Comune di Melegnano (1524 - 1936)
1.360 unità archivistiche di primo livello collegateFondo
Storia archivistica:
La sezione ottocentesca, con atti anteriori al 1898, è l’oggetto dell’inventario; è costituita da 86 buste di carteggio amministrativo con 1089 fascicoli, da 54 buste di contabilità e da 217 registri per un totale di 1360 unità comprensive anche degli atti della Congregazione di Carità di Melegnano.
Le carte coprono un arco cronologico che va dal 1692 al 1897 con susseguenti, per quanto riguarda gli atti prodotti dal Comune; dal 1524 al 1897 e seguiti per quanto riguarda il fondo della Congregazione di Carità (1). L’archivio comprende anche gli atti dell’Ufficio di Conciliazione.
Se si esclude la documentazione della Congregazione, i documenti del periodo prenapoleonico sono rari e raccolti in pratiche del Titolo 14 – Acque e strade, cosicchè l’archivio conserva in prevalenza documentazione prodotta dalla municipalità nel corso del XIX secolo. La lacunosità del fondo pare essere imputabile dell’incendio scoppiato nel 1848 durante l’assalto ed il saccheggio del borgo da parte delle truppe del maresciallo Radetzky, che dopo aver assaltato e derubato gli uffici comunali spogliarono e distrussero l’archivio (2).A quel tempo l’archivio era ubicato presso il palazzo comunale, nell’attuale Piazza Risorgimento, dove continuò ad essere conservato anche dopo l’Unità. All’atto del passaggio istituzionale, solo una parte del fondo era ancora depositata presso la R. Commissaria distrettuale di Melegnano per essere riconsegnata al Comune nel 1862; in quell’occasione si procedette ad uno “spoglio delle carte fuori d’uso” ad opera di un diurnista e sotto la sorveglianza della Giunta municipale (3). A questo primo scarto ufficiale, ne seguì un altro nel 1873 concluso con la vendita “della carta riconosciuta di nessuna importanza”(4). Non essendo stato reperito alcun elenco della documentazione proposta per lo scarto non possiamo verificare né la datazione né la tipologia documentale di quanto eliminato. Oltre alle operazioni di scarto, nel 1865, vennero intrapresi alcuni lavori di ristrutturazione ai locali dell’ “archivio vecchio” attigui alla sala comunale allo scopo di dividere il locale in due depositi, uno dei quali continuò ad essere adibito ad archivio di deposito “per quei atti che si riferiscono a trattazioni ultimate, ritenendosi che tutto quanto riguarda affari o carteggi di cui occorre sovente l’ispezione debbasi conservare sugli scaffali posti nell’attuale sala grande del Consiglio” (5). Da alcuni inventari delle carte e dei documenti compilati a più riprese nel 1870, 1873 e 1890 in occasione di inventariazioni patrimoniali (6) si desume che i documenti, singoli e in raccolta, erano riuniti e disposti per materia, secondo un empirico quadro di classificazione per titoli. I titoli risultano pressoché costanti nel tempo e analoghi alle voci riportate sui protocolli della corrispondenza sotto la voce “nomenclatura”; i titoli non sono numerati, né ordinati secondo un criterio logico o alfabetico; alcune materie sono articolate in sottotitoli gerarchici.
Es. -Affari comunali:
-Mutui passivi;
-Patrimonio;
-Convenzioni private;
-Affitti attivi;
-Affitti passivi.
-Esattoria comunale.
-Peso, Misure e Poggio.
-P.S. Illuminazione pubblica.
-Acque e strade.
-Dazio consumo.
-Beneficenza – Cronici ecc.
La presenza anche su diversi documenti di queste nomenclature palesa l’adozione di una prassi di classificazione e, probabilmente, di archiviazione ed ordinamento consolidata e coerente. Non sappiamo quanto fosse invalso l’uso di fascicolare e classificare anche le pratiche, in quanto mancano, quasi totalmente, le camicie originarie dei fascicoli, che sono stati, invece, smembrati durante i riordini successivi. Lo stato attuale della documentazione non corrisponde più a quello coevo, impedendoci di verificare materialmente la fisionomia primigenia dell’archivio. La responsabilità di tali manomissioni sembra riconducibile agli esecutori dei due riordini ufficiali del 1934 e del 1953. L’introduzione del titolario ministeriale nel 1897 (7) inaugura un nuovo sistema di classificazione degli atti comunali; per quanto riguarda il Comune di Melegnano è difficile appurarene la data d’applicazione per la classificazione di atti e fascicoli, in quanto in epoca successiva i fascicoli furono privati delle camicie originarie o smembrati. I singoli atti raramente riportano la nuova classificazione e, ancora alla fine del 1897, la nomenclatura sul registro di protocollo segue le vecchie titolazioni. Non sappiamo se dopo il 1897 sia stata introdotta una prassi di archiviazione e di ordinamento annuale, come disposto dal Ministero, in quanto i riordini hanno riproposto un ordinamento a serie aperte per categoria, considerando le categorie al pari dei vecchi titoli.Nonostante i ripetuti solleciti alla trasmissione di un inventario dell’archivio inviati periodicamente dalle autorità competenti, il primo inventario d’archivio venne compilato nel 1934, sugli atti dalle origini al 1929 (ne erano rimasti esclusi gli ultimi cinque anni, considerati correnti).
Il 23 aprile 1934 il Podestà deliberò di incaricare gli impiegati fuori servizio ed i fratelli Mario e Camillo Giupponi di Milano del riordino integrale dell’archivio comunale, ai sensi delle istruzioni ministeriali del 1897. L’intervento era necessario per assicurare la materiale conservazione di “importanti documenti ed atti […] che in modo particolare hanno attinenza alla entità patrimoniale del Comune” (8). Il lavoro di spoglio durò pochi mesi e produsse il riordino dell’archivio di deposito, uno scarto sulla documentazione degli atti dall’unità al 1923 compreso, poi approvato dalle autorità, e un inventario. Poiché l’inventario delle carte non è stato reperito tra gli atti né presso gli uffici competenti, non possiamo individuarne i criteri di riordino e di stesura, anche se nel 1938 un professionista di Milano, contattato dal segretario comunale per un sopralluogo all’archivio, rileva che alcuni incartamenti proponibili per lo scarto erano stati tralasciati dai Giupponi (9). In seguito al lavoro dei Giupponi l’archivio di deposito versava in condizioni apprezzabili, come riconosciuto da un ispettore prefettizio nel 1935 (10); non altrettanto si poteva dire dei locali d’ubicazione dell’archivio, trasferito presso il Castello con tutti gli altri uffici comunali a partire dal febbraio del 1930 (11), malmessi per problemi alla pavimentazione ed al tetto (12). Carteggi con la Prefettura e verbali d’ispezione prefettizia, resoconti di impiegati comunali rimarcano ripetutamente, nel corso degli anni ‘30, lo stato di confusione delle carte e la scarsa scientificità delle operazioni di archiviazione: l’archivio corrente non era affatto ordinato ed era stato versato alla rinfusa negli armadi, suddiviso per categorie, ma non per classi; la compilazione dei registri delle deliberazioni e dei rispettivi indici veniva compiuta con poca diligenza (13).
Nonostante i correttivi apportati per migliorare la inadeguata conservazione delle carte, in adempimento dei disposti prefettizi, e nonostante un nuovo massiccio scarto ufficiale nel 1939 sugli atti fino al 1934, si rendeva ormai necessario un intervento straordinario di revisione totale dell’archivio. A questo proposito è significativa la testimonianza del dipendente comunale autore dello spoglio delle carte e dello scarto che lamenta “la mancanza di un unico indirizzo di archiviazione”, una classificazione non corrispondente alla circolare ministeriale, “cartelle che contengono una miscellanea di carte buttate a casaccio”, “carteggi di diverse categorie mescolati insieme”, la conservazione poco sicura degli atti in armadi chiusi ma facilmente manomissibili (14).
Nel dopoguerra, l’Amministrazione dovette riprendere in considerazione il problema di una sistemazione organica dell’archivio. Nel 1950 un ispettore della Soprintendenza archivistica richiese di “procedere ad una generale revisione ed al riordinamento definitivo di tutto il materiale anteriore all’entrata in vigore della Circolare del 1° marzo 1897 coi criteri che saranno stabiliti da un funzionario delegato da questa Soprintendenza ed a spese del Comune interessato, dopo aver accertato con precisione fino a che punto l’antico ordinamento è stato distrutto o se è ancora possibile ricostruirlo”(15). Per alcuni anni la Soprintendenza richiede l’adempimento del disposto e la trasmissione dell’inventario finché, nel 1953, il Comune non delibera di affidare il lavoro di riordino dalle origini al 1952 alla Ditta S.T.E.M. s.a.r.l. (Società Tipografica Editrice di Milano) (16). Il lavoro venne realizzato seguendo con scrupolo le disposizioni della Soprintendenza (17) ed il 18 settembre 1953 fu presentato l’inventario e la relazione di consegna dei lavori (18). Contestualmente fu realizzato uno scarto di documentazione (19). Entrambi furono approvati ufficialmente e la Soprintendenza per il Lazio e l’Umbria, ricevuta erroneamente una copia dell’inventario, elogiò il lavoro e la diligenza esemplare con cui era stato compilato.
L’intervento si caratterizza per il ripristino, in applicazione al metodo storico, dell’organizzazione coeva delle carte, con la ricostruzione e la riproposizione delle cesure archivistiche e della struttura originaria dell’archivio ottocentesco. L’applicazione di tale principio avvenne a prescindere dallo studio del quadro storico dell’Ente e senza considerazione per le cesure storiche, che avrebbero articolato l’archivio anche secondo le ripartizioni storico-istituzionali (archivio preunitario e postunitario). La stessa individuazione del 1897 come data spartiacque tra le due sezioni sembra convenzionale, come già rilevato sopra. D’altro canto, non possedendo dati sull’ordinamento operato dal Giupponi nel 1934, non possiamo conoscere lo stato dell’archivio, su cui si trovò a lavorare la STEM, né le concrete scelte metodologiche messe in atto dato che la relazione di consegna non ne fa cenno. L’inventario realizzato nel 1953 è articolato nelle seguenti partizioni:
a) Serie I – Atti dalle origini al 1898, ordinati a serie aperte in ordine cronologico sul primo estremo del fascicolo;
b) Serie II – Atti dal 1898 al 1949 ordinati a serie aperte per categoria. Ogni categoria è ordinata per anno con un riordino per classe all’interno dell’anno di riferimento;
c) Serie III – Atti dal 1950 al 1952 ordinato a serie annuali;
d) Serie particolari;
e) Archivio dell’ECA – Atti dal1937 al 1952 (20).
Per quanto riguarda la sezione ottocentesca, tutto il carteggio amministrativo è organizzato secondo 23 titoli redazionali che ricalcano in parte quelli originari, in parte le categorie del titolario ministeriale di cui rispettano la sequenza ed il contenuto.
Il Titolo 2 – Opere Pie e Beneficenza raccoglie prevalentemente atti prodotti dalla locale Congregazione di Carità . Poiché, come si dirà più avanti, i fascicoli della CdC appaiono tutti raccolti in copertine intestate all’Ente Comunale di Assistenza, subentrato nel 1937 alla cessata Congregazione, si presume che la scelta di inserire impropriamente tale fondo tra gli atti del Comune, risalga proprio al riordino della STEM. La documentazione del carteggio è suddivisa e distribuita per annualità, nell’intenzione di riproporre un ordine annuale all’interno di ciascuna delle ventitrè categorie. In alcuni casi, segnalati in inventario, anche le pratiche amministrative pluriennali sono state impropriamente smembrate ed i documenti distribuiti in fascicoli annuali, per gli anni corrispondenti; è il caso dell’affare relativo all’applicazione del pedaggio per il passaggio sul Ponte Lambro, (Tit. 14 – Acque e Strade) che è attualmente distribuito in molti fascicoli, pur essendo una affare organico (21).
La datazione dei fascicoli è spesso imprecisa e scorretta, soprattutto per quanto riguarda molte pratiche pluriennali.
La formazione dei fascicoli e la loro progressione è cronologica e fa riferimento al primo estremo, cioè alla data d’apertura della pratica; tale criterio non è stato applicato con coerenza e sistema così che per i fascicoli pluriennali talvolta si fa riferimento al primo estremo (anno d’inizio), talvolta al secondo (anno di chiusura).
La numerazione dei fascicoli è progressiva all’interno della busta.Di ogni fascicolo è riportato un titolo molto sommario, coincidente con l’oggetto della pratica; di alcune Serie separate sono segnalate solo le quantità complessive (Es. le serie dello stato civile quali i Registri degli atti di nascita e di morte).
I lavori di riordino e inventariazione proseguirono con costanza anche negli anni successivi a questo riordino, producendo ogni anno riordini e inventari per gli anni dal 1953 in avanti. Ogni anno l’inventario dell’anno precedente veniva trasmesso alla Soprintendenza archivistica, che ne prendeva atto (22).Questa prassi è rintracciabile fino agli anni Ottanta. Al momento del presente intervento l’assetto dell’archivio dalle origini al 1898 appariva ancora quello improntato durante il riordino del 1953 e sopra descritto.
Criteri di ordinamento
I criteri di revisione e inventariazione dell’Archivio storico del Comune di Melegnano applicati sono stati concordati con la Soprintendenza Archivistica per la Lombardia. Poiché l’intervento si prefigurava come un lavoro di verifica si è innanzitutto provveduto ad una ricognizione generale, per unità descritta (fascicoli del carteggio, buste di contabilità e registri delle serie separate), al fine di constatare l’integrità del fondo; si sono riscontrate alcune lacune imputabili a dispersioni e a sottrazioni volontarie di atti (fascicoli mancanti o vuoti, in prevalenza tra gli atti più antichi della Congregazione di Carità) opportunamente segnalate in nota. Successivamente si è intervenuto sui fascicoli riordinandoli cronologicamente ed individuando gli esatti estremi cronologici dei fascicoli. In alcuni casi sono stati operati degli spostamenti di documenti da un fascicolo all’altro, laddove apparissero evidenti incongruenze nel riordino (Es. Titolo 18 – Ferrovie . Tramvie), ripristinando così una più precisa sequenza cronologica e logica delle carte e ricostruendo la trattazione dell’affare. L’articolazione delle unità archivistiche secondo i 23 titoli è stata mantenuta e non sono state apportate modifiche al titolario. Alle serie particolari già individuate e descritte nel precedente inventario, ne sono state aggiunte altre reperite nel deposito d’archivio (Es. Protocolli della corrispondenza); alcune serie che nell’inventario erano solo segnalate quantitativamente sono state descritte unità per unità (Registri dello stato civile). Si segnala la dispersione di alcuni protocolli anteriori al 1832. Gli atti prodotti dalla Congregazione di Carità sono stati conservati nel fondo del Comune (titolo 2) e non sono stati scorporati in quanto, visti i rimaneggiamenti operati sulle pratiche nel corso dei riordini precedenti, risulta improbabile ricostruire con verosimilianza la struttura originaria del fondo ed individuare i fascicoli originari. Infine si è redatto un inventario analitico e ogni unità archivistica è stata descritta accuratamente provvedendo ad apporre un titolo redazionale conforme o similare alla descrizione riportata nel vecchio strumento di corredo, integrato con una descrizione del contenuto più estesa. E’ stato ripristinato l’ordine cronologico delle unità archivistiche sulla base degli estremi cronologici corretti, sulla base del primo estremo cronologico.
(1) Pochi fascicoli superano il limite cronologico del 1897, perchè relativi a pratiche pluriennali o a fascicoli personali di dipendenti; si è ritenuto opportuno non smembrare le pratiche. Sull’archivio della Congregazione vedi sotto, nel paragrafo dedicato a questo fondo.
(2) AMELLI C., Storia di Melegnano, Melegnano, ed. 1984, p. 267 e RIVISTA STORICA MELEGNANESE, a. VI (1994), n. 18 (aprile-giugno), p. 3.
(3) Archivio storico del Comune di Melegnano, Serie particolari, Deliberazioni del Consiglio comunale, vol. 1, Verbale della seduta del 30 maggio 1862. D’ora in poi Archivio storico del Comune di Melegnano verrà abbreviato in ASCM.
(4) Ibidem, Deliberazioni del Consiglio comunale, vol. 3, Verbale della seduta del 16 maggio 1873.
(5) Ibidem, Deliberazioni del Consiglio comunale, vol. 1, Verbale della seduta del 6 luglio 1865.
(6) ASCM, Carteggio anteriore al 1898, Tit. 6-Finanze, b. 44, fasc. 15, Inventario delle carte e dei documenti compilato il 24 aprile 1870 e idem del 1° settembre 1873 e b. 46, fasc. 12, Inventario delle carte e dei documenti compilato il 10 settembre 1890.
(7) Circolare del Ministero dell’Interno n. 17100-2 del 1° marzo 1897 sull’ordinamento degli archivi comunali; la circolare dettava norme anche per la protocollazione degli atti e per lo scarto della documentazione.
(8) Per notizie relative a tale riordino si consulti ASCM, Carteggio (1898 – 1949), Cat. I, cl.2 , b. 9, fasc. 1 (1934) intitolato “Riordino e scarto d’archivio”.
(9) Ibidem, Cat. I, cl. 2, b. 10, fasc. 1 (1938), Lettera del rag. Ferrario Gaetano del 19 novembre 1938; a mio avviso, il giudizio va preso con le dovute cautele, essendo quella del Ferrario una candidatura per un incarico di lavoro.
(10) Ibidem, Cat. I, cl. 10, b. 9, fasc. 1 (1934), Resoconto dell’ispezione del Vice-prefetto datato 30 luglio 1935.
(11) AMELLI C., op. cit., p. 332. Gli uffici comunali rimasero dislocati presso il Castello dal 1930 alla fine degli anni Sessanta del Novecento, quando fu possibile rientrare nel vecchio Municipio ormai ristrutturato; ibidem, pp. 131-132.
(12) Inutilmente l’Amministrazione richiese al marchese Gian Giacomo Medici di intraprendere alcuni lavori di migliorìa alla sala adibita ad archivio, proprio in occasione del riordino del 1934. ASCM, Carteggio (1898 – 1949), Cat. I, cl. 2 , b. 9, fasc. 1 (1934), Lettera del procuratore del marchese del 29 luglio 1934.
(13) Vedi il resoconto dell’ispezione del 1935 già citato e, nello stesso fascicolo, la corrispondenza tra il Comune e la Prefettura relativa all’adempimento dei provvedimenti; cfr. anche la lettera del Ferrario e , per quanto riguarda lo scarto del 1939, in ASCM, Carteggio (1898 – 1949), Cat. I, cl. 2, b. 11, fasc. 1 (1939), Copia della deliberazione podestarile n. 216 del 10 agosto 1939 con allegato elenco di scarto.
(14) Ibidem, Lettera del dipendente Mansueto Savarè al Commissario prefettizio datata 29 dicembre 1939.
(15) ASCM, Carteggio – Anno 1950, Cat. I, cl. 2, b. 43 , fasc. 1, Lettera di comunicazione della relazione ispettiva inviata dalla Soprintendenza in data 12 maggio 1950.
(16) Ibidem, Carteggio – Anno 1953, Cat. I, cl. 2, b. 56, fasc. 1, Fascicolo relativo al riordino dell’archivio comunale e in particolare la copia della delibera della Giunta n. 228 del 16 giugno 1953.
(17) Ibidem, Carteggio – Anno 1952, Cat. I, cl. 2, b. 43, fasc. 1, Lettera della soprintendenza archivistica del 14 febbraio 1952 con cui si dettano le norme di esecuzione del riordino e di compilazione dell’inventario.
(18) Ibidem, Carteggio – Anno 1953, Cat. I, cl. 2, b. 56, fasc. 1, Fascicolo relativo al riordino dell’archivio comunale e in particolare Relazione di consegna dei lavori del 18 settembre 1953.
(19) Ibidem, Carteggio – Anno 1954, Cat. I, cl. 2, b. 72, fasc. 1, Copia delibera della Giunta n. 91 del 23 febbraio 1954 relativa alla eliminazione di atti d’archivio.
(20) INVENTARIO ATTI D’ARCHIVIO del Comune di Melegnano (origini – 1952) realizzato dalla STEM nel 1953.
(21) Per le scelte metodologiche operate durante il presente intervento di verifica ed inventariazione, vedi sotto il paragrafo “Criteri di riordino e inventariazione” e le introduzioni alle serie documentali.
(22) Tali interventi sono testimoniati negli atti raccolti nel carteggio sotto la I Cat. – Amministrazione , nella 2 cl. – Archivio, dei rispettivi anni d’archiviazione; spesso il fascicolo conserva anche una copia dell’inventario.
Codici identificativi:
- MIBA0033EF (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
Soggetti conservatori
Soggetti produttori
Progetti
- Comune di Melegnano (2001)
Compilatori
- Daniela Mastrogiuseppe
- Sonia Gliera
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/fonds/210