Polpenazze. Archivio storico del Comune di Polpenazze. Inventario (1451 - 1897)
655 unità archivistiche di primo livello collegateArchivio
Consistenza archivistica: Bb. 181 contenenti regg. voll e fascc. 655
L'archivio storico del comune di Polpenazze conserva documentazione molto antica risalente alla seconda metà del secolo XV, di poco posteriore alla nascita del comune rurale. La conservazione di una buona parte della documentazione scritta accumulata dall'ente nel corso della sua storia testimonia con discreta continuità l'attività da esso svolta e permette di ripercorrere il cammino della comunità degli uomini che vissero a Polpenazze.
Purtroppo l'incuria e altre vicende hanno impedito che anche la documentazione prodotta dal comune dopo la caduta della repubblica di Venezia, avvenuta nel 1797, venisse conservata con la stessa attenzione con la quale lo erano state le carte più antiche; per tali ragioni le testimonianze riguardanti il XIX secolo risultano solo parziali ed incomplete (fino al 1853) e quasi inesistenti per la seconda metà del secolo. Naturalmente la documentazione relativa al periodo di antico regime, quello che va appunto dalle origini del comune fino alla caduta della repubblica di Venezia, caduta che nelle terre soggette al suo dominio rappresenta un cambiamento istituzionale radicale e completo, presenta caratteristiche assai diverse rispetto alle carte prodotte in seguito dal comune. Tali cambiamenti istituzionali diedero luogo a modifiche sostanziali nella vita del comune, e tali modifiche sono riscontrabili anche a livello della produzione archivistica: proprio in base a tale sostanziale diversità le carte dell'archivio hanno subito nel corso del presente intervento di riordino ed inventariazione una prima separazione. Sono state infatti formate due distinte sezioni, la prima relativa alle carte di antico regime, la seconda che raccoglie la documentazione riflettente la produzione documentaria del comune nel corso del XIX secolo, fino al 1897. Fu infatti solo a tale data che il Ministero dell’Interno diramò una circolare tesa ad uniformare le modalità di tenuta degli archivi comunali, che fino a quel momento avevano goduto di un'ampia autonomia nella conservazione della propria produzione documentaria (con risultati alterni), sempre nel rispetto di direttive emanate dall'autorità centrale; tali direttive non avevano mai avuto quel carattere di organicità che invece costituisce il tratto peculiare della circolare del 1897, le cui modalità di classificazione sono tutt'oggi in vigore. La documentazione dell'archivio comunale dalle origini fino al 1897, è stata articolata dunque in questo modo:
Archivio 1: Archivio storico del comune di Polpenazze
Sezione 1.1: Carte di antico regime
Sezione 1.2: Carte del periodo preunitario e del regno d'Italia anteriori al 1897
Ognuna delle due sezioni dell'archivio (che è costituito da 655 unità contenute in 181 buste) è stata poi articolata in diverse serie, in modo da presentare insiemi omogenei di documentazione; sia le sezioni che le serie che le costituiscono sono corredate da introduzioni aventi il compito di illustrarne le principali caratteristiche istituzionali, in modo da facilitare la consultazione dell'inventario e l'utilizzo e la ricerca della documentazione. Presso il comune poi sono conservati anche due archivi aggregati di istituzioni che hanno cessato la loro attività e che hanno visto le rispettive testimonianze archivistiche confluire nell'archivio del comune di Polpenazze: si tratta dell'archivio del cessato ente comunale di assistenza o ECA, che comprende al suo interno anche la documentazione della congregazione di carità; dell'archivio della commissaria Biolchi che venne soppressa nel 1978 ed il cui patrimonio residuo (unitamente alla documentazione) venne acquisito dal comune. Infine, a seguito di vicende che verranno meglio illustrate in seguito, l'archivio comunale conserva anche diversi protocolli di alcuni notai che esercitarono a Polpenazze in epoca di antico regime. L'articolazione di questi fondi dell'archivio comunale, a loro volta suddivisi in serie corredate da introduzioni esplicative, è la seguente:
Archivio '2: Archivio aggregato della Congregazione di carità e del cessalo ECA
Archivio 3: Archivio aggregato della Commissaria Biolchi
Archivio 4: Protocolli dei notai Guglielmo e Francesco Ferremi e Pietro Paolo Bcrtolinelli.
In effetti tali archivi risultano collegati alle vicende del comune non solo in base ad elementi giuridico−istituzionali, nello specifico il fatto che gli enti che li produssero videro le loro attività e le loro testimonianze confluire nel comune, ma anche in base agli intimi legami tra i documenti conservati. Così per esempio le carte relative all'ospedale, che in origine facevano parte dell'archivio comunale, passarono all'inizio del XIX secolo a fare parte dell'archivio della congregazione di carità (in seguito al trasferimento dei suoi beni e delle sue attività nel seno della nuova istituzione), per poi ritornare, dopo la cessazione dell'ente comunale di assistenza che aveva ereditato nel 1937 le funzioni svolte dalla congregazione, a fare parte dell'archivio del comune, come archivio aggregato dell'ECA stesso. In altre parole nell'archivio storico del comune sono conservate le testimonianze più importanti delle vicende storiche della comunità di Polpenazze; la documentazione conservala costituisce un legame tra le vicende del passato e la vita presente. L'inventario vuole essere allo stesso tempo uno strumento per la conservazione di questi preziosi documenti ed un invito alla riscoperta del proprio passato attraverso la consultazione e la conoscenza delle testimonianze scritte dell'attività politica e sociale dei nostri predecessori.
GLOSSARIO
Questo glossario fa riferimento ad alcune delle definizioni originarie che, non infrequenti nella descrizione delle unità archivistiche, non trovano riscontri corrispondenti nella lingua attualmente in uso.
Colonello = porzione di una unità immobiliare più vasta. I colonelli della valle del lago erano le parcelle ubicate in tale zona, date in locazione dal comune.
Estimo = procedimento di censimento periodico della ricchezza utilizzato per la ripartizione dei carichi fiscali tra i contribuenti nell'ambito comunale, ma anche in ambito intercomunale o sovraccomunale. (Vedi anche: estimi e rasse).
Estimi e rasse = estimo veniva definita anche la procedura di stima di un oggetto, bene mobile o immobile, ma anche di un danno arrecato a tali beni; le rasse erano invece le accuse o denuncie prodotte contro gli autori (noti o ignoti) di tali danni.
Fuoco = unità di imposizione fiscale coincidente in pratica con il nucleo familiare tipico del periodo e quindi più largo rispetto ai nuclei attuali (in media circa 10 persone per nucleo).
Testa = unità fiscale di imposizione che, come indica il nome, faceva riferimento ad ogni singolo individuo, in generale abile al lavoro; infanti ed anziani venivano contabilizzati in modo diverso.
Nota dell'archivista:
Il presente inventario è il risultato finale dell’operazione di riordino ed inventariazione dell’archivio storico del comune di Polpenazze, iniziato nel 1995, su incarico affidatomi dalla Giunta Municipale, e reso possibile grazie al contributo della Regione Lombardia. Per la sua redazione il riferimento metodologico costante e primario è stata la “Guida operativa per l’ordinamento e l’inventariazione degli archivi storici” prodotta nell’ambito del Progetto Sesamo elaborato dalla Regione Lombardia, ed il programma informatico utilizzato per il trattamento dei dati (denominato anch’esso SESAMO), permette di presentare le schede descrittive delle singole unità archivistiche raggruppate secondo insiemi omogenei con la successione gerarchica evidenziatasi nel corso del riordino.
Le descrizioni delle unità archivistiche sono precedute dalle schede introduttive delle rispettive partizioni di appartenenza (archivio, sezione, serie). Ogni unità archivistica risulta contrassegnata da un numero progressivo che costituisce il numero di unità; tale numero è quello cui fanno riferimento gli indici, la cui redazione semiautomatica è resa possibile dal programma stesso. Sempre in grassetto viene indicato il titolo dell’unità archivistica, di seguito al quale, dopo il punto, son state indicate le eventuali segnature originarie e di cui si da’ una spiegazione più esauriente nelle introduzioni alle diverse partizioni in cui l’archivio si articola.
Vengono poi individuati gli estremi cronologici dell’unità, estremi che si riferiscono alle date croniche relative al “reale” svolgimento degli affari testimoniati e registrati dai documenti, mentre ventuali antecedenti o seguiti sono indicati nelle note, questo per evitare informazioni imprecise rispetto all’arco cronologico reale testimoniato dai documenti.
Segue poi la descrizione del contenuto nella quale si è privilegiata, almeno per i fascicoli del secolo XIX, la tipologia dei documenti: risulta infatti evidente che per la natura dell’archivio e delle procedure connesse allo svolgimento delle funzioni amministrative del comune, gran parte dei documenti erano costituiti dalle comunicazioni d’ufficio con le superiori istanze politiche preposte al controllo dell’azione dell’amministrazione comunale. Dal punto di vista delle informazioni storiche tali missive (comunicazioni, autorizzazioni, lettere accompagnatorie, richieste di informazioni, relazioni ecc.) assumono grande rilevanza, ma dal punto di vista della descrizione archivistica rimangono pur sempre “lettere” o “corrispondenza”.
Viene poi fornita la definizione archivistica (busta, fascicolo, registro o altro), seguita dall’indicazione della consistenza. Sempre indicata per i pezzi relativi al periodo di antico regime, per i fascicoli relativi ai secoli successivi è stata indicata solo quando inferiore alle 50 carte.
La descrizione è quindi completata dalle note, tra le quali viene sempre indicato lo stato di conservazione, e se opportuno, la natura dei danni (eventuali) più significativi; le restanti eventuali annotazioni individuate da un numero, fanno riferimento sia ad aspetti riguardanti altre aree tematiche non indicati precedentemente, sia ad elementi non compresi in queste aree, ma ritenuti utili per una più completa fruizione delle informazioni raccolte nel corso del riordino e dell’inventariazione.
Il numero in basso a destra infine si riferisce alla collocazione d’archivio ovvero alla posizione fisica occupata dalle unità: è costituito dal numero di busta e dal numero del pezzo all’interno della busta (quando la busta contiene più unità). In alcuni casi la sequenza del numero di collocazione non risulta lineare (p. es. si passa da 91/2 a 90/4, per riprendere poi con 91/3). I fascicoli ordinati per Titoli sono stati disposti secondo l’ordine progressivo di Titolo, ed avendo conservato le buste originali, a volte tale ordine non corrisponde alla collocazione fisica. Ciò si verifica generalmente per le unità relative al titolo VI Polizia, le più ricche di tutto il carteggio annuale, che per tale motivo non sempre poterono essere collocate nella busta che veniva predisposta già all’inizio di ogni anno, ma vennero collocate nella busta immediatamente successiva o precedente. Per mantenere l’ordine progressivo dei titoli nel presente inventario, si è optato per alcuni salti, di minima entità, nella collocazione fisica dei pezzi.
Soggetti conservatori
Progetti
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/fonds/37078