Consiglio degli Istituti Ospitalieri - Istituto Antirabico ( 1888 - 1993 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente sanitario

Profilo storico / Biografia

Si dà qui conto dell’attività degli Istituti Ospitalieri solo in relazione alla gestione dell’Istituto Antirabico. Per un profilo storico generale si rimanda alle introduzioni degli inventari dell’Ospedale Maggiore.
Il “Pio Istituto Antirabico” venne eretto in Ente Morale il 28 giugno 1917 e a quella data fu aggregato agli Istituti Ospitalieri di Milano. L’Istituto operava già dal 1899, ospitato presso alcuni locali dell’Ospedale Maggiore e amministrato dal Comitato per l’assistenza dei morsicati da animali idrofobi. L’Ospedale aveva comunque sempre avuto funzioni di controllo e supervisione dell’attività medica svolta all’interno dell’Istituto, così come aveva offerto i locali per istituire una casa pensione per ospitare i malati in cura antirabica, ma residenti fuori città.
Assunta la conduzione dell’Istituto antirabico, considerato come le altre cause pie gestite dagli Istituti Ospitalieri e quindi con amministrazione separata, l’Ospedale constatò che l’attività medica era svolta in spazi troppo angusti per il numero di malati che venivano assistiti. L’esiguità del patrimonio a disposizione non consentì però di dare esecuzione al progetto; i finanziamenti furono trovati grazie alla generosità del benefattore Luciano Bosisio che, in memoria della moglie e della figlia defunte, aveva elargito all’Ospedale, fin dal 1915, 150.000 lire per la costruzione di un padiglione di radiologia. Lo scoppio della prima Guerra Mondiale aveva sospeso l’esecuzione dei lavori; al termine del conflitto, constatate le mutate esigenze ospedaliere, fu proposto al donatore di devolvere la somma stanziata per la costruzione del nuovo Istituto Antirabico. I lavori ebbero inizio nel 1924, sull’area della vecchia succursale di S. Antonino. Il padiglione, progettato dall’ingegner Antonio Bertolaja, fu intitolato ad Annetta e Carolina Bosisio; l’edificio era costituito da un piano terreno con laboratori e ambulatori e da un piano superiore con camere di degenza, che sostituivano, in parte, i posti letto disponibili presso la casa pensione che era stata abbattuta nel 1925.
L’inaugurazione ebbe luogo il 20 giugno 1926. A quella data l’Istituto era diretto dal dottor Remo Segrè, già medico incaricato dal 1889, coadiuvato da due assistenti e da un medico microscopista Lina Luzzani Negri Vittadini, allieva di Camillo Golgi e moglie di Adelchi Negri, scopritore dei corpuscoli della rabbia che da lui presero il nome e che si rivelarono fondamentali per la diagnosi della malattia. L’ente assisteva allora oltre 400 malati l’anno, fornendo consigli e medicazioni ad altri 300.
Già nel triennio successivo il numero dei malati diminuì però drasticamente, a seguito dei provvedimenti di profilassi antirabica adottati a livello nazionale. Per limitare le forti passività derivanti dalla gestione di una struttura sottoutilizzata, dal 1929 l’Istituto si dedicò alla attività ambulatoriale e alla preparazione del vaccino da inoculare; nel 1931 poi, fu trasferito nell’edificio sforzesco, nei locali già occupati dai servizi ricreativi per gli infermieri. La gestione dell’Antirabico fu affidata all’Istituto d’Igiene dell’Università, che provvide al pagamento degli stipendi del personale medico e sanitario.
Fino al 27 febbraio 1965 l’Istituto d’Igiene si occupò della profilassi e della cura dei morsicati dai cani sospetti o affetti da rabbia canina, con vaccini preparati nello stesso istituto. Da quella data, per convenzione stipulata tra l’Ospedale Maggiore e l’Amministrazione provinciale di Milano, quelle mansioni furono assunte dal Laboratorio di igiene e profilassi della Provincia. La gestione dell’Istituto da parte dell’Ospedale Maggiore fu dunque limitata all’incasso della rendita titoli costituenti il suo patrimonio (pochi titoli di Rendita italiana 5%, valore nominale di L. 360.000), di cui è dato conto nei documenti fino ai primi anni ’90 nel Novecento.

Complessi archivistici

Compilatori

  • Prima redazione: Daniela Bellettati (archivista) - Data intervento: 03 novembre 2008