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Comune di Songavazzo

Comune di Songavazzo (1441 - 1925)

551 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

La costituzione di quattro distinte sezioni cronologiche, corrispondenti ai diversi avvicendamenti amministrativi e politici cui il comune di Songavazzo è stato sottoposto nell'arco di due secoli, si è resa necessaria, anche se si tratta di un fondo archivistico non particolarmente consistente, per poter dare all'archivio una struttura il più possibile coerente alle modalità con cui l'archivio stesso si è costituito. Con l'ordinamento precedente, avvenuto alla fine degli anni Settanta, tale strutturazione era stata in gran parte rimaneggiata con l'applicazione dei criteri e del titolario di cui alla circolare del Ministero dell'Interno n. 17100/2, allegato A del 1° marzo 1897, tuttora in vigore in materia di riordinamento degli archivi comunali. L'applicazione di questo criterio oltretutto in relazione allo stato della documentazione ha manifestato notevoli incoerenze ed imprecisioni che hanno reso necessario l'annullamento di quanto prodotto da quell'intervento piuttosto che un lavoro di approfondimento delle carte prese in esame. Nell'impossibilità di disporre di un inventario precedente o di un titolario originario si è adottato esclusivamente la classificazione riportata dai documenti. Si è derogato a tale criterio solo in rari casi nei quali i documenti componenti il fascicolo portavano classificazioni diverse o non ne portavano affatto.

Ad ogni passaggio di regime politico corrispondono cambiamenti istituzionali che hanno influito sull'organizzazione e la tenuta della documentazione d'archivio. Ogni amministrazione pubblica aveva proprie regole archivistiche pertinenti l'ordinamento e la classificazione dei propri atti. Col passaggio dal Dominio Veneto al Regno Lombardo−Veneto, poi a quello del Regno Sardo−Lombardo, prima, ed a quello del Regno d'Italia, dopo, sono state inoltre riscontrate alcune variazioni nella composizione dei titolari applicati. Di queste variazioni si da conto nell'introduzione di ogni singola serie. La mancanza del titolo a tergo del documento è stata colmata con il riferimento alle fonti legislative coeve o con riferimenti a titolari ricavati da altri archivi comunali inventariati e dalla manualistica amministrativa dell'epoca.

Le sezioni costituite corrispondono ai cambiamenti di regime e si uniformano perciò a cesure che non sono solo archivistiche, ma anche storiche. La prima sezione corrisponde al periodo del dominio veneto e va dal 1441 al 1798, una seconda al regime Lombardo Veneto, a quello Sardo−Lombardo prima e al Regno d'Italia poi, va dal 1806 al 1897 e la terza sezione dal 1898 al 1985 comprendente una parte dell'archivio storico e tutto l'archivio di deposito. Una quarta ripartizione raccoglie le serie particolari. Gli unici atti non appartenenti al comune sono stati ordinati in una serie nella prima e seconda sezione (Atti privati).

La divisione cronologica della struttura dell'archivio del comune è stata quindi mantenuta nelle tre principali ripartizioni in cui è stato rinvenuto:

· Antico Regime, fino alla caduta della Repubblica di Venezia, con ordinamento in serie

· Ottocentesca, fino all'introduzione del titolario legislativo (1897) con ordinamento per titoli e relativa al carteggio;

· Novecentesca, dal 1898 fino all'archivio di deposito, con ordinamento per categorie, anch'essa relativa al carteggio

· Attuale, l'ultima, corrispondente all'archivio corrente, con ordinamento in serie annuali di cui si è effettuato solamente un riordino fisico.

In una raccolta separata, denominata "Serie particolari", sono stati riuniti i registri e le collezioni di atti omogenei o congeneri. Distintamente dal carteggio, le schede di questa raccolta sono state organizzate con un ordinamento cronologico in serie aperte.

Terminato il ripristino dell'organizzazione della documentazione, individuata e ricostruita la struttura dell'archivio e la composizione dei titolari, si è passati alla schedatura analitica delle unità archivistiche.

Con il precedente intervento di riordino è stato applicato forzatamente all'archivio il titolario legislativo del 1897 anche alla sezione ottocentesca. In quella circostanza le carte dell'archivio sono state classificate in modo sommario. Solo alcune serie sono state mantenute nella loro corretta configurazione, altre sono state suddivise e fuse in più titoli, come nel caso delle acque, strade e dei beni comunali. E' stata rinvenuta inoltre una notevole quantità di carte in stato di totale disordine o comunque confusamente frammischiate oltre a carte provenienti da altri archivi. Con il presente intervento di riordino si è recuperata e ricostruita l'originaria collocazione dei documenti, che in molti casi ha coinciso quella preesistente al precedente intervento di riordino. In tal modo si è ottenuto un incremento della qualità e della quantità di informazioni relative ad ogni unità archivistica.

La banca dati proposta presenta unicamente le informazioni relative alle sezioni Atti 1441−1798 e Atti 1806−1897.

Storia archivistica:

Le carte dell’archivio storico del comune di Songavazzo documentano la sua storia e quella della sua comunità.
Nella prima metà dell’Ottocento le carte dell’archivio sono conservate, come per tutti i distretti del regno Lombardo-Veneto, presso la sede della propria Commissaria Distrettuale (1), in questo caso quella di Clusone. Se ne ha una testimonianza in una lettera del sindaco inviata nel 1837 in risposta all’esattore di Clusone con la quale lo informa che le carte dell’archivio risalenti almeno ad oltre venti anni prima sono state trasportate presso la Commissaria Distrettuale (b. 4, fasc. 12). Nel 1823 risulta che l’archivio era lacunoso o perlomeno in stato di forte disordine se il sindaco, nel rispondere al Commissario Distrettuale di Clusone ad una richiesta in materia censuaria sostiene che “Per mancanza e confusion di diversi documenti vecchi non si è potuto adeguatamente secondare le istanze dei fratelli Bonorandi e che quanto riuscì di invenire eccolo compiegato” (2). Altra testimonianza della dispersione dei documenti dell’archivio viene fornita dallo stesso Commissario in una lettera al comune del 29 maggio 1831, dove sostiene che in archivio non sono stati rinvenuti i vecchi registri censuari. Nel 1841 vengono ordinati 50 faldoni dal Libraio Pandolfi da utilizzare per la raccolta degli atti del comune, segno questo che le carte dell’archivio corrente erano ben curate. L’inventario patrimoniale del 1872 fornisce una descrizione dei libri, registri ed elenchi in possesso del comune. Questi dovevano quindi essere presenti in archivio. Si tratta di:
- un registro della popolazione col relativo indice e coi fogli di notifica delle singole famiglie;
- nove registri dello stato civile (cittadinanza, nascita, matrimonio, morte);
- una serie di atti riguardanti l’affittanza delle montagne pascolive del comune, l’appalto della manutenzione delle strade e degli acquedotti, il progetto di costruzione del ponte sul Valleggia e l’atto di acquisto del diritto di pascolo sulla montagna Valmezzana dal conte Filippo Fogaccia.
Tutta questa documentazione si è conservata in archivio ed è, quindi, inserita nel presente inventario. Gli stessi atti si ritrovano ancora citati nell’inventario dei beni comunali del 1890; in più in questo si riportano i seguenti documenti:
- registro corrente di popolazione con indice;
- quattro registri delle deliberazioni del consiglio dal 1890;
- registro di protocollo dal 1890;
- registro dei mandati di pagamento;
- registro dei certificati;
- n. 62 faldoni, con dorso in tela contenenti: gli atti d’affittanza, liste elettorali, conti, bilanci, atti d’esattoria, affari di leva, militare, censimento della popolazione, progetti di strade, acquedotti e fontane, costruzione ponte sul Valleggia, strade obbligatorie.
Ed ancora si riferisce che gli atti delle affittanze e delle proprietà dei beni comunali si trovano presso lo studio dell’avv. Orefici di Brescia, patrocinatore della causa fra Songavazzo e Fino del Monte. I registri della serie Liti probabilmente provengono dall’archivio comunale di Onore. Essere riguardano esclusivamente controversie fra l’antico comune di Onore e Songavazzo e i comuni di Fino e Castione. Purtroppo sono stati rinvenuti pochissimi documenti anteriori al XIX secolo (le sottrazioni possono essere imputabili oltre che alla negligenza ed all’incuria del comune a cause naturali come gli incendi, gli allagamenti). La mancanza di documentazione, almeno fino al secolo XVIII, è dovuta al fatto che Songavazzo apparteneva all’ex comune di Onore e Songavazzo e che la sede municipale era in Onore. Gli atti di registrazione delle attività del comune dovevano quindi essere conservati in quel comune. Non risulta che presso l’archivio comunale di Onore si siano conservati (3), fatto salvo un registro di atti notarili riguardanti il comune datati dal 1561 al 1809 ed un registro dell’amministrazione della taverna comunale dal 1577 al 1687 ora conservato presso la Civica Biblioteca “A. Mai” di Bergamo (4). Nella seconda metà di quel secolo si ha testimonianza di una maggiore autonomia della vicinia di Songavazzo e si apprende dal libro del consiglio del comune particolare che vi doveva essere documentazione, oggi dispersa, riguardante la caneva ed i mulini del comune. Di questi ultimi, situati nel vicino comune di Cerete, si è conservata documentazione ottocentesca (5).
Si sono conservate però alcune serie documentarie del secolo XIX, quale quelle relative alle opere pubbliche, alle rendite degli immobili del comune, come i boschi ed i pascoli, risulta possibile oggi studiare l’evoluzione dell’ente, dei suoi organi, delle sue funzioni in età contemporanea, ma anche indagare la storia degli uomini e degli eventi protagonisti di questo luogo. Ciò permetterebbe inoltre di valutare i cambiamenti dei modi di vita, dell’agire e del pensare che sono intervenuti a partire dal secolo XIX fino ai nostri giorni. Nel 1861 il verificatore e conservatore del Catasto di Clusone richiede alla giunta municipale di inviare gli impiegati comunali ad effettuare la separazione degli atti del comune di Songavazzo rimasti frammischiati presso l’archivio dell’ex Commissaria Distrettuale di Clusone. La giunta risponde accettando l’incarico ed assumendone la relativa spesa (b. 4, fasc. 22). Con la divisione del 1794 dalla comunità di Onore, viene definita anche la divisione dell’archivio, fino ad allora conservato nella sacrestia della chiesa parrocchiale di Onore: “restano di consenso destinati per parte dell’Onore il sig. Andrea Marinoni e per parte di Songavazzo me notaio infrascritto a fare la scelta delle carte in quello esistenti all’effetto che le carte riguardanti li beni toccati in questa divisione a Honore restino all’Onore stesso e le altre riguardanti li beni toccati a Songavazzo restino a detto comune di Songavazzo. Di tutte le carte però che saranno scielte per cadauno di detti comuni e di rispettiva ragione dovranno li due eletti come sopra formare esatto inventario da ambi firmato onde di tal inventario aver una copia per parte per lume e perché all’occorrenza ciascuna delle parti a sue spese possa dall’altra parte avere quelle copie che credesse di suo interesse. Le carte poi che riguardano la generalità del comune di Honore e Songavazzo unito resteranno con simile inventario, compilando da suddetti tutte descritte. Di quelle che si crederanno necessarie saranno fatte le copie perché le abbia Songavazzo restando li originari a l’Onore e queste copie saranno pagate metà da l’Onore e metà da Songavazzo. Le altre carte poi che non sarà necessario copiare saranno divise per metà onde la metà resti a l’Onore e l’altra metà a Songavazzo con rispettiva copia d’inventario come sopra e per l’oggetto che abbisognandone ad alcuna delle parti, quella che avesse le carte sia tenuta esibirla all’altra onde ne sia estratta l’opportuna copia e così di un solo archivio ne saranno formati due, cioè uno a l’Onore e l’altro a Songavazzo a piacere delle parti rinunziando Songavazzo in tal modo al diritto che aveva nell’archivio di l’Onore suddetto” (6).
Dal verbale dell’ispezione effettuata all’archivio da un ispettore della Soprintendenza Archivistica per la Lombardia nel 1970, nella vecchia sede municipale, risulta che sono presenti in archivio un totale di 232 buste, mentre quelle oggi riordinate, comprese entro quel limite cronologico sono 253; si sostiene inoltre che la diminuzione del materiale d’archivio dovrebbe essersi verificata negli anni 1943-1945 durante la Seconda Guerra Mondiale. Non si è trovato un riscontro a tale affermazione ma è innegabile la mancanza di una parte della documentazione comunale. Viene fornito poi un elenco di consistenza dell’archivio sottolineando correttamente il fatto che la documentazione più antica presente appartiene alla Congregazione di Carità. Sono descritte le seguenti serie archivistiche:
-Carteggio di amministrazione (6 faldoni) 1812 ss.;
-Bilanci e conti consuntivi (40 faldoni);
-Spedalità;
-Costruzioni e pratiche edilizie;
-Personale;
-Imposte di consumo;
-Concessioni cimiteriali;
-Raccolte degli atti ufficiali;
-Delibere del consiglio comunale 1963 ss.;
-Delibere della giunta comunale 1963 ss.;
-Archivio dell’ECA (35 faldoni).
Nella relazione aggiuntiva si sottolinea il precario stato di conservazione dell’archivio, la presenza di faldoni fatiscenti e carichi di umidità ed il generale stato di disordine. Si richiama infine la necessità di provvedere ad una più idonea sistemazione della carte e ad un loro riordino. Un precedente intervento di riordino, effettuato da personale dipendente del comune alla fine degli anni Settanta, ha alterato l’ordine originario dell’archivio costituendo per entrambi gli archivi del comune e dell’Eca delle serie per categoria disponendole in ordine cronologico crescente. Le camice originarie sono state scartate e riutilizzate per le nuove fascicolazioni. Nel censimento degli archivi comunali effettuato nel 1988 dalla Regione Lombardia si riporta che l’archivio non è ordinato e che sono presenti 300 buste e registri datati dal 1897 al 1982 (Notizie sugli archivi, cit., p. 44). Nel 1995 l’archivio è stato trasferito in un adeguato locale al pian terreno del nuovo municipio e le buste sono state collocate su idonee scaffalature metalliche montate a parete.
In considerazione della piccola quantità di documenti rinvenuti in archivio appartenenti al Patronato Scolastico, si è stabilito di lasciare le unità archivistiche di questo ente nella categoria IX.3 del carteggio generale del comune anziché collocarle in una sezione autonoma e separata. Il Patronato scolastico viene istituito con il decreto legislativo 24 gennaio 1947 n. 457 e soppresso con la legge regionale n. 59 del 9 settembre 1974.
La banca dati si riferisce soltanto all’archivio del Comune di Songavazzo.

(1) Vedi l’introduzione storica sul regno Lombardo-Veneto.

(2) Vedi busta 11, fasc. 4, alla risposta è allegato un estratto dell’estimo dei Tre Nobili del 1544 (f. 69) della famiglia Tomasi, fu Pasino Barzasi di Songavazzo.

(3) In un registro della serie Liti (v. unità 6, busta 2, fasc. 4), si ha notizia dell’esistenza di un Libro dei Maneggi del comune di Onore e Songavazzo, del secolo XVII, del Libro delle Deliberazioni del secolo XVII e del Libro dell’Estimo di Songavazzo compilato a partire dal 1712, non rinvenuti però in archivio.

(4) L’amministrazione era tenuta da un’opera pia; il registro si trova nella sezione manoscritti (AB 474).

(5) Vedi b. 10, fascc. 11,17.

(6) Atto divisionale del 12 maggio 1794, notaio Francesco Pezzoli di Songavazzo, (not. 12700, Archivio Notarile), Archivio di Stato di Bergamo.

Codici identificativi:

  • MIBA0033C2 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Fonti

  • Antoniella 1979 = A. Antoniella, L'archivio comunale postunitario. Contributo all'ordinamento degli archivi dei comuni, Firenze, Giunta regionale toscana e La Nuova Italia, 1979
  • Capra 1993 = C. Capra, Il Pio Albergo Trivulzio: un'eredità del secolo dei lumi, in "La nascita del Pio Albergo Trivulzio. Orfani, vecchi e poveri a Milano fra Settecento e Ottocento", Milano, Electa, 1993, pp. 13-19

Compilatori

  • Sergio Del Bello (archivista)
  • Doralice Bettoni
  • Sergio Ganzerla (Archivista)