Comune di Luino ( sec. XIII - sec. XX )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente pubblico territoriale

Altre denominazioni: Comune di Luvino [fino al 1889]

Condizione: pubblico

Profilo storico / Biografia

Cenni di storia amministrativa del Comune di Luino

I primi segni della presenza umana nella zona del Luinese risalgono al Mesolitico (cacciatori – raccoglitori, 5500 a.C. ca.) e al Neolitico (5000-2500 a.C.). La località di Luino è, quindi, abitata fin dall’antichità e si può sostenere che nell’età del bronzo (1900-900 a.C.) fosse già diffusamente occupata da popolazioni di origine celtica provenienti da nord, attraverso le Alpi, e da est, attraverso la pianura padana. All’età del ferro (900-400 a.C.) risale un incremento dei commerci con le aree d’Oltralpe, con l’Ossola e con la pianura padana e dell’allevamento, con la produzione e l’esportazione di formaggi e di carne; sono di rilievo i contatti con popolazioni etrusche, attestati dall’alfabeto delle epigrafi ritrovate nella zona, e con la Civiltà di Golasecca, stanziata lungo il Ticino e il Verbano meridionale.
Il lago Maggiore è tramite di parte di questi scambi in una società sempre più articolata: molte comunità tra le più strutturate sono già guidate da gruppi aristocratici e da guerrieri. Nel IV-III secolo a.C. anche il Luinese è interessato da massicce immigrazioni galliche dall’occidente, ma rimane marginale rispetto ai territori degli Insubri; segue la penetrazione romana, più incisiva a partire dal II e dal I secolo a.C., di cui rimane traccia nei toponimi e nei ritrovamenti archeologici diffusi e che interessa la regione fino al IV secolo d.C.
Resti di torri e di fortificazioni e altri reperti archeologici dell’epoca tardo-antica testimoniano la presenza gotica in Valtravaglia e a Luino, sicuramente caratterizzata dalla peculiare organizzazione militare e politica e dalle strutture architettoniche connesse (IV-VI secoli d.C.). Non è rimasto nessun segno concreto di dominazione longobarda, ma solo alcune attestazioni documentarie, che lasciano supporre una presenza di castelli, mura e insediamenti.
In età carolingia (dal IX secolo) il territorio di Luino è inserito in un contado rustico dipendente dal ducato di Milano, probabilmente quello di Stazzona (Angera), le cui pievi vengono parcellizzate e infeudate a capitani di origine milanese fedeli all’arcivescovo di Milano, che sono in grado di garantire sicurezza alle chiese locali e appoggio politico e militare all’arcivescovo. Nel periodo tra il X e il XII secolo gli arcivescovi di Milano assumono il godimento di regalie, dei diritti di pesca e dei diritti dominicali su pascoli e prati comuni nella zona della Valtravaglia e di Luino, nella cosiddetta castellanza di Travaglia; il potere dell’arcivescovo diventa una signoria territoriale estesa ai coltivatori di terre dominicali ma anche ai liberi proprietari della giurisdizione. La signoria è regolata da statuti, formalizzati solo nel 1283 nella Memoria consuetudinum et conditiorum que habet dominus archiepiscopus in castellantia de Travalia (1). «I rapporti con il castellano erano tenuti dal comune ‘generale’ dei sottoposti. Per quanto riguarda le assemblee vicinali del comunis loci, solo ai distrettabili era consentito assumere decisioni riguardanti le imposte locali e la polizia rurale. Alcune norme generali di comportamento erano del resto direttamente fissate dagli ‘statuti’” (2).
La signoria arcivescovile, comunque, ridusse molto le autonomie locali, quelle dei cosiddetti comuni rustici a cui spettava la gestione delle risorse locali attraverso l’assemblea vicinale. Anche a Luino è probabile che in quegli anni esistesse un comune rustico, con consoli e riunioni di convocati (3). «Principale oggetto dell’amministrazione comunale erano i vigani cioè le terre o i diritti di pertinenza collettiva, talora promiscua a più comuni. [Omissis] Gli statuti prevedevano la nomina, durante l’assemblea di capodanno cui ogni ‘vicino’ era tenuto a partecipare, di due consoli e di un camparo-canevaro. Mentre i consoli scaduti assumevano il ruolo di ‘estimatori’ nella cause civili [omissis], i magistrati in carica dovevano emanare le gride, curare la manutenzione del porto e degli argini del fiume, applicare le imposte» (4). Proventi ciclici per le comunità derivano dal taglio dei boschi e, tra le spese straordinarie, sono presenti quelle per la costruzione e per la manutenzione delle chiese.
All’epoca delle contese tra i Della Torre (Torriani) e i Visconti (seconda metà del XIII secolo) anche la Valtravaglia e Luino passano sotto l’egemonia dei secondi e il diretto dominio di Milano; Luino, come il resto del contado, è coinvolto nelle aspre lotte tra fazioni di guelfi e ghibellini, signori diversi, ducato di Milano e Svizzera. Un ruolo di dominio significativo su Luino lo ebbe la dinastia dei Rusca, che nella seconda metà del XV secolo aveva conquistato il governo di Como, delle valli luganesi, con roccaforte in Locarno, e di Valtravaglia, seguendo fasi alterne dovute alle irrequiete situazioni politiche del tempo. È Giovanni Rusca che nel 1490 concede la sua protezione al neonato convento del Carmine di Luino; all’epoca è podestà un certo Ambrogio Gritti o Gritta (5). La figura del podestà è introdotta in quell’epoca nelle amministrazioni locali come organo del potere centrale, per il controllo sulle istituzioni comunitarie periferiche, pur nell’ambito di un ampio autogoverno e dell’autonomia delle comunità (6). Il podestà risiede di norma nei borghi più grandi e importanti; dimora anche a Luino «in corrispondenza dell’attuale municipio, presso la ‘casa del comune’ [omissis]. La casa del comune era forse di dimensioni insufficienti ad ospitare l’’officio’ che venne poi costruito poco a monte; lo stesso sedime ospitò in seguito la ‘casa da nobile’ dei Marliani e infine palazzo Crivelli» (7). Assume importanti mansioni: amministrazione della giustizia, tutela dell’ordine pubblico, manutenzione delle carceri, pubblicazione di gride e decreti, pubblicazione di bandi di incanti per l’assegnazione delle esattorie e per l’alienazione o l’affitto di dazi. Tra i suoi compiti più importanti vi è anche l’organizzazione delle attività amministrative imposte dal governo (rilevamenti censuari, catasti etc.) e il sindacato, cioè le funzioni di sindaco (azione di controllo sugli organi locali come assemblee e consigli) affinché fosse assicurata la legalità dei lavori. Le riunioni degli organi comunitari si potevano svolgere solo con la sua presenza o con quella di un suo rappresentante (8). Al podestà, che ha poteri amministrativi, sono affiancati anche i vicari e i capitani, come organi giudiziari: i primi sono l’organo giudiziario locale in materia civile e penale; i secondi hanno funzioni giudiziarie di polizia criminale e compiti amministrativi e fiscali, in particolare sull’approvvigionamento annonario. Vicari e capitani risiedono a Gallarate. Queste cariche sono mantenute pressoché invariate nelle epoche successive, fino al XVIII secolo (9), nonostante i complessi rivolgimenti politici.
Dalla fine del XV secolo al 1577 Luino rimane infeudata ai Rusca (10), pur se con un breve intermezzo, non continuativo, di investitura Pusterla dal 1525 al 1536. Per un breve periodo dal 1513 al 1521 circa Luino, che si era schierata con la lega svizzera, era stata anche annessa alla Svizzera; è proprio nel luglio 1513 che sono approvati gli statuti di Luino, sulla falsariga di quelli di Bellinzona, redatti in doppia lingua italiana e tedesca (11). Ci sono stati tramandati alcuni nomi di podestà dell’epoca; a Luino è destinato anche un pretore e un “notaio criminale”.
Ai Rusca succedono nell’investitura i Marliani che ottengono in dono Luino e le “Quattro valli” dall’imperatore Filippo II di Spagna nel 1583. Nel 1773 Ruggero Marliani, sommerso dai debiti, vende il feudo al conte Antonio Crivelli, con cui ha legami di parentela; nel feudo si contano all’epoca 2.030 “fuochi”. Intanto gli austriaci erano subentrati al dominio spagnolo in Lombardia alla fine della guerra di successione spagnola (1713-1714); dal 1740 Maria Teresa d’Austria e, poi, il figlio Giuseppe II ristabiliscono le prerogative sovrane sui feudi, avocando allo Stato le regalie e l’amministrazione della giustizia e rendendo meno vantaggiosi e remunerativi i feudi, anche per gli stessi Crivelli.
Dalle risposte ai 45 quesiti del 1751 della II Giunta del censimento si apprende che il Comune di Luino fa parte della pieve di Valtravaglia ed è infeudato ad Emanuele Marliani a cui paga un censo feudale annuo; a Luino risiede anche il giudice feudale Antonio Maria Bossi, che non presta giuramento ad alcuna banca feudale e a cui si paga un compenso annuale per il servizio (12). Si apprende che il Comune è retto da un Consiglio generale formato da tre consiglieri eletti, da un sindaco provinciale risiedente, da un cancelliere e da un console. Le elezioni avvengono ogni anno nella pubblica piazza e il ricambio delle cariche avviene alla presenza del giudice. Al Consiglio spetta la cura dell’equità dei riparti pubblici e l’amministrazione del patrimonio comunale. Anche il cancelliere risiede nel Comune ed è retribuito, godendo, inoltre, dell’esenzione del tributo personale; ha anche compiti di conservazione dell’archivio comunitario.
Nel 1755 una nuova importante riforma amministrativa apporta novità nella struttura e funzionalità degli organismi locali (“Riforma al governo ed amministrazione delle comunità dello Stato di Milano” del 30 dicembre 1755): organo decisionale di ogni comunità diviene il Convocato generale degli estimati o assemblea degli estimati, cioè di coloro che erano intestatari di beni fondiari descritti nelle tavole dell’estimo e assoggettati alle imposte. Si riunisce due volte all’anno per approvare il bilancio preventivo e consuntivo, controllare la ripartizione degli oneri, decidere sulle spese e le questioni di interesse comune ed eleggere la Deputazione. Questa ha poteri esecutivi ed è costituita da tre deputati dell’estimo, da un rappresentante di coloro che erano “descritti nel ruolo del personale” e da uno di quanti erano iscritti nel “ruolo mercimoniale”; gli ultimi due con poteri solo consultivi. Un console e un sindaco, con funzioni analoghe a quelle anteriori alla riforma, completano le cariche comunali e hanno carica annuale, come i deputati. A questi si aggiunge un esattore a carica triennale. Al podestà, scelto dal feudatario, che ormai poco presiede le adunanze pubbliche, rimangono, soprattutto, impegni giudiziari, mentre alla nuova figura del cancelliere delegato del censo toccano ora le funzioni di sindacato e di controllo di legittimità. Questi è eletto dalla Giunta del censimento e assomma in sé parte dei compiti dei vecchi cancelliere e del podestà. Con l’istituzione delle province, Luino, ancora nella pieve di Valtravaglia, viene assegnato a Gallarate e, poi, a Varese; una nuova compartimentazione nel 1791 colloca Luino nella provincia di Milano. In periodo napoleonico (1798-1815) il territorio subisce compartimentazioni diverse, con passaggi dal dipartimento del Verbano a quello dell’Olona e poi del Lario; Luino diventa anche capoluogo di distretto dal 1798 al 1801, prima di essere inserito nel distretto II di Varese dal 1801 al 1815. A seguito di nuove articolazioni territoriali, nel 1805 diventa capoluogo di cantone (cantone VIII nel distretto II di Varese), come comune di III classe e 1.446 abitanti.
Nel 1809 è capoluogo del cantone V del distretto di Varese, sempre come comune di III classe; tali compartimentazioni sono mantenute nel 1812. Nel 1809, intanto, al Comune di Luvino (13) sono aggregati i comuni di Germignaga, Voldomino ed uniti. Con la Restaurazione e la nuova organizzazione amministrativo – territoriale stabilita nel Regno lombardo-veneto del 1816, Luino riguadagna il ruolo di capoluogo di distretto, il XXI della Provincia di Como. Poco dopo, nel 1821 (dispaccio governativo 19 marzo n. 5628/702), Luino ottiene il privilegio, in quanto borgo di riconosciuta rilevanza, di sostituire il Convocato generale degli estimati con il Consiglio comunale. Il Consiglio era composto da trenta membri a rinnovo triennale, scelti tra i possidenti del comune e nominati dalla Congregazione provinciale. Si riuniva due volte all’anno per le questioni ordinarie, analoghe a quelle trattate nel XVIII secolo dal Convocato degli estimati; i compiti esecutivi e la gestione quotidiana amministrativa della città spettavano, invece, alla Deputazione comunale, composta da tre membri scelti dal Consiglio e assistiti dal segretario. Il disbrigo degli ordini superiori era affidato a un cursore, mentre due revisori dei conti controllavano la contabilità del Comune. I compiti di sindacato continuarono a essere svolti dal cancelliere del censo.
Nel 1853 il Comune risulta retto da un Consiglio comunale senza ufficio proprio, con una popolazione di 2.258 abitanti. In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al Regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge del 23 ottobre 1859 n. 3781 (legge Rattazzi), il Comune di Luino è retto da un Consiglio di quindici membri e da una Giunta di due membri (14). Tale normativa rimane in vigore fino alla prima legge organica post unitaria sugli ordinamenti amministrativi comunali e provinciali varata nel 1865 (L. 20 marzo 1865, n. 2248), che apporta poche modifiche rispetto alla legge Rattazzi.
Quest’ultima stabilisce anche che il territorio sia diviso in province, circondari, mandamenti e comuni. Luino con 2.535 abitanti è incluso nel V mandamento di Luvino, come capoluogo, nel circondario II di Varese, provincia di Como, dove rimane fino al 1927, quando viene annesso alla neo costituita Provincia di Varese. Dopo il 1865 il comune è retto da un Consiglio comunale di quindici membri, da una Giunta di quattro membri (due effettivi e due supplenti) eletti dal Consiglio e da un sindaco di nomina regia. I consigli si riunivano in due sessioni ordinarie (una primaverile e una autunnale) con le seguenti competenze: sorveglianza e controllo contabile sugli enti di carità e beneficenza, sull’attività e sul bilancio di tutte le istituzioni pubbliche del territorio e sulle fabbricerie; elezione dei membri della Giunta municipale; esame e approvazione del bilancio attivo e passivo del Comune per l’anno precedente e di quello per l’anno successivo; nomina dei revisori dei conti; revisione delle liste elettorali; scelta degli impiegati comunali (anche personale scolastico, sanitario, ecclesiastico e di vigilanza). Il Consiglio deliberava anche sugli stipendi degli impiegati, sui contratti e sull’appalto delle opere pubbliche.
Nel censimento del 1881 a Luino si contano 3.023 abitanti e nel 1889 il Comune di Luvino assume la denominazione di Luino. Elezione, nomina e durata degli organismi comunali sono modificati e riformati da diverse leggi tra il 1873 e il 1923. Tra queste una legge amministrativa, la n. 5865 del 30 dicembre 1888, introduce alcune variazioni nell’ordinamento locale: ogni comune avrebbe dovuto dotarsi di un segretario e di un ufficio comunale, le sessioni consiliari ordinarie avrebbero potuto durare anche più di trenta giorni, è previsto un maggiore controllo sul sindaco da parte del Consiglio comunale e l’apertura al pubblico delle sedute del Consiglio. Nel 1896, con la legge Di Rudinì n. 346 del 29 luglio 1896, è disposta l’elezione dei sindaci da parte di tutti i Consigli comunali e la durata triennale della carica. Di rilievo è anche l’introduzione del suffragio universale maschile con la legge del 30 giugno 1912, che stabilisce l’elettorato attivo per tutti i maschi al di sopra dei 30 anni, anche se analfabeti, e di quelli tra i 21 e i 30 per censo, per adempimento del servizio militare e per possesso di altri titoli specifici.
In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 (L. 4 febbraio 1926 n. 237), il Comune è retto da un podestà. Nel 1928 sono aggregati a Luino i comuni di Brezzo di Bedero, Germignaga e Voldomino (R.D. 5 gennaio 1928, n. 17); Germignaga ritorna comune nel 1947 (D.L.C. p. S. 4 novembre 1947, n. 1416) e Brezzo di Bedero nel 1953 (D.P.R. 30 maggio 1953, n. 490). Nel 1955 a Luino è aggregata anche la frazione di Colmegna, staccata dal Comune di Maccagno.
La popolazione del territorio si era incrementata fortemente fino a raggiungere alla data del censimento del 1936 i 12.486 abitanti. La ripresa della democrazia a livello locale è sancita dal decreto legge luogotenenziale del 7 gennaio 1946 n. 1 che ricostituisce le amministrazioni comunali su nomina elettiva (Consiglio comunale, Giunta municipale e sindaco). Il 31 marzo 1946 si svolgono a Luino le prime elezioni amministrative del dopoguerra.
Il censimento del 1971 conta 14.118 abitanti, su un territorio comunale di 2.095 ettari.

Note
(1) Pierangelo Frigerio, Storia di Luino e delle sue valli, Varese, Macchione editore, 1999, p. 33.
(2) Ibidem, p. 35.
(3) Verbali di convocati sono attesti solo per il periodo XV – XVI secolo, mentre di uno statuto di Luino si parla solo nel 1513. Ibidem, pp. 47 e 48.
(4) Ibidem, p. 48.
(5) Ibidem, p. 79.
(6) Regione Lombardia (a cura di), Le istituzioni storiche del territorio lombardo. XIVXIX secolo, vol. Provincia di Varese, Milano, Regione Lombardia (progetto Civita), 2000, pp. 30 – 31.
(7) Pierangelo Frigerio, op. cit., p. 80.
(8) Regione Lombardia (a cura di), op. cit., 2000, p. 31.
(9) Ibidem, p. 31.
(10) I Rusca avevano dovuto riscattare metà del feudo di Luino venduto nel 1543 ai Borromeo; il denaro utilizzato era stato messo a disposizione da Pietro Antonio Lonati, imparentato coi Rusca; questi mantenne in pegno i territori fino al 1577. Pierangelo Frigerio, op. cit., p. 87.
(11) Ibidem, p. 82.
(12) Regione Lombardia (a cura di), op. cit., 2000, voce Luino, p. 194. Si rimanda alla stessa voce per le informazioni successive.
(13) Luvino è il nome coevo del Comune e del borgo. Solo nel 1889 assume la denominazione di Luino, che, già, spesso, si alternava a quella di Luvino nell’uso corrente, anche sulla documentazione. Vedi Regione Lombardia (a cura di), Le istituzioni storiche del territorio lombardo. 1859 – 1971, tomo I Lettera A – L, Milano, Regione Lombardia (progetto Civita), 2001, voce Luino, p. 434.
(14) Ibidem, p. 434.

Complessi archivistici

Compilatori

  • Inserimento dati: Gliera, Sonia (archivista)
  • Aggiornamento scheda: Dilda, Giovanni Luca (archivista)