Comune di Leffe ( sec. XIII - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente pubblico territoriale

Sede: Leffe

Codici identificativi

  • MIDB0007FB (PLAIN) [Verificato il 22/10/2013]

Profilo storico / Biografia

La storia del comune di Leffe appare nelle sue origini, come in tutto il suo sviluppo, legata alle vicende della valle Gandino. Sin dal IX secolo, infatti, la chiesa di Bergamo era la maggior proprietaria terriera della valle (1) e, in virtù di benefici elargiti a propri collaboratori, il vescovo concesse in feudo, già agli inizi del XII secolo, la valle alla famiglia dei Ficieni (2).
L’affrancamento dal rapporto di tipo feudale risale al 1233, quando la città di Bergamo, divenuta ormai comune autonomo, promosse e favorì il processo di formazione e consolidamento dei comuni della valle, certo in vista di una possibile estensione della propria giurisdizione sul contado, sottratto all’autorità signorile (3).
I comuni della valle, già avviati dall’emancipazione e al conseguimento di una propria configurazione specifica(4), acquisirono una fisionomia territoriale e politica ben delineata, allorche’ provvidero a determinare i rispettivi confini nel 1234 “sicut in statuto communis Pergami continetur” (5), ossia in esecuzione a quanto previsto dallo statuto cittadino, e a fissare il proprio patrimonio consuetudinario nella forma dello statuto (6).
Leffe doveva comunque, possedere un’organizzazione interna e uno sviluppo economico ben strutturati se, con largo anticipo non solo sulla valle, ma anche su tutto il territorio bergamasco, aveva dato vita nella prima metà del ‘200 a un proprio statuto. L’istrumento del 1234 testimonia, infatti, per Leffe l’esistenza di un console (lo statuto “Vetus” coevo ricorda la figura di un “potestas”), in rappresentanza del comune, e di una strada detta “del Mercato”, sintomo di un’attiva vita commerciale.
Un inserimento del comune di Leffe nel territorio circostante con definite connotazioni giuridiche e amministrative si precisò quando, in seguito al passaggio di Bergamo e del bergamasco ai Visconti, avvenuto nel 1315, la valle Seriana inferiore, sotto la quale Leffe ricadeva, prese ad essere retta da un podestà, o vicario, scelto e nominato dal potere centrale (7).
La nuova ripartizione geografica della valle Seriana, fissata dalla signoria malatestiana, il cui avvento risale al 1408, restituì Leffe alla valle Gandino o valle Seriana di mezzo, la quale formò una circoscrizione con proprio vicario residente in Gandino e si vide riconosciuti privilegi ed esenzioni (8). Tale assetto della valle rimase invariato anche quando la dominazione veneta si estese a Bergamo e al suo territorio (1428) (9): alla valle Gandino furono riconfermate dal doge Francesco Foscari le concessioni precedenti, “in primis” l’autonomia nei confronti della città (10).
Parallelamente, le originarie istituzioni comunali di Leffe ricevettero l’approvazione veneta, attraverso il riconoscimento ufficiale da parte dei rettori di Bergamo dello statuto del 1479 (11).
Ecco come appariva alla fine del XVI secolo il comune di Leffe al capitano di Bergamo Zuan da Lezze: “…la terra è in monte con territorio di un milio et mezzo in quattro contrade di lunghezza et altro tanto in larghezza, luntana da Bergamo milia 14 et da Trezzo milia 24. Foghi n. 140, anime 810, de’ quali utili n. 145. Soldati delle ordinanze Archibusieri 8, Pichieri 5, Moschetieri 2, Galiotti 7. Il Comun gode come gli altri la separatione et essentione, paga in Camera et al Thesorier generale per il caratto del suo estimo qual è di lire 4 e soldi 12. Affitta i datij et paga per essi la limitatione et augmenti. Ha di entrata intorno lire 1.000. Godono gl’abitanti in Comun alcuni beni comunali de quali de castagne cavano scudi 10 (…). Si lavora in lane fabricando panni circa pezze 500 l’anno, si mandano la maggior parte in Alemagna et a Vertova. Sono circa otto case che praticano fuori in Alemagna e nel Regno di Napoli (…) Fiume Romna, sopra il quale vi sono: tentorie 3, folli 4, argagni da panni 6, molini 4. Animali: vacche 45, cavalli 60. Chiesa parochial è Sancto Martino, ma se officia in un’altra detto Sancto Michele più comodo con entrada de L. 600. La Misericordia ha L. 2000 de entrada si dispensano a’ poveri conforme ai legati et è governata da doi Sindici eletti dal Comune” (12).
L’ordinamento politico e amministrativo di Leffe e della sua valle rimase sostanzialmente immutato sino alla caduta della repubblica veneta e forse anche oltre se, come suggerisce l’ultimo libro degli ordini, nel 1808 erano ancora in funzione il consiglio generale e di credenza (13).

Note
1. Per l’affermazione del potere vescovile nel bergamasco a partire dal IX secolo cfr. B. Belotti, “Storia di Bergamo e dei Bergamaschi”, 6 voll. + indice, Bergamo 1959, I, pp. 251-290, in particolare le pp. 267-270.
2. Per l’infeudamento della val Gandino alla famiglia Ficieni, cfr. B. Belotti, “Storia …”, cit., II, pp. 17-18.
3. Cfr. A. Mazzi, “I confini dei comuni del contado”, in “Bergomun”, XVI, n. 1, 1922, pp. 1-50; in particolare le pp. 2-4.
4. Il fenomeno di emancipazione da legami feudali, anche se non direttamente riguardante Leffe, interessò la zona circostante di Gandino e Cirano. A proposito cfr. B. Belotti, “Storia …”, cit., II, pp. 18-19. Inoltre cfr. A. Mazzi; “Lo Statuto di Bergamo del 1236”, Bergamo, 1902, pp. 25-26, n. 97.
5. Cfr. 187r. membr. segn. n. 3570, conservato presso la Biblioteca civica “A. Mai” di Bergamo, Collezione di Bergamo.
6. Si tratta dello “Statutum vetus”, ms., membr., sec. XIII, conservato presso l’Archivio comunale di Gandino. Ne parlano B. Belotti, “Storia…”, cit., II, p. 148 e M.R. Cortesi, (a cura di) “Statuti rurali e Statuti di valle. La provincia di Bergamo nei secoli XIII-XVIII. Atti del convegno. Bergamo, 5 marzo 1983”, Bergamo 1984, (Fonti per lo studio del territorio bergamasco, VII), pp. 71-72.
7. Per il trapasso dal periodo comunale alla signoria viscontea cfr. C. Storti Storchi, “Diritto e istituizioni a Bergamo dal comune alla signoria”, Milano 1984. Per la signoria viscontea cfr. B. Belotti, “Storia…”, cit., II, pp. 223-300; in particolare le pp. 240-241.
8. Per la signoria malatestiana cfr. B. Belotti, “Storia…”, cit., II, pp. 301-370; in particolare le pp. 339-341. Il privilegio concesso da Pandolfo Malatesta alla val Gandino il 24 aprile 1408 è un diploma perg., segn. 3595, conservato presso la sez. manoscritti della Biblioteca civica “A. Mai” di Bergamo.
9. Per l’amministrazione del territorio in epoca veneta cfr. B. Belotti, “Storia…”, cit., III, pp. 12-15 e G. Da Lezze, “Descrizione di Bergamo e suo territorio 1596”, a cura di V. Marchetti e L. Pagani, Bergamo 1989, pp. IX-LXVII; in particolare sulla val Gandino le pp. 331-332. Il privilegio concesso da Francesco Foscari il 30 giugno 1428 alla val Gandino è in “Statuta et ordinamenta vallis Gandini”, ms., sec. XVI, in Biblioteca civica di Bergamo, cc. 72r.-73r.
10. Cfr. B. Belotti, “Storia…”, cit., III, p. 18.
11. Si tratta dello “Statutum novum”. Per notizie più approfondite cfr. L. Gallizioli, “Lo Statuto del comune diLeffe. Anno 1479”, tesi di laurea, Università Cattolica di Milano, Facoltà di Magistero, a.a. 1979-80.
12. Cfr. G. Da Lezze, “Descrizione…”, cit.,pp. 335-336.
13. Cfr. unità 7.

Complessi archivistici