Centro Informazioni Studi ed Esperienze ( 1946 novembre 19 - [inizio sec. XXI] )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente di istruzione e ricerca

Altre denominazioni: CISE

Profilo storico / Biografia

Il CISE nacque nel 1946 per iniziativa di un gruppo di scienziati (Giuseppe Bolla, Carlo Salvetti, Giorgio Salvini e Mario Silvestri) e con il concorso di grandi imprese nazionali come la Edison, la Fiat e la Cogne (in seguito si aggiunsero la Sade, la Falck, la Pirelli, la Terni, la Montecatini e altre). “L’intento era di studiare le condizioni di realizzazione di un reattore nucleare per poi metterlo in funzione, con la volontà di contribuire allo sviluppo dell’energia nucleare per scopi di pace in Italia”. (cit. dal vol. di Sergio Zaninelli (a cura di), Ricerca, innovazione, impresa. Storia del CISE: 1946-1996_, Roma-Bari, Laterza, 1996, p. 89). Nel 1947 il Consiglio di amministrazione del CISE si allargò a comprendere un membro nominato dal Cnr, rafforzando così il profilo nazionale del nuovo istituto di ricerche. Fu nell’ambito del CISE che negli anni ‘50 si sviluppò l’idea di costruire “un reattore a uranio naturale o leggermente arricchito refrigerato con miscela acqua-vapore chiamato CIRENE (CISE REattore a NEbbia)” (Ibidem_, p. 112). Alla fine degli anni ‘50 il CISE costruì una nuova, grande, sede a Segrate, che fu inaugurata il 15 settembre 1960. "Il Centro aveva un’estensione di 41.000 metri quadri, era articolato in bracci orizzontali con un’altezza media di due piani e in fabbricati denominati ‘torri’ a struttura invece verticale di quattro piani. Nei vari edifici furono ospitati i laboratori: l’Unità di fisica nucleare occupava due fabbricati con annesse due torri […]. Seguivano i Laboratori di elettronica, di fisica dello stato solido, di ingegneria nucleare, di tecnologia e infine un Laboratorio di chimica" (Ibidem_, p. 114). In quel giro di anni il CISE ratificò anche un accordo con l’Euratom, l’ente della Comunità europea che si occupava di coordinare i programmi di ricerca degli stati membri relativi all’energia nucleare. Dopo la nazionalizzazione delle industrie elettriche del dicembre 1962, e la costituzione dell’Ente nazionale per l’energia elettrica (Enel), quest’ultimo organismo inglobò le partecipazioni delle industrie elettriche operanti nel CISE. Così, a metà anni ‘60, "il CISE pareva aver individuato un assetto stabile fondato su tre principali soggetti: l’Euratom, l’Enel e il Cnr per la parte connessa all’elettronica" (Ibidem_, p. 120). Tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio dei ‘70 l’attività del CISE “si articolò su alcuni filoni: il programma CIRENE, finanziato dall’Enel e dal Cnen, le ricerche promosse in intesa con la Direzione Studi e Ricerche dell’Enel, per consulenze e servizi, il programma di elettronica sostenuto dal Cnr e infine un progetto di ricerche denominato ‘Programma di fisica’, di interesse del Cnr e dell’Infn [Istituto nazionale di fisica nucleare]” (Ibidem_, p. 123). Nel giugno del 1975, “per le mutate dimensioni della società […] e soprattutto per equilibrare il capitale di apporto alle nuove esigenze finanziarie del Centro” (_Ibidem, p. 128) venne deliberata la trasformazione del CISE da società a responsabilità limitata a società per azioni. La nuova veste giuridica del CISE è il segnale di un più forte orientamento nei confronti del mercato, un tentativo insomma di diversificare maggiormente la clientela a cui proporre i propri servizi di ricerca in modo da ridurre la dipendenza dalle commesse pubbliche. Nonostante ciò dalla seconda metà del decennio e nei primi anni ’80 si accentuò la crisi finanziaria del Centro, che iniziò a essere superata nel 1986 quando fu raggiunta la parità tra ricavi e costi. Ciò fu dovuto in massima parte a “una profonda riorganizzazione e da un sempre più attento controllo di gestione” (Ibidem, p. 141). Alla fine del decennio il CISE, che nel frattempo aveva incentivato i propri affari a livello internazionale, vedeva la propria attività “sostanzialmente indirizzata verso due filoni, ‘ricerca e sviluppo’, soprattutto nel campo della diagnostica industriale e dell’ambientalistica, da un lato, e ‘servizi e applicazioni’ dall’altro” (Ibidem, p. 144). Sfortunatamente, la crisi generalizzata del sistema economico italiano all’inizio degli anni ‘90 ebbe ripercussioni molto evidenti anche sulle attività di ricerca e il CISE vide un peggioramento assai sensibile dei propri indicatori di bilancio. La fine della Società CISE è collegabile alla privatizzazione del settore elettrico avvenuta nel 1992 su iniziativa del Governo di Giuliano Amato, che trasformò l’Ente Nazionale per l’Enegia Elettrica in società per azioni. A trent’anni dalla nazionalizzazione, si fece quindi retromarcia. In vista dell’ingresso dell’Italia nell’unione monetaria europea, con l’esigenza di risanare i conti pubblici si spinse verso la vendita di beni dello Stato per dare all’Italia un’immagine di maggiore efficienza ispirandosi a modelli liberisti di stampo anglosassone e attirando possibili azionisti per la ricerca dedicata al settore energetico, non più strategico per piani di breve termine.
Nel 1997, l’ex-Ente Nazionale per l’Energia Elettrica, ormai trasformato in società per azioni, riunì in un’unica divisione, denominata Enel Ricerca, quasi tutto il personale e le strutture della ricerca e quindi anche del CISE.
Nel 1999, attraverso una “cessione di ramo d’azienda”, Enel Ricerca fu fatta confluire nel vicino CESI di via Rubattino a Milano. Continue riorganizzazioni e cambiamenti societari portarono nel 2003 alla dismissione della sede del CISE a Segrate e della sua grande biblioteca. L’archivio storico del CISE, in particolare i documenti legali e amministrativi rimasero nelle mani di Enel, mentre quelli di interesse tecnico-scientifico furono consegnati a ISEC a cura dell’associazione culturale CISE2007 di Milano.

Complessi archivistici