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Pio di Savoia

Pio di Savoia (sec. XVI - sec. XIX)

Fondo

Altre denominazioni:

  • Falcò Pio di Savoia (O) | Annotazioni: Denominazione utilizzata nelle schede per il progetto "Anagrafe informatizzata degli archivi italiani" (1998 - 2000)

Metri lineari: 27.0

Consistenza archivistica: bb. 183

Documentazione costituita in prevalenza da libri mastri e giornali di cassa riguardanti l'amministrazione dei beni della famiglia.
Si segnala, fra l'altro, l'"Epitome scripturarum omnium existentium in hoc Ferrariae archivo(…)" (pz. 1), ossia un inventario dei documenti, privilegi, atti legali, pubblici e privati compresi nell'archivio della famiglia Pio fra gli anni 1014 − 1755.

Storia archivistica:

Il fondo fu acquistato dall’AS MI presso la Libreria Antiquaria “L’Auriga” di Firenze, in seguito a segnalazione della Soprintendenza Archivistica per la Toscana, in data 15 novembre 1990. Il materiale faceva parte della documentazione dell’archivio familiare Pio di Savoia scartata dall’archivista Arturo Faconti durante il riordinamento delle carte operato alla fine dell’Ottocento.
Il nucleo originale dell’archivio della famiglia Pio, prima conservato a Modena e in seguito, con l’investitura del feudo, a Carpi, fu in un primo tempo diviso fra i due rami Albertino e Gibertino: la prima parte fu trasferita a Roma nel palazzo della famiglia Pio in Campo de’ Fiori, mentre la seconda a Sassuolo (1499) in cui rimase fino alla caduta dei Pio avvenuta nel 1559.
In quell’anno la documentazione fu trasferita a Ferrara a palazzo Pio, dove nel 1863 confluì anche la documentazione romana.
A fine Ottocento, con l’innesto dei Pio nella famiglia Falcò, l’archivio fu spostato nella residenza milanese di questi ultimi, in Via Borgonuovo 11.
Da Milano l’archivio fu nuovamente trasferito nella villa Orsini di Mombello di Imbersago a Merate (CO), palazzo venuto in possesso dei Falcò per eredità di Beatrice Orsini, moglie di Antonio Valcàrel y Pascual del Povil, morta nel 1861 lasciando erede il nipote Giovanni Falcò.
Il periodo milanese dell’archivio coincise col riordinamento attuato da Arturo Faconti; questi applicò una partizione per materie, creando fascicoli intestati ad un personaggio e contenenti documenti a questo attribuiti o che lo riguardavano.
L’opera del Faconti fu continuata, dal 1897 al 1911, da Guido Colombo.
In quei decenni si devono segnalare diverse dispersioni: molti documenti presenti nell’Archivio della Congregazione di Carità di Milano, di cui il Faconti fu archivista dal 1865 al 1904, hanno provenienza Pio; altra documentazione, in particolare quella formatasi da uno scarto attuato dal Faconti, fu immessa sul mercato antiquario.
L’archivio Pio vero e proprio fu poi donato, con testamento del 23 dicembre 1944, dal principe Alfonso Falcò Pio di Savoia alla Biblioteca Ambrosiana di Milano dove fu trasferito fisicamente alla fine degli anni Sessanta del secolo XX, dopo la morte del principe avvenuta nel 1967.
Il materiale dell’Ambrosiana, ordinato negli anni Settanta, da Ugo Fiorina, è costituito da documenti di carattere legale e patrimoniale dei Falcò Pio di Savoia e di famiglie ad essi legate.
Altra documentazione rimasta a Carpi è stata inglobata nell’Archivio Comunale nel fondo “Archivio Pio di Savoia di Carpi”; altri pezzi sono stati ricondotti agli archivi dei feudi di cui trattavano (Meldola, Sarsina, Polenta, Caminata, Roncaglia ecc.).
Nel 1891 16 buste riguardanti la famiglia Pio furono acquistate dall’AS MO da un libraio fiorentino, Egisto Giustini.
La Biblioteca Ambrosiana di Milano riuscì inoltre a recuperare materiale scartato dal Faconti da un antiquario librario di Como nel 1970; esso è costituito da 151 registri e filze, per lo più di carattere patrimoniale.
Com’è stato notato da Ugo Fiorina, la documentazione conservata in Ambrosiana recava sulla camicia le diciture “si scarta”, “di nessun valore”, “visto per lo scarto”.
Le medesime diciture compaiono anche sul materiale acquistato dall’AS MI.
In seguito a revisione (2005) delle schede approntate per il progetto “Anagrafe informatizzata degli archivi italiani” (1998 – 2000), la denominazione del fondo, allora censito come archivio “Falcò Pio di Savoia”, è stata mutata in “Pio di Savoia”.

Documentazione collegata:

Biblioteca Ambrosiana di Milano, Archivio Falcò Pio di Savoia

Codici identificativi:

  • MIBA002D7D (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
  • asmi4570 (ASMI Anagrafe) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Note alla condizione di riproduzione:

E’ presente documentazione non consultabile.
Cattivo stato di conservazione

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Fonti

  • FIORINA, Inventario = FIORINA, U., Inventario dell'Archivio Falcò Pio di Savoia, Vicenza, Neri Pozza, 1980
  • MICA00057A = Pio di Savoia, XX sec.

Compilatori

  • Prima redazione: Daniela Bernini (archivista) - Data intervento: 13 gennaio 2000
  • Rielaborazione: Ermis Gamba (archivista) - Data intervento: 10 maggio 2005