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Riva Finolo

Riva Finolo (1208 - 1812)

Altre denominazioni:

  • Riva Finolo (O) | Annotazioni: Denominazione in GG II 985

Metri lineari: 23.0

Consistenza archivistica: bb. 158 (In GG: bb. 157)

Il fondo è costituito dall'archivio genealogico di Giovanni Sitoni di Scozia e dall'archivio della famiglia Brebbia.

Storia archivistica:

I documenti che formano l’acquisto Riva Finolo furono offerti per la prima volta all’AS MI nel 1876 ma, nonostante le insistenze dell’allora soprintendente Cesare Cantù, non si procedette all’acquisto per mancanza di fondi.
L’importanza del fondo principale – l’archivio del genealogista Giovanni Sitoni di Scozia – indusse il Cantù a ritentare l’acquisto nel 1880 e a tale scopo inviò al Ministero dell’Interno un catalogo della raccolta, compilato dall’offerente, ingegner Cesare Riva Finolo.
Avuto il parere favorevole del Ministero, si procedette all’acquisto e la consegna all’AS MI fu registrata con verbale del 28 febbraio 1881.
Oltre al materiale registrato, fra la documentazione furono rinvenute 105 pergamene non indicate nell’inventario di consegna. Altri fascicoli miscellanei furono ceduti gratuitamente dallo stesso venditore.
Nel giugno 1881 si procedette ad un altro acquisto, sempre proposto dall’ingegner Riva Finolo, di ulteriore documentazione definita “di compendio” degli archivi Brebbia, Riva Finolo e Missaglia.
Relativamente a quest’ultima provenienza, nonostante sia stata acquisita documentazione, essa non è stata poi organizzata autonomamente.
Ancora nel 1885 furono acquistati altri fascicoli e libri residui delle suddette raccolte.
La presenza degli archivi Sitoni e Brebbia presso la famiglia Riva Finolo si deve probabilmente allo stesso Cesare Riva Finolo: appassionato raccoglitore di ritratti, autografi e cimeli, acquisì forse la documentazione in due momenti successivi, quando la raccolta sitoniana e l’archivio Brebbia furono messi in vendita a Milano.
Nel 1918, quando Giovanni Vittani, allora “primo archivista” dell’AS MI, effettuò un primo riscontro sul materiale, notò la mancanza di molti documenti che pure erano segnalati nei verbali di consegna.
Il riscontro fu reso ancora più difficile dal rimaneggiamento subito dagli stessi, già da parte dell’ultimo proprietario le cui carte di famiglia risultarono sparse un po’ ovunque all’interno del fondo.
Una parte degli atti, inoltre, i quali si presentavano semplicemente riuniti in mazzetti e privi di utili indicazioni, era stata scomposta e passata ad una miscellanea da parte di alcuni impiegati dell’AS MI.
Verificata l’impossibilità di ricostituire l’ordinamento originario, o almeno la situazione tale quale era registrata negli inventari di consegna, il lavoro di riordino, ultimato nel 1920 e condotto sempre da Giovanni Vittani, consistette nel cercare di ricostituire per quanto possibile i nuclei fondamentali, i quali risultavano spesso confusi fra di loro, corredandoli di un nuovo inventario e di un indice generale.
Tale lavoro fu condotto rispettando, quando possibile, lo stato di fatto, attraverso le indicazioni sui fascicoli e il riscontro degli inventari, e provvedendo, solo se necessario, a modificare l’ordine alfabetico, e a dare una nuova numerazione.
Il nuovo inventario fu compilato, sempre dal Vittani, descrivendo i fascicoli secondo quanto veniva rilevato sulle camicie o sulle cartelle, e integrando poi la descrizione con cenni sommari tratti dai vecchi inventari.
Con le carte sciolte si formarono fascicoli relativi alle famiglie sul modello dei primi.
Al termine dei lavori risultarono ricostituiti due nuclei:
- l’archivio Sitoni di Scozia propriamente detto, a sua volta dotato di un’appendice formata sia dagli atti della medesima provenienza, ma posteriori al nucleo principale, sia da atti di altre provenienze, ma di uguale natura diplomatica;
- l’archivio familiare Brebbia, la cui documentazione, corredata da segnature originali del XVIII secolo, poté essere quasi del tutto riportata al suo ordinamento originario con l’ausilio degli antichi cartoni dei mazzi e di un indice speciale analitico.
La nuova numerazione fu riportata, quando possibile, sui vecchi inventari e quella vecchia sul nuovo, in un’apposita colonna.
Gli acquisti Riva Finolo comprendevano anche numerosi libri e manoscritti, conservati presso la biblioteca dell’AS MI e anch’essi descritti nel nuovo inventario.
I libri erano per la maggior parte databili fra il XVII e il XIX secolo, i manoscritti fra il XIV e il XVIII.
Essi andarono distrutti a seguito dei bombardamenti del 1943, tranne due manoscritti, contraddistinti sul nuovo inventario dai numeri 54 e 56.
Si tratta di due opere di Giovanni Sitoni di Scozia: il “Theatrum Genealogicum familiarum illustrium nobilium et civium Mediolani” del 1705 e la “Genealogia di re e principi, nonché di cardinali” del 1710.
(Inventario di Sala AD35)

Codici identificativi:

  • MIBA002DA6 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
  • asmi4930 (ASMI Anagrafe) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Fonti

  • MICA00037B = Riva Finolo, 1920

Compilatori

  • Prima redazione: Raimonda Cuomo (archivista) - Data intervento: 13 dicembre 1999
  • Rielaborazione: Ermis Gamba (archivista) - Data intervento: 21 aprile 2004