Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano onlus

Condizione giuridica: privato

Macrotipologia: Ente di assistenza e beneficenza

Cenni storico istituzionali:

La storia dell’Istituto dei Ciechi di Milano, pur rientrando nel più ampio e complesso quadro delle vicende degli istituti di assistenza e beneficenza della realtà ambrosiana, possiede alcune caratteristiche peculiari che ne rendono necessario un attento studio fin dalle origini.
L’Istituto venne fondato nel luglio 1840 su sollecitazione austriaca (secondo in Italia dopo quello di Padova) da Michele Barozzi, il quale già da qualche anno progettava di creare un’istituzione per i bambini non vedenti. Nel 1840 Barozzi, che dirigeva la Pia Casa d’Industria, in essa raccolse e ospitò i due primi bambini, dipinti nel noto quadro raffigurante la fondazione dell’Istituto. L’anno seguente i bambini, saliti a dodici, vennero spostati nella Casa d’Industria di S. Marco; nel 1855 gli ospiti erano divenuti una cinquantina e si era resa necessaria la ricerca di una nuova sede autonoma. Grazie alla generosità del conte Sebastiano Mondolfo venne allestito un moderno convitto, adeguatamente attrezzato, in corso di Porta Nuova. Alla morte di Barozzi nel 1867, Mondolfo assunse la direzione dell’Istituto, con il programmatico intento di dare al recupero dei non vedenti un carattere sistematico e costruttivo, “così che fosse loro possibile di inserirsi, un giorno, con profitto e dignità, nel grande, complesso mondo dell’attività creatrice”. Sei anni dopo, alla morte del conte Mondolfo, la direzione venne assunta da Francesco Zirotti che condusse a termine la realizzazione dell’Asilo Mondolfo in corso di Porta Nuova e che lasciò nel testamento i fondi destinati alla costruzione di un laboratorio per l’istruzione e l’avvio al lavoro dei ciechi poveri di età adulta. Il Laboratorio Zirotti venne realizzato nel 1884 in via Cernaia con criteri di estrema modernità. Le tre istituzioni (l’Istituto dei ciechi, l’Asilo Mondolfo e il Laboratorio Zirotti) cominciarono molto presto ad ottenere significativi risultati quali l’adozione del sistema Braille nel 1864 (primi in Italia), la partecipazione all’Esposizione del 1881 e le manifestazioni dell’orchestra dell’Istituto a Torino, Londra e Parigi. Nell’ottobre 1892 l’Istituto lasciava la sede di corso di Porta Nuova per trasferirsi nell’attuale di via Vivaio. Nel 1910 monsignor Luigi Vitali, in qualità di direttore, inaugurava il nuovo asilo per i bambini dai quattro agli otto anni. Nel 1925 monsignor Pietro Stoppani, successore di monsignor Vitali, inaugurava la Casa Famiglia per donne adulte non vedenti. In questi anni l’Istituto assolse, tra l’altro, al grave compito del reinserimento di persone cieche vittime della prima guerra mondiale.
Nel 1926 l’Istituto dei Ciechi venne dichiarato istituto scolastico e posto alle dipendenze del Ministero della Pubblica Istruzione. Nel 1933 le scuole vennero parificate. Nel 1939 sorse la Scuola di avviamento professionale per ciechi che veniva ad assorbire i laboratori di vimini, falegnameria e maglificio. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale l’Istituto venne evacuato nel Varesotto, occupato dal comando alleato e finalmente restituito alle sue funzioni nel 1946. Nel 1958 vennero aperte due nuove scuole a carattere sperimentale dedicate alla lavorazione dei tappeti e al massaggio. Nel secondo dopoguerra l’Istituto riprende la sua opera di educazione e insegnamento per i non vedenti, intrecciando stretti e proficui rapporti con altri enti nazionali e internazionali e mantenendosi all’avanguardia nella ideazione, produzione e diffusione di tecniche d’insegnamento, strumentazione, oggetti e libri.
Oggi in un contesto completamente diverso da quello ottocentesco l’Istituto continua ad essere un punto di riferimento sul territorio al quale si rivolge non solo come centro di eccellenza nella ricerca e nella progettazione in ambito tiflopedagogico e tifloinformatico, ma anche come luogo di incontro ricco di eventi e proposte culturali.

Contatti:

Referente: Enrica Panzeri (referente Archivio Storico) - Melissa Tondi (referente Raccolta Museale Louis Braille)

Collegamenti:

Patrimonio:

Presso l’Istituto oltre al ricco archivio storico e all’archivio fotografico (circa 3000 fotografie), conservati al secondo piano, è presente anche l’archivio di deposito sistemato in parte nei sotterranei dell’Istituto, costituito da ingenti quantità di buste, cartellette, registri in via di sistemazione. Di questa documentazione si sta affrontando adesso il riordino.

Orari e indicazioni per l'accesso ai fondi:

L’archivio cartaceo e fotografico è aperto all’utenza previo appuntamento ed è sito al secondo piano dell’edificio.
E’ possibile inoltre effettuare visite guidate alla Raccolta Museale Braille (referente Melissa Tondi) comprendente l’archivio storico.

Sedi

Sede legale

La sede attuale risale al 1892 e fu progettata dall’architetto Giuseppe Pirovano, secondo il modello dell’Institut National des Jeunes Aveugles di Parigi. L’edificio era originariamente destinato a 200 allievi oltre al personale e prevedeva un corpo centrale, costituito dal Salone dei concerti e dalla Chiesa, e due corpi laterali simmetrici, affacciati su cortili porticati divisi a metà da un’elegante loggia. L’Istituto si sviluppa ancora oggi intorno a quattro cortili di area quadrata: i due alla sinistra del corpo centrale ospitano la Scuola media statale a indirizzo musicale, mentre in quello di destra è stata allestita una struttura mobile che ospita la mostra Dialogo nel buio. La centralità attribuita alla musica, che ha sempre avuto un ruolo fondamentale nell’educazione e nella formazione professionale dei giovani ciechi, si riflette nelle scelte tipologiche dell’edificio, il cui stile si ispira al “decoro” dell’istituzione. Al piano terra erano collocati i laboratori e i refettori; al primo piano gli uffici amministrativi e le aule per lo studio della musica; al secondo le camerate. Il Salone da concerti e la Chiesa erano le uniche due parti dell’edificio accessibili al pubblico esterno e nelle quali si incontravano la sezione maschile e femminile, per il resto nettamente separate. Un altro ambiente di prestigio è la Sala Stoppani, collocata al primo piano salendo dallo scalone d’onore. Arredata secondo il gusto dell’epoca, con una preziosa tappezzeria ricamata a motivi geometrici e floreali, la sala è attualmente destinata a ospitare riunioni, incontri e convegni. L’architetto Pirovano studi attentamente le caratteristiche distributive e costruttive dell’edificio, le soluzioni impiantistiche, le possibilità di successivi ampliamenti e nuovi utilizzi. Grazie all’opera di Pirovano l’edificio nel corso della sua storia ha affrontato molti cambiamenti di destinazioni d’uso, in relazione al modificarsi delle esigenze didattiche e formative, rispondendo efficacemente alle nuove necessità. Alcune modifiche sostanziali avvengono nel 1910 con la realizzazione dell’asilo infantile in via Mozart, oggi sede dell’Unione Italiana Ciechi, e con la costruzione nel 1925 sul lato opposto della Casa Famiglia, nata come pensionato per donne adulte non vedenti e attualmente sede della Residenza Sanitaria Assistita. Gli anni più difficili furono quelli della seconda guerra mondiale, durante i quali l’edificio fu sfollato e danneggiato dai bombardamenti, in particolare quello dell’agosto 1943. Il palazzo fu in seguito restaurato per tornare ad essere sede dell’istituzione per cui era nato. Oggi l’Istituto, non più destinato ad assolvere alle funzioni di accoglienza e istruzione dei giovani non vedenti, ormai integrati nel sistema scolastico nazionale, si presenta come un’istituzione aperta, volta a potenziare e rinnovare le professionalità esistenti in campo tiflologico, nonché a trasferire risorse, strumenti e competenze sul territorio nazionale

Indirizzo:
Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano onlus
Via Vivaio 7
20122 Milano (MI)

Complessi archivistici

Fonti

  • IST.CIECHI = "Luce su Luce l'impegno della solidarietà dalla carità alla scienza", Nexo, 2003

Compilatori

  • Aggiornamento scheda: Enrica Panzeri (Archivista)
  • Prima redazione: Maria Canella (Archivista)