Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano onlus ( 1840 - 2022 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente di assistenza e beneficenza

Condizione: privato

Sede: via Vivaio 7, Milano

Collegamenti

Abstract

La storia dell’Istituto dei Ciechi di Milano, pur rientrando nel più ampio e complesso quadro delle vicende degli istituti di assistenza e beneficenza della realtà ambrosiana, possiede alcune caratteristiche peculiari. Fondato nel 1840 da Michele Barozzi, l’Istituto fin da subito mirò la sua opera a favore dell’istruzione e della professionalità lavorativa dei non vedenti attraverso anche altre istituzioni che sorsero nel tempo come, l’Asilo Mondolfo e l’Asilo convitto Vitali per l’infanzia. Nel 1863 l’Istituto, primo in Italia, adottò il Braille come metodo d’insegnamento per la scrittura e la lettura. Nel 1892 sorse la nuova sede, l’attuale, di via Vivaio 7, dove la comunità degli allievi rimase fino al 1976, anno che sancì l’inserimento dei non vedenti all’interno della scuola pubblica.
Oggi l’Istituto continua ad essere un punto di riferimento sul territorio, come centro di eccellenza nella ricerca e nella progettazione in ambito tiflopedagogico e tifloinformatico, e come luogo di incontro ricco di eventi e proposte culturali.

Profilo storico / Biografia

La storia dell’Istituto dei Ciechi di Milano, pur rientrando nel più ampio e complesso quadro delle vicende degli istituti di assistenza e beneficenza della realtà ambrosiana, possiede alcune caratteristiche peculiari che ne rendono necessario un attento studio fin dalle origini.
L’Istituto venne fondato nel luglio 1840 (secondo in Italia dopo quello di Padova) su sollecitazione austriaca da Michele Barozzi, il quale già da qualche anno progettava di creare un’istituzione per i bambini non vedenti. Nel 1840 Barozzi, che dirigeva la Pia Casa d’Industria, in essa raccolse e ospitò i due primi bambini, dipinti nel noto quadro raffigurante la fondazione dell’Istituto. L’anno seguente i bambini, saliti a dodici, vennero spostati nella Casa d’Industria di S. Marco; nel 1855 gli ospiti erano divenuti una cinquantina e si era resa necessaria la ricerca di una nuova sede autonoma. Grazie alla generosità del conte Sebastiano Mondolfo venne allestito un moderno convitto, adeguatamente attrezzato, in corso di Porta Nuova. Alla morte di Barozzi nel 1867, Mondolfo assunse la direzione dell’Istituto, con il programmatico intento di dare al recupero dei non vedenti un carattere sistematico e costruttivo, “così che fosse loro possibile di inserirsi, un giorno, con profitto e dignità, nel grande, complesso mondo dell’attività creatrice”. Sei anni dopo, alla morte del conte Mondolfo, la direzione venne assunta da Francesco Zirotti che condusse a termine la realizzazione dell’Asilo Mondolfo in corso di Porta Nuova e che lasciò nel testamento i fondi destinati alla costruzione di un laboratorio per l’istruzione e l’avvio al lavoro dei ciechi poveri di età adulta. Il Laboratorio Zirotti venne realizzato nel 1884 in via Cernaia con criteri di estrema modernità. Le tre istituzioni (l’Istituto dei ciechi, l’Asilo Mondolfo e il Laboratorio Zirotti) cominciarono molto presto ad ottenere significativi risultati quali l’adozione del sistema Braille nel 1864 (primi in Italia), la partecipazione all’Esposizione del 1881 e le manifestazioni dell’orchestra dell’Istituto a Torino, Londra e Parigi. Nell’ottobre 1892 l’Istituto lasciava la sede di corso di Porta Nuova per trasferirsi nell’attuale di via Vivaio. Nel 1910 monsignor Luigi Vitali, in qualità di direttore, inaugurava il nuovo asilo per i bambini dai quattro agli otto anni. Nel 1925 monsignor Pietro Stoppani, successore di monsignor Vitali, inaugurava la Casa Famiglia per donne adulte non vedenti. In questi anni l’Istituto assolse, tra l’altro, al grave compito del reinserimento di persone cieche vittime della prima guerra mondiale.
Nel 1926 l’Istituto dei Ciechi venne dichiarato istituto scolastico e posto alle dipendenze del Ministero della Pubblica Istruzione. Nel 1933 le scuole vennero parificate. Nel 1939 sorse la Scuola di avviamento professionale per ciechi che veniva ad assorbire i laboratori di vimini, falegnameria e maglificio. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale l’Istituto venne evacuato nel Varesotto, occupato dal comando alleato e finalmente restituito alle sue funzioni nel 1946. Nel 1958 vennero aperte due nuove scuole a carattere sperimentale dedicate alla lavorazione dei tappeti e al massaggio. Nel secondo dopoguerra l’Istituto riprende la sua opera di educazione e insegnamento per i non vedenti, intrecciando stretti e proficui rapporti con altri enti nazionali e internazionali e mantenendosi all’avanguardia nella ideazione, produzione e diffusione di tecniche d’insegnamento, strumentazione, oggetti e libri.
Oggi in un contesto completamente diverso da quello ottocentesco l’Istituto continua ad essere un punto di riferimento sul territorio al quale si rivolge non solo come centro di di eccellenza nella ricerca e nella progettazione in ambito tiflopedagogico e tifloinformatico, ma anche come luogo di incontro ricco di eventi e proposte culturali.

Complessi archivistici

Fonti

  • IST.CIECHI = "Luce su Luce l'impegno della solidarietà dalla carità alla scienza", Nexo, 2003

Compilatori

  • Rielaborazione: Enrica Panzeri (archivista)
  • Prima redazione: Maria Canella (archivista)
  • Schedatura: Marzia Borgonuovo (archivista)