Comune di Vigevano. Parte moderna (1809 - 1985)
14.219 unità archivistiche di primo livello collegateFondo
Metri lineari: 682.0
Consistenza archivistica: bb. 2882, regg. 4040, fascc. 228, quinterni 6 e filza 1
Storia archivistica:
Nota tecnica relativa al fondo e all’inventariazione di Pier Luigi Muggiati e Paolo Pozzi
L’archivio storico civico di Vigevano si suddivide in tre parti: parte antica, parte di mezzo (o di transizione) e parte moderna.
1. Parte Antica
La parte è composta di circa 600 faldoni e 1050 registri, e copre un arco cronologico dal 1227 al 1848 circa.
L’archivio è stato riordinato a metà del secolo XIX da Luigi Bonino, archivista della Camera dei Conti di Torino, che ha inventariato il fondo con il sistema peroniano allora vigente in base a titoli divisi per materia.
E’ la sezione d’archivio più conosciuta e studiata, grazie anche alle serie particolarmente interessanti quali i Convocati del Consiglio Comunale dal 1378, i Conti dei tesorieri dal 1409, le pergamene dei privilegi, i manifesti, ecc.
2. Parte di mezzo (o di transizione)
Con questo nome si indica convenzionalmente quella parte d’archivio che comprende, a grandi linee, le carte successive al 1848 e precedenti il 1865, anno in cui inizia la sezione moderna dell’archivio storico.
Si veda la pubblicazione sul portale Lombardia Beni Culturali (http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA016FEA/)
3. Parte moderna
3.1 Lo stato precedente l’intervento e i criteri del riordino
L’archivio raccoglieva gli atti afferenti all’attività del Comune di Vigevano dal 1865 al 1950 ed era sommariamente ordinato secondo le 15 categorie del Titolario del 1897. Tale titolario era stato applicato a Vigevano solo a partire dal 1911. L’opera di riordino terminata nel 1950 aveva inglobato nelle categorie ministeriali anche i documenti antecedenti a tale data. Gli atti relativi agli anni 1865 – 1910 erano stati collocati in testa alle singole categorie.
Tale materiale aveva una consistenza complessiva di 251 faldoni.
In coda alle singole categorie inoltre si trovavano pratiche da ricollocare e materiale diverso raccolto in faldoni e/o pacchi. In molti casi tale materiale non era segnalato nell’elenco di consistenza redatto alla fine del lavoro di riordino generale.
La consistenza generale dell’archivio era valutabile in 3053 faldoni e 2839 registri.
Un primo lavoro di analisi della documentazione antecedente il 1911 per valutare la possibilità di ricostruire l’ordinamento originario dell’archivio ritrovava le tracce di tre titolari a partire dal 1885. Da questa data inoltre i fascicoli erano organizzati annualmente categoria per categoria.
Titolari dal 1885 al 1909
Titolario 1885 – 1890
I – Amministrazione
II – Costituzione politica – stato civ.
III – Sanità e beneficenza
IV – Istruzione
V – Finanza
VI – Imposte
VII – Censo ed esattoria
VIII – Lavori pubblici
IX – Agricoltura e commercio
X – Leva
XI – Sicurezza pubbl. e Giustizia
XII – Culto
XIII – Istituto Roncalli
XIV – Belle arti
Titolario 1891 – 1896
1 – Amministrazione
2 – Agricoltura e comm.
3 – Anagrafe e stat. civ.
4 – Belle arti
5 – Sanità
6 – Censo – Catasto
7 – Costituzione politica
8 – Culto e cimiteri
9 – Finanza
10 – Imposte
11 – Istruzione prim.
12 – Istruzione second.
13 – Militare
14 – Lavori pubblici
15 – Polizia urbano rurale
16 – Sanità e beni
17 – Sicurezza e giustizia
18 – Stabili comunali
19 -
20 – Uffici pubblici
Titolario 1897 – 1909
1 – Amministrazione
2 – Agricoltura e comm.
3 – Anagrafe e stat. civ.
4 – Belle arti
5 – Sanità
6 – Censo – Catasto
7 – Costituzione politica
8 – Culto e cimiteri
9 – Finanza
10 – Imposte
11 – Istruzione prim.
12 – Istruzione second.
13 – Leva
14 – Militare servizio
15 – Lavori pubblici
16 -
17 – Sanità e ben.
18 -Stabili comunali
19 -
20 – Uffici pubblici
Ma ad un’analisi più dettagliata dell’ordinamento operato nel 1950 risultava che non si era trattato di un semplice riallineamento sulle categorie ministeriali dei titoli precedenti ma di un forzato inserimento in esse operando accorpamenti e divisioni. Infatti nella categoria I – Amministrazione erano state unificate dal 1885 due categorie: 1 – Amministrazione e 20 – Uffici pubblici; gli atti dell’originaria categoria Sanità e beneficenza erano stati suddivisi nelle categorie ministeriali Beneficenza e Sanità e igiene e analogamente si era operato per gli atti di Sicurezza pubblica e Giustizia smembrandoli nelle attuali categorie di Polizia urbano rurale, Sicurezza pubblica e Grazia, giustizia e culto. Tali discutibili operazioni non erano poi state del tutto applicate in maniera coerente.
Per la documentazione antecedente il 1885 non era stato però possibile ricostruire alcun titolario perché le tracce rinvenute si erano rilevate troppo labili.
Dei risultati dell’analisi era messa al corrente la Soprintendenza archivistica per la Lombardia (1) , che indicava come unica soluzione possibile la conservazione dell’ordinamento così come si era costituito (2).
Le singole categorie venivano quindi organizzate in due parti. La prima relativa agli anni 1865 – 1910 ordinata semplicemente per categoria, la seconda invece, relativa agli anni 1911 – 1950) per categoria e classe.
Ma il lavoro di schedatura degli atti precedenti il 1910 portava in evidenza un ulteriore problema. Gli atti relativi al periodo 1865 – 1884 presentavano una situazione composita:
a) dal 1881 al 1884 l’ordinamento delle pratiche era stato operato prevalentemente per anno di chiusura (secondo un titolario ancora diverso dai tre precedenti);
b) dal 1865 al 1880 coesistevano diversi criteri: per anno di chiusura, per temi (es. liti) o senza alcun ordine logico (si potevano rintracciare le tracce di due diversi titolari, il primo in uso fino al 1870, il secondo fino al 1879).
Inoltre molti fascicoli si caratterizzavano come copertine che racchiudevano documenti con oggetti molto diversi, quindi di carattere miscellaneo.
La consistenza degli atti dal 1865 al 1884 era assai limitata. Si trattava di pochi faldoni per ogni categoria, pari a circa 90 cartelle.
In parallelo a questo lavoro si procedeva all’esame degli atti appartenenti al cd. Archivio di mezzo (1846 – 1884) ove si ritrovava documentazione connessa a quella presente nell’Archivio storico-parte moderna (anni 1865 – 1884).
Rispondendo a un quesito posto in data 20 luglio 1998 la Soprintendenza archivistica indicava di procedere comunque nella descrizione analitica dei fascicoli ma di fare confluire le carte dal 1865 al 1884 nel cd. Archivio di mezzo. Il riordino e l’inventariazione di tale archivio doveva essere l’oggetto di uno specifico intervento. Tale decisione pone quindi come termine d’inizio dell’Archivio storico di Vigevano – parte moderna il 1885 data dell’introduzione delle serie annuali all’interno delle singole categorie.
Gli atti successivi al 1911, organizzati secondo le 15 categorie ministeriali e all’interno delle singole categorie per anno, non hanno posto gravi problemi per quanto riguarda il riordino.
L’unico problema era rappresentato dal fatto che in alcune categorie erano state aggiunte delle classi non comprese nel titolario.
La stragrande maggioranza dei fascicoli erano correttamente ordinata tranne alcuni casi che si possono riassumere schematicamente in queste tre tipologie:
a. materiale correttamente classificato e collocato nella categoria di appartenenza ma ordinato separatamente, peraltro solo per alcuni anni, per temi (es. Sanità: Macello pubblico, Chinino di Stato, Concorsi, ecc.):
materiale correttamente classificato ma raccolto in pacchi in coda alle singole categorie e mai collocato nelle annualità;c. spezzoni di pratiche raccolte in faldoni.
Nei primi due casi si è proceduto all’inserimento dei singoli fascicoli nella categoria e serie annuale di cui facevano parte; nel terzo caso gli spezzoni sono stai riaccorpati con le pratiche di provenienza.
Nel corso del lavoro di riordino venivano rilevati, collocati alla fine delle singole categorie e a volte anche inserite all’interno (in modo da interrompere le serie annuali), i seguenti archivi:
- Azienda annonaria municipale (1917 – 1921), 31 faldoni + registri, nella cat. 11 dopo il 1940;
- Associazione nazionale famiglie dei caduti in guerra (1913 – 1961), 7 faldoni, al termine della cat. 8;
- Ufficio notizie alle famiglie dei militati di terra e di mare. Sottosezione di Vigevano (1915 – 1918), 7 faldoni, al termine della cat. 8;
- UNRRA (1946 – 1950), 7 faldoni, al termine della cat. 8;
- Commissariato governativo per gli alloggi (1945 – 1947), 8 faldoni, al termine dell’archivio;
- Unione nazionale per le famiglie numerose. Sez. provinciale di Pavia. Nucleo di Vigevano (1938 – 1945), 5 faldoni, al termine della cat. 12;
- UNPA – Ufficio nazionale protezione antiaerea (1943 – 1945), 3 faldoni, al termine della cat. 15;
- Società di patronato per i liberati dal carcere della Lomellina (1897 – 1907), 6 faldoni.
Gli atti di questi archivi riportavano una classificazione propria e per alcuni di essi erano presenti registri di protocollo.
Si concordava con la Soprintendenza in data 20 ottobre 1998 di considerare tali archivi aggregati all’Archivio storico-parte moderna e quindi toglierli dalle categorie presso cui erano stati collocati.
La consistenza di tali archivi è pari a 74 faldoni
Si procedeva inoltre al riordino e alla descrizione delle serie particolari.
Ma l’opera di riordino ed inventariazione, che procedeva nell’organizzazione logica dell’archivio in tre sezioni (carteggio, serie particolari, archivi aggregati) (3) , doveva anche investire la struttura fisica dell’archivio. Essa infatti era molto diversa dalla struttura logica che si andava correttamente creando.
Gli atti d’archivio infatti erano organizzati nel modo seguente:
- Il carteggio relativo alle XV categorie era suddiviso in due tronconi: 1865 – 1940; 1941 – 1950.
- Le serie particolari erano in parte inserite tra i due tronconi del carteggio e in parte alla fine di ogni singola categoria
- Gli archivi aggregati erano collocati di solito in fondo alle singole categorie o inseriti in mezzo al carteggio.
Tale situazione derivava da un intervento di riordino che si era svolto in due fasi nei primi anni ’50.
La divaricazione quindi tra struttura dell’Inventario che si veniva producendo e la struttura reale dell’archivio esigeva sempre di più un intervento generale di riordino. Tale lavoro veniva realizzato nel marzo del 1999 e strutturava fisicamente l’archivio in tre parti: carteggio (1885 – 1950), serie particolari, archivi aggregati. Gli atti dal 1865 al 1884 veniva organizzati separatamente in attesa di confluire nel cd. Archivio di mezzo.
3.2 La descrizione archivistica
La descrizione delle unità archivistiche è stata realizzata in maniera dettagliata desumendo dagli atti tutti gli elementi necessari. Si sono creati inoltre gli indici (istituzioni, toponimi, persone) che faciliteranno ulteriormente la ricerca.
La descrizione inventariale ha incontrato tre tipologie fondamentali:
a. documentazione raccolta in fascicoli
Questi atti, relativi ad uno specifico oggetto di attività attinente alle competenze del soggetto produttore, si sono presentati generalmente già raccolti da una camicia che riportava un titolo piuttosto generico.
Per queste unità sono stati indicati i seguenti elementi:
- titolo (4)
- descrizione/contenuto
- data cronica (nella forma estesa)
- collocazione archivistica
- segnatura antica
- consistenza (numero carte presenti nell’unità)
- definizione archivistica e supporto
documentazione seriale raccolta in faldoniSi tratta di atti singoli dello stesso tipo, in genere ordinati cronologicamente oppure con sistemi diversi (per capitolo di bilancio, per data di registrazione, in ordine alfabetico, ecc.).
Si fa riferimento in modo particolare ad atti formali o documenti ben definiti dalla legislazione contabile e fiscale (recapiti, mandati, reversali, ecc.), alla modulistica prevista dalle legislazioni varie di settore (verbali di contravvenzione, di sepoltura, pubblicazioni di matrimonio, licenze, ecc.) e al materiale a schede (per assistenza, per la formazione delle liste elettorali, ecc.). Questi atti si sono presentati solitamente raccolti in faldoni, scatole, pacchi.
In questi casi il singolo documento non ha costituito l’unità di base per l’inventario ma sono state considerate come unità di descrizione i singoli contenitori.
Per questi atti sono stati previsti questi elementi descrittivi:
- titolo
- descrizione sommaria degli atti (in caso di titolo non esaustivo)
- data cronica (in forma sintetica)
- collocazione archivistica
- segnatura antica
- definizione archivistica e supporto
La descrizione è stata preceduta, se necessario, da un’opera di riordino degli atti all’interno.
c. registri e volumi
Nell’archivio questa tipologia rappresenta una parte considerevole dell’intera documentazione. Si tratta di registri di protocollo, raccolta delle delibere, registri delle contravvenzioni, ecc.
L’unità di base per l’inventario è costituita dal singolo registro ed è stata prevista la descrizione dei seguenti elementi:
- titolo
- descrizione (qualora il titolo non sia esaustivo)
- data cronica (in forma sintetica)
- collocazione archivistica
- segnatura antica
- definizione archivistica e supporto
- legatura.
Sono state redatte inoltre le schede relative al fondo e sue alle partizioni (categorie e classi). Infatti è solo nel contesto dell’archivio e della sua articolazione interna, della sua struttura, che trovano il loro pieno significato i documenti che lo compongono. Così come un archivio è qualcosa di più della semplice somma dei documenti di cui è costituito, così la descrizione archivistica non è e non può essere la semplice somma delle descrizioni delle parti componenti l’archivio, ma deve partire dalla descrizione dell’archivio nel suo insieme e dalle relazioni di questo con il soggetto che l’ha prodotto nel corso della sua attività, per poi illustrarne le articolazioni (sezioni, serie, sottoserie e altre eventuali partizioni) e infine giungere alla descrizione delle unità archivistiche e, eventualmente, dei singoli documenti.
Per quanto riguarda i criteri della descrizione archivistica si è fatto riferimento
- alle “Istruzioni per la tenuta del protocollo e dell’archivio per gli uffici comunali – Mod. A” (circolare del Ministero dell’interno n. 17100-2 del 1.3.1897)
- alle “Norme per la pubblicazione degli inventari” (circolare del Ministero dell’interno n. 39/1966, Direzione generale degli archivi di Stato, Ufficio studi e pubblicazioni)
- alle norme presenti nella “Guida operativa per l’ordinamento e l’inventariazione di archivi storici”, curata dalla Regione Lombardia
- alla più recente normativa internazionale sugli standard descrittivi (ISAD).
Per la schedatura si è utilizzato il programma Sesamo, software predisposto per l’inventariazione degli archivi storici dalla Regione Lombardia e messo a disposizione gratuitamente dalla Regione stessa. Si tratta di un applicativo del programma Access in Windows, quindi ampiamente compatibile con tutti i software funzionanti in questo ambiente.
© 2001 – CAeB scarl – Comune di Vigevano, Archivio storico civico
Archivio storico-Parte moderna, Inventario d’archivio
L’inventario è stato realizzato dalla CAeB (Cooperativa archivistica e bibliotecaria).
Paolo Pozzi ha diretto il progetto d’intervento congiuntamente con il direttore dell’Archivio storico civico, Pier Luigi Muggiati
L’inventario è opera di un gruppo composto da: Paola Fontana (cat. 10 e 12), Antonio Orecchia (cat. 1, 2, 3, 6, 8, 9, 13, 14 e Serie paricolari) e Paola Zocchi (cat. 4, 5, 7, 11).
La redazione degli indici cartacei è opera di Paola Fontana.
L’elaborazione della base dati per la stampa dell’inventario è stata curata da Domenico Quartieri – Scripta s.r.l. Como.
Un ringraziamento particolare alla Dott.sa Andreina Bazzi, Soprintendente archivistico per la Lombardia, per gli utili consigli relativi all’ impostazione generale dell’ inventario.
Il progetto di inventariazione del fondo è stato inserito a cura del Servizio biblioteche e Sistemi culturali integrati della Regione Lombardia all’interno del Piano dei contributi a favore degli archivi degli enti locali (art. 4 legge 14.12.1985, n. 81).
Note:
1. Cfr. Servizio archivio storico del Comune di Vigevano, lettera del 20 marzo 1997 a firma Pier Luigi Muggiati, direttore archivio storico.
2. “Si comunica di aver attentamente esaminato il problema delle cartelle relative agli anni 1865-1910. Queste devono essere poste in testa alle singole 15 categorie ministeriali, applicate dal 1911. E poiché tali atti hanno avuto 4 diverse classificazioni nel tempo, a rigore si dovrebbero ricostruire i nuclei secondo la scansione cronologica delle classificazioni. Tuttavia ciò non sembra possibile, in quanto le operazioni presentano un largo margine di insicurezza. Pertanto si concorda sul fatto che gli atti siano descritti con grande cura all’inizio delle categorie, riportando le varie classificazioni…” (Soprintendenza archivistica per la Lombardia, 11 aprile 1997).
3. Come previsto dalle disposizioni emanate dalla Soprintendenza archivistica per la Regione Lombardia (circolare 6.8.1995) ed è stato raccomandata nello specifico dalla Soprintendente Dott.ssa Andreina Bazzi per l’Archivio di Vigevano (lettera 11.4.97).
4. Per quanto riguarda il titolo dei fascicoli, sentita la Soprintendenza archivistica per la Lombardia, si è deciso di riportare tra virgolette i titoli presenti sulle camicie. In caso di assenza si è proceduto alla redazione del titolo desumendolo dal contenuto, naturalmente senza virgolette. In nota è riportata la segnalazione della mancanza con la formula: Senza titolo originale.
Codici identificativi:
- MIBA01C304 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
Note alla condizione di accesso:
Da lunedì a giovedì: ore 9.00 – 13.00; 14.30 – 17.30; il venerdì : ore 9.00 – 13.00.
Ogni utente deve compilare una domanda di consultazione, valida per l’intero anno solare, indicando generalità, recapito e motivo della ricerca; i dati personali vengono raccolti solo per uso interno e a fini statistici e non sono divulgati all’esterno.
Per ogni unità archivistica consultata è obbligatorio compilare l’apposito modulo di richiesta.
E’ obbligatorio consegnare copia del libro, pubblicazione, tesi o altro redatto utilizzando materiale dell’Archivio; è altresì obbligatorio citare sempre con esattezza la fonte archivistica.
Gli utenti sono tenuti ad osservare tutte le norme di sicurezza e di comportamento richieste dalle normative vigenti, ed in particolare: divieto di fumo – divieto di scrivere sopra i documenti – divieto di asportare, spostare o confondere le carte – divieto di disturbare i presenti.
La consultazione è libera e gratuita.
Soggetti conservatori
Soggetti produttori
- Comune di Vigevano sec. XII -
Progetti
- Comune di Vigevano: parte moderna (2001-2011)
Compilatori
- Paolo Pozzi (Archivista)
- Paola Fontana (Archivista)
- Paola Zocchi (Archivista)
- Antonio Orecchia (Archivista)
- Pier Luigi Muggiati (Archivista)
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/fonds/152592