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Atti di governo

Atti di governo (sec. XV - seconda metà sec. XIX)

Altre denominazioni:

  • Atti di governo (O) | Annotazioni: Denominazione in GG II 913

Metri lineari: 4187.0

Consistenza archivistica: bb. 29305, regg. 14 (In GG: bb. 28038)

La documentazione conservata negli Atti di governo è costituita dalle scritture prodotte dalle magistrature centrali dello Stato di Milano, suddivise per materia, quindi per nomi di località o persona, e infine in ordine cronologico.
Le materie amministrative in base alle quali sono classificati gli atti sono: Acque, Acque e strade, Agricoltura, Albinaggio, Annona, Araldica (di cui è presente anche un fondo Registri), Censo, Commercio, Confini, Culto, Esenzioni, Feudi Camerali, Feudi Imperiali, Finanza (di cui sono presenti anche i fondi Apprensioni, Confische, Reddituari), Fondi camerali, Giustizia civile, Giustizia punitiva, Luoghi pii, Militare, Popolazione, Potenze estere, Potenze sovrane, Sanità, Spettacoli pubblici (di cui è presente anche il fondo Spettacoli pubblici gestione governativa), Strade, Studi, Tesoreria, Trattati (senza distinzione fra parte antica e moderna), Uffici civici, Uffici giudiziari (solo parte antica), Uffici e tribunali regi (comprendente anche un fondo parte speciale), Uffici vari.

Storia archivistica:

Gli Atti di governo conservano in un unico complesso archivistico i fondi smembrati e riordinati tra Settecento e Ottocento secondo il metodo di ordinamento per materia. In esso sono raccolte, in ordine alfabetico, “classi di materie” di documenti provenienti dagli archivi delle magistrature, dei ministeri e degli uffici governativi dello Stato di Milano, concentrati negli Archivi governativi di San Fedele, istituiti da Giuseppe II nel 1781 con le funzioni di archivio generale dell’amministrazione asburgica in Lombardia.
Il sistema di ordinamento per materia era già adottato negli archivi milanesi durante il Settecento e rifletteva gli ambiti di attività delle istituzioni che li avevano prodotti e conservati. Presso l’Archivio di governo del Castello venivano versati e mantenuti distinti i fondi delle magistrature centrali dello Stato non più di uso corrente, organizzati secondo le rispettive materie d’ufficio.
Le numerose e profonde riforme della dominazione austriaca produssero tuttavia radicali mutamenti nell’apparato amministrativo dello Stato milanese, nella direzione di un assetto burocratico moderno e centralizzato, efficiente e capace di autogovernarsi.
A partire dal 1765, Gaetano Pescarenico, archivista presso l’Archivio del Magistrato camerale, ricevette da Vienna svariati ordini di applicazione di un sistema “per classi e materie” per il riordino dei fondi dei soppressi Magistrati ordinario e straordinario, cui si oppose, proponendo un ordinamento cronologico e il rispetto del principio di provenienza dei fondi.
Nel 1778, il successore di Pescarenico, Bartolomeo Sambrunico, accolse le disposizioni di Vienna e diede avvio, sotto la guida del cancelliere aulico Kaunitz, al versamento dell’Archivio camerale nei locali del soppresso collegio gesuitico di San Fedele, al fine di scongiurare i pericoli di dispersione e manomissione cui le frequenti trasformazioni amministrative esponevano gli archivi degli uffici di governo, e in previsione di un riordinamento e una loro globale fusione rispondente alle esigenze di accentramento, ricerca e funzionalità dell’amministrazione austriaca.
Nel 1781, presso gli Archivi governativi di San Fedele, istituiti da Giuseppe II con le funzioni di “istituto di concentrazione delle antiche scritture del ducato e contemporaneamente archivio di deposito […] dell’apparato burocratico in vigore” (Bologna, Il metodo peroniano, p. 252), fu trasferito l’Archivio di governo del Castello, comprendente gli archivi visconteo sforzesco, delle cancellerie spagnole e asburgiche, del Consiglio segreto, delle Giunte interinali e provvisorie di governo e i registri degli statuti. Ilario Corte, già prefetto dell’Archivio di governo del Castello, fu il primo direttore degli Archivi governativi, cui fu affidata, sotto le direttive di Kaunitz e con la collaborazione del secondo ufficiale Luca Peroni, la responsabilità della riorganizzazione e conservazione dell’enorme quantità di documentazione confluita progressivamente nel nuovo istituto di concentrazione.
La soppressione di numerose magistrature e la creazione di nuove con competenze maggiori e differenti avevano determinato l’esigenza da parte dell’amministrazione austriaca corrente di consultare, con esattezza e rapidità, la documentazione prodotta in ambiti amministrativi e istituzionali differenti, con riguardo non tanto alle magistrature che avevano prodotto gli atti quanto al contenuto stesso dei documenti. Il trasferimento in San Fedele e le “nuove esigenze degli uffici dell’amministrazione riformata, resero naturale l’effettuazione di un ulteriore passo nell’applicazione dello stesso metodo d’ordinamento. Non si ravvisava più alcuna utilità nel mantenere distinti gli archivi degli uffici soppressi e la ricerca delle scritture antiche sarebbe stata sempre più faticosa col passare del tempo, in forza dell’oblio che su quegli uffici avrebbe steso la nuova prassi amministrativa”. Fu così che venne a formarsi “un nuovo, unico fondo documentario di tutti gli atti del passato e presente governo, senza alcuna attenzione per gli uffici e le istituzioni d’origine” (Bologna, Il metodo peroniano, p. 252 – 253).
I documenti – sottoposti a operazioni di “sceveramento” dai fondi originari, e conseguente classificazione e selezione – furono raccolti per categorie o classi archivistiche dette “titoli dominanti” o “capi sommi”, corrispondenti alle materie amministrative, divisi a loro volta in “titoli subalterni”, disposti all’interno in ordine geografico cronologico.
Ogni classe fu divisa in “provvidenze generali” e “occorrenze particolari”: nelle prime furono raccolte le disposizioni di carattere generale quali leggi, bandi, dispacci sovrani e disposizioni governative, emanati dagli organi competenti; nelle seconde gli atti esecutivi degli organi cui spettava la materia, gli atti dell’amministrazione e quelli relativi a vicende particolari (fascicoli dedicati a singole questioni come persone, famiglie, luoghi, etc.). Le classi furono ulteriormente divise in parte antica, per i secoli XV – XVIII (fino al 31 dicembre 1800, ma con numerosi seguiti), e parte moderna, per il secolo XIX.
L’affermazione del rinnovato ordinamento per materia negli Archivi governativi fu legata alle vicende dei tre maggiori archivisti che vi operarono, alternandosi alla direzione e applicando, con modalità difformi, il sistema di classificazione: Ilario Corte (1781 – 1786), Bartolomeo Sambrunico (1786 – 1796; 1799 – 1800; 1814 – 1818) e Luca Peroni (1796 – 1799; 1820 – 1832); da quest’ultimo prese nome il metodo, “portato alle estreme conseguenze” (Lodolini, Lineamenti di storia dell’archivistica, p. 95), e attuato secondo un “diverso grado di articolazione organica” (Bascapé, L’origine del sistema di ordinamento per materie, p. 39) che aumentava il numero e l’eterogeneità delle classi dominanti, anziché collegare gerarchicamente una classe a un’altra.
Peroni compilò inoltre un “Vocabolario ossia indice alfabetico di tutte le materie le specie e i generi ed ogni altra cosa ed oggetto atti ad essere distribuiti in indice i quali concorrono a formare impinguare e corredare i ‘titoli principali’ e ‘subalterni’ componenti la diverse ‘classi’ dell’archivio”, che costituiva un mezzo indispensabile per la sistemazione delle scritture e la loro localizzazione, tramite rimandi che evidenziano ancora oggi le diverse connessioni esistenti tra i documenti.
Continuatori di Peroni nell’opera di riordinamento furono i direttori Giuseppe Viglezzi (1832 – 1851), Luigi Osio (1851 – 1873) e, in misura parziale e controversa, Cesare Cantù (1873 – 1895).
I successivi direttori dell’AS MI, Ippolito Malaguzzi Valeri (1895 – 1905), Luigi Fumi (1908 – 1920) e Giovanni Vittani (1920 – 1938) condannarono il metodo peroniano, definendo Peroni autore “della massima confusione che sia mai stata verificata in materia archivistica” (Ferorelli, L’Archivio camerale, p. 149), e avviarono l’opera di ricostruzione dei fondi smembrati.
Il nuovo orientamento, legato all’unità nazionale e al nuovo assetto politico istituzionale, rifiutò difatti l’ordinamento archivistico di matrice asburgica, che annullava la realtà istituzionale sacrificando l’identità delle singole magistrature, e privilegiò il metodo storico affermatosi dalla metà dell’Ottocento, funzionale alla storia delle istituzioni e all’interesse per la nazione che si era appena data un’autonomia. Nondimeno in anni recenti nuove prospettive di studio hanno individuato il sistema peroniano come un “fatto storico”, riflesso della cultura amministrativa coeva e “scelta operativa che nasceva da una legittima e innovativa esigenza di funzionalità” (Carucci, Gli archivi peroniani, p. 13).
Del materiale consevato negli Atti di governo, generalmente in buon stato di conservazione, sono da segnalare numerose dispersioni avvenute durante i bombardamenti del 1943:
- Finanze parte moderna: bb. 239 di cui ne rimane 1;
- Giustizia civile parte moderna: bb. 254 di cui ne rimangono 46;
- Giustizia punitiva parte moderna: bb. 292 di cui ne rimangono 55;
- Luoghi pii parte moderna: bb. 1963 di cui ne rimangono 106;
- Militare parte moderna: bb. 1772 di cui ne rimangono 18;
- Polizia parte antica: bb. 46, interamente distrutte;
- Polizia parte moderna: bb. 1421, interamente distrutte;
- Sanità parte moderna: bb. 1007 di cui ne rimane 1;
- Strade parte antica: bb. 356 di cui ne rimangono 2;
- Strade parte moderna: bb. 750 di cui ne rimangono 2;
- Tesoreria parte antica: bb. 70 di cui ne rimangono 67;
- Tesoreria parte moderna: bb. 348 di cui ne rimangono 3.
A differenza di quanto afferma la pubblicazione “I danni di guerra subiti dagli Archivi di Stato”, sono presenti le 28 buste del fondo Uffici vari, indicate come distrutte, mentre mancano svariati pezzi di Araldica registri.
Negli inventari del complesso archivistico sono presenti riferimenti, oltre che tra i diversi fondi degli Atti di governo, al carteggio visconteo sforzesco, alle collezioni Sigilli e Comuni, al Fondo di Religione, ai Carteggi consolari. In particolare, parte dei documenti relativi al periodo visconteo sforzesco, previa annotazione di riferimento, sono stati collocati nel fondo ricostruito nel corso del XX secolo (cfr. scheda complesso archivistico Carteggio visconteo sforzesco asmi0500).
Nel complesso archivistico Miscellanea storica sono presenti nuclei documentari classificati in base alle seguenti materie degli Atti di governo: Acque, Agricoltura, Albinaggio, Annona, Censo, Commercio, Culto, Feudi camerali, Fondi camerali, Finanze, Giustizia civile e punitiva, Gride, Luoghi pii, Militare, Potenze estere e sovrane, Sanità, Spettacoli, Strade, Studi, Tesoreria, Uffici (cfr. scheda complesso archivistico Miscellanea storica asmi2620).
Alcune mappe originariamente conservate nel complesso archivistico sono state estratte e collocate nella Miscellanea mappe e disegni (cfr. scheda complesso archivistico Miscellanea mappe e disegni – MMD asmi4950); si segnala anche la presenza di materiale proveniente dagli Atti di governo nella Miscellanea materiale restaurato (cfr. scheda complesso archivistico Miscellanea materiale restaurato asmi4940).
In fase di revisione e redazione delle presenti schede descrittive, si è avvertita la necessità di adottare un criterio uniforme nell’individuazione, pur lacunosa e inevitabilmente approssimativa, delle molteplici magistrature produttrici della documentazione classificata e riordinata secondo il metodo peroniano. Si è deciso di ricondurre ai singoli fondi i soggetti produttori più probabili, sulla base delle indicazioni date dalla Guida Generale degli Archivi di Stato e, in misura minore, della bibliografia segnalata a livello dei complessi archivistici descritti. Nella “storia archivistica” di ciascuna scheda complesso si sono ripetute le informazioni che la Guida Generale riferisce in relazione agli enti produttori e, previa verifica della loro attendibilità, si è proceduto alla creazione e al collegamento delle schede dei soggetti produttori. La fonte di riferimento nell’individuazione delle denominazioni e delle descrizioni dei soggetti produttori è il repertorio delle istituzioni civili del territorio lombardo “Civita”, dalla cui banca dati si sono ricavate le principali informazioni citate, relative all’ambito di attività e alla struttura degli enti descritti, rinviando con un opportuno riferimento al profilo istituzionale completo.

Codici identificativi:

  • MIBA0022BC (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
  • asmi0100 (ASMI Anagrafe) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Fonti

  • PERONI, Vocabolario = PERONI Luca, "Vocabolario ossia indice alfabetico di tutte le materie, le specie e i generi ed ogni altra cosa ed oggetto atti ad essere distribuiti in indice i quali concorrono a formare, impinguare e corredare i 'titoli principali' e 'subalterni' componenti le diverse 'classi' dell'archivio", in NATALE Alfio Rosario (a cura di), "L'Archivio di Stato di Milano. Manuale storico-archivistico", I, Milano 1976, pp. 95 - 159
  • BOLOGNA, Gli archivi peroniani = Gli archivi peroniani e l'ordinamento per materia. Materiali per una antologia, a cura di M. BOLOGNA, Milano, [1996]
  • BOLOGNA, Il metodo peroniano = BOLOGNA, M., Il metodo peroniano e gli "usi d'uffizio": note sull'ordinamento per materia dal XVIII al XIX secolo, in "Archivio Storico Lombardo", CXXIII (1997), pp. 233 - 280
  • BASCAPE', L'ordinamento per materie = BASCAPE', M., L'origine del sistema di ordinamento per "materie" adottato negli archivi delle opere pie milanesi, in "Archivi per la storia", VII/2 (1994), pp. 29 - 60
  • CAGLIARI POLI, Il sistema peroniano = CAGLIARI POLI, G., Il sistema peroniano, in "Archivi per la storia", VII/2 (1994), pp. 15 - 22
  • NATALE, L'Archivio di Stato di Milano, I = NATALE A.R. (a cura di), "L'Archivio di Stato di Milano. Manuale storico archivistico, I. Guide e cronache dell'Ottocento", Milano 1976
  • Annuario AS MI (1911 - 1919) = Annuario del Regio Archivio di Stato in Milano, Perugia, Unione Tipografico Cooperativa, voll. 1 - 9, 1911 - 1919
  • LODOLINI, Lineamenti di storia dell'archivistica = LODOLINI, E., Lineamenti di storia dell'archivistica italiana, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1991
  • CARUCCI, Gli archivi peroniani = CARUCCI, P., Gli archivi peroniani, in "Archivi per la storia", VII/2 (1994), pp. 9 - 14
  • MICA00038B = PERONI, Vocabolario

Compilatori

  • Prima redazione: Daniela Bernini (archivista) - Data intervento: 30 agosto 1999
  • Rielaborazione: Marina Regina (archivista) - Data intervento: 01 gennaio 2005