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Disertori Andrea

Disertori Andrea (1947 - 2008)

85 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

Metri lineari: 24.0

Consistenza archivistica: schede 188

I progetti catalogati sono costituiti da numerosi disegni tecnici e da uno scarno ed eterogeneo carteggio, composto da documenti scritti (a mano e a macchina) che includono principalmente corrispondenza con i committenti, schizzi − tutti di pregevole fattura, come pure i disegni tecnici e le viste prospettiche in particolare − e fotografie. Numericamente rilevante nel carteggio è la presenza di copie eliografiche piegate, che si sono rivelate preziose ai fini della descrizione delle unità archivistiche nei 13 casi in cui sono andati perduti i lucidi originali del progetto.

I disegni tecnici, di varia dimensione sono realizzati principalmente su carta da lucido e radex, anche se non mancano disegni a matita su carta.

Per quanto concerne il contenuto dei progetti, appare importante sottolineare l'impegno di Disertori fin dagli anni immediatamente successivi alla laurea nel campo della prefabbricazione, a cui sono ascrivibili i disegni di applicazione del sistema Salvit che sono confluiti in un'unica unità archivistica, come suggerito dall'ordinamento originario dell'archivio che li vedeva raccolti in un solo rotolo. Si tratta di una serie eterogenea di proposte accomunate dal fatto di essere state ideate a partire dai moduli di costruzione prefabbricata della ditta Salvit di Milano, costituiti da pannelli autoportanti assemblabili a secco che racchiudono lana minerale o camere d'aria (per le pareti esterne) eventualmente già dotati di porte e finestre e da capriate in acciaio a cui poggiare i pannelli di copertura. È previsto anche l'uso di moduli di soletta portante (122 cm. × 305 cm.), di soffittatura e di "parete idraulica" (cioè predisposta ad accogliere il passaggio dell'impianto idrico). Elaborati tra il 1957 e il 1960, i progetti riguardano tipologie edilizie molto diverse tra loro − dall'asilo nido alla casa unifamiliare, dal sopralzo di un edificio esistente alla colonia montana − e solo alcuni di essi sono stati effettivamente realizzati. Particolarmente interessanti sono il progetto non concretizzato per un asilo nido prefabbricato (che richiama quello elaborato per la cittadina di Canonica al Lambro) e quello di atelier per uno scultore costruito a Mendrisio (Svizzera). Edificata anche la colonia alpina a Cervinia, per i cui moduli prefabbricati Disertori ipotizza possibilità di riuso nella costruzione di casette unifamiliari localizzabili in zone climatiche molto diverse da quella montana, come l'isola di Capri.

Ricorre alla prefabbricazione, stavolta applicata alla tecnologia del legno, anche l'ipotesi progettuale per un posto−tappa fluviale per pescatori e canottieri, concepito come luogo di ristoro e riposo notturno lungo le acque di un ipotetico fiume. L'edificio, pubblicato anche sulla rivista di settore "L'industria del Legno" è composto di tre parti distinte, tutte a pianta rettangolare e tutte poggianti su pilotis di altezze diverse: nel mezzo, si trova un soggiorno collettivo con refettorio, affiancato sulla destra dal cubo in cui è collocato l'alloggio per il custode e sulla sinistra da uno o più moduli dormitorio per quattro o sei persone. Ciascun blocco della composizione è strutturalmente indipendente dagli altri e tutti sono sfalsati in altezza per adattarsi all'andamento del terreno. Vengono raccordati dall'elemento di distribuzione, costituito da una successione di ampi ballatoi collegati tra loro da diverse rampe di scale.

Anche i progetti elaborati nell'ambito di concorsi presentano caratteristiche interessanti. Tra i molti, citiamo quello redatto nel 1957 per il Premio Nazionale di Architettura "Lago Maggiore", articolato in due proposte simili per quanto concerne filosofia progettuale e materiali da costruzione ma pensate per una casetta unifamiliare (vincitrice della seconda sezione del concorso) e per un edificio a torre d'appartamenti. Quest'ultimo ha forma planimetrica composta da due rettangoli paralleli e della stessa dimensione, che slittano l'uno rispetto all'altro lungo il lato maggiore e che sono incernierati intorno ad un vano scala comune. Ciascuno dei rettangoli ospita un unico appartamento, per cui vengono previste sia partizioni fisse (che traducono lo spazio in un quadrilocale) sia pareti mobili che rendono l'ambiente meno articolato e più flessibile negli usi quotidiani. La casa unifamiliare invece è soprelevata rispetto al terreno attraverso l'uso di pilastri in acciaio con sezione H: l'unico elemento continuo che arriva fino al livello del suolo è costituito da un muro portante in pietra, che taglia longitudinalmente la pianta e a cui è agganciata la scala esterna che consente di raggiungere il piano dell'abitazione. Anche in questo caso vengono proposte diverse soluzioni che ipotizzano ora l'uso di divisori tradizioni, ora quello di pareti mobili.

Anche il progetto per la scuola professionale "Pesenti" a Bergamo, redatto come il precedente insieme all'architetto Nino Carozzi Dario, è risultato vincitore del secondo premio del concorso. Vi si ipotizza la realizzazione delle tre diverse scuole industriali previste dal bando (quella elettrica, quella idraulica e quella meccanica) alle quali il progetto di Disertori aggiunge la cosiddetta "scuola civica" posta in posizione baricentrica rispetto a tutto il complesso. Ciascuna scuola costituisce un elemento a se stante del complesso, ma tutte sono tra loro collegate da un deambulatorio pensile da cui si possono raggiungere anche la palestra e la mensa comuni − poste al piano terra − o l'atrio al primo piano che disimpegna una salone per esposizioni e il complesso degli uffici.

Ricca ed eterogenea è anche la progettazione di edifici residenziali, sia collettivi (tra cui spiccano i vari quartieri realizzati di edilizia popolare, cavallo di battaglia della progettazione italiana degli anni '50, disegnati da Disertori per enti pubblici come IACP, GESCAL e INA−Casa) sia unifamiliari. Tra questi ultimi è da segnalare la villa a Salice Terme, tra l'altro pubblicata da "Casabella". L'edificio, costruito su un terreno in pendio all'interno di un nuovo quartiere−giardino, si sviluppa su due livelli fuori terra, disimpegnati da un unico ingresso: al piano rialzato si trovano il locali di servizio (garage, stireria, ecc.), le camere per gli ospiti e la scala che conduce al primo piano con soggiorno e sala pranzo, cucina, una piccola biblioteca in parte a sbalzo sull'ingresso e la camera matrimoniale con relativo ambiente guardaroba. La scala prosegue poi fino al tetto piano praticabile che funge da terrazzo e giardino pensile. Al primo piano si trova anche un ingresso secondario, che dà accesso diretto alla zona della cucina. La struttura è in cemento armato a vista, con tamponamenti in mattoni rossi privi di rivestimento. I serramenti sono invece in legno.

E' da segnalare anche l'intento costante di Disertori nel cercare di conciliare le esigenze della modernità architettonica con il linguaggio tradizionale del Trentino, regione in cui ha portato avanti numerosi progetti. Lo testimoniano molte case costruite e progetti come quello parzialmente realizzato per la chiesa di Tavernaro di Cognola (Trento), posta lungo la strada che da Tavernaro conduce all'abitato di Moià. Il livello inferiore della chiesa (poggiata su un pendio) corrisponde a quello dell'esistente casa parrocchiale, a cui l'edificio viene collegato − nel progetto definitivo − da una doppia scalinata sul fianco del sagrato che conduce anche al piano seminterrato della nuova costruzione, destinato ad accogliere un "ricreatorio" con il cinema parrocchiale. La chiesa organizza lo spazio per le funzioni in una pianta a croce latina, il cui transetto − destinato ad ospitare il battistero e due altari secondari − ha tuttavia una lunghezza estremamente limitata. Sull'invaso centrale affaccia una loggia superiore, accessibile da una piccola scala a chiocciola sistemata sulla destra del portone d'accesso alla chiesa, che però scompare insieme alla stessa loggia nella variante al progetto. In fondo all'unica navata si trovano l'altare principale e la retrostante sagrestia. Il campanile (autonomo rispetto all'edificio principale a cui è collegato da una scala esterna e posto alla quota del ricreatorio) si configura nel primo progetto come una slanciata torre di gusto estremamente moderno: la pianta quadrata si sviluppa in altezza in due setti murari di forte spessore completamente ciechi che si fronteggiano e che dialogano con i fitti brie soleil in cui si risolvono gli altri due fronti. L'avversione della Curia a questa immagine, ritenuta poco armoniosa rispetto al resto del complesso, porterà al ridisegno del campanile. Il livello del ricreatorio è occupato da una vasta sala che può fungere da cinema con tanto di cabina regolamentare per le proiezioni, o essere suddivisa (attraverso pareti mobili tipo modernfolds e grazie all'assenza di attrezzature e arredi fissi) in tre aule utilizzabili come sedi per il catechismo, salette gioco, spazi per il doposcuola, ecc. L'elemento che maggiormente caratterizza i prospetti esterni della chiesa è l'inclinazione delle falde del tetto, molto accentuata. L'andamento della copertura, che appare come una sorta di timpano di ordine gigante poggiato su un podio, è interrotto in corrispondenza del transetto, punto in cui viene introdotto uno scarto in altezza chiuso da una vetrata dietro cui si disegna una sorta di trave reticolare. Ampio uso del vetro viene fatto anche nel fronte anteriore della chiesa, a differenza di quanto accade lungo i fianchi e sul retro della costruzione in cui trovano posto solo finestre di dimensioni ridotte che adottano ora la forma quadrata, ora quella di un rettangolo estremamente allungato in altezza. Finestre quadrate, poste all'intradosso del soffitto, illuminano anche il ricreatorio per cui viene ipotizzato un rivestimento in pietra che contrasta con l'intonaco scelto per la chiesa vera e propria.

In questo e in tutti gli altri progetti inventariati, un ruolo importante è svolto dalle rappresentazioni grafiche che sono sempre curate ed efficaci, in particolare quando si tratta di viste prospettiche interne od esterne e di elementi di design, come i mobili disegnati in diverse occasioni o le lampade a risparmio energetico progettate in occasione di un concorso del 1961.

Storia archivistica:

Il fondo “Andrea Disertori” è stato donato al C.A.S.V.A. dell’architetto Disertori nel 2009. All’atto della consegna, le carte che compongono il fondo erano conservate in tre buste e quaranta rotoli (in due diverse dimensioni). Insieme ai disegni e al carteggio, sono stati consegnati sette volumi a stampa e un elenco sommario dei progetti compilato dallo stesso Disertori, dal quale emergeva con chiarezza la coincidenza tra i progetti e le unità archivistiche di catalogazione. Il numero di unità archivistiche si è tuttavia potuto stabilire con precisione solo al termine dell’opera di inventariazione, quando si è appurato che 17 unità non erano segnalate nello strumento di corredo pur essendo presenti all’interno del fondo.

Questa documentazione rappresenta la testimonianza più rilevante dell’attività di architetto di Andrea Disertori che in prima persona ha provveduto nel corso degli anni ad eliminare i documenti ritenuti ormai superflui, sfoltendo in questo modo la mole di carte conservata nello studio di via Fiori Oscuri n. 7 a Milano in cui Disertori ha sempre operato. Pur non andando incontro a traslochi che generalmente portano alla riduzione del materiale conservato, l’archivio ha dunque subito operazioni di auto-riduzione. La selezione operata dall’architetto ha salvaguardato i lucidi originali, in assenza o al fianco dei quali sono state conservate le copie eliografiche piegate che consentono comunque di ricostruire l’iter progettuale. Gran parte della documentazione scritta (corrispondenza, contratti, parcelle, descrizioni delle opere, computi metrici, ecc.) è invece andata perduta.

La maggior parte della documentazione risulta essere in buono stato di conservazione, salvo per alcuni disegni (segnalati nell’inventario) che hanno subito danni a volte molto rilevanti in conseguenza dell’applicazione di nastro adesivo che con il tempo ha intaccato l’integrità dei supporti fino al punto di rendere impossibile staccare due o più disegni tra loro incollati senza produrre ulteriori gravissime lacerazioni.

Nel novembre 2011, quando l’inventario del fondo era ormai completo ed era in fase di pubblicazione sul portale Lombardia Beni Culturali, l’architetto Disertori ha consegnato al C.A.S.V.A. ulteriore materiale, relativo alla sua attività professionale.
Si tratta di circa una settantina di documenti fotografici – stampe fotografiche, provini a contatto, negativi, tutti in b/n – e del prototipo di una lampada.
I nuovi documenti acquisiti non costituiscono un fondo a sé stante, ma sono da considerare a tutti gli effetti parte integrante del fondo già inventariato: le fotografie per la maggior parte documentano i progetti già esistenti – e infatti, precedentemente, si era notata l’assenza di questo tipo di documentazione – e il prototipo di lampada è l’unico documento di questo tipo conservato dall’Architetto.
Da questo materiale abbiamo inoltre rilevato l’esistenza di altri tre progetti, purtroppo di difficile collocazione cronologica: il progetto dell’arredamento di un appartamento; il progetto di una scuola materna in zona Niguarda a Milano; il progetto della scenografia di un cortometraggio pubblicitario, risalente probabilmente ai primi anni Cinquanta.
L’acquisizione del nuovo materiale ha comportato una revisione dell’inventario: per la documentazione fotografica, sono state aggiunte schede documentarie alle unità archivistiche già individuate (in base al principio, più oltre esposto, per cui i materiali pertinenti a tipologie differenti vengono catalogati separatamente in unità documentarie distinte) e sono stati aggiunti tre progetti al numero complessivo, passando da 78 progetti a 81.
L’impianto del fondo è rimasto concettualmente inalterato, ma ha subito modifiche, sia perché sono state agganciate nuove schede alle unità archivistiche presenti, sia perché l’inserimento dei tre progetti non datati ne ha rivoluzionato la descrizione informatizzata.
Essendo già in una fase avanzata la pubblicazione on-line del fondo, privo degli ultimi documenti recentemente individuati, abbiamo valutato se fosse il caso di sospenderla o di proseguire, avvertendo gli utenti dell’incompletezza della descrizione.
Abbiamo deciso in questa fase di procedere comunque alla pubblicazione, e di fare seguire in una seconda fase l’integrazione dell’inventario.
Naturalmente gli utenti interessati alla consultazione della parte recentemente acquisita avranno accesso all’inventario completo, rivolgendosi direttamente al C.A.S.V.A.

Criteri ordinamento:

L’archivio di uno studio professionale di architettura, urbanistica, grafica o design è composto da materiali di tipologie differenti e quantità variabili in relazione ai metodi di lavoro e agli interessi dello studio.

Possono essere presenti disegni, corrispondenza, materiale fotografico, modelli, prototipi, volumi, riviste, cataloghi di aziende, e altro ancora.

Tutti questi materiali, pur nella loro eterogeneità, ricevono all’origine un ordinamento funzionale all’attività dello studio: questo ordinamento rappresenta il punto di partenza per ogni successivo lavoro di riordino e catalogazione.

Fisicamente i documenti vengono collocati in origine in contenitori differenti per le diverse tipologie: i disegni tecnici in cassettiere o tubi; gli schizzi, la corrispondenza, il materiale di documentazione, in raccoglitori da ufficio; i modelli in scatole; le fotografie in apposite cassettiere.

L’eterogeneità delle soluzioni conservative si risolve nell’unità concettuale del “progetto” che riorganizza organicamente il materiale documentario concernente l’attività dello studio.

Il progetto è l’unità fondamentale attraverso cui comprendere l’attività di un architetto e la sua personale visione del mondo, nonché il suo contributo all’edificazione o alla trasformazione della nostra cultura.

Nel riordino e nella catalogazione si è mantenuta questa organizzazione: il progetto è quindi diventato l’unità archivistica che, pur essendo di per sé solo concettuale – e dunque immateriale -, coordina tra loro le diverse tipologie documentarie, che concorrono alla sua composizione.

Nella pratica, si è optato per una catalogazione a livelli in cui ad una scheda descrittiva del progetto, vengono legate le schede dei documenti, divisi secondo le tipologie: carteggi, disegni, materiali fotografici, oggetti tridimensionali, biblioteca. In questo modo la struttura gerarchica verticale di Sesamo, articolata fondamentalmente in serie e sottoserie, descrive in modo soddisfacente la struttura dell’archivio.

Si vuole infine richiamare l’attenzione sull’uso delle particolari sigle alfanumeriche identificative delle unità documentarie dipendenti dalle singole unità archivistiche.

Si è stabilito di attribuire un numero progressivo a ciascun progetto dopo aver approvato il riordino cronologico in senso ascendente degli stessi; a questo numero vengono poi apposti suffissi significativi che identificano le varie tipologie di materiali: DIS per i disegni; DT per i documenti; Foto per i materiali fotografici; BIBLIO per i libri a stampa; OGG per gli oggetti tridimensionali (altrimenti anche MOD per i modelli).

Nella catalogazione sono stati rilevati un numero di progetti superiori a quelli originariamente indicati dall’architetto nell’elenco sommario fornito al momento della donazione, per cui sono stati schedati 78 progetti – corrispondenti ad altrettante unità archivistiche di catalogazione – al posto di 61. Si è riscontrata la sostanziale convergenza tra l’intestazione sulle buste e il progetto cui i documenti si riferiscono, mentre per i rotoli – privi di una sigla univoca, ma contraddistinti dalla presenza di un titolo – si è verificata spesso la presenza di disegni diversi rispetto a quelli indicati, comunque attribuibili grazie ai cartigli che nella maggior parte dei casi indicavano chiaramente l’appartenenza all’una o all’altra unità archivistica. In diverse occasioni si è accertata poi la presenza di carteggio avvolto insieme ai disegni, la cui esistenza non era segnalata nello strumento di corredo.

Il materiale è stato consegnato già suddiviso in tre serie differenti: Documenti, Disegni, Biblioteca. In particolare, le prime due possono afferire ad ogni singolo progetto, mentre la terza serie raccoglie quattro pubblicazioni di Disertori, due testi dattiloscritti – composti dal progettista e mai pubblicati – in cui viene presentata, attraverso fotografie e disegni, la sua produzione architettonica e un raccoglitore ad anelli in cui sono riunite copie delle tavole di geometria descrittiva delle dispense del corso di disegno tenuto alla facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano. In considerazione delle caratteristiche di contenuto generale di questa documentazione (non riferita a progetti specifici, ma attinente l’attività professionale generale dell’architetto Disertori), in fase di catalogazione si è preferito mantenere una serie Biblioteca distinta e parallela rispetto alla serie Progetti, ripartendo quest’ultima nelle due sotto-serie Disegni e Documenti.

L’inventario è stato redatto con l’ausilio del software Sesamo versione 4.1, l’applicativo di supporto alle attività di schedatura, riordino e inventariazione degli archivi storici adottato dalla Regione Lombardia, conforme agli standard ISAAR (CPF) e ISAD (G) e approvato dalla Soprintendenza Archivistica della Lombardia.

Mediante Sesamo è stato creato un albero che rispecchia la struttura dell’archivio così come esso è pervenuto e che riflette la continuità dell’attività professionale dell’architetto.

L’inventariazione è stata infatti condotta individuando i singoli progetti e inserendoli in una corretta sequenza cronologica al cui interno trova spazio la descrizione dei materiali afferenti a ciascuna delle serie archivistiche individuate: Disegni, Documenti, Biblioteca. La catalogazione dei progetti mediante la schedatura informatizzata evidenzia e unifica i legami concettuali esistenti tra le prime due sezioni in funzione del singolo progetto. Ogni scheda progetto fornisce le indicazioni essenziali alla comprensione della natura del proposta progettuale e quindi ne indica la denominazione (che include la parola progetto solo nel caso di edifici non realizzati), l’autore (il solo Disertori o Disertori in collaborazione con altri progettisti), il titolo, il luogo di realizzazione, la data riportata sui disegni, il committente, l’impresa di costruzione e la segnatura, aggiungendovi una breve descrizione della tipologia dell’edificio o dell’oggetto di design disegnati. Qualora i dati citati non siano presenti nella documentazione e nelle tavole, sono stati attribuiti – se possibile – segnalandoli con parentesi quadre. In particolare, l’assegnazione di date non desumibili dai documenti e dai disegni presenti nell’archivio è stata fatta avvalendosi della collaborazione dell’architetto Disertori, così come la distinzione in progetti realizzati e non. Dalla scheda progetto dipendono le singole schede di descrizione delle serie Disegni e Documenti.

Il riordino della sezione Disegni è consistito nella verifica dei rotoli di disegni (originali e copie) su carta da lucido, su carta e su radex e nel riconoscimento di ogni elaborato tecnico o schizzo afferente al medesimo progetto, anche in assenza di specifiche indicazioni fornite dal cartiglio.

Ogni disegno è numerato ex novo e descritto con i seguenti elementi: segnatura originale, denominazione, scala, data, tecnica grafica, supporto materiale.

Il condizionamento dei disegni è avvenuto in tubi di cartone alti 120 cm. e diametro 10 cm. I tubi sono stati numerati progressivamente e contrassegnati con la nuova segnatura.

Il riordino della sezione Documenti è consistito nell’identificazione della tipologia del materiale pervenuto relativo ad ogni progetto (documenti scritti, schizzi, fotografie, copie eliografiche piegate, ecc.) e nella sua descrizione e conteggio. I documenti scritti sono costituiti da corrispondenza, computi metrici, relazioni tecniche, appunti e calcoli manoscritti o strutturali, ecc. Gli schizzi sono prevalentemente costituiti da disegni a mano libera su carta da lucido, carta da schizzo, carta da quaderno, copia eliografica, e realizzati a matita, inchiostro di china, penna biro, pastelli. Le fotografie, presenti in misura limitata, sono costituite da stampe in bianco e nero o a colori, di vario formato, relative al cantiere e all’opera compiuta.

Il condizionamento dei Documenti è avvenuto in buste di grande formato, numerate, in cui sono stati ricollocati i fascicoli originali, ordinati in corretta sequenza cronologica e raccolti in nuove camicie formato A4.

Codici identificativi:

  • MIBA01B8B4 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Fonti

  • Disertori, Necchi Disertori 1989 = A. Disertori, A. M. Necchi Disertori, Ex libris. Artisti italiani della seconda metà del Novecento, Milano, Hoepli, 1989, pp. 366.
  • Disertori 1976 a = A. Disertori, Regina Disertori pittrice, Trento, Galleria del Castello, 1976, pp. 304.
  • Disertori 1988 a = A. Disertori, Presentazione, in F. M. Di Giovine, L'opera grafica di Vito Giovannelli e gli ex musicis con strumenti musicali, Pescara, Editrice Italia, 1988.
  • Disertori, Necchi Disertori 1984 = A. Disertori, A. M. Necchi Disertori, Ex libris nella prima metà del Novecento, Milano, Rusconi Immagine, 1984, pp. 190.
  • Borri, Disertori, Guidi 1989 = G. Borri, A. Disertori, S. Guidi, Animali fantastici e reali, Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria, 1989.
  • Disertori, Necchi Disertori 1990 = A. Disertori, A. M. Necchi Disertori, Gli ex libris parlanti di Vito Giovannelli, Pescara, Accademia d'Abruzzo, 1990.
  • Disertori 1991 = A. Disertori et al., Gabriele D'Annunzio e l'arte dell'ex libris nel Primo Novecento, Pescara, Comune di Pescara, 1991.
  • Cauti, Nuvolari 1993 = G. Cauti, M. Nuvolari (a cura di), La montagna nell'arte degli ex libris, Milano, Electa, 1993.
  • Disertori 1997 = A. Disertori, L'arte è sempre tale? Alcune annotazioni sul "fare incisioni", in "III Biennale Nazionale delle Incisioni", Acqui Terme, Rotary Club, 1997.
  • Disertori, Villani 1999 = A. Disertori, D. Villani, Benvenuto Disertori xilografo ed ex libris, Firenze, Pietro Chegai, 1999.
  • Pio Carlo Barola 2000 = Pio Carlo Barola, Casale Monferrato, La Nuova Operaia, 2000.
  • Disertori, Necchi Disertori 1970 a = A. Disertori, A. M. Necchi Disertori, Come arredare la vostra casa e come sceglierla bene, Milano, Giovanni De Vecchi editore, 1970, pp. 282.
  • Disertori, Necchi Disertori 1970 b = A. Disertori, A. M. Necchi Disertori, Guida pratica all'antiquariato, Milano, Giovanni De Vecchi editore, 1970, pp. 320.
  • Disertori, Necchi Disertori 1973 a = A. Disertori, A. M. Necchi Disertori, I progetti per la villa al mare, Milano, Giovanni De Vecchi editore, 1973, pp. 170.
  • Disertori, Necchi Disertori 1973 b = A. Disertori, A. M. Necchi Disertori, I progetti per la villa in collina, Milano, Giovanni De Vecchi editore, 1973, pp. 164.
  • Disertori, Necchi Disertori 1975 = A. Disertori, A. M. Necchi Disertori, I progetti per la villa in montagna, Milano, Giovanni De Vecchi editore, 1975, pp. 170.
  • Disertori, Necchi Disertori 1976 b = A. Disertori, A. M. Necchi Disertori, Il libro dei camini e dei caminetti, Milano, Giovanni De Vecchi editore, 1976, pp. 190.
  • Disertori, Necchi Disertori 1977 = A. Disertori, A. M. Necchi Disertori, Guida all'antiquariato Milano, Giovanni De Vecchi editore, 1977.
  • Disertori, Necchi Disertori 1985 = A. Disertori, A. M. Necchi Disertori, Il mobile del Settecento: Italia, Novara, Istituto Geografico de Agostini, 1985.
  • Bertoluzza, Disertori 1995 = A. Bertoluzza, A. Disertori, Quarant'anni di attività del centro culturale Fratelli Bronzetti, quarant'anni di cultura nella città e nella provincia di Trento, Trento, Tipografia Dossi, 1995.
  • Disertori 1984 = A. Disertori, Logge Palladiane a Piazzola, in "Casa & Giardino", febbraio - marzo 1984.

Compilatori

  • Maria Manuela Leoni (archivista)