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Ghianda Pierluigi

Ghianda Pierluigi ([1914] - [2017])

385 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

Consistenza archivistica: 385 u.a.

Abstract:

Il fondo Pierluigi Ghianda è stato acquisito dal Politecnico di Milano come donazione spontanea dalle eredi di Ghianda e accolto nella sede di Via Candiani 72, Campus Bovisa Durando del Politecnico di Milano dal 2018. Prima della donazione il fondo era conservato nella bottega dell’ebanista Pierluigi Ghianda sita in Via Desio, 53, Bovisio Masciago, Monza Brianza (Italia). L’inventario è il risultato di operazioni di riordino e inventariazione analitica dei materiali conservati presso gli Archivi Storici del Politecnico di Milano, per offrire agli utenti una maggiore e più agevole fruizione dell’archivio.

Il Fondo archivistico di Pierluigi Ghianda ([1914] − [2017]) raccoglie la testimonianza dell'attività di Ghianda come artigiano ebanista, erede dell’importante tradizione della lavorazione del legno in Brianza, che Pierluigi prosegue nella falegnameria di famiglia avviata già da inizio Novecento.
Il fondo archivistico conservato presso gli Archivi Storici del Politecnico di Milano è composto in prevalenza dai prodotti di questa attività, come elementi d’arredo, modelli, piccoli e medi oggetti di produzione artigiana, prototipi di sculture, prototipi di oggetti, semilavorati, lavorazioni di elementi decorativi e componenti ornamentali; insieme a questi elementi, il fondo comprende anche gli strumenti di lavoro impiegati nell'atelier, campioni di materiali e piccoli elementi che sono esito del processo di lavorazione di oggetti più complessi. A questi, si accostano materiali a stampa, fotografie, disegni, materiale pubblicitario e materiale informativo necessari al lavoro dell'atelier ed esito di progetti portati a realizzazione.
Nell'accostamento di oggetti, prototipi e documenti parte del lavoro di Pierluigi Ghianda e conservati presso gli Archivi Storici del Politecnico di Milano, è così possibile analizzare e trovare testimonianza del complesso lavoro della tradizione artigiana, della complicata manualità di questa arte, e insieme della continua ricerca di forme nuove, visibile chiaramente e con immediatezza nella grande varietà di oggetti tra cui le "sedute d’autore" presenti nel fondo, sedie e poltroncine diverse per struttura e materiali, che permettono però di cogliere le numerose possibilità di interpretazione ed elaborazione del medesimo oggetto d’uso quotidiano.

In seguito alle operazioni di riordino e inventariazione, il fondo Pierluigi Ghianda raccoglie un totale di 385 unità archivistiche, organizzate in 7 serie e 5 sottoserie:

− Elementi d'arredo: 42 u.a., comprendenti prototipi, semilavorati e prodotti finali di arredi;
− Piccoli e medi oggetti di produzione artigiana: 51 u.a., comprendenti complementi d'arredo, piccoli oggetti decorativi, sculture, maquette, semilavorati e prototipi di oggetti;
− Incastri: 16 u.a., comprendenti modelli, semilavorati ed esempi di realizzazioni a incastro − finalizzati a specifici progetti o come strumenti esemplificativi o di studio;
− Strumenti e materiali di lavoro: 16 u.a. tra campioni di legno e strumenti per il lavoro d'atelier;
− Disegni e progetti: 85 u.a., che comprendono 78 rotoli di disegni e 8 cartelle di disegni stesi, relativi a progetti e studi dal primo Novecento in avanti;
− Documenti di lavoro: 61 u.a. organizzate in tre sottoserie, in relazione alla tipologia di materiale raccolto (cataloghi, opuscoli e libri; riconoscimenti, diplomi e loghi; fascicoli e materiali di progetto);
− Fotografie: 114 u.a., organizzate in due sottoserie, per riflettere la natura dei materiali (Fotografie di lavori; ritratti e fotografie di vita personale).

Storia archivistica:

Il fondo Pierluigi Ghianda proviene interamente dallo storico atelier di famiglia sito a Bovisio Masciago (MB): questa bottega è stata sede di formazione di Ghianda e luogo d’incontro e di produzione, a partire dagli anni sessanta del Novecento, del miglior design italiano ed internazionale.
Con la scomparsa del maestro nel 2015 e con la conseguente chiusura dell’atelier, le eredi Beatrice, Maria Luisa e Serafina Ghianda hanno operato una serie di donazioni in Italia e all’estero; in questa occasione parte del prezioso materiale conservato nella bottega di famiglia è stato selezionato per essere destinato agli Archivi Storici del Politecnico di Milano. La donazione è stata seguita dagli archivisti del Politecnico che, recatisi a Bovisio Masciago, hanno seguito l’intera fase di mobilitazione dei materiali. A trasloco avvenuto, si sono poi occupati di curare l’alloggiamento delle unità archivistiche negli ambienti preposti alla conservazione, nella sede di Archivi Storici al Campus Bovisa Durando del Politecnico di Milano. A tal proposito, è opportuno segnalare che i materiali ricevuti, non provenendo da un archivio puntualmente organizzato, ma bensì dai depositi di un’azienda al lavoro, sono stati ordinati per la prima volta e in maniera puntuale solo una volta giunti a destinazione.
La donazione è stata perfezionata con determina il 12 febbraio 2018, a firma della Dirigente dell’Area. Una piccola integrazione di materiale alla donazione è stata conferita successivamente dalle eredi agli Archivi Storici, in data 06 settembre 2023, e comprende documenti, disegni e fascicoli di lavoro.

Per l’eterogeneità del fondo e soprattutto per il gran numero di manufatti e oggetti ricevuti, sin dal primo momento dell’acquisizione si è pensato di destinare il patrimonio del fondo Ghianda a uno spazio espositivo, aperto al pubblico. A tale scopo si sperava di poter utilizzare uno spazio che potesse ospitare l’esposizione dell’intero corredo di mobili e custodirne altresì la parte documentaria cartacea (complessivamente oltre 130 pezzi tra complementi di arredo, prototipi, semilavorati, strumenti di lavoro, disegni, fotografie, materiale pubblicitario e di lavoro dell’azienda). Lo spazio che invece si è potuto assegnare allo scopo non ha consentito di collocare tutti i materiali ricevuti. I manufatti più grandi e di più complessa gestione, dunque, sono stati sistemati temporaneamente nel deposito del Politecnico di Milano sito a Sesto Ulteriano [Via Calabria 4, Sesto Ulteriano, 20098, San Giuliano Milanese (MI)].
A seguito della donazione, un primo momento in cui dare visibilità ed esporre i materiali parte del fondo archivistico ha preso forma nella mostra temporanea Pierluigi Ghianda: dire fare levigare, a cura di Mariano Chernicoff, tenutasi nello Spazio Mostre di Archivi Storici, al piano rialzato dell’edificio B1 del Campus Bovisa Candiani (9/4/2018 – 8/6/2018).
Dal 2018 ad oggi, poi, nello spazio espositivo che attualmente accoglie buona parte del Fondo Ghianda, già aperto al pubblico, sono stati organizzati eventi e visite guidate in lingua italiana e inglese, con la volontà di far conoscere l’archivio, la sua storia archivistica e la figura stessa dell’ebanista Pierluigi Ghianda. Tali iniziative di valorizzazione sono tuttora in corso.

In considerazione dell’assenza di corredi che accompagnassero il fondo al suo arrivo, a eccezione di un primo elenco elaborato in sede di donazione, il riordino e la sua inventariazione sono sviluppati sulla base della storia archivistica intesa come sviluppo e produzione del materiale ora parte dell’archivio: si è dunque mantenuta, dove presente, l’omogeneità e coerenza di alcuni nuclei di materiali, identificati nell’attività dell’atelier per tipologia, uso e sistema di riferimento documentale. L’obiettivo è quello di riflettere con coerenza la logica e le pratiche di bottega, e il processo di progetto, sviluppo e realizzazione del manufatto artigianale. Tenendo conto di questo, si procede poi con l’intento di conferire una struttura archivistica chiara e comprensibile al fondo nel suo complesso. Dove possibile, per le serie “Elementi d’arredo”, “Piccoli e medi oggetti di produzione artigiana” e “Incastri”, le unità archivistiche sono state corredate da fotografie per aiutare l’identificazione dei materiali.

Il materiale archivistico composto da semilavorati, oggetti, materiali a stampa e disegni moderni si presenta in buono stato e non richiede rilevanti interventi di restauro, ad eccezione di limitati interventi di ripristino, di lieve e moderata entità, per alcuni pezzi della collezione. Alcuni disegni riconducibili all’attività della bottega nei primi decenni del Novecento, realizzati su carta da lucido, presentano una condizione lievemente più compromessa, dovuta alla delicatezza del materiale, e richiedono una valutazione puntuale sulla possibilità di eventuali consultazioni.

Nell’operazione di inventariazione dei materiali d’archivio si è rivelato necessario operare un attento ricondizionamento di fotografie, documenti, materiali a stampa e disegni, per garantirne la conservazione attraverso l’uso di opportuni materiali di conservazione. Si è dunque ravvisata la necessità di rimuovere le fotografie da buste in plastica ordinaria, carta e cartelle in cartone che presentavano componenti di metallo, ed elastico, e riporle in opportune buste ad hoc; in egual maniera, è stato necessario ricollocare disegni ripiegati e documenti – precedentemente conservati in faldoni di cartone con componenti in metallo – in nuove cartelle: quando presenti annotazioni o altri elementi originali attaccati sul supporto del faldone stesso, queste sono state rimosse ed incluse nelle nuove cartelle.
Si è proceduto allo scarto dei contenitori rimasti, composti da materiali non adatti alla conservazione.

Nota dell'archivista:

Gli oggetti presenti nei locali di Bovisio Masciago non erano organizzati puntualmente sotto forma di archivio ma predisposti su tavoli e scaffali come materiale da lavoro e conservati come giacenze di deposito. I materiali sono stati organizzati per la prima volta dopo il trasloco nelle sedi del Politecnico di Milano. Per questo, non essendo presente un ordinamento deciso dal soggetto produttore, si procede a redigere l’inventario secondo un criterio basato sulla tipologia dei materiali e del processo di produzione degli stessi.

La datazione del fondo è stata indicata sulla base delle informazioni reperibili con certezza tra i materiali archivistici: quale data iniziale è stata impiegata la data riportata sul primo documento o disegno datato presente nel fondo, e come data finale l’anno 2017, anno al quale afferiscono gli ultimi materiali datati presenti nel fondo. Tuttavia, è opportuno segnalare che alcuni disegni e strumenti da lavoro potrebbero risalire alla fine dell’Ottocento: nel curriculum vitae di Pierluigi Ghianda, infatti, redatto nel Novecento, lo stesso dichiara che la bottega era “attiva già alla fine del secolo scorso”, dunque, verosimilmente, gli oggetti da lavoro e le strumentazioni per la lavorazione del legno confluite nel fondo, potrebbero essere ascrivibili anche al secolo XIX, e all’attività di Luigi Ghianda, nonno di Pierluigi.

Lingua della documentazione:

  • ita

Collegamenti:

Condizione di accesso:

parzialmente accessibile

Note alla condizione di accesso:

Per richieste di consultazione, si prega gentilmente di scrivere a archivio@polimi.it

Stato di conservazione:

buono

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Fonti

  • Ghianda - Catalogo = Catalogo dell'Atelier Pierluigi Ghianda (Fondo Ghianda Pierluigi, Documenti di lavoro, Fascicoli e materiali di progetto, Catalogo originale di Pierluigi Ghianda, D - b. 05, f. 02 - GF)
  • Ghianda - CV = Curriculum di Pierluigi Ghianda, (Fondo Ghianda Pierluigi, Documenti di lavoro, Riconoscimenti, diplomi e loghi, Documenti di attività professionale e riconoscimenti alla carriera, R - 02)
  • Ghianda 2006 = Luca Bergo, Patrizia Peracchio, Pierluigi Ghianda., 5 Continents Editions, 2006
  • Ghianda 2016 = Pierluigi Ghianda. La bottega come simposio, Triennale Design Museum, Bellavite Editore, 2016

Compilatori

  • Schedatura: Ludovica Cappelletti (Servizio Archivi Storici e Attività Museali)
  • Schedatura: Silvia Raucci (Servizio Archivi Storici e Attività Museali)