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Senato di Milano

Senato di Milano (sec. XVI - 1786)

Fondo

Altre denominazioni:

  • Senato (O) | Annotazioni: Denominazione in GG II 934

Metri lineari: 83.9

Consistenza archivistica: bb. e scatole 873 (In GG: scatole 884)

Documentazione del Senato di Milano, organizzata nelle serie:
− Atti avanti i senatori − Supplemento;
− Atti e documenti − Occorrenze particolari;
− Deroghe giudiziarie per comunità e corpi;
− Fidecommessi;
− Privilegi − Serie A;
− Interinazioni − Serie B;
− Consulte del Senato in materia ecclesiastica;
− Aggiunta.

Storia archivistica:

Secondo quanto riportato da Luigi Fumi (cfr. Annuario AS MI (1911 – 1919), vol. 2/1912, p. 12 sgg.) un primo deposito di documentazione del Senato si costituì nel 1570, in ossequio alle disposizioni impartite da Filippo II; in due dispacci dello stesso anno si ordinava, infatti, la raccolta delle carte di tale magistratura in un apposito archivio.
Nel 1699 il senatore Francesco Redenasco ebbe l’incarico da Carlo II di “riordinare per classi gli atti superstiti all’ultimo incendio dell’archivio e quelli che, giacenti presso gli eredi di segretari defunti, egli avrebbe dovuto far ritornare alla sede” (ibid., p. 13).
Lo stato di disordine permaneva ancora nell’archivio del Senato quando Ilario Corte fu incaricato con dispaccio del 24 dicembre 1753 di operare un nuovo riordino. Col suo intervento, iniziato nel marzo 1754 e protrattosi per circa dieci anni fino al 16 agosto 1765 furono riordinate complessivamente 12098 filze.
All’epoca in cui si rese necessario l’intervento del Corte gli atti presenti nell’archivio del Senato erano distinguibili in quattro tipologie:
- atti avanti i senatori;
- atti intestati alle parti;
- atti spettanti alla provincia;
- regio economato e regi confini.
Le carte del Regio economato e quello dei Confini erano stati posti sotto la custodia del Corte col citato dispaccio 24 dicembre 1753, che gli conferiva l’incarico.
Erano inoltre presenti le serie delle “sentenze, delle lettere del Senato e alcune altre di minor mole, nonché i registri, tra i quali di speciale importanza quelli annuali dei decreti del Senato” (ibid., p. 15)
I lavori di riordinamento presero l’avvio dalle carte del Regio economato e da quelle dei confini. Le prime furono ordinate in 53 titoli e disposte al loro interno cronologicamente, ne furono quindi compilati diversi indici, “le altre [furono] divise a seconda delle varie provincie dello Stato, e quelle di ciascuna provincia a seconda di ciascuna località, compilando anche di queste ricchi repertori” (ibid.). Per le altre serie dell’archivio, “pur mantenendo le vecchie classifiche” si procedette al riordino sia “disponendo gli atti cronologicamente o alfabeticamente secondo che portava la loro natura, sia richiamandosi dai cancellieri che non si curavano di farne la consegna” (ibid.). Dalla classe “province” a facilitare maggiormente le ricerche, si ritenne opportuno formare ex novo alcune serie speciali (ordini del Senato, documenti prodotti dalle parti e alle parti non resi, precedenze, competenze giurisdizionali (…), controversie tra laici ed ecclesiastici, lettere sussidiali a principi definite, visite dei carcerati, grazie, criminali memorabili).
Il riordinamento fu completato con la compilazione di numerosi indici alfabetici.
In particolare per la serie degli atti avanti i senatori, che il Corte trovò all’epoca ordinati secondo un sistema doppio e talora misto – “cioè di alcuni senatori gli atti erano raccolti in fascicoli comprendenti ciascuno tutti quelli spettanti ad una medesima causa, di altri invece erano tenuti in ordine cronologico senza distinzione di affari e a volte gli atti di uno stesso senatore erano stati disposti parte con un sistema e parte con l’altro” (Annuario AS MI (1911 – 1919), vol. 2/1912, p. 15) -, il Corte sostenne “che si doveva tra i due prescegliere quello che raccoglieva in un solo fascicolo tutti gli atti riguardanti una data causa (…)” (ibid., p. 16).
Il riordinamento delle carte del Senato fu particolarmente apprezzato dal governo austriaco, tanto che nel 1765 Ilario Corte veniva nominato, a riconoscimento della sua opera, segretario in soprannumero del Senato e di lì a poco chiamato a Vienna dal principe Kaunitz per il riordino dell’archivio vecchio del dipartimento d’Italia (cfr. per la figura del Corte e per lo sfondo politico e culturale su cui si innesta la sua opera di archivista, il contributo di Giorgio Federico Siboni, Una vita per gli archivi: Ilario Corte (1723 – 1786) e il suo contributo alle riforme teresiane, in “Acme”, 2004, n. 2, pp. 163 – 186)..
Durante l’assenza del Corte da Milano l’archivio del Senato fu affidato al coadiutore Gaetano Ferrari e, nel 1771, a Giuseppe Torti.
Al tempo del Torti avvennero diversi mutamenti nella compagine dell’archivio del Senato; fra l’altro furono scorporate:
- diverse classi di atti, consegnati “a vari uffici in occasione della erezione del Consiglio d’Economia, del Magistrato degli Studi e di particolari giunte” (Annuario AS MI (1911 – 1919), vol. 2/1912, p. 19);
- gli atti del Regio economato, in quell’epoca stralciati dall’archivio del Senato per unirli all’archivio della Cancelleria segreta dopo l’istituzione della Regia giunta economale (cfr. sullo stralcio PICCARDO, L’Archivio del Regio Economato in Milano, in Annuario AS MI (1911 – 1919), vol. 6/1916, p. 126 sg.);
- gli atti dei confini, i quali (quando scrive il Fumi nel 1912) “insieme a quelli del Regio economato si trovano classificati per la sistemazione peroniana negli atti governativi” (Annuario AS MI (1911 – 1919), vol. 2/1912, p. 19).
Nel 1805 l’archivio del Senato, cessato ormai come magistratura fin dal 1786, fu trasferito “alla Canonica presso San Bartolomeo e quindi il 1811 nel convento degli Agostiniani scalzi a San Damiano, dove stette insieme con le carte delle varie magistrature giudiziarie del sec. XIX” (ibid., p. 19 sg.).
Durante gli anni di permanenza in questo che fu l’archivio di deposito giudiziario (per cui cfr. Annuario AS MI (1911 – 1919), vol. 2/1912, p. 24 sgg. e GG II 897 sg.) si lavorò prevalentemente sulla serie degli atti avanti i senatori al fine prima di tutto di “ridurre in fascicoli rispondenti alle varie pratiche quegli atti (…) che solevansi tenere per ordine cronologico o distinti secondo la natura degli atti, cioè in concorsi, citazioni e simili (…) per quanto il lavoro rimanesse poi incompiuto” (ibid., p. 20).
Fu inoltre sottoposta a diversi stralci la serie “provincia”, che, già notevolmente ridotta dal Corte con la distribuzione sotto molteplici denominazioni di vari atti, finì per scomparire del tutto.
Ancora, alla serie dei fedecommessi, fino ad allora tenuta organizzata cronologicamente “e per cui furono redatti con molta pazienza grossi volumi di indici”, fu dato un ordine alfabetico “per poter fare la ricerca senza bisogno di indici, ma il male si è che, mentre prima si poteva previa ricerca sull’indice ritrovare subito l’atto cercato, oggi (1912) dove atti riguardanti famiglie di un unico cognome sono molti, occorre far passare tutti quegli atti che per lo più giacciono senza verun ordine, e bisogna anche rassegnarsi a non trovare sempre ciò che si cerca, perché a volte l’archivista diede la preferenza al cognome del fidecommittente, altre volte al cognome del petente” (ibid.).
Nel 1824 furono operati diversi, massicci scarti nella serie degli “atti pretorii”.
Nel frattempo, nel 1823, l’archivio di deposito giudiziario era passato “dalla dipendenza dell’autorità giudiziaria a quella della direzione generale degli archivi” (Annuario AS MI (1911 – 1919), vol. 2/1912, p. 28) e in seguito lo stesso archivio di deposito giudiziario confluì nell’Archivio governativo, divenendone una sezione (cfr. GG II 898).
Nell’anno 1864, durante il periodo in cui Luigi Osio fu direttore degli archivi governativi (1851 – 1873), in ossequio al concetto delle raccolte speciali furono tolti dalle carte del Senato tutti gli atti anteriori al 1° novembre 1535 per arricchire con essi la sezione storico-diplomatica (cfr. scheda soggetto produttore Sezione storico-diplomatica dell’Archivio di Stato di Milano). In particolare furono stralciati “gli atti di 12 filze della serie ‘Interinazioni e privilegi’ dall’anno 809 al 1535 e in un secondo stralcio altri atti della stessa serie dal 1431 al 1532, un grosso pacco di atti dei consigli di sapienza e di giustizia dall’anno 1382 al 1499, n. 74 pezze levate dalla serie ‘documenti’ prodotti avanti al Senato dall’anno 861 al 1491, e in fine un documento in data 19 agosto 1522 contenente un esame testimoniale di un processo seguito forse avanti i maestri delle ducali entrate straordinarie” (Annuario AS MI (1911 – 1919), vol. 2/1912, p. 20 sg.).
A tale opera di scorporo si pose parzialmente rimedio durante gli anni di direzione del Fumi, ricollocando gli atti “via via che si ritrovano (…) quando appare evidente e sicura la loro destinazione” (ibid.).
Sempre negli anni del Fumi si decise infine un nuovo riordino complessivo delle carte, dettato dallo stato di estremo disordine in cui l’archivio del Senato per molteplici cause versava e che “in questi ultimi tempi era giunto a tal punto che difficilissimo riusciva il compiervi le ricerche” (ibid., p. 21).
Fra le cause enumerate dal Fumi si trovano:
- “la mancanza di un qualsiasi inventario con corrispondente numerazione dei mazzi” (ibid.) e i frequenti traslochi;
- l’abitudine dei “passati archivisti” di non richiudere i mazzi “dopo avere esaurita la ricerca” per cui gli stessi rimanevano “aperti sui panconi in balia della polvere e del vento” (ibid.).
- la struttura della scaffalatura nei depositi, che “richiede anche oggi la sovrapposizione di tre e più mazzi”, per cui “essendo cosa faticosa il riporre il mazzo alla giusta sede, spesso lo si era messo nel primo posto vuoto con poco riguardo alla conservazione dell’ordine” (ibid.);
- da ultimo, “un guasto al tetto in un giorno di furioso temporale”, che aveva prodotto danni alle carte, estratte dai mazzi e in alcuni casi non più ripristinate nella loro collocazione (ibid.).
Il progetto di una risistemazione complessiva delle carte del Senato era stato espresso dal Fumi già nel 1908: “per il Senato si propone uno schedario per nome degli interessati nelle sentenze civili; un particolareggiato indice ragionato di tutto il materiale, che ora per vari titoli minori è pressoché sconosciuto, e per le classifiche maggiori, nelle materie più importanti, spesso si trova fuori delle sedi appropriate (…). E’ necessaria la trasformazione delle buste di diplomi e privilegi, parte disposti per date, parte per famiglie, riunendoli tutti per famiglie (…). Una revisione è necessaria pure nelle Consulte e ne’ Memorabili del Senato, essendo più carte in disordine o bisognose di molti richiami e riferimenti (…) con uno schedario sistematico per titoli di cose, luoghi e persone (…). Nella parte dei fedecommessi, non è sempre costante il metodo della disposizione, essendo parte collocati per cognome di istitutori, parte per cognome di reclamanti. Ci vuole un repertorio dei vari indici del Senato” (FUMI, L’Archivio di Stato in Milano, p. 31 sg.).
Si procedette dunque alle operazioni di inventariazione dell’archivio (e delle antiche magistrature giudiziarie milanesi, tra le quali quella degli atti civili del regio Capitano di giustizia, soppresse col Senato nel 1786), facendole precedere da una schedatura provvisoria dei pezzi. Il lavoro fu affidato a Cesare Manaresi, archivista di Stato.
A detta del Fumi, “la maggiore difficoltà s’incontrò nell’assegnare la sede a quei mazzi che, lasciati aperti sui panconi, avevano perduto ogni esterna indicazione. E faticoso, se non difficile, fu il riordinamento dei mazzi avanti i senatori. (…)” (Annuario AS MI (1911 – 1919), vol. 2/1912, p. 21).
I lavori furono conclusi dal Manaresi nel giugno 1911 nel nuovo inventario (ibid., p. 12), completato da un ampio repertorio alfabetico “per agevolare con la nomenclatura delle materie, le ricerche agli studiosi i quali ne fanno già uso”, le carte del Senato risultarono organizzate in 23 serie: 1. Sentenze civili; 2. Delegazioni avanti i senatori; 3. Atti avanti i senatori; 4. Atti e documenti; 5. Deroghe giudiziarie per comunità e corpi; 6. Giudizi sommari per suppliche e risposte; 7. Giudizi sommari per comunità e corpi; 8. Acque; 9. Dispense; 10. Cittadinanze; 11. Fedecommessi; 12. Dispense per legittimazioni; 13. Patenti; 14. Patenti, elezioni a cariche o impieghi diversi; 15. Miscellanea; 16. Privilegi e interinazioni; 17. Dispacci sovrani; 18. Consulte e memorabili; 19. Ordini e lettere circolari del Senato; 20. Gride dei passati governatori, per materia; 21. Atti camerali; 22. Criminali; 23. Registri (ibid., p. 22 sg.).
Vi furono quindi allegati, come si è accennato, i superstiti atti e registri del Regio capitano di giustizia, del podestà e suo vicario, dei giudici del gallo e del cavallo, del tribunale di provvisione. In tutto, complessivamente, secondo quanto riportato sempre nell’Annuario dell’AS MI, 11552 pezzi.
Nel 1914 si rese necessario lo sgombero, in vista di un successivo abbattimento, di alcuni locali pericolanti nel Palazzo del Senato, sede dell’AS MI. Intere serie di atti della Sezione giudiziaria furono trasferite in dieci locali dell’ex caserma di Sant’Eustorgio, presi in affitto per l’occasione, mentre all’interno del Palazzo del Senato “vennero rimossi anche tutti gli atti delle magistrature giudiziarie di Milano (fra cui il Senato) anteriori al 1787 (…). Data però la loro importanza, si trattennero nel Palazzo ex-elvetico collocandoli in altra parte in sale vuotate degli atti trasportati a Sant’Eustorgio”. (Annuario AS MI (1911 – 1919), vol. 5/1915, p. 70). Le carte del Senato furono dunque solo movimentate all’interno del Palazzo dell’AS MI e non incluse fra quelle trasferite a Sant’Eustorgio.
Nel 1916 negli atti del Senato “furono immessi, a cura del professor Manaresi, parecchi atti che in occasione di antichi rimaneggiamenti erano passati ad altre sezioni, e nominatamente una cinquantina di copie di privilegi già della serie senatoria Interinazioni” (Annuario AS MI (1911 – 1919), vol. 7/1917, p. 15).
Nel 1917 fu iniziato un inventario analitico della serie Dispense del Senato affidato all’archivista Giuseppe Fornarese, lavoro sospeso “per varie cause” poco dopo l’inizio (cfr. Annuario AS MI (1911 – 1919), vol. 8/1918, p. 15).
Infine, durante i bombardamenti che nell’agosto 1943 devastarono la sede dell’AS MI, le carte del Senato subirono perdite ingentissime e intere serie andarono completamente distrutte. Secondo l’elenco dei danni di guerra, scomparvero nell’incendio del palazzo del Senato, 10502 fra buste e mazzi e 271 registri compresi fra gli anni 1550 e 1789 (cfr. Danni di guerra, p. 15).
Si salvarono solo poche serie le quali, raccolte dopo la Seconda guerra mondiale, costituiscono il fondo Senato di Milano nella sua attuale consistenza (cfr. NATALE, Lezioni di archivistica, p. 50, per cui “quanto rimase fu religiosamente ricostituito” e ricomposto nell’inventario tuttora (2006) in uso).
In seguito alle operazioni di revisione delle schede approntate per il progetto “Anagrafe informatizzata degli archivi italiani” (1998 – 2000), la denominazione del fondo è stata modificata da “Senato” in “Senato di Milano”.

Codici identificativi:

  • MIBA0024C8 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
  • asmi1100 (ASMI Anagrafe) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Fonti

  • Annuario AS MI (1911 - 1919) = Annuario del Regio Archivio di Stato in Milano, Perugia, Unione Tipografico Cooperativa, voll. 1 - 9, 1911 - 1919
  • Annuario AS MI (1911 - 1919) = Annuario del Regio Archivio di Stato in Milano, Perugia, Unione Tipografico Cooperativa, voll. 1 - 9, 1911 - 1919
  • FUMI, L'Archivio di Stato in Milano = FUMI Luigi, "L'Archivio di Stato in Milano al 31 dicembre 1908. Notizie e proposte", in NATALE Alfio Rosario (a cura di), "Archivi e archivisti milanesi", vol. I, Milano 1975, pp. 3 - 66 (già in "Archivio Storico Lombardo", a. XXXIV [1908], pp. 198 - 242)
  • Annuario AS MI (1911 - 1919) = Annuario del Regio Archivio di Stato in Milano, Perugia, Unione Tipografico Cooperativa, voll. 1 - 9, 1911 - 1919
  • Annuario AS MI (1911 - 1919) = Annuario del Regio Archivio di Stato in Milano, Perugia, Unione Tipografico Cooperativa, voll. 1 - 9, 1911 - 1919
  • Annuario AS MI (1911 - 1919) = Annuario del Regio Archivio di Stato in Milano, Perugia, Unione Tipografico Cooperativa, voll. 1 - 9, 1911 - 1919
  • NATALE, Lezioni di archivistica = NATALE, A.R., Lezioni di archivistica, parte II (...). Archivio di Stato di Milano. Avviamento scolastico alle ricerche storiche, Milano 1974
  • Danni di guerra = I danni di guerra subiti dagli Archivi di Stato, a cura del Ministero dell'Interno, in "Notizie degli Archivi di Stato", IV - VII (1944 - 1947), Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1950
  • SIBONI, Una vita per gli archivi = SIBONI, G. F., Una vita per gli archivi: Ilario Corte (1723 - 1786) e il suo contributo alle riforme teresiane, in "Acme", 2004, n. 2, pp. 163 - 186
  • MICA00033B = Senato, XX sec.

Compilatori

  • Prima redazione: Eleonora Saita (archivista) - Data intervento: 05 luglio 1999
  • Rielaborazione: Ermis Gamba (archivista) - Data intervento: 14 marzo 2006