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Comune di Mornico al Serio

Comune di Mornico al Serio (1837 - 1998)

4.168 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

Storia archivistica:

Le poche notizie concernenti l’archivio, ricavate dalla documentazione prodotta o ricevuta dal comune, illustrano compiutamente il contesto “organizzativo” tipico dei piccoli comuni dell’area Bergamasca. Il disordine della documentazione, reiterato negli anni a causa di mancanza di mezzi e di risorse, unito ad un forzato stato d’incuria, dovuto a traslochi e ristrutturazioni di sedi comunali è diventato col passare degli anni sempre meno governabile. L’intervento che si descrive è iniziato nel 1999 e terminato nel 2001.

Le prime informazioni sullo stato dell’archivio risalgono al 1914. In una lettera, il sindaco, Giuseppe Lomboni, richiede all’ex segretario comunale, Clemente Montagnosi (1), perentoriamente, la consegna della chiave dell’archivio e avoca a sé la completa responsabilità della documentazione (onere che comprende la regolamentazione degli accessi al deposito). Nella lettera il Montagnosi viene indicato come l’attuale segretario della Congregazione di Carità; questa circostanza potrebbe indurre a ritenere (fatto del tutto normale per piccoli comuni) che vi fosse un solo deposito per più archivi, e che i motivi di confusione tra archivio comunale e archivio del luogo pio non nascessero solo al momento della produzione (dato funzionari o impiegati comunali potevano ricopre cariche all’interno della Congregazione), ma anche nella conservazione.

Nello stesso anno il consiglio comunale prende la risoluzione di ordinare la documentazione dell’archivio e dell’ufficio comunale, ma non si ha notizia dell’attribuzione di alcun incarico. Nel 1924 il segretario comunale Giuseppe Verdelli, il messo scrivano Silvio Fratus de Balestrini e la levatrice Maria Toccagni intrapresero l’opera di fare ordine tra le carte comunali. Delle lire 2000 messe in bilancio il Consiglio comunale deliberò la liquidazione nei confronti del personale in 880 lire per 250 ore di lavoro straordinario ciascuno (effettuate dal novembre 1924 al maggio 1925). Il messo scrivano e il segretario comunale si accontentarono di uno stipendio piuttosto basso (“non eseguirono tale lavoro per puro lucro ma, e più che tutto, per la passione e l’amore all’ufficio”); se il comune avesse dovuto pagare la loro prestazione secondo uno stipendio orario l’intera operazione di ordinamento non si sarebbe potuta eseguire perché troppo onerosa per le casse comunali (2). La cancelleria acquistata (cartellette e faldoni) costò più del lavoro svolto, 906 lire, e 130 lire vennero liquidate al falegname per la posa in opera e verniciatura di scaffali.

Dal carteggio (3) con la Soprintendenza archivistica del 1950, si ricavano informazioni più precise sulla documentazione d’archivio: gli atti più antichi del comune risalgono al 1900 e la consistenza dell’archivio è di 130 faldoni e 120 registri circa. Si scrive del riordino effettuato nel 1924, approvato dalla Sottoprefettura di Treviglio (con nota 6 dicembre 1924 n. 4866/a). I registri dello stato civile risalgono, secondo queste lettere, al 1866. In questo carteggio è anche contenuto un “inventario dell’archivio di deposito” che in realtà è semplicemente un modulo prestampato, con pochi appunti compilati a matita da cui si può solo dedurre l’anno dell’istituzione dell’archivio, il 1888, e qualche altra notizia relativa alla conservazione. Nel carteggio si fa riferimento a un inventario, ma non è stata trovata alcuna informazione circa la sua eventuale redazione.

Più tardi nel 1974 dalle risposte a un questionario della Regione Lombardia (Assessorato alla cultura, all’informazione e alla partecipazione) emergono notizie sulla stessa mancanza di risorse di cinquanta anni prima: non esiste personale in grado di occuparsi dell’archivio e non esiste alcuno strumento di corredo e i locali sono inadatti per la consultazione e per la conservazione (4).

La visita ispettiva della Soprintendenza Archivistica della Regione Lombardia, eseguita dal dr. Gualberto Mari, avvenuta nel 1985, evidenzia la fatiscenza e l’inadeguatezza dei locali e il disordine della documentazione; alla visita seguono le raccomandazioni del Soprintendente (5) che, per la già accennata mancanza di risorse (umane ed economiche), sono rimaste disattese fino alla fine degli anni 90.

La fase iniziale dell’intervento di Archimedia s.c.r.l consistita nel ripristino dell’archivio e nel censimento della documentazione, che dopo la ristrutturazione della sede comunale, giaceva ammassata in un unico cumulo in una stanza al secondo piano della sede comunale. Sulla base del censimento è stato possibile progettare l’ordinamento e l’inventariazione.

Oltre alla documentazione dell’archivio comunale si sono potuti identificare altri archivi aggregati, archivi vale a dire prodotti da soggetti diversi dal comune e poi confluiti nel deposito dell’archivio comunale per ragioni diverse (6).

Note

(1) Unità 1.1.2-14

(2) Unità 1.1.2-25

(3) Unità 1953-2

(4) Unità 1974-2

(5) Unità 1986-2

(6) Vedi Savoja M. in “Guida operativa alla descrizione archivistica. La descrizione inventariale”, “L’archivio”, pag.45.

Codici identificativi:

  • MIBA00B39C (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013

Soggetti conservatori

Soggetti produttori

Progetti

Compilatori

  • Lucia Citerio (Archivista)
  • Chiara Geroldi (Archivista)