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Comune di Romano di Lombardia

Comune di Romano di Lombardia (1274 - 1882)

Fondo

Consistenza archivistica: unità 336

Storia archivistica:

Gli statuti della comunità dettavano norme precise sull’ufficio del cancelliere, figura istituzionale eletta tra i notai della comunità dal consiglio speciale, inizialmente con mandato biennale(70).) e funzionario aveva il compito primario di registrare tutte le scritture prodotte nell’ambito della vita istituzionale ed economica del comune: annotava i verbali e le riunioni consiliari sulle minute (dette “scartafazzi”), riportandoli in seguito sugli appositi libri “provvisioni”; registrava le lettere del comune (sia in partenza sia in arrivo) e gli istrumenti in cui la comunità era parte; trascriveva la contabilità generale e particolare (tenuta dal tesoriere) su vari registri: “ragioni”, “spese straordinarie”, “caneva”; compilava i libri degli estimi, degli incanti e dei dazi. Queste notizie si evincono oltre che dai capitoli statutari, per altro piuttosto generici in proposito, da alcune disposizioni trasmesse dalle magistrature veneziane, e dall’esame della documentazione stessa dell’archivio.
Conducendo un raffronto su tipologie documentarie diverse, ma prodotte in uno stesso periodo, risulta evidente che il notaio cancelliere scriveva tutti i libri relativi alla gestione del comune, come dimostrano la grafia, la sottoscrizione e spesso il segno di tabellionato. Si sono anche potute riscontrare in tal modo figure di cancellieri che operarono con particolare attenzione e cura nella compilazione degli atti, nella loro archiviazione e conservazione; tra queste spicca la personalità di Francesco Agazzi, che coprì tale carica alla fine del sec. XVI.
Gli strumenti più importanti per capire la storia dell’archivio, il suo ordinamento e la sua conservazione consistono nei “repertori” e negli “inventari” antichi (anch’essi di mano del cancelliere comunale). In questi, e principalmente negli inventari, sono riportate prioritariamente le attestazioni dei libri riguardanti la vita istituzionale del comune (privilegi e deliberazioni) e, in secondo luogo, di quelli inerenti la gestione economica (ragioni, spese straordinarie, etc.). Compaiono inoltre le segnalazioni della collocazione del materiale documentario in due diversi locali del vecchio palazzo comunale: nella cancelleria, infatti, era situato uno scrigno contenente i documenti definiti “più importanti”, mentre nella “camera armamenti”, in un “armaro”, trovavano posto quelli “meno importanti”.
Parte dei documenti reca l’indicazione relativa alla loro collocazione in cassettini, il cui numero, come testimoniato nei repertori, ammontava a 102; questi cassettini erano adibiti alla custodia di atti sciolti e fascicoli (suddivisi per materia), per uso quotidiano degli uffici del comune.
L’ordinamento configurato dalla precedente inventariazione operata dall’archivista Franco Nicefori (“Inventario atti archivio comune di Romano”, 1986, dattiloscritto) è stato modificato nell’ambito del progetto Archidata, che ha quindi impostato il riordino sulla base delle indicazioni ricavate dai “repertori” e “inventari” conservati nell’archivio medesimo, in ossequio al metodo storico; in tal modo si sono individuate le serie originarie e si è potuto constatare lo smarrimento di alcune serie complete, quali le “Taglie” e i libri “Allodiorum”.
Va segnalato infine che presso la Biblioteca Civica “A. Mai” di Bergamo sono stati rinvenuti tre fascicoli (legati in volume) appartenenti al fondo “Mons. G. Locatelli” (segn. AB 312 – 314), contenenti carte del sec. XVIII, provenienti dall’archivio del comune di Romano: atti prodotti in processi, condanne pecuniarie, spese straordinarie e entrate del comune, alloggiamenti e rifornimenti per le milizie, “libro delle legne delle guardie”, proclami e lettere.

Codici identificativi:

  • MIBA0005CD (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Compilatori

  • Mirko Mora
  • Monica Soglian
  • Annio Freri