario cartaceo).
Sulla base dell’elenco di consistenza, l’intero archivio ottocentesco e novecentesco si presenta organizzato in serie annuali chiuse secondo il titolario ministeriale delle 15 categorie, entrato in vigore nel 1898. Questo fatto era reso evidente anche dalle indicazioni presenti sul dorso di tutti i faldoni. Si è osservato come tale ordinamento non fosse aderente all’organizzazione originaria dei fascicoli contenuti nei faldoni essendo stato applicato retroattivamente il titolario ministeriale del 1897.
Fin dai primi sopralluoghi all’archivio comunale, preliminari all’intervento archivistico, si era notato come i fascicoli del sec. XIX facessero riferimento a titolari coevi alla produzione e sedimentazione delle carte.
Perciò, gli obiettivi della prima ricognizione sulle carte sono stati l’identificazione dell’organizzazione originaria delle carte e la definizione della reale struttura del fondo.
La successiva fase del lavoro è consistita in una attenta valutazione dell’esatto stato di ordinamento del fondo: a tal fine, si è provveduto a registrare in modo sistematico il contenuto dei singoli faldoni attraverso l’annotazione di:
− titoli rinvenuti sui fascicoli;
− date;
− elementi utili per l’identificazione dei pezzi;
− stato di conservazione.
In questa fase, preliminare al lavoro di ordinamento vero e proprio, è stato realizzato anche un accurato lavoro di pulizia di tutti i materiali documentari mediante aspirapolveri e gomme wishab. L’azione di pulizia si è resa necessaria a causa dello stato di conservazione in cui è stata rinvenuta la documentazione. Sono stati trovati interi fascicoli molto danneggiati e ammalorati. I danni più frequenti sono dovuti all’umidità dei locali di conservazione dell’archivio, alla polvere e allo sporco. Le carte più fortemente danneggiate sono state avvolte in fogli.
Il risultato di questo primo lavoro è stata l’elaborazione di un inventario sommario aderente allo stato archivistico del fondo. Dai contenuti e dalle intitolazioni trovate sui fascicoli sono affiorate alcune parti/sezioni d’archivio cronologicamente contigue e gli schemi dei titolari ottocenteschi in base ai quali l’ufficio comunale curò la raccolta e l’archiviazione della documentazione afferente alle diverse attività dell’epoca. Si è potuto osservare come la prima struttura originaria, visibile solo dal 1837, si sia progressivamente consolidata e mantenuta fino al 1855, per mutare una prima volta per effetto dell’inserimento di nuovi titoli coerenti, in parte, con taluni cambiamenti amministrativi. Un ulteriore cambiamento nella struttura dell’archivio comunale ottocentesco è attestato nel 1882. Questa volta, lo schema di titolario articolato in titoli e suddivisioni interne sarà mantenuto fino all’entrata in vigore del titolario ministeriale dettato dalla circolare n. 17100 del 1° marzo al 1897 il quale sarà applicato con varianti successive fino al 1970.
Prima di procedere all'esame analitico dei materiali, sono state fissate sette strutture coerenti ai titolari emersi, sia ottocenteschi che novecenteschi. Nelle prime quattro strutture ottocentesche, l'archivio è organizzato in serie aperte, mentre nelle restanti tre, corrispondenti alla parte novecentesca, l'archivio è organizzato in serie annuali chiuse.
E’ seguito l’ordinamento definitivo dei fascicoli, l'analisi delle carte e la descrizione inventariale delle unità.
Il lavoro di riordino condotto su ciascuna delle sezioni, è proseguito secondo i criteri illustrati nelle premesse a ciascuna sezione.
L’archivio storico comunale, a seguito dell’intervento, risulta organizzato in sette sezioni cronologiche comprendenti complessivamente 8104 unità/fascicoli condizionate in 800 buste e così distribuite:
− Sezione Frammenti sec. XV−1820
− Sezione 1821−1855
− Sezione 1856−1881
− Sezione 1882−1897
− Sezione 1898−1932
− Sezione 1933−1947
− Sezione 1948−1970.
La descrizione inventariale delle singole unità risultanti dall’intervento è stata realizzata utilizzando lo standard descrittivo della scheda completa del software Sesamo che prevede il rilevamento dei seguenti dati identificativi dell’unità archivistica/fascicolo/registro:
• numero d’inventario progressivo;
• titolo del fascicolo o del registro;
• anno/i di riferimento;
• descrizione sintetica del contenuto;
• note relative a danni, copie plurime, all’organizzazione originaria dei materiali, ecc.
• segnatura archivistica costituita dal numero della busta e numero progressivo del fascicolo all’interno di ciascuna busta. Per rendere più agevole la consultazione dell’inventario, la segnatura numerica è preceduta dal lemma di richiamo della serie.
Ogni sezione d’inventario è introdotta da una nota che ne descrive le caratteristiche archivistiche generali e il titolario di riferimento e con osservazioni sull’attività di riordino attuata.
Le serie documentarie comprese nelle sezioni ottocentesche sono precedute da brevi note introduttive che danno conto di qualità, data, consistenza dei documenti in esse compresi e forniscono notizie utili per comprenderne l’origine, la formazione e la funzione.
Per ciascuna sezione, è stata compilata una tavola delle consistenze, disponibile nell'inventario cartaceo, nella quale sono elencate progressivamente le buste, con il titolo o la categoria di riferimento e la data delle unità contenute.
Si è ritenuto opportuno produrre, in fine all’introduzione, anche l’elenco delle buste mancanti all’archivio ottocentesco (disponibile nell'inventario cartaceo).
L’inventario cartaceo si chiude con l’apparato degli indici comprendenti:
* indice dei nomi di persona
* indice dei nomi di enti pubblici o privati;
* indice dei luoghi e dei nomi geografici.
Storia archivistica:
Nel panorama degli archivi della Provincia di Brescia il Comune di Leno vanta la fortuna di un archivio di considerevole consistenza e di innegabile rilevanza storica.
L’archivio storico comunale, detto antico, che conserva copiosa documentazione dalla metà del sec. XII (1) e l’archivio storico dei sec. XIX-XX, oggetto del presente lavoro, sono stati la fonte principale per ricerche legate alla storia del paese e oggi avviati anche ad essere oggetto di nuove forme di valorizzazione e sostegno per ricerche più specialistiche. La storia di questo archivio è raccontata dalle stesse carte che lo compongono. Da esse, traspare la cura con la quale in origine le carte vennero organizzate e mantenute da parte dell’ufficio comunale. Affiora anche la ricchezza dei molteplici affari trattati dal comune, in gran parte certamente per mandato istituzionale, ma anche per la vivacità che ha sempre caratterizzato questa amministrazione.
L’archivio mostra, oggi, importanti lacune e danni. Una parte delle lacune dell’Ottocento, come si dirà più avanti, è concentrata dalla seconda metà del sec. XVIII fino ai primi decenni del sec. XIX. Significative sono le testimonianze ritrovate nell’archivio comunale che attestano questa dispersione di documentazione.
In un fascicolo dell’archivio intitolato “_Vendita di pezzi di marmi, carabine, mortaretti e carta di proprietà comunale_”, con data 1844-1845, si incontra un esauriente carteggio riguardante la vendita di alcuni beni di proprietà comunale tra i quali è indicata carta d’archivio. In una nota del 12 maggio 1844, l’ufficio comunale dichiara al commissario distrettuale che sul granaio esistente sopra la segreteria del comune “esiste una quantità di carta riguardante il carteggio fin sotto il Governo Veneto fra il quale però non vi sono atti d’importanza essendo questi riposti nell’Archivio Comunale.” Nel medesimo locale è conservata la “raccolta di tutto il ricettario da tempo immemorabile … fin da quando la farmacia era esercita per conto comunale.” Scorrendo la nota, si apprende che nel medesimo locale sono conservate anche 20 carabine inservibili e mortaretti logori mentre nel locale dell’Oratorio vi sono alcune pietre non utilizzate. La nota comunale è in realtà una richiesta di autorizzazione alla vendita di “questi oggetti dopo avere però per l’ultimo articolo delle carabine fatto eseguire la debita stima preventiva come anche delle pietre.” In una nota successiva, del 25 luglio 1844, l’ufficio comunale risponde alla richiesta del commissario distrettuale di notizie più dettagliate sulla natura delle carte proposte per la vendita. Lo scrivente dice che queste carte sono relative al ricettario della farmacia comunale di epoca antichissima che cessò anche da oltre quarant’anni. Altre carte sono costituite dai quinternetti di esazione dei redditi comunali. Vi sono, inoltre, “atti d’asta di oltre quaranta o cinquant’anni. Altre, finalmente dipendono dal carteggio per affari correnti da epoca antica e discendono fino al finire del Governo Veneto, … ammucchiate alla rinfusa sopra il granajo.” Alla nota inviata al commissario, il comune unisce un prospetto delle carte che la Deputazione comunale crederebbe di vendere. Il prospetto così descrive la quantità e l’epoca dei documenti: Ricettario farmaceutico, volumi 35 (1618-1720), Quinternetto di esazione, volumi 194 (1666-1790), Atti d’asta, fascicoli 180 (1610-1790), Corrispondenza miscellanea (1620-1796).
La risposta viene, tramite il commissario distrettuale, direttamente dal Delegato provinciale il 9 agosto 1844. Si consente, pertanto, che la vendita stessa abbia luogo previa però la riduzione dei 194 fascicoli di quinternetti d’esazione dei redditi comunali dall’anno 1666 all’anno 1790 in minuti pezzi, facendo altresì previamente rilevare da qualche esperto il valore della carta stessa per norma dell’asta.
Nei mesi successivi, il comune apre l’asta per la vendita di fucili, mortaretti, oggetti di marmo. Separatamente, anche l’asta per la vendita della carta. Viene eseguita la stima della carta dal tipografo cartolaio Agostino Quaresmini, che ne sarà anche l’acquirente essendo andate deserte le ripetute aste. Il peso della carta corrisponde a pesi 86 di carta grande, pesi 116 di carta piccola e pesi 9 di cartoni. Il contratto di vendita viene stipulato il 14 aprile del 1845 per la somma di lire austriache 223 e centesimi 6.
Si può, dunque, affermare che la estesa lacuna nella documentazione d’archivio degli ultimi decenni del sec. XVIII sia dovuta alla vendita effettuata nel 1845. In presenza di tali testimonianze, si può supporre, inoltre, che anche una parte dei materiali documentari dei primi anni dell’Ottocento sia stata oggetto di quello scarto e di quella vendita.
Tra le carte dell’archivio ottocentesco, in una nota del 24 ottobre del 1877, il sindaco Pietro Dander riferisce alla Direzione dell’Archivio di Stato di Brescia notizie sull’archivio amministrativo. Nella nota si legge che “_… l’archivio di carteggio ufficiale … si compone di n. 177 cartelle del peso cadauna di chilogrammi due circa. Parte dal 1837 e non riguarda che l’andamento dell’Amministrazione del Comune e pratiche interessanti il Governo in fatto di ordine pubblico_”. La data 1837 riferita come data d’inizio dell’archivio comunale amministrativo avvalora la supposizione di una perdita di documentazione, più estesa di quanto indicato nelle testimonianze più sopra citate, avvenuta in occasione della vendita di materiali documentari del 1845.
Le lacune successive relative ancora al sec. XIX e quelle del sec. XX fino al 1956 non sono, invece, da attribuirsi ad azioni tanto deplorevoli quanto, purtroppo, comuni alla sorte di molti archivi.
All’archivio storico dal 1800 al 1956 mancano, oggi, ben 219 buste/faldoni (2). Il numero esatto è fatto derivare dall’elenco di consistenza redatto negli anni immediatamente successivi al 1956 (3) .
L’Amministrazione comunale intorno al 1960 provvede, infatti, a far sistemare il proprio archivio Ottocentesco e Novecentesco, per la parte relativa al carteggio annuale. In quell’occasione, viene compilato un elenco di consistenza per gli atti fino al 1956 il quale è trasmesso anche alla Soprintendenza archivistica.
Dalle notizie raccolte, questa opera di merito non è stata, purtroppo, accompagnata da un’attenta scelta dei locali in cui conservare il fondo. L’archivio storico ordinato è ingombrante: si tratta di 722 buste numerate. Vengono destinati alla conservazione, i locali interrati e fortemente umidi del Municipio. In questa sede, il fondo subisce danni estesi dovuti principalmente all’umidità trasudante dalle pareti contro le quali erano state allestite le scaffalature di appoggio dei materiali.
In anni collocabili tra il 1970 e il 1980, a causa di opere di sistemazione delle fondamenta del Municipio e del rifacimento del tetto, l’archivio è trasferito in una sede esterna al Municipio, presso le scuole elementari della frazione Milzanello, chiuse e non più in funzione.
Si può ipotizzare che in quella occasione una parte dei materiali documentari già condizionati in faldoni sia stata eliminata, o perchè fortemente ammalorata o perchè sfasciata durante i lavori.
Nel corso del medesimo trasferimento, anche ciò che restava degli archivi dei cessati comuni di Porzano e di Milzanello, precedentemente collocati nel solaio del Municipio, veniva portato in cassette e sacchi presso le scuole di Milzanello.
A spiegare il danno causato al fondo non vi sono testimonianze scritte. Vi è, tuttavia, la memoria di coloro che, in anni relativamente recenti, ricordano di avere visto l’archivio o di avere in qualche modo assistito al trasloco.
Gli archivi di Leno, Milzanello e Porzano sono rimasti nella sede di Milzanello fino al momento dell’intervento di cui si dà conto nelle pagine che seguono.
______________________
1. Tra i più consistenti e preziosi degli archivi comunali della Provincia di Brescia, l’archivio antico di Leno è stato oggetto di inventariazione prima nel 1756 e, quindi, nel 1990 (Progetto Archidata). L’inventario è attualmente consultabile sul sito di Lombardia storica della Regione Lombardia.
2. Sono state compilate due tabelle delle buste mancanti: una per la parte fino al 1897 e la seconda per l’archivio fino al 1956. Le due tabelle sono disponibili nell’inventario cartaceo.
3. L’elenco 1700-1956 è stato lo strumento di riferimento per il presente intervento archivistico.
Note sullo stato di conservazione:
discreto
Soggetti conservatori
Soggetti produttori
- Comune di Leno (parte otto-novecentesca) sec. XIX - sec. XX
Progetti
- Comune di Leno (2001-2012)
Compilatori
- Revisione: Giuseppina Caldera (Archivista) - Data intervento: 25 ottobre 2017
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/fonds/46428