Comune di Gordona ( sec. XIV - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente pubblico territoriale

Sede: Gordona

Codici identificativi

  • MIDB0002D7 (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

Nominata la prima volta in documento della fine del XII secolo, già comune nel 1335, Gordona lega le sue vicende storiche a quelle del contado di Chiavenna attraverso gli istituti del tempo, entrando quindi a far parte nel periodo grigione (1512-1797) della giurisdizione politico-giudiziaria di Chiavenna, costituita dal borgo e sue vicinanze e dai cinque “comuni esteriori” di Prata, Mese, Gordona, Samolaco e Novate, e vede regolata la sua organizzazione tanto dagli statuti civili e criminali di Chiavenna quanto dagli “ordini e capitoli economici” della comunità che ne tracciano nel tempo l’aspetto economico ed amministrativo.
In base a tali norme statutarie ed alle regole della consuetudine, la comunità di Gordona risulta essere governata da un “consiglio ordinario”, spesso affiancato dal “consiglio di giunta”, e dal “consiglio generale” per quanto concerne la sua autonoma espressione di vita comunale, cui si aggiungono per gli interessi comuni della giurisdizione o del contado i “consigli di giurisdizione civile e criminale”, formati dai consoli di Chiavenna e comuni esteriori il primo, con l’aggiunta del ministrale di Val San Giacomo il secondo, ed il “consiglio di contado”, costituito dai consoli dell’intero contado.
La comunità di Gordona era suddivisa in quattro squadre, ciascuna composta da due quartieri: la prima squadra con i quartieri di Coloredo e Monti di Menarola, la seconda con i quartieri di Cimavilla e Gasparoni, la terza con i quartieri di Ponte e Pendoglia, la quarta con i quartieri di Piazzoli e Scogli. Nel 1755, il quartiere di Monti di Menarola si stacca dal restante della comunità, costituendo comune autonomo; l’anno successivo, i quartieri di Piazzoli e Scogli si unificano nell’unico quartiere chiamato “della Chiesa” o “di Fondo”. Dal 1976, pertanto, le quattro squadre originarie di Gordona risultano essere costituite dai sei quartieri citati.
Questa articolazione della comunità in squadre e quartieri non esprime una semplice suddivisione geografica, ma risponde ad una precisa peculiarità del comune di Gordona, dove i singoli quartieri corrispondono ad altrettante piccole comunità, ciascuna con il proprio consigliere, i propri sindicati, il proprio estimo. Ogni deliberazione dei consigli ordinario e generale della comunità di Gordona è sempre demandata infatti alla convocazione ed alla determinazione dei consigli di quartiere.
Il consiglio ordinario era formato da otto consiglieri, poi ridotti a sei, ciascuno eletto in rappresentanza del rispettivo quartiere, ed era presieduto dal console. Ogni quartiere provvedeva ad eleggere ulteriormente un proprio rappresentante che veniva a formare il consiglio di giunta, che affiancava il consiglio ordinario ogni qualvolta si rendesse necessario discutere argomenti di particolare rilevanza per la comunità.
La carica di console spettava a turno ad una delle quattro squadre della comunità. Il primo giorno di ogni anno, infatti, il console ed il consiglio uscente convocavano il popolo di Gordona dopo la messa festiva dinanzi alla chiesa di S. Martino e provvedevano alla determinazione, per estrazione, della squadra tenuta alla carica di console. Venivano posti in un cappello quattro biglietti, di cui tre bianchi ed uno segnato con la lettera “C”, ed ogni estrazione, eseguita da un ragazzo, veniva abbinata ad una squadra: il nuovo console sarebbe appartenuto alla squadra abbinata al biglietto con la suddetta lettera, e la squadra prescelta risultava esclusa per quell’anno dalla votazione. I consiglieri delle tre squadre rimanenti, con l’assistenza dei consiglieri di giunta, radunavano tutti gli uomini dei rispettivi quartieri e ne raccoglievano i voti (“le voci”), espressi a maggioranza. L’esito della votazione veniva comunicato a viva voce al console prescelto “sulla porta maggiore della chiesa di S. Martino”. Il console neo eletto impegnava quindi ogni quartiere per la elezione entro la domenica successiva dei propri consiglieri e consiglieri di giunta.
A seguito della separazione del quartiere di Menarola del 1755, oltre a dotarsi di nuovi “ordini e capitoli economici” e di un nuovo estimo, la comunità di Gordona elabora un nuovo regolamento per l’elezione di console e consiglieri, non più demandata alle squadre, bensì ai singoli quartieri del comune, “balotati” di volta in volta in modo da alternare ciclicamente l’appartenenza del console ad ognuno dei sei quartieri della comunità, con esclusione progressiva dei quartieri già prescelti per tale carica.
Il console convocava e presiedeva i consigli, riscuoteva ed amministrava le entrate, delle quali rendeva pubblicamente conto, rappresentava il comune nei consigli di giurisdizione e di contado, e durava in carica un anno.
Nella sua prima seduta, il consiglio ordinario provvedeva alla elezione degli “officiali di chiesa, luoghi pii e di comunità”, i primi dei quali dovevano essere eletti con l’intervento e l’approvazione del curato.
Gli “officiali di comunità” erano scelti tra le persone ritenute più adatte a ricoprire tale carica e risultavano essere: quattro, cinque o sei “stimatori”, di cui uno eletto come “regolatore dell’estimo” per la formazione e l’aggiornamento degli estimi e per la valutazione dei beni ai fini della rendita o per attribuirne nuovo valore; due “provisionari del pane”, con il compito di sorvegliare in particolare peso e qualità del pane e di provvedere alla ricognizione e tassazione dei prezzi di tutti i generi commestibili vendibili al minuto; due “deputati sopra le strade e Cauzza” per la visita, il controllo e la manutenzione dei sentieri e delle strade pubbliche; due “deputati sopra le voghe”, responsabili del controllo del trasporto del legname; tre “deputati sopra gli aquadotti” per il controllo, la manutenzione, la pulitura degli acquedotti e delle molinanche della comunità; ed infine i “campari”, uno per quartiere, spesso definiti “campari sopra le bestie, bressoni, salescie e lumaghe”, preposti alla sorveglianza dei danni provocati dal bestiame e dagli scavatoi di “lumaghe e bressoni” ed alla conseguente condanna dei trasgressori.
Il console, i consiglieri e gli officiali di comunità eletti “davano giuramento” all’inizio di ogni anno dinanzi al commissario di Chiavenna.
Il consiglio generale “del popolo et uomini di Gordona” era formato dagli uomini capi famiglia del comune, convocati dal console nella piazza dinanzi alla chiesa di S. Martino, per discutere ed approvare le questioni fondamentali della vita di comunità: l’elezione del console e dei consiglieri, l’incanto del dazio del pane, l’affitto dei beni comunali, la lettura degli “ordini” e dei “capitoli economici”, la resa dei conti consolari. La validità dell’assemblea era condizionata dalla presenza dei due terzi dei capifamiglia.
Il libero ordinamento del comune di Gordona così articolato e regolato dalla consuetudine, dagli statuti di Chiavenna e dai propri ordini comunali doveva integrarsi tanto con la organizzazione politico-amministrativa del contado di Chiavenna nella autonoma espressione delle proprie funzioni quanto con la superiore autorità del governo grigione nel contado stesso.
Nel primo caso, la comunità si vedeva rappresentata dal voto del proprio console nel consiglio della giurisdizione di Chiavenna, di cui Gordona era comune esteriore, così come nel consiglio generale di contado, formato appunto dalla giurisdizione di Chiavenna con i comuni esteriori, dalla giurisdizione di Piuro con Villa e dalla Val San Giacomo, ciascuna con una propria autonomia e con propri statuti, ma accomunate dalle convocazioni del console del borgo per le questioni di generale interesse della giurisdizione e del contado.
Per il secondo caso, si rimanda alle notizie storico-giuridiche esposte nell’inventario del comune di Chiavenna in merito al governo grigione nel contado di Chiavenna, sottolineando tuttavia le osservazioni illustranti le funzioni eminentemente di controllo e di amministrazione della giustizia di tale governo, non sovrapposto alla libera organizzazione democratica del contado e delle sue comunità.

Complessi archivistici