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Domaines nationaux de l'Italie

Domaines nationaux de l'Italie (1795 - 1802)

Fondo

Altre denominazioni:

  • Domaines nationaux de l'Italie (O) | Annotazioni: Denominazione in GG II 938

Metri lineari: 2.2

Consistenza archivistica: bb. 11 (In GG: bb. 11)

Documentazione concernente la vendita dei beni degli enti ecclesiastici soppressi nei dipartimenti di Agogna, Lario, Olona, Serio, Mella, Alto Po e Mincio, costituita in particolare da:
− tavola riepilogativa dei Demani Nazionali venduti in nome della Repubblica Francese nei diversi dipartimenti;
− processi verbali di stima;
− atti di vendita;
− lettere di autorizzazione;
− ricevute di pagamento e allegati diversi.
Il fondo è articolato come segue: Agogna; Alto Po; Lario; Mella; Serio; Mincio; Olona; Panaro; Crostolo; Basso Po; Reno; Rubicone; Piemonte; elenchi e tavole di alienazione e livelli; carteggio relativo ai Domaines nationaux de l'Italie.
In epoca napoleonica, per "beni nazionali" s'intendevano le proprietà confiscate agli enti religiosi soppressi.
"La Repubblica cisalpina ricorse in misura massiccia alla loro vendita per risolvere i suoi continui problemi di deficit. Era una facile soluzione ai problemi finanziari dello stato e al contempo funzionale al progetto politico d'indebolire il potere della chiesa. Tra il settembre 1797 e il marzo 1799 le autorità pubblicarono non meno di undici decreti per annunciare la vendita di vari complessi fondiari, per un totale di 148.000.000 di lire" (GRAB, La politica finanziaria nella Repubblica, pp. 95−96); le vendite a privati erano eseguite a mezzo d'asta.
I documenti − i quali seguono ora il calendario repubblicano ora quello gregoriano − sono parte in lingua italiana parte in francese.

Storia archivistica:

In seguito all’istituzione dell’Economato generale dei beni nazionali con decreto 17 marzo 1802 (d. 17 mar 1802) – con il compito fra l’altro di curare l’amministrazione e l’alienazione dei beni e diritti nazionalizzati avocati dalle corporazioni religiose – furono date da Francesco Melzi d’Eril, allora vicepresidente della Repubblica Italiana, disposizioni in merito alla documentazione relativa alle alienazioni dei beni nazionali. Tali alienazioni erano state eseguite dal “cittadino” Luca Michoud negli anni precedenti, in qualità di “agente generale dei Demanj nazionali della Repubblica francese in Italia”.
Le disposizioni del Vicepresidente prevedevano la consegna delle carte da parte del Michoud ad una delegazione formata da due membri dell’Economato d’allora – Gaetano Negri e Alessandro Belinzaghi – incaricati nello specifico di “riconoscere” la documentazione, nonché di farla trasportare sigillata all’Economato. “Con l’assistenza del direttore Bovara” si sarebbe infine redatto un “istromento di rispettiva consegna e ricevuta mediante rogito del Notaro nazionale Lonati” (Domaines nationaux, b. 11, fasc. 2, Lettera 16 apr 1802).
La certificazione dell’avvenuta consegna a firma di Gaetano Negri, Alessandro Belinzaghi e Luca Michoud fu stilata il 24 aprile 1802 e descriveva con precisione la consistenza della documentazione, il condizionamento dei pezzi e le misure da prendersi per la conservazione: “Noi sottoscritti membri dell’Economato Generale de’ Beni Nazionali a ciò specialmente delegati certifichiamo che in seguito delle disposizioni prese fra il Generale in capo Murat, ed il cittadino Melzi vice presidente della Repubblica italiana, il cittadino Luca Michoud Agente generale dei Demanj nazionali della Repubblica francese in Italia ha depositato in questo giorno 24 aprile 1802 / 4 floreal anno decimo nel nostro archivio centonovantatre volumi legati separatamente con bindellino di filo color rosa, e contenenti sotto il suo sigillo i rispettivi istromenti di contratto, e pezze giustificative per centonovantatre articoli di vendite di Beni nazionali. Questi atti di contratto trovansi descritti nelle tabelle dettagliate delle vendite eseguitesi in Italia in nome della Repubblica francese, le quali tabelle sonosi formate in esecuzione del decreto del giorno 5 messidoro anno nono del cittadino Petiet consigliere di Stato ministro straordinario del governo francese in Milano. Tutte le suddette pezze ridotte in centonovantatre volumi sigillati, egualmente che lo stato de’ livelli del Fondo di religione di Milano contrattati sotto l’autorità francese, sonosi riuniti e chiusi in dieci portafogli aventi per titolo: ‘Repubblica francese Demanj nazionali d’Italia – Atti di vendita e pezze giustificative.’ Dipartimento etc. dal n. 1 al n. 10 inclusivamente. Sopra ciascuno de’ suddetti 10 portafogli noi abbiamo apposto in due differenti luoghi il sigillo dell’Economato, e quello del cittadino Michoud impressi in cera lacca rossa, e portanti per leggenda il primo ‘Repubblica italiana Economato generale’ ed il secondo ‘Domaines nationaux Bureau de l’aliénation’. In tal guisa i suddetti 10 portafogli non potranno essere aperti, né vi si potranno estrarre le pezze che contengono senza il concorso di quelle formalità che piacesse al governo di ordinare, onde constino in ogni tempo i motivi e gli ordini in virtù dei quali si leveranno i sigilli che chiudono i portafogli. In fede di che noi abbiamo esteso in doppio il presente certificato di rispettiva consegna, e ricevimento delle sovr’indicate pezze e lo abbiamo firmato col cittadino Michoud il giorno mese ed anno suddetti” (Domaines nationaux, b. 11, fasc. 27/2, Certificazione 24 apr 1802).
Dopo tale data la documentazione relativa alle vendite dei “domaines nationaux” fu custodita presso il “cittadino Belinzaghi” dell’Economato nelle condizioni descritte, fino a quando, in seguito alla necessità di reperire materiale documentario mancante ed unirne dell’altro, fu richiesta e ottenuta dal Ministro delle finanze l’autorizzazione a ritirare le carte dal Belinzaghi e a togliere i sigilli alle dieci buste. Fu ritirata inoltre diversa altra documentazione conservata dal Belinzaghi e concernente per lo più beni nazionali situati in Piemonte e retroceduti dal governo francese alla Repubblica italiana.
Il giorno 12 dicembre 1804 furono tolti i sigilli alle dieci buste e successivamente ne fu redatto un inventario analitico.
Secondo quanto riportato nella prefazione a detto inventario, datata 22 aprile 1806, “in esecuzione del decreto di Sua Eccellenza il Ministro delle finanze del giorno 4 corrente emanato sopra rapporto del signor Direttore del Demanio generale e Diritti uniti, si è trasferito il signor segretario generale della Direzione suddetta Pietro Custodi unitamente all’infrascritto notaio d’ufficio Carlo Bonifacio Reina per ordine del suddetto signor Direttore generale in altra delle stanze del suddetto ufficio, ove esisteva un piccolo armario continente carte depositate dall’agente francese Michoud nell’ufficio del già Economato a termini de’ concerti presi già dal Vice presidente della Repubblica Italiana ed il signor Generale in capo Murat, e quindi apertosi detto armario si sono ritrovate le carte che si descrivono e sono: Cartera intestata Dipartimento dell’Agogna n. 1 …etc.” (Domaines nationaux, b. 11, fasc. 33, Inventario 1806).
L’inventario, secondo la nota conclusiva, fu ultimato il 4 settembre 1806.
Sulla base di quanto riportato da Alfio Rosario Natale, poi ripreso in Guida Generale, il fondo “pervenne all’Archivio finanziario già nel periodo napoleonico, come e quando non è dato sapere” (NATALE, Lezioni di archivistica, p. 66).
Presso l’Archivio finanziario confluirono altri fondi dello stesso periodo quali l’archivio del Demanio, dell’Intendenza generale dei Beni della Corona, della Commissione liquidatrice del debito pubblico etc. Divenuto a sua volta nel 1872 una sezione dell’AS MI, l’Archivio finanziario fu distrutto dagli eventi bellici dell’agosto 1943; dei fondi in esso pervenuti si salvarono soltanto le buste dei Domaines nationaux.
Secondo la Guida Generale “è questo l’unico archivio rimasto fuori dalla fusione peroniana e dalla fusione con quelli del regno d’Italia” (GG II 938). L’"affermazione va intesa nel senso che i Domaines nationaux sono l’unico fondo fra gli archivi del periodo repubblicano francese che, oltre a non aver subito lo smembramento nelle serie peroniane, non è pervenuto commisto o in unione a documentazione del successivo primo Regno d’Italia, mantenendo una propria specificità.
Il fondo, sottoposto a inventariazione nel 1979, si è mantenuto nella sua condizione originaria quale descritta nella certificazione del 24 aprile 1802: i fascicoli sono tuttora legati con bindellino rosa e presentano i sigilli menzionati nell’atto. Sono condizionati nei 10 portafogli (o buste) originali ai quali sono state sovrapposte buste recenti. Ad esse si aggiunge un’undicesima busta contenente 33 fascicoli di carteggio: si tratta per lo più, come si è visto, di documentazione relativa alle varie fasi di consegna e trasferimento delle carte.

Codici identificativi:

  • MIBA0024DE (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
  • asmi1500 (ASMI Anagrafe) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Fonti

  • NATALE, Lezioni di archivistica = NATALE, A.R., Lezioni di archivistica, parte II (...). Archivio di Stato di Milano. Avviamento scolastico alle ricerche storiche, Milano 1974
  • GRAB, La politica finanziaria nella Repubblica = GRAB, A., La politica finanziaria nella Repubblica e nel Regno d'Italia sotto Napoleone (1082-1814), in L'Italia nell'età napoleonica, Milano 1997, pp. 39 - 113
  • MICA00031C = Domaines nationaux de l'Italie, 1979
  • d. 17 mar 1802 = decreto 17 marzo 1802, "Stabilimento d'un Economato generale de' beni nazionali"
  • Domaines nationaux, b. 11, fasc. 2, Lettera 16 apr 1802 = AS MI, Domaines nationaux de l'Italie, b. 11, fasc. 2, Lettera di Belinzaghi a Melzi, 16 aprile 1802
  • Domaines nationaux, b. 11, fasc. 27/2, Certificazione 24 apr 1802 = AS MI, Domaines nationaux de l'Italie, b. 11, fasc. 27/2, Certificazione di avvenuta consegna e ricevimento, 24 aprile 1802
  • Domaines nationaux, b. 11, fasc. 33, Inventario 1806 = AS MI, Domaines nationaux de l'Italie, b. 11, fasc. 33, Inventario, 1806

Compilatori

  • Prima redazione: Daniela Bernini (archivista) - Data intervento: 28 giugno 1999
  • Rielaborazione: Ermis Gamba (archivista) - Data intervento: 06 febbraio 2006