Comune di Canneto sull'Oglio (1428 - 1950)
2.623 unità archivistiche di primo livello collegateFondo
Metri lineari: 200.0
Consistenza archivistica: 2623 unità archivistiche tra bb., fascc., unità documentarie, regg. e voll.
La sezione separata dell'archivio del comune di Canneto sull'Oglio degli anni 1428−1950 − istituita con deliberazione del Consiglio Comunale n. 35 del 21/02/1977 − consta di 2623 unità archivistiche (tra buste, fascicoli, unità documentarie, registri, volumi) e occupa circa duecento metri lineari di scaffalatura all'interno di due ambienti situati al terzo piano dell'edificio municipale destinati alla conservazione della documentazione storica e di deposito.
Storia archivistica:
Le prime notizie sull’archivio del comune di Canneto si trovano nel libro delle ordinazioni (1) degli anni 1724-1735 dove, nella seduta dell’8 febbraio del 1734, leggiamo come in quei giorni i reggenti avessero comandato di munire di chiavi e “ramata” l’uscio e la finestra dei camerini sopra la chiesa nei quali erano state collocate le scritture levate dall’archivio “per meglio assicurarle”. Prima di quell’epoca, scarse sono le informazioni contenute nei documenti, fatta eccezione per qualche richiamo, negli atti più antichi, a personaggi che ricoprivano cariche legate alla conservazione e alla autenticazione della memoria, come Geronimo de Ricciardi notaio e massaro dell’archivio di Canneto nel primo quarto del XVI secolo (2) e Giovanni Paolo de Amighini che ricoperse la stessa carica negli anni 1533 e 1534 (3). Bisogna cercare al di fuori delle carte conservate in comune per trovare degli strumenti che consentano di ridisegnare – almeno parzialmente – la fisionomia dell’archivio antico della comunità. Il fondo del Commissario distrettuale di Canneto conservato presso l’Archivio di Stato di Mantova custodisce, oltre alla documentazione prodotta propriamente da quell’ufficio, anche un lacerto importante dell’archivio antico del comune di Canneto e, con esso, un inventario manoscritto che ne è una preziosa fotografia dalle origini al 1754. Arrivata tra il 1886 e il 1887 in Archivio di Stato confusa con il materiale prodotto dal Commissariato distrettuale di Canneto in seguito alla cessazione dell’ente, la documentazione del comune è lì rimasta, in un certo senso dimenticata, fino ad oggi.
Essa consta di una trentina di fascicoli raccolti all’interno di due buste (4) e copre un arco cronologico che dal 1443 arriva fino al 1821. L’Inventario generale delli processi giudiciarii e delle scriture extragiudiciarie appartenenti alle ragioni della magnifica comunità di Canneto 1755 (5) è un volume legato di 39 carte con coperta in cartoncino suddiviso in due parti. Nella prima, Annali, sono elencati una serie di atti che costituiscono una sorta di grande raccolta di fonti annalistiche desunte dall’archivio cannetese, con l’indicazione del libro o del raggruppamento di documenti in cui si incontrano: tra essi alcuni istrumentari (anche il Libro C Istromenti conservato a Canneto), il Libro Statuto (6) e gli atti notarili. La seconda parte dell’inventario è un elenco dettagliato di 26 mazzi contenenti una serie ricchissima di documenti descritti da un breve regesto che ricorda antefatti, nomi degli attori e date. Si tratta di lettere di uffici e magistrature gonzaghesche, decreti, editti, ordini e proclami, privilegi, suppliche, processi, relativi memoriali, allegazioni ed esami testimoniali, estimi, ricevute di avvenuto pagamento, carte relative alle affittanze, quinternetti della macina, e ancora carte relative alle acque come i capitoli per la realizzazione di un canale, relazioni di visita ai vasi, processi verbali delle convocazioni della Digagna della Regona¿ Tra essi segnaliamo il mazzo 11 (7) contenente tra l’altro “Processi e scritture diverse seguiti contro vari religiosi et altri atti seguiti per ordine dell’arciprete di Canneto” degli anni 1570-1579, una scrittura attinente al trasporto dell’organo della chiesa parrocchiale di Canneto e inventari di mobili consegnati al padre predicatore (1733-1748); il mazzo 16 che comprende processi per i confini mantovani e asolani (1443-1675) (8); il mazzo 20 che raccoglie estimi degli anni Sessanta del Seicento (9); il Liber ordinationum Communitatis Canneti annorum 1736 e 1737 […], un volume di 76 carte recante le ordinazioni del comune dal 21 maggio 1736 al 23 dicembre 1737; numerosi fascicoli relativi ai ponti (il ponte sul Naviglio, quello sullo scolo della Regona Rocca) degli anni 1787-1792 (10).
Molti dei documenti nominati nell’inventario del 1755 si riconoscono tra quelli conservati nell’archivio di Canneto; un primo confronto ha consentito di identificarne diversi.
L’inventario è dunque importante testimonianza della ricchezza passata dell’archivio e anche del grave impoverimento di cui è stato oggetto. Tuttavia, anche se secoli di scarti, distruzioni, dispersioni, sottrazioni hanno irrimediabilmente ridotto la consistenza del fondo, la disponibilità di questo strumento di corredo antico permette di tracciarne virtualmente la struttura e, ancora di più, permette di farsi un’idea abbastanza precisa di quello che era fino ad un certo momento il patrimonio documentale dell’ente.
Il fatto che l’archivio sia stato oggetto nel tempo di pesanti depauperamenti trova conferma nei documenti. In una relazione (11) redatta dall’archivista della Prefettura chiamato nel 1914 a compiere un corposo riassetto dell’archivio comunale dopo la morte del segretario reggente, leggiamo che egli aveva fatto bruciare in una località fuori dal paese pacchi di corrispondenza che l’umidità e la muffa avevano ridotto ad un ammasso informe insieme a cumuli di carte inutili.
Anche le guerre hanno contribuito ovviamente all’impoverimento del patrimonio documentale locale; in una lettera del 1950 all’Archivio di Stato di Mantova che chiede informazioni circa le carte che formano l’archivio comunale la municipalità risponde che molte sono state distrutte dai bombardamenti aerei e altre asportate durante l’occupazione tedesca; le buste contenenti atti antichi ammontano ad una decina. È ormai compiuta la definitiva perdita della parte più antica del fondo (12).
Non sono solo i documenti del comune a recar traccia delle avvenute dispersioni. Antonino Bertolotti, direttore dell’Archivio di Stato di Mantova, che alla fine degli anni Ottanta dell’Ottocento compila la voce relativa a Canneto della sua opera “I comuni e le parrocchie della provincia mantovana” ci informa che “molte vecchie carte furono vendute, ora sono molti anni, ad una fabbrica di bambole per uso di carta pesta” (13). Sfogliando in Archivio di Stato, nel fondo personale del Bertolotti, i fascicoli raccolti per la redazione del volume, in quello relativo a Canneto, troviamo, annotata su un foglietto di riutilizzo, la frase “Il Levi nel 1890 vede l’archivio comunale di Canneto […] molte vecchie carte furono vendute molti anni sono (così mi diceva un impiegato) alla vicina famosa fabbrica di bambole per farne carta pesta” (14).
E ancora prima, nel 1839, la Deputazione comunale, invitata dal Commissario distrettuale a presentare i documenti comprovanti l’antica proprietà del ponte sull’Oglio, “diedesi a frugar nell’archivio e svolgendone per ogni dove e carte e filze e registri e volumi” per poi accorgersi con “somma meraviglia” che tutto ciò che poteva interessare il comune “o venne smarrito nel trasportar da un luogo all’altro l’archivio o venne involato dalla malevolenza di chi reggeva allora, o di poi, o fu in un con altri fasci di carte sottoposto all’incendio, quando le menti del 1796 ardendo di novità non rispettavano né case, né stabilimenti, né chiese” (15).
Da questa lettera come da tante altre conservate nell’archivio appare chiaro come tutto – o molto – di ciò che interessava il comune ruotasse intorno alle acque e alla loro gestione. Ancora verso la fine dell’Ottocento, l’idea che l’archivio antico del comune fosse “composto quasi tutto da documenti riflettenti i diritti d’acqua” e per il resto da carte relative all’amministrazione, era profondamente radicata nella comunità (16). D’altra parte è il titolo “Acque e strade” ad aprire sia il titolario utilizzato fino al 1878 per ordinare i documenti dell’archivio comunale sia quello commissariale.
Nel 1882 e 1883 l’interesse della comunità locale per la conservazione della propria memoria scritta (17), presupposto indispensabile al mantenimento di diritti e privilegi sotto gli alterni domini, si concretizza in una serie di attività di ordinamento dell’archivio che coinvolgono sia le carte relative alle acque, affidate all’esperienza tecnica dell’ingegnere municipale Domizio Panini (18), sia quelle dell’amministrazione oggetto, a partire dal gennaio del 1883, di un riordino che doveva sanare la “condizione deplorevole” in cui esse versavano, incominciando dall’anno appena concluso per poi “discendere fino agli anni prima dell’epoca nazionale” (19). Incaricati dell’opera furono l’impiegato straordinario Luigi Mancina appositamente assunto e retribuito con L. 1.50 al giorno, e Giovanni Ferri, prestatosi gratuitamente. Essi scelsero di adottare un titolario di diciassette titoli, ciascuno organizzato in una serie copiosa di fascicoli annuali (a volte oltre 30), che utilizzarono per ordinare le carte che da allora in poi andavano formandosi e, retroattivamente, quelle fino all’anno 1879. Il loro intervento non produsse però alcun mezzo di corredo descrittivo dell’archivio (elenco, inventario…). Il titolario di cui si servirono rimase in uso fino al 1914 quando, in seguito alla morte di Vittorio Manerba che era stato segretario del comune per 27 anni e ne rappresentava la memoria storica, si dovette procedere al riordinamento dell’archivio e all’impianto di un nuovo sistema di organizzazione delle carte che rispondesse alla normativa vigente in fatto di archivi comunali. L’archivista della Prefettura Luigi Tognacci, chiamato a risolvere il grave stato di disordine in cui versava l’ufficio, riportate le carte al loro originario ordine, scelse correttamente di non snaturare l’organizzazione data all’archivio nell’ultimo ventennio dell’Ottocento, imponendo che il moderno metodo di classificazione secondo le quindici categorie della circolare ministeriale del 1897 fosse a Canneto utilizzato solo dal 1 gennaio dell’anno successivo. È a partire da quella data – e fino all’entrata in vigore del nuovo titolario di classificazione in tempi assai recenti – che l’archivio del comune viene ordinato in base alla circolare Astengo introdotta alla fine del XIX secolo. Solo negli anni Cinquanta un riordino d’ufficio, compiuto dall’impiegato comunale De Cesaris e che ha prodotto solo un elenco di consistenza, ha modificato gravemente la struttura originale dell’archivio con le sue diverse sezioni ciascuna ordinata secondo un preciso metodo di classificazione. La sua attività tuttavia, pur causando un pesante snaturamento dell’archivio con una serie di separazioni e accorpamenti di carte in nuove innaturali posizioni, non ha cancellato le tracce (indici di classificazione, segnature…) indicanti la loro originale collocazione, tracce che, pazientemente censite, hanno consentito una puntuale ricostruzione dello stato originario del fondo.
Note
(1) Archivio storico del Comune di Canneto sull’Oglio (d’ora in poi ASCCO), sezione Antico Regime, serie Ordinazioni, Busta 1.
(2) ASCCO, sezione Antico Regime, serie Istrumentari, Busta 3.1.
(3) ASCCO, sezione Antico Regime, serie [“Mazzi”], Busta 3.1, Busta 5.4-5.
(4) Archivio di Stato di Mantova (d’ora in poi ASMn), Commissario distrettuale di Canneto (d’ora in poi ACDC), buste 51 e 52.
(5) Archivio di Stato di Mantova (d’ora in poi ASMn), Commissario distrettuale di Canneto (d’ora in poi CDC), Busta 51. 20.
(6) Che dall’inventario sappiamo essere stato conservato nel mazzo 19 ma oggi non esiste più in originale. A Canneto ne è conservata infatti una copia settecentesca frutto di una recente donazione privata. ASCCO, sezione Acquisti e donazioni, 1.
(7) ASMn, CDC, Busta 52.
(8) Ibidem, Busta 51, fascicoli 16-19.
(9) Ibidem, Busta 52.
(10) Ibidem, Busta 51, fascicoli 22-29.
(11) ASCCO, sezione Regno d’Italia e Repubblica italiana, Busta 198, 1.
(12) Ibidem, Busta 353.
(13) A. Bertolotti, I comuni e le parrocchie della provincia mantovana – Cenni archivistici, archeologici, storici, artistici, biografici e bibliografici dal 1881 al 1892, Tip. G. Mondovì, Mantova, 1893, p. 26.
(14) ASMn, Carte Bertolotti, Busta 8, fascicolo “Canneto”.
(15) ASCCO, ACDC, Busta 5.14, lettera della Deputazione comunale al Commissario distrettuale del 17 agosto 1839.
(16) ASCCO, sezione Regno d’Italia e Repubblica italiana, Busta 155, lettere del Comune alla Prefettura del 16 ottobre 1882 e del 26 novembre 1897.
(17) Un singolare ricorso alla memoria orale in assenza di quella scritta è narrato nella lettera del 1839 citata alla nota 11, dove “rinvangando” nella memoria dei più vecchi dei terrazzani si raccolgono le testimonianze che i popoli “lieti oltre misura [¿] per la nascita di Giuseppe II” decisero di far essi del loro porto un presente alla gran donna e madre [Maria Teresa d’Austria] affinché ne soccorresse il regio pargolo di pannolini e di fasce".
(18) ASCCO, sezione Regno d’Italia e Repubblica italiana, Busta 155, “Fascicolo 3”, lettera del Comune alla Prefettura del 16 ottobre 1882. Nella lettera del 26 novembre del 1897 conservata nello stesso fascicolo si legge che i documenti che riflettono i diritti d’acqua sono tutti regolarmente custoditi e conservati in “vecchi ed antichi libroni tutti legati”.
(19) ASCCO, serie particolari, Allegati del conto consuntivo, Busta 27, processo verbale di deliberazione della Giunta municipale del 18 gennaio 1883.
Criteri di ordinamento
L’archivio storico comunale si presentava, prima del presente intervento, diviso in due distinte sezioni l’una denominata Archivio antico, comprendente documentazione degli anni 1592-1897 ed ordinata sulla base di 18 titoli (20), l’altra denominata Archivio moderno raccoglieva la documentazione prodotta negli anni 1898-1950 organizzata sulla base del piano di classificazione introdotto con la circolare ministeriale 1 marzo 1897 n. 17100/2 (Circolare Astengo), in serie annuali. Questa struttura risultava da un intervento d’ufficio che aveva alterato gravemente la forma originaria dell’archivio, riconducendo artificiosamente le carte fino al 1914 a un sistema di classificazione originariamente estraneo alla storia dell’archivio. Il rilevamento sistematico delle tracce del sistema di classificazione presenti sulle carte e sulle camicie originali che, riutilizzate, spesso contenevano ancora i documenti dei vari fascicoli, ha consentito a chi scrive di ricostruire i (cinque) diversi sistemi di ordinamento usati nel tempo e di riportare l’archivio al suo aspetto originale. A complicare ulteriormente la comprensione dell’architettura dell’archivio è stata la presenza, frammista a queste carte, di quelle prodotte da un diverso soggetto, il Commissario distrettuale di Canneto, carte di cui l’ordinatore non ha riconosciuto la provenienza e che pertanto ha mescolato erroneamente con la documentazione prodotta dal comune. Tali documenti sono un lacerto del fondo del Commissario distrettuale di Canneto già versato (nel 1886-87) nell’Archivio di Stato di Mantova a seguito della cessazione di quell’ufficio e sono stati descritti e ordinati separatamente a costituire uno degli archivi aggregati.
Oggi l’archivio del comune di Canneto si presenta organizzato in tre sezioni individuate essenzialmente su base cronologica. A Canneto la sezione d’Antico regime (1428-1788) comprende atti dell’epoca della dominazione gonzaghesca (fino al 1707 con la fine dell’autonomia del ducato mantovano) e di quella degli Asburgo d’Austria (1708-1796). La sezione Regno Lombardo Veneto raccoglie i documenti degli anni della dominazione austriaca (21) (che per la provincia di Mantova dura fino al 1866 anno in cui avviene l’annessione al Regno d’Italia) anche se va detto che si sono poste in questa sezione, oltre a quelle effettivamente prodotte nell’arco cronologico 1815-1866, anche carte prodotte successivamente, fino all’anno 1878 perché appartenenti ad una sezione archivistica unica, compatta e assolutamente riconoscibile, che arriva appunto al 1878. Allo stesso modo la sezione post unitaria denominata Regno d’Italia e Repubblica italiana si apre con documenti dell’anno 1879, successivi dunque alla data di inizio del Regno d’Italia (22), poiché il 1879 è l’anno in cui comincia ad applicarsi un diverso titolario di classificazione che continuerà ad essere usato fino al 1914 quando viene adottata in comune la classificazione introdotta dalla circolare ministeriale del 1897. Il titolario Astengo è stato dunque applicato, con alcune modeste varianti, per lo più riguardanti il numero e la successione delle classi (e che sono state segnalate in testa alle serie), a tutta la documentazione degli anni 1915-1950.
Note
(20) “I Affari generali”; “II Dipendenti comunali”; “III Governo”; “IV Sanità”; “VI Elezioni”; “VII Esercizi pubblici”; “VIII Istruzione pubblica”; “IX Stato civile”; “X Anagrafe”; “XI Finanza, patrimonio, tasse”; “XII Beneficenza”; “XIII Affari militari”; “XIV Monumenti”; “XV Culto”; “XVI Giustizia”, XVII Lavori pubblici"; “XVIII Strade ponti”.
(21) Mancano, fatta eccezione per le serie dei registri dello Stato civile napoleonico e per un bilancio di previsione del 1806, che sono stati collocati nelle serie particolari per ragioni di completezza e continuità di queste, documenti che testimonino dell’epoca della dominazione francese (1797-1815).
(22) E anche successivi all’anno 1865, data dell’entrata in vigore della legge per l’unificazione amministrativa, altra cesura utilizzata per indicare la nascita del Comune moderno col passaggio dalle vecchie alle nuove forme amministrative.
Codici identificativi:
- MIBA01B1B7 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
Soggetti conservatori
Soggetti produttori
- Comune di Canneto sull'Oglio sec. XV -
Progetti
- Comune di Canneto sull'Oglio (2010-2011)
Compilatori
- Sara Cazzoli (Archivista)
- Roberta Gallotti (Archivista)
- Debora Piroli (Archivista)
- Silvia Signori (Archivista)
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/fonds/1979