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Comune di Monza

Comune di Monza (1458 - 1978)

5.878 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

Consistenza archivistica: bb. 2424

La descrizione delle unità archivistiche è stata realizzata in maniera dettagliata desumendo dagli atti tutti gli elementi necessari. Si sono creati inoltre gli indici (istituzioni, toponimi, persone) che faciliteranno ulteriormente la ricerca.

La descrizione inventariale ha incontrato tre tipologie fondamentali:

a) documentazione raccolta in fascicoli

Questi atti, relativi ad uno specifico oggetto di attività attinente alle competenze del soggetto produttore, si sono presentati generalmente già raccolti da una camicia che riportava un titolo piuttosto generico.

Per queste unità sono stati indicati i seguenti elementi:

− titolo

− descrizione/contenuto

− data cronica (nella forma estesa)

− collocazione archivistica

− segnatura antica

− consistenza (numero carte presenti nell'unità)

− definizione archivistica e supporto

b) documentazione seriale raccolta in faldoni

Si tratta di atti singoli dello stesso tipo, in genere ordinati cronologicamente oppure con sistemi diversi (per capitolo di bilancio, per data di registrazione, in ordine alfabetico, ecc.).

Si fa riferimento in modo particolare ad atti formali o documenti ben definiti dalla legislazione contabile e fiscale (recapiti, mandati, reversali, ecc.), alla modulistica prevista dalle legislazioni varie di settore (verbali di contravvenzione, di sepoltura, pubblicazioni di matrimonio, licenze, ecc.) e al materiale a schede (per assistenza, per la formazione delle liste elettorali, ecc.). Questi atti si sono presentati solitamente raccolti in faldoni, scatole, pacchi.

In questi casi il singolo documento non ha costituito l'unità di base per l'inventario ma sono state considerate come unità di descrizione i singoli contenitori.

Per questi atti sono stati previsti questi elementi descrittivi:

− titolo

− descrizione sommaria degli atti (in caso di titolo non esaustivo)

− data cronica (in forma sintetica)

− collocazione archivistica

− segnatura antica

− definizione archivistica e supporto

La descrizione è stata preceduta, se necessario, da un'opera di riordino degli atti all'interno.

c) registri e volumi

Nell'archivio questa tipologia rappresenta una parte considerevole dell'intera documentazione. Si tratta di registri di protocollo, raccolta delle delibere, registri delle contravvenzioni, ecc.

L'unità di base per l'inventario è costituita dal singolo registro ed è stata prevista la descrizione dei seguenti elementi:

− titolo

− descrizione (qualora il titolo non sia esaustivo)

− data cronica (in forma sintetica)

− collocazione archivistica

− segnatura antica

− definizione archivistica e supporto

− legatura.

Sono state redatte inoltre le schede relative al fondo e sue alle partizioni (categorie e classi). Infatti è solo nel contesto dell'archivio e della sua articolazione interna, della sua struttura, che trovano il loro pieno significato i documenti che lo compongono. Così come un archivio è qualcosa di più della semplice somma dei documenti di cui è costituito, così la descrizione archivistica non è e non può essere la semplice somma delle descrizioni delle parti componenti l'archivio, ma deve partire dalla descrizione dell'archivio nel suo insieme e dalle relazioni di questo con il soggetto che lo ha prodotto nel corso della sua attività, per poi illustrarne le articolazioni (sezioni, serie, sottoserie e altre eventuali partizioni) e infine giungere alla descrizione delle unità archivistiche e, eventualmente, dei singoli documenti.

Storia archivistica:

Nota tecnica relativa all’archivio e all’inventariazione

di Paolo Pozzi

L’archivio storico del Comune di Monza si suddivide in due fondi:

1. Archivio cd. della Repubblica Cisalpina (atti dal 1796-1831), depositato presso la Biblioteca civica;

2. Archivio storico comunale (atti dal 1495 al 1954), conservato presso l’edificio comunale di piazza Trento e Trieste (ora nei locali di via Annoni).

1. L’archivio cd. della Repubblica Cisalpina depositato presso la Biblioteca civica

Questo fondo nasce da un’operazione di stralcio effettuata sulla documentazione storica del Comune relativa agli anni 1796-1831, a cui si è aggiunto successivamente un piccolo nucleo di documenti che precedono e seguono questi anni.

La presenza del Fondo è attestata con certezza presso la Biblioteca dall’ottobre 1935 (1).

Il fondo in realtà è costituito non solo dagli atti riguardanti il periodo della prima e della seconda Repubblica Cisalpina ma anche da quelli relativi alla riconquista austriaca (1799-1800), alla Repubblica italiana (1802-1805), al Regno d’Italia (1805-1814) e al primo periodo del Regno Lombardo-Veneto (1815-1831).

Non si tratta comunque dell’intera documentazione riguardante gli anni 1796-1831 perché una piccola parte degli atti riguardanti lo stesso periodo storico è presente nella prima sezione dell’Archivio storico “Atti dal 1495 al 1870”.

Alcuni atti di questa sezione inoltre sono andati sicuramente perduti nell’incendio che il 14 gennaio 1924 si sviluppò “nel sottotetto del locale archivio del Comune nella sede in via Piermarini”(2).

Si ha notizia di un primo parziale ordinamento delle “carte di spettanza della Repubblica Cisalpina” per iniziativa del prof. Giuseppe Riva in occasione del “Primo congresso e mostra sistematica del Risorgimento” tenutosi a Milano nel 1906 (3). La Biblioteca civica di Monza ha anche acquisito un cofanetto in legno contenente le schede di studio del Riva.

Un secondo intervento sulle carte della Cisalpina venne effettuato negli anni 1940-1942. Anche tale intervento portò ad un inventario solo parziale della documentazione (4).

Con il riordino operato negli anni 1969-1974 a cura di Graziella Comina e di Maria Luisa Crosio la documentazione è stata suddivisa in due grandi partizioni: Documenti di carattere locale e Leggi.

I Documenti di carattere locale a loro volta sono stati poi suddivisi in 23 “fondi” (5), le Leggi in 11 (vedi allegato 1).

Questa suddivisione non è stata tuttavia sempre coerentemente applicata; nei documenti di carattere locale sono spesso presenti infatti leggi, notificazioni, proclami, circolari delle autorità centrali; viceversa nella partizione delle leggi sono compresi anche documenti prodotti dal Comune di Monza.

La stessa suddivisione dei documenti tra le diverse classi (“Fondi”) presenta poi numerose forzature e collocazioni discutibili; capita inoltre che gli stessi atti possono ritrovarsi anche in classi diverse.

E’ poi riscontrabile nella fascicolazione una notevole disomogeneità di trattamento degli atti. Accanto a molti fascicoli contenenti atti singoli o comunque documenti legati tra di loro con un nesso logico erano presenti infatti fascicoli con oggetti del tutto generici che contenevano un gran numero di documenti assolutamente eterogenei (6).

Nel 1976 il lavoro di riordino è stato completato da Marco Mantovani, che ha poi compilato un “Regesto degli atti d’archivio”, che riportava in maniera largamente sommaria gli affari trattati, tentando una “classificazione o soggettazione” dei temi contenuti nei fascicoli. In realtà si tratta di un indice riferito in modo approssimativo al contenuto dei fascicoli conservati nelle singole cartelle.

Nel 1992 la Biblioteca civica incaricava la CAeB di procedere ad una nuova inventariazione.

In questo intervento si è mantenuta inalterata la struttura dell’archivio (la duplice partizione generale e le classi). Non sembrava infatti opportuno operare ulteriori suddivisioni della documentazione, mentre si era giudicato di estrema difficoltà, se non addirittura improponibile, riordinare la documentazione col metodo storico sistematico, cioè sulla base degli uffici produttori in assenza di strumenti archivistici quali: il repertorio degli atti d’archivio, l’elenco dei fascicoli, i registri di protocollo. Inoltre un riordino radicale della documentazione, secondo il criterio per settori di provenienza, avrebbe comportato il completo rifacimento della struttura della documentazione dell’archivio e di conseguenza l’impossibilità di recuperare, per i motivi già anticipati, i documenti segnalati nel lavori di ricerca storica.

Preclusa quindi la strada del riordino generale vero e proprio è stato necessario operare la nuova inventariazione senza modificare la preesistente collocazione in fascicoli. E’ stata realizzata pertanto un’approfondita schedatura accompagnata dagli indici di nomi di persona, istituzioni, luoghi. Per questo l’intervento ha puntato alla valorizzazione dei dati contenuti nel fascicolo esistente accrescendo il numero delle informazioni afferenti alle schede del fascicolo originario, determinando così l’aumento della qualità e della quantità di descrizioni e di oggetti.

Al termine dell’intervento l’archivio cosiddetto della “Repubblica Cisalpina” consta di 217 cartelle che raccolgono 4.034 unità archivistiche. Oltre a questi documenti sono depositati presso lo stesso fondo come appendice anche 7 cartelle di documenti sparsi (principalmente di età moderna) che precedono e seguono questo periodo.

L’intervento, operato in stretto contatto con la Soprintendenza archivistica, portava alla redazione del nuovo inventario nel maggio del 1995 (7).

2. Archivio storico comunale

Con questo nome si indica la documentazione storica conservata presso l’edificio comunale di piazza Trento e Trieste (ora in via Annoni).

Gli atti relativi al periodo 1495-1954 erano divisi in quattro sezioni:

1. sezione prima 1495-1870 (cartelle 132);

2. sezione seconda 1871-1935 (cartelle 1429);

3. sezione terza 1936-1945 (cartelle 512);

4. sezione quarta 1946-1954 (251 cartelle)

per un totale di 2324 cartelle.

Tutte le sezioni erano sommariamente ordinate per titoli e per categorie secondo un titolario in uso presso il Comune di Monza fino a tutto il 1954 (8).

Questo titolario adottato almeno dal 1882 (9) prevedeva una struttura per materie estremamente complessa con 34 titoli e 456 categorie (vedi allegato 2).

Tale struttura era stata sicuramente imposta a posteriori per parte della documentazione della prima sezione (1495-1870), mentre risultava essere il sistema di classificazione in uso degli atti per il periodo storico riguardante le rimanenti sezioni come si evince dagli atti.

Un primo lavoro di analisi della documentazione e delle rubriche di protocollo per valutare la possibilità di ricostruire almeno virtualmente l’ordinamento originario dell’archivio ritrovava le tracce di tre titolari prima di quello che strutturava l’archivio.

Dei risultati dell’analisi era messa al corrente la Soprintendenza archivistica per la Lombardia, che indicava come unica soluzione possibile la conservazione dell’ordinamento così come si era costituito anche per la sezione antecedente il 1871.

Ad una prima analisi della struttura dell’archivio si evidenziavano alcuni elementi significativi:

- L’ambito temporale delle sezioni era a dir poco approssimativo. Se era vero che la maggior parte delle pratiche era interna agli estremi cronologici previsti dalla sezione, non poche di esse esulavano di molto sia che si considerasse la data di apertura che di chiusura.

- La struttura estremamente parcellizzata per materia finiva per essere in gran parte vuota in quanto molte categorie non erano mai state usate per la classificazione degli atti. Solo per fare degli esempi il titolo XXII-Militari che con 33 categorie ospitava 55 unità nella sezione più grande (atti 1871-1935) e solo 3 unità in quella più piccola (atti 1945-1954) o al titolo XIX-Pensionati comunali che con 7 categorie ospitava a sua volta 7 e 9 unità (10).

- L’ordinamento all’interno dei titoli non teneva sempre conto della successione corretta delle categorie, ma per risparmiare lo spazio alcune categorie (di solito le più piccole) venivano accorpate negli stessi faldoni a prescindere dal posto da loro occupato nella successione logica dello schema classificatorio.

- La suddivisione dei fascicoli tra le diverse categorie presentava poi numerose forzature e collocazioni discutibili; capitava inoltre che atti del tutto uguali fossero stati classificati per un periodo in una categoria e per un altro periodo in un’altra o addirittura che parte della pratica fosse classificata in un modo e parte in un altro (cfr. cartella 742/84 della seconda sezione).

- All’interno delle categorie i fascicoli non erano collocati con una successione logica coerente, anche se il criterio ordinatore prevalente era sicuramente quello della disposizione dei fascicoli per anno di apertura.

- Alcuni faldoni e fascicoli, numerati con un bis, erano collocati in archivio nel titolo e categoria di competenza ma non erano stati descritti compiutamente in inventario; probabilmente erano stati inseriti ad inventario concluso e sull’inventario erano state riportate solo delle annotazioni. (cfr. fasc. 34/34bis e 56/9bis della prima sezione, in questo caso è annotato sulle copertine dei fascicoli “P.S. Carte rinvenute dopo la compilazione dell’inventario”.

- Alcuni fascicoli riportavano la stessa segnatura ma avevano oggetti diversi, alcuni di questi oggetti peraltro erano già segnalati in inventario (cfr. cartella 932/150 della seconda sezione).

- Le serie particolari erano descritte nelle pagine finali degli inventari delle singole sezioni ma avevano perso l’organizzazione fisica coerente a questa descrizione a causa di alcuni spostamenti. Inoltre i mandati di pagamento erano stati inseriti per gli anni fino al 1870 nel carteggio della prima sezione al titolo X – Contabilità, demanio, finanze; mentre per gli anni dal 1871 al 1902 erano stati collocati al termine della sezione stessa pur esulando dall’arco temporale relativo (11).

- Al termine della prima sezione erano presenti cinque faldoni di appendice, tra cui uno di libri.

- Ottanta faldoni erano collocati e non inventariati in coda alla quarta sezione. Si trattava di:

a. settanta faldoni contenenti pratiche di edilizia privata degli anni 1950-1954 pervenute in archivio successivamente alla stesura dell’inventario redatto nel 1959, una data troppo a ridosso dalla conclusione delle pratiche stesse. Tali atti erano già ordinati e raccolti anno per anno. Inoltre riportavano la classificazione antecedente il 1955. Altre pratiche di edilizia privata relativi agli stessi anni erano già collocate nelle rispettive annualità ed inventariati.

dieci faldoni contenenti alcune pratiche del Comune di Monza aventi per oggetto l’amministrazione del parco classificate anch’esse con la classificazione antecedente il 1955. Tutte le altre pratiche aventi tale oggetto erano già presenti in inventario.

Gli strumenti di corredo relativi alle diverse sezioni dell’archivio storico sono stati realizzati in tempi diversi. Dalla frequente corrispondenza (12) intrattenuta tra la Soprintendenza e il Comune di Monza si può ricostruire questa sequenza:

Sezione prima (atti origini-1870) – inventario inviato in Soprintendenza il 29 gennaio 1942 con riscontro da parte della Soprintendenza stessa in data 7 febbraio 1942.

Sezione seconda (1871-1935) – inventario inviato in Soprintendenza il 28 febbraio 1952 con accettazione da parte della Soprintendenza stessa in data 17 marzo 1952 (13).

Terza sezione (1936-1945) – inventario inviato in Soprintendenza il 30 gennaio 1959 con riscontro da parte della Soprintendenza stessa in data 4 febbraio 1959

Quarta sezione (1946-1954) – inventario inviato in Soprintendenza il 23 settembre 1959 con riscontro da parte della Soprintendenza stessa in data 25 settembre 1959.

Gli inventari, rivisti all’inizio dell’intervento, risultavano inadeguati soprattutto per quanto riguardava la descrizione. La descrizione delle unità archivistiche infatti era stata effettuata in maniera molto sommaria e soprattutto nella seconda sezione una stringa informativa spesso si riferiva a più fascicoli e in qualche caso a più buste.

Inoltre l’ordinamento all’interno dei titoli non teneva sempre conto della successione logica delle categorie (cfr. sezione prima Acque). I fascicoli erano ordinati all’interno delle categorie con il criterio prevalente della data di apertura ma con moltissimi errori.

Note

(1) Cfr. Lettera del Comune di Monza alla Prefettura avente per oggetto “Antichi archivi storici del Comune”, nel fascicolo “Uffici comunali (1924-1935)”, in ASCMz2 (1478-1).

(2) Sull’incendio di via Piermarini vedi il rapporto del Comando pompieri del 14 gennaio 1924 contenuto nel fascicolo “Assicurazione contro l’incendio degli atti e delle carte d’archivio”, in ASCMz3 (434-4).

(3) Cfr. G. Riva, Saggi critici e narrativi di storia monzese, Monza Tipo-Litografica Operaia, 1910 pp. 13-14 e “Relazione sul riordino del vecchio Archivio” (7 luglio 1906) dell’archivista comunale Stresino, nel fascicolo "Uffici comunali (1897-1915), in ASCMz2 (1476-1).

(4) Cfr. la lettera di trasmissione dell’inventario (29 gennaio 1942). In data 28 novembre 1957 a seguito di una visita ispettiva la Soprintendenza archivistica delle provincie lombarde ne lamentava l’incompletezza. " in merito al carteggio depositato presso la Biblioteca Civica (periodo della repubblica Cisalpina) e di cui esistono due copie dell’inventario ed uno schedario si fa notare che il quantitativo di atti è di gran lunga più numeroso di quello descritto e non si ferma al 1802, ma arriva fino al 1818. Trattandosi di un carteggio di rilevante importanza storica, è necessario che esso sia tutto inventariato, anche perché il vecchio inventario, nella maniera in cui è stato compilato, rende difficile la ricerca degli atti", nel fascicolo “Riordino dell’archivio comunale”, in ASCMz2 (1475-4).

(5) Cfr. M. Crosio "Così, come si trova ora l’A.C., non permette però ancora la consultazione al pubblico, in quanto vari argomenti sono mescolati nelle varie cartelle. E’ necessario pertanto riunire i singoli argomenti, creando i cosiddetti “Fondi”, i quali, in base ai criteri archivistici, dovrebbero essere nelle linee generali (almeno per ora): 1) Albinaggio, 2) Annona, 3) Araldica, 4) Celebrazioni pubbliche, 5) Censo (Finanze) , 6) Commercio, 7) Culto, 8) Estimo (che potrebbe eventualmente rientrare nel Censo), 9) Fazioni, 10) Giustizia, 11) Leggi (decreti), 12) Luoghi Pii, 13) Sanità, 14) Strade e Acque; 15) Uffici (Amministrazione generale, Ufficio di polizia, etc. Infine una eventuale raccolta di Cimeli e un fondo miscellaneo" (relazione sui lavori svolti 10 marzo 1973). Successivamente la Crosio operava la distinzione di alcuni “Fondi” in documenti di carattere locale e leggi: "Tale collocazione non è pero definitiva,in quanto è bene, per maggiore chiarezza ai fini della consultazione, una più specifica suddivisione dei documenti, dato e considerato il loro particolare contenuto [esempio: il fondo “Culto” è da suddividere in culto locale (distretto di Monza) e culto generale in base alle disposizioni del governo centrale; così il fondo “Sanità” in locale e generale come il precedente, e ancora il fondo “Fazioni militari”, “Polizia”, etc.) in quanto ciò risulta più utile, e pratico e rapido, agli effetti di studi monzesi, o di interesse storico-culturale più vasti, data la ricchezza e il valore del contenuto dell’archivio" (relazione sui lavori svolti 25 maggio 1974). I due documenti sono conservati nel fascicolo “Inventariazione dell’archivio cosiddetto della Repubblica Cisalpina (1969 – 1974)”, in Archivio della Biblioteca civica di Monza (Serie 1.6 – Fasc. 1) .

(6) Lo scopo principale del lavoro infatti era quello di reperire una serie di documenti utili per la realizzazione di alcune tesi e per la redazione della Storia di Monza e della Brianza edita in quegli anni. L’intervento infatti non produsse alcun inventario ma solo schede descrittive di singoli documenti. Il lavoro inoltre non fu portato a compimento ma fu interrotto nel 1974.

(7) Cfr. Lettera di approvazione della Soprintendenza archivistica della Lombardia in data 8 maggio 1995, nel fascicolo “Inventariazione dell’archivio cosiddetto della Repubblica Cisalpina (1989 – 1996)”, in ABCMz (Serie 1.6 – Fasc. 3).

(8) Il Comune di Monza adotterà il titolario ministeriale solo dopo ripetuti inviti della Soprintendenza archivistica per la Lombardia, vedi la lettera inviata in data 17 marzo 1952 dal Soprintendente Manganelli nel fascicolo “Riordino dell’archivio comunale”, cit.

(9) Cfr. Rubriche di protocollo in ASCMz (Serie particolari). La serie manca degli anni dal 1868 al 1881. Il primo prontuario per la classificazione degli atti “Rubrica generale d’archivio” rinvenuto è datato 1 luglio 1904 ed è firmato dall’archivista rag. Stresino, nel fascicolo “Riordino dell’archivio comunale”, cit.

(10) I dati ad inventari realizzati confermeranno appieno questa prima rilevazione. Basti ricordare che a fronte di una struttura comune a tutte le sezioni costituita da 490 partizioni nella prima sezione sono raccolte solo 525 unità, nella seconda 3.284, nella terza 1.274 e nella quarta 794.

(11) Non sono stati rinvenuti i mandati relativi agli anni 1903-1942 che sembrano essere stati scartati; cfr. il fascicolo “Archivio comunale”, in ADMz 1985 (1-1). Sugli scarti operati dal Comune di Monza e in particolare su quello molto corposo (100 quintali) del 1929 in concomitanza con il trasferimento dell’archivio nella nuova sede comunale cfr. inoltre il fascicolo “Scarto degli atti di archivio e cessione della carta alla Croce rossa italiana”, in ASCMz2 (1475-2).

(12) Cfr. il fascicolo “Riordino dell’archivio comunale”, cit. e il fascicolo “Archivio comunale” in ADMz 1985 (1-1).

(13) “Questa Soprintendenza ha ricevuto l’inventario trasmesso con la nota suindicata, relativo agli atti di codesto Comune dal 1871 al 1935 e ne ringrazia. Considerato che in codesto archivio non hanno mai avuto applicazione le norme della Circolare Ministeriale 1 marzo 1897 n. 17100.2 e che detta applicazione ora richiederebbe un enorme lavoro; ritenuto che l’inventario rispecchia fedelmente il vecchio ordinamento […]. Questa Soprintendenza, mentre accetta l’inventario stesso e consente che nella stessa forma sia redatto l’inventario degli atti dal 1936 al 1952 incluso, inventario che dovrà pervenire entro il 30 giugno 1953, prega la S.V. di disporre che a datare dal 1 gennaio 1953 siano applicate anche in codesto Archivio le norme della predetta Circolare ministeriale […]”, nel fascicolo “Riordino dell’archivio comunale”, cit.

Bibliografia

Anna Feroleto, L’archivio del Comune di Monza, in Storia in Lombardia 1986, n. 1. p. 207-211.

© 2002 – CAeB scarl – Comune di Monza

Archivio storico, Inventario d’archivio

L’inventario è stato realizzato dalla CAeB (Cooperativa archivistica e bibliotecaria).

Paolo Pozzi ha diretto il progetto d’intervento.

Il riordino e l’inventariazione sono opera di Paola Fontana (sezione seconda: atti 1871-1935) e Paola Zocchi (sezione prima: atti 1458-1870; sezione terza: atti 1936-1945; sezione quarta: atti 1946-1954).

La redazione degli indici è opera di Paola Fontana.

L’elaborazione della base dati per la stampa dell’inventario è stata curata da Domenico Quartieri – Scripta s.r.l. Como.

Un ringraziamento particolare alla Dott.sa Andreina Bazzi, Soprintendente archivistico per la Lombardia, per gli utili consigli relativi all’ impostazione generale dell’ inventario.

Si ringrazia per la collaborazione Renata Beretta e Sandro Mauri dell’Ufficio archivio e protocollo del Comune di Monza.

Allegato 1 – Struttura Archivio cd. della Repubblica cisalpina

Documenti di carattere locale

1. Acque e strade

2. Amministrazione ed organizzazione d’ufficio

3. Beneficenza

4. Beni comunali e nazionali

5. Censo

6. Certificati

7. Cimiteri

8. Commercio e libere professioni

9. Culto

10. Finanza

11. Giustizia

12. Istruzione pubblica

13. Militari-coscrizione

14. Militari-fazioni

15. Militari-Guardia nazionale e civica

16. Miscellanea

17. Polizia

18. Prestito forzato

19. Sanità

20. Stato civile

21. Teatro-Spettacoli

22. Vettovaglie

23. Austro-Russi

Leggi

1. Acque e strade

2. Censo e finanza

3. Commercio

4. Culto

5. Feste

6. Ministero di giustizia

7. Ministero della guerra

8. Ministero dell’interno

9. Polizia

10. Sanità

11. Beni nazionali

Allegato 2 – Struttura Archivio storico del Comune di Monza

Titolo 1 – Acque

Titolo 2 – Affari politici e personaggi illustri

Titolo 3 – Agricoltura – Annona – Commercio – Industria – Professioni

Titolo 4 – Araldica – Archeologia – Cronografia

Titolo 5 – Beneficenza

Titolo 6 – Bersagli

Titolo 7 – Certificati

Titolo 8 – Confini territoriali

Titolo 9 – Consiglio comunale

Titolo 10 – Contabilità – Demanio – Finanza

Titolo 11 – Contravvenzioni diverse

Titolo 12 – Culto

Titolo 13 – Edilizia ed ornato

Titolo 14 – Elezioni e funzionari pubblici

Titolo 15 – Fiere e mercati

Titolo 16 – Guardia nazionale – Milizia territoriale e comunale

Titolo 17 – Igiene – Polizia comunale – Sanità

Titolo 18 – Illuminazione pubblica

Titolo 19 – Impiegati municipali

Titolo 20 – Istruzione pubblica

Titolo 21 – Lavori pubblici e strade

Titolo 22 – Militari

Titolo 23 – Oggetti diversi – Carteggio vario

Titolo 24 – Oggetti diversi – Circolari e leggi

Titolo 25 – Oggetti diversi – Informazioni

Titolo 26 – Oggetti diversi – Manifesti e bandi

Titolo 27 – Ordine e sicurezza pubblica

Titolo 28 – Patrimonio comunale

Titolo 29 – Pensionati comunali

Titolo 30 – Pensionati dello Stato

Titolo 31 – Spettacoli e trattenimenti vari

Titolo 32 – Statistiche varie

Titolo 33 – Stato civile – Censimenti – Anagrafe

Titolo 34 – Uffici diversi – Governativi – Comunali

Criteri di ordinamento

Si è ovviamente conservata l’organizzazione generale dell’archivio mantenendo inalterata la suddivisione in sezioni e l’articolazione in titoli e categorie.

Sono stati operati solo i seguenti interventi:

- Nella prima sezione i mandati di pagamento dal 1778 al 1870 sono stati portati dal carteggio alle serie particolari costituendo così un’unica serie posta nelle serie particolari. Sempre in questa sezione i libri contenuti in un faldone dell’Appendice venivano consegnati all’Ufficio protocollo, accompagnati da un elenco (1). L’Ufficio provvedeva ad inviarli alla Biblioteca civica.

- Sono stati inventariati tutti i fascicoli bis e i faldoni bis e ter segnalati da sommari appunti in inventario e collocati già all’interno della sezione stessa nel titolo e categoria di appartenenza (es. Fontanile Pelucca).

- I fascicoli che riportavano la stessa segnatura ma avevano oggetti diversi sono stati ovviamente schedati singolarmente, è stata comunque sempre annotata la segnatura precedente che risulta in questi casi uguale. Ugualmente ci si è comportati quando si sono unificati più fascicoli aventi lo stesso oggetto, in questo caso sono riportate tutte le segnature precedenti.

- Nella quarta sezione sono state inserite le pratiche edilizie collocate in coda alla sezione stessa ma non inventariate. Va segnalato che altre pratiche edilizie relative alle stesse annualità erano già collocate ed inventariate. Ugualmente si è fatto per le pratiche del Comune di Monza aventi per oggetto l’amministrazione del parco e della villa reale.

- Nelle rispettive sezioni tutti fascicoli sono stati riordinati all’interno delle categorie per data di apertura. Non si è intervenuto sulla classificazione se non in caso di clamorosi errori.

Tutte queste scelte sono state prese in accordo con la Soprintendenza archivistica per la Lombardia prima di procedere al riordino e all’inventariazione.

Al termine dell’intervento l’archivio ha una consistenza di 2.424 buste e 5.877 unità archivistiche. Più in dettaglio:

1. sezione prima 1495-1870 (buste 119, unità 525);

2. sezione seconda 1871-1935 (buste 1481, unità 3284);

3. sezione terza 1936-1945 (buste 497, unità 1274);

4. sezione quarta 1946-1954 (buste 327, unità 794).

A questa consistenza vanno aggiunti i dati relativi all’Archivio cd. della Repubblica Cisalpina che completa la documentazione storica dell’Archivio del Comune di Monza

Archivio cd. della Repubblica Cisalpina (buste 219, unità 4.203)

L’archivio storico civico ha quindi nella sua interezza una consistenza di 2.643 buste e 10.080 unità.

(1) Trasferimento libri da archivio a biblioteca civica (15.01.1999).

Codici identificativi:

  • MIBA0196E4 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Compilatori

  • Paolo Pozzi (Archivista)
  • Paola Fontana (Archivista)
  • Paola Zocchi (Archivista)