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Carte Martinengo Colleoni

Carte Martinengo Colleoni (1450 - 1807)

159 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

Metri lineari: 1.0

Consistenza archivistica: scatole 4

Storia archivistica:

Le carte Martinengo Colleoni, conservate in Archivio di Stato di Bergamo, provengono dall’acquisto presso la Libreria antiquaria Renzo Rizzi di Milano, avvenuto tra il luglio 1998 e il febbraio 1999 per opera della Soprintendenza Archivistica per la Lombardia.

Il fondo, costituito da quattro scatole, contiene atti provenienti dall’archivio della famiglia Martinengo Colleoni, riguardanti la vita civile, militare, politica e feudale di alcuni suoi esponenti. È corredato da un elenco, redatto dall’antiquario, con descrizioni e regesti che seguono criteri amatoriali e commerciali, un indice onomastico-toponomastico ed un albero genealogico incompleto.

Il fondo, privo di organicità, è composto da 159 pezzi, di cui 59 membranacei, datati tra il 1450 e il 1807, in originali o copie coeve.

La documentazione segue l’ordine cronologico, con alcune imprecisioni dovute ad incomprensioni di lettura (doc. 104 del 1639, attribuito dall’antiquario al 1739) o al non riconoscimento della datazione secondo lo stile veneto o lo stile della Pasqua, utilizzati in alcuni atti.

Il fondo sembra frutto di un’"estrapolazione volontaria; (…) vista la logica antiquariale delle scelte che sembrano aver guidato la selezione" , l’ipotesi del collezionismo e della vendita formulata da Juanita Schiavini Trezzi nel saggio Le carte dell’archivio Martinengo Colleoni, è molto probabile, e corroborata, se possibile, dalle difficoltà economiche in cui versava la famiglia nel corso del XIX secolo, a seguito del dissesto finanziario del conte Giovanni Estore.

L’autrice del saggio individua nel fondo Martinengo Colleoni tre nuclei “attorno ai quali è possibile raccogliere idealmente i documenti” :

- atti stilati anteriormente la morte del capitano Bartolomeo Colleoni, avvenuta il 2 novembre 1475: i primi tre provengono probabilmente dall’archivio della famiglia bresciana dei Martinengo , legatasi per via matrimoniale attraverso Tisbe, moglie del capitano, con la famiglia Colleoni, e riguardano privilegi ed esenzioni della famiglia ‘de Advocatis’ a loro confermati o concessi ad Antonio Martinengo, mentre i successivi rientrano nella sfera politica o familiare del condottiero bergamasco (investitura feudale di Martinengo, Cologno, Urgnano, Palosco, Solza, Romano di Lombardia, Malpaga, Calcinate, Ghisalba e Mornico, doc. 4, concessioni di esenzioni, doc. 5, una lettera del doge di Venezia indirizzata a Tisbe Martinengo, doc. 6);

- documenti relativi alle fondazioni religiose colleonesche e alle loro dotazioni secondo le volontà testamentarie del Capitano, circa questioni amministrative e/o spirituali del convento domenicano di Santa Maria della Basella di Urgnano e dei monasteri francescani dell’Incoronata e di Santa Chiara di Martinengo;

- carte relative alla carriera militare, alle investiture feudali, salvacondotti e porti d’armi di alcuni esponenti della famiglia Martinengo Colleoni.

Si conserva, inoltre, un’etichetta ottocentesca a stampa, probabilmente proveniente da una papela originale d’archivio, ora incollata su di un cartoncino, con la dicitura: “Autografi dei duchi di Savoia, Emanuele Filiberto e Carlo Emanuele I, relativi al conte Francesco Martinengo Colleoni di Bergamo, cavalier della SS. Annunziata, colonnello e consigliere di guerra del duca Emanuele Filiberto, generale e ministro del duca Carlo Emanuele ed alla consorte Beatrice Langosco, marchesa di Pianezza”.

Segnalo infine la presenza di alcuni documenti apparentemente senza alcun legame con la famiglia: come la lettera patente di Luigi Contarini, rettore della congregazione dei canonici di San Giorgio in Alga a Venezia, che ammette Andrea ‘de Peregrinis’ alla congregazione (doc. 19) o quella di Filippo IV, re di Spagna, circa la nomina a notaio del Magistrato straordinario di Milano in favore di Carlo Gerolamo Pini (doc. 109).

Un’attenta analisi delle vecchie segnature presenti su molti documenti dimostra, secondo la Schiavini Trezzi, l’originaria provenienza delle carte dall’archivio Martinengo Colleoni conservato nel castello di Cavernago, residenza del conte Venceslao, ultimo esponente del casato. Queste carte, ora disperse in più sedi e in diversi fondi, furono infatti consultate in loco dall’avvocato Giuseppe Maria Bonomi, autore de Il castello di Cavernago e la famiglia Martinengo Colleoni, edito nel 1884. Il volume cita, infatti, 36 documenti del fondo conservato al castello, messo a disposizione allo studioso dal conte.

Le segnature archivistiche attestano “una collocazione originaria, seguita da un intervento settecentesco e da una cartellinatura ottocentesca” ; il livello più antico segnala una collocazione in “mazzi” (doc. 4: mazzo D, n. 4, doc. 9: mazzo D, n. 2, doc. 24: mazzo D, n. 15 etc.) o l’uso di lettere iterate dell’alfabeto (doc. 30: MMM, doc. 31: PPP, doc. 34: FFFF etc.). Probabilmente un riordino avvenuto nella prima metà del Settecento riorganizzò le carte, già segnate con lettere dell’alfabeto, in filze contraddistinte da numeri arabi: il doc. 31, già segnato PPP, assunse la collocazione filza 1, il doc. 114, segnato mazzo D, n. 30, divenne filza 18.

Confrontando queste segnature con quelle presenti su alcuni documenti del fondo Martinengo Colleoni, conservato presso la Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo, si nota non solo la stessa mano nella stesura di annotazioni archivistiche e regesti, ma anche il completamento della sequenza numerica scomposta attualmente nei due fondi: abbiamo documenti provenienti dallo stesso mazzo D sia tra le carte Martinengo Colleoni in ASBg sia nel fondo Martinengo Colleoni aggregato all’archivio Giovanelli in Biblioteca Mai .

Possiamo ritrovare segnature archivistiche della stessa serie (in particolare documenti con l’antica segnatura filza 8°) anche in altri archivi privati di rami della famiglia, in cui confluirono per vicende matrimoniali : come l’archivio dei Martinengo di Villagana, oggi scomparso , ma corredato da Annali compilati nel 1794 e da un elenco stilato dall’archivista Giuseppe Bonelli nel 1951, e dei Martinengo dalle Palle, oggi conservato nell’Archivio di Stato di Brescia.

A metà Ottocento, il dissesto finanziario di Giovanni Estore spinge il figlio Venceslao a vendere la maggior parte dei beni; è probabile, quindi, che la dispersione dell’archivio di famiglia sia seguita la morte di Venceslao, avvenuta nel 1885, ed è probabile, proprio in quegli anni, il trasferimento delle carte alla Biblioteca Mai di Bergamo.

Notizie di intervento

L’intervento è consistito in un’attività di informatizzazione, con il software Sesamo, dell’elenco di corredo al fondo, stilato per la vendita dall’antiquario Renzo Rizzi di Milano.

Il lavoro ha previsto:

- la stesura di regesti delle singole unità documentali, con l’attribuzione di titoli (in assenza di originali ricavati da annotazioni, coeve o più tarde, presenti sui documenti e posti tra virgolette) indicanti la natura diplomatica dell’atto (ducale, lettera patente, breve) o una definizione desunta dal contesto (sentenza, vendita, procura, esenzioni);

- il ricontrollo e la correzione delle date delle unità archivistiche, se scorrette per incomprensioni di lettura o errori dovuti all’uso di stili di computo diversi dal moderno, in particolare secondo lo stile veneto e quello della Pasqua. In caso di documentazione di difficile datazione, gli estremi cronologici sono stati attribuiti e indicati tra parentesi quadre;

- il conteggio delle carte;

- la segnalazione, per gli atti membranacei, di caratteri estrinseci di particolare pregio (capilettera miniati o decorati con inchiostri policromi, intitulationes di documenti in lettere capitali in oro, presenza e/o perdita di sigilli, con eventuale rilevazione di fili serici o di canapa conservati), misure, stato di conservazione ed eventuali danni al supporto;

- l’indicazione, laddove reperibile, delle antiche segnature attestanti le collocazioni originarie, (serie alfabetica, mazzi, filze).

Inoltre, nel campo Note, sono state indicate: la presenza di cartellinatura settecentesca o ottocentesca, la forma dell’atto (solo nel caso di copie semplici o autentiche), gli antecedenti, susseguenti e allegati alla documentazione principale, con estremi cronologici relativi e la segnalazione di datazioni secondo stili diversi dal moderno.

Si segnala, inoltre, la compilazione dei campi definizione, supporto, consistenza, definizione estesa e lingua per tutte le carte.

È stata data una nuova numerazione al fondo, progressiva da 1 e unica per l’intero complesso documentario, in base all’ordine cronologico delle carte, in assenza di organicità e di una struttura preesistente.

L’attuale condizionatura delle unità archivistiche conserva papele realizzate dall’antiquario Rizzi, con brevi regesti tratti dal suo elenco.

Codici identificativi:

  • MIBA01C4A1 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti