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Sezione I, 1769 - 1897

Sezione I, 1769 - 1897 (1769 - 1897)

976 unità archivistiche di primo livello collegate

Sezione

Metri lineari: 20.0

Consistenza archivistica: bb. 135, fascc. 976

L’archivio del Comune di Luino è costituito da un ricco fondo documentario attestante l’attività amministrativa della municipalità, a partire dalla seconda metà del XVIII secolo.
La sezione, oggetto del presente intervento d’integrazione, custodita presso la sede dell’archivio comunale in viale delle Rimembranze 6A, copre un arco cronologico che va dal 1769 al 1897 e consta di 135 buste per un totale di 976 fascicoli.

Storia archivistica:

[…] Durante il secolo XVIII spetta al cancelliere «il compito di tenere in ordine i libri dei riparti delle imposte, i libri del bilancio comunale e tutte le pubbliche scritture prodotte o relative alla comunità presso cui prestava il proprio servizio» . Dal 1757 il cancelliere acquisisce nuove funzioni, connesse con la riforma teresiana del censo, diventando cancelliere delegato della Giunta del censimento o, più comunemente, cancelliere delegato del censo, con competenze allargate al circondario e non più solo alla comunità di assegnazione; a quell’epoca spetta al cancelliere, investito di molteplici compiti istituzionali in qualità di rappresentante delle autorità centrali presso le comunità, il compito di custodire le mappe, le carte e i registri catastali di ogni comunità e l’obbligo di scegliere la sede più idonea per la collocazione dell’archivio .
Il cancelliere di Luino è residente nello stesso borgo con la retribuzione di 50 lire e con l’esenzione del tributo personale; gli sono affidati i pochi libri e le carte comunali .
In epoca napoleonica è ancora il cancelliere, prima distrettuale e poi, di nuovo, del censo in ogni cantone, a fungere da segretario dei comuni di III classe, come Luino, col compito di conservare il registro civico su cui sono riportate tutte le determinazioni prese dalle amministrazioni municipali. Toccava sempre al cancelliere, in veste di segretario, la custodia delle carte e la responsabilità sull’andamento dell’ufficio comunale, oltre che la formazione e la conservazione della documentazione fiscale (“quinternetti” delle esazioni fiscali) .
Con la Restaurazione poco cambia rispetto ai compiti del cancelliere nei comuni di III classe, neanche dopo la sostituzione del cancelliere del censo con il commissario distrettuale (Imperial Regio Commissario distrettuale) nel 1819. L’I.R. Commissario distrettuale è incaricato dell’assistenza tecnico-giuridica, ma non politica, delle comunità del distretto, ricoprendo funzioni di segretario ed esercitando il controllo e la conservazione degli archivi di alcuni Comuni del distretto: ogni Comune privo di segretario e di ufficio proprio è assistito dal cancelliere/commissario. Le carte di tali Comuni vengono custodite dal commissario, ad eccezione delle leggi e delle circolari, che sono conservate dall’agente comunale per la pubblicazione e l’esecuzione.
La nuova normativa detta istruzioni precise per la tenuta dell’archivio commissariale: il Commissario distrettuale risiede nel capoluogo di distretto e, quindi, anche a Luino (Distretto XXI di Luino) e, in quanto rappresentante del governo, possiede ampie competenze nella conservazione del censo, nella riscossione dell’imposta prediale, nella leva e nell’amministrazione dei comuni.
Il Comune di Luino nel 1821 acquisisce il diritto di essere amministrato da un consiglio comunale «senza ufficio proprio» invece che da un convocato generale dei possessori estimati, guadagnando anche la possibilità di avere un segretario ed eventuali altri impiegati.
È il commissario distrettuale che si preoccupa, però, di un’adeguata sistemazione dell’archivio del Comune di Luino all’atto del passaggio delle carte al segretario, allo scopo «di introdurre nell’amministrazione comunale un conveniente ordine»; in una lettera del 9 settembre 1839 l’I.R. Commissario distrettuale di Luino chiede al Comune di acquistare «un armadio entro il quale collocarvi le relative carte divise in n. 20 cartelle indicanti le differenti posizioni delle medesime; un tavolo di peccia, n. 6 scansie e un calamajo da riporsi in una camera che trovasi disponibile nella casa del Comune» .
Non è chiaro se si tratti solo dell’archivio del Comune di Luino o anche di quello dello stesso commissario distrettuale di competenza. Di fatto, però, la documentazione del fondo contiene numerosi fascicoli e incartamenti preunitari prodotti dal commissario distrettuale e inerenti all’amministrazione del Comune di Luino, che potrebbero rappresentare quella parte dell’archivio commissariale relativa al borgo. Queste carte confluiscono nel fondo comunale per acquisizione di competenze a seguito della soppressione della figura del commissario alla fine del 1859 e a seguito della nuova organizzazione amministrativa inaugurata dalla legge comunale e provinciale del 23 ottobre 1859 n. 3702. Nella stessa normativa si fa cenno agli obblighi per la tenuta dell’ufficio e dell’archivio comunale; a Luino esisteva già un ufficio curato da un segretario comunale.
Nel 1888 il segretario comunale Angelo Barone presenta una proposta di riorganizzazione dell’archivio e del protocollo, in assenza di un inventario che possa facilitare il recupero delle pratiche nel corso dell’attività amministrativa dell’ente: «prima mia cura si fu quella di domandare (…) l’inventario delle carte depositate nell’archivio, onde potere con maggiore celerità far la ricerca di quanto fossemi stato necessario, […] ma mi venne risposto ch’esso mancava affatto» . […]
Propone, quindi, di dividere l’archivio in quattro grosse divisioni, da articolarsi, poi, ciascuna in sezioni per un totale di venti, contraddistinte da numeri romani (I-XX) e da nomenclature (es. Amministrazione comunale, Igiene pubblica, Culto e cimiteri): «ed ogni sezione deve comprendere varj fascicoli, vale a dire le varie pratiche che poste sotto una copertina, portante all’esterno l’indicazione di tutte le carte che contiene, prende il nome di fascicolo».
L’inventario dovrebbe indicare la “divisione e scaffale”, la “sezione o casella” e il “numero del fascicolo o pratica” che trovasi in detta casella. Quanto scritto sulla copertina dovrebbe servire a reperire i documenti. «L’inventario poi dovrebbe essere fatto in doppio ordine: analitico ed alfabetico». Sul protocollo dovrebbero essere scritte in apposita finca «le indicazioni di divisione, sezione e fascicolo». Sappiano che, nello stesso anno 1888, il segretario supplente Giuseppe Brovelli «sta dando un po’ di assetto all’archivio» per facilitare il ritrovamento degli atti prima di cessare le mansioni di segretario con il 1° luglio 1888 .
Le denominazioni delle sezioni proposte dal Barone, che potremmo definire titoli, somigliano molto a quelle già in uso presso il commissario distrettuale e, in seguito, presso il Comune per la classificazione dei documenti e dei fascicoli; tali classificazioni sono presenti su buona parte delle copertine dei fascicoli preunitari e postunitari fino agli anni Novanta del XIX secolo. In quegli anni, probabilmente, subentra un cambio di prassi e di personale nell’ufficio del Comune che determina l’abbandono, anche per negligenza, dei sistemi di classificazione e di ordinamento se è vero che nel 1897 il commissario prefettizio denuncia le pessime condizioni in cui ha trovato l’ufficio di segreteria e l’archivio:

«l’archivio, sotto l’apparenza dell’ordine, era tenuto in realtà nel peggior modo; gli incartamenti dei vari affari non distinti razionalmente, il più delle volte incompleti, tal’altra confusi con altri di argomento disparatissimo, tanto da pensare che il disordine fosse voluto, com’era voluta l’assoluta cecità e passività del personale. Le deliberazioni della giunta, che danno vita agli atti, per la più parte d’amministrazione interna, e che dovrebbero essere raccolte con gelosa cura in volumi, affinché possano in qualsiasi evenienza servire di controllo e fare fede delle responsabilità che per avventura abbiano incontrate gli amministratori, erano sparse un po’ dappertutto; talune furono trovate nel domicilio e nei cassetti dell’ufficio del segretario capo, altre non si poterono rintracciare per quante ricerche siensi fatte. La contabilità men che fedele; nella tenuta dei mandati il massimo disordine» .

Non mancano numerose irregolarità, anche gravi, nella tenuta della documentazione contabile e dei contratti. Il commissario prefettizio corre ai ripari:

«per porre un po’ d’ordine nell’ufficio comunale, non potendo bastare in modo assoluto il lavoro del vice segretario signor Milani, […] pensai di chiamare per una ventina di giorni, col gentile assenso del sindaco di Vigevano […] l’avvocato Scevola, segretario capo di quel municipio, persona egregia ed esperta. Ed egli, oltre ad aver dato buoni consigli al personale intorno al retto funzionamento d’una azienda municipale, nel brevissimo tempo concessogli, riordinò, secondo le prescrizioni della circolare 1 marzo 1897 n. 17100-2 del Ministero dell’interno, per quant’era possibile, l’archivio, che nell’amministrazione pubblica ha la funzione del bilanciere negli orologi, diede migliore assetto al protocollo, mediante il quale più rapida e più precisa sarà per l’avvenire la ricerca delle vicende di quest’amministrazione; istituì i registri delle deliberazioni razionalmente divisi secondo che si tratti di deliberazioni d’urgenza, ecc., li munì di opportuno indice alfabetico; istituì un registro e un bollettario a madre e figlia secondo le prescrizioni del Ministero per l’esazione dei diritti di segreteria il qual registro mentre porgerà modo d’ora innanzi agli amministratori di controllare l’esazione dei diritti portati da contratti, torna di maggior garanzia ai privati per le somme da loro per detto titolo anticipate» .

L’erronea riclassificazione retroattiva, con matita colorata blu o rossa, dei fascicoli secondo il titolario ministeriale del 1897 risale probabilmente allo Scevola, che utilizza spesso, come camice per gli incartamenti, carte destinate allo scarto, anche di epoche precedenti, anche se non sono da escludere interventi similari negli anni Venti e Trenta del XX secolo.
Nel 1948 e negli anni seguenti anche l’archivio comunale di Luino fu interessato da un’operazione voluta dall’allora direttore dei Musei civici di Varese, Mario Bertolone.
Lo studioso, in ragione di una sua ricerca sulle vicende del 1848 nel Varesotto, stava setacciando gli archivi locali alla ricerca di documentazione atta a costituire un «archivio storico varesino» sulla storia del Risorgimento. È probabile, com’è avvenuto altrove, che abbia preso visione anche dell’archivio comunale di Luino e che abbia redatto un elenco degli atti d’archivio che desiderava fossero inviati ai Musei civici, in attesa di un versamento all’Archivio di Stato di Varese. Numerose sono le carte di Luino trasferite a Varese, delle quali il Bertolone di regola prometteva l’invio di un inventario; questo non è stato reperito nell’archivio comunale di Luino, così come mancano autorizzazioni alla cessione della documentazione. Gli atti consegnati al Bertolone sono andati nel tempo a costituire, insieme alle carte estratte da altri fondi comunali, un complesso denominato fondo Raccolta museo, in cui sono confluiti anche gli atti estratti in modo analogo dallo studioso Leopoldo Giampaolo e adoperati per la redazione di alcune pubblicazioni sul periodo napoleonico e su quello garibaldino nel Varesotto.
Il fondo subisce vicende complesse e più trasferimenti, dai Musei civici all’archivio storico del Comune di Varese e, da qui, all’Archivio di Stato della città, dove si trova attualmente. Dalla Raccolta museo si va a formare un fondo oggi denominato Comuni diversi, costituito da frammenti di fondi comunali dei secoli XVII-XIX (e antecedenti dal secolo XIV), corredato da un elenco di consistenza; in questa raccolta sono conservate anche le carte di Luino. Presso l’archivio del Comune di Luino, però, non sono state reperite corrispondenze coeve sull’argomento, ma solo presso l’Archivio di Stato di Varese e presso la Soprintendenza archivistica per la Lombardia da cui si desume che nel fondo Comuni diversi si conservano atti inerenti alla “Liquidazione per danni di guerra 1848-1859” provenienti da Luino per 0,25 metri lineari; l’archivista Sandra Barresi, inoltre, aveva già individuato documentazione relativa ai Comuni di Luino e di Voldomino e alle località di Biviglione e di Colmegna nella parte commista dello stesso fondo Comuni diversi. […]
Tornando sul fronte dei riordini, tra il 1953 e il 1955 la Giunta municipale affronta il problema di reperire nuovi spazi per il deposito d’archivio e, bocciato il progetto di edificazione di un nuovo locale sopra il terrazzo di copertura del municipio, un nuovo progetto prevede l’adeguamento di un ampio locale ad uso archivio nel sottotetto del palazzo vecchio comunale a cura dell’ufficio tecnico:

«Il Comune di Luino non dispone di un archivio di deposito convenientemente attrezzato e di sufficiente capienza per raccogliere le numerose pratiche giacenti e quelle per un notevole periodo futuro. I vari fascicoli sono oggi sistemati in parte nell’ufficio segreteria e protocollo, in parte in locali angusti e del tutto inadatti allo scopo. La ricerca di eventuali pratiche ritornate di attualità è oltremodo difficoltosa ed impegna un considerevole periodo di tempo. Oltre a ciò è da segnalare che le pratiche di una stessa categoria non possono essere locate, per ragioni di spazio, in un’unica posizione, e tale situazione complica ancora la ricerca in archivio per le pratiche più remote» .

Le carte erano allora distribuite in tre vani angusti e stipati che rendevano difficile la ricerca e la consultazione delle pratiche. Il progetto è approvato e, dopo una serie di opere di adeguamento antincendio e l’acquisto di strutture tubolari e palchetti in legno , il locale è pronto per ricevere tutto l’archivio storico e di deposito del Comune. L’attenzione per le problematiche dell’archivio non viene meno, considerato che il trasferimento della documentazione aveva evidenziato la mancanza di strumenti di corredo funzionali alla ricerca. Ed è così che viene assegnato un incarico di riordino del solo carteggio comunale.
Il lavoro sarà svolto «con passione, diligenza e costanza», sotto la direzione del primo applicato comunale Luigi Roda, dall’archivista prefettizio Mario Ferregutti e dai due impiegati assunti in servizio provvisorio Bonfanti e Paganini.
Questi gli inventari approvati con deliberazione di Consiglio comunale del 17 marzo 1956:
– archivio del Comune di Luino degli anni 1761-1897 ordinato per titoli;
- archivio comunale degli anni 1898-1949 ordinato per categoria, classe e fascicoli […];
- fondo della Congregazione di carità/Eca di Luino dal 1828 al 1949;
- atti del fondo del Comune di Voldomino degli anni 1808-1897 per titoli;
- atti del fondo del Comune di Voldomino degli anni 1898-1927 per categoria, classe e fascicolo.
Si realizza, contestualmente, uno scarto documentale.
L’inventario del carteggio del fondo comunale degli anni 1761-1949, su un unico registro, è inviato alla Prefettura di Varese in data 29 marzo 1956. Perviene alla Prefettura ma non alla Soprintendenza archivistica per le province lombarde che ne richiede una copia nel maggio 1959; sarà inviato con nota del 27 maggio 1959, insieme a quelli del fondo del Comune di Voldomino, e approvato con comunicazione dell’11 giugno dello stesso anno.
Si apprende che è intenzione del Comune provvedere al riordino e all’inventariazione degli atti 1950-1959 entro il 31 dicembre 1960 .
Nel 1966 la Soprintendenza archivistica chiede l’invio di altre copie dei predetti inventari e sollecita l’inventariazione degli atti successivi al 1949; la stessa richiesta è presente in una nota datata 29 maggio 1969 seguita a una visita ispettiva della Soprintendenza . L’inventario degli anni Cinquanta non è realizzato a breve, ma, nel frattempo, si procede a un altro scarto di atti nel 1964, poi approvato dalla Soprintendenza archivistica nel 1965, a cura di un archivista non meglio specificato e relativo a documenti degli anni 1950-1959 . […]
Nel frattempo il Comune istituisce ufficialmente la sezione separata d’archivio con deliberazione municipale del 30 settembre 1986 n. 909 , richiede e ottiene dei contributi regionali per il riordino e l’inventariazione dell’archivio storico comunale su progetto di Giampiero Buzzi. Dopo un intervento di riordino e sistemazione fisica delle pratiche dell’archivio corrente e uno scarto a cura di Giovanni Vassellatti nel 1988 , bisogna aspettare il 1990 perché il Comune rimetta mano all’archivio storico con gli archivisti e fratelli Patrizia e Massimo Valvassora, stimolato dai contributi regionali . I due professionisti si occupano della revisione e integrazione delle seguenti sezioni dell’archivio storico e degli aggregati: 1772 [sic]-1897, 1898-1949, fondo Comune di 9 Voldomino 1808-1897 e 1898-1923, fondo Congregazione di carità/Eca 1828-1978.
L’integrazione degli inventari del fondo comunale si rendeva necessaria per l’esistenza di una cospicua documentazione non inventariata nel 1956. Procedono a un inserimento fisico di atti nei fascicoli esistenti, a volte con poca coerenza rispetto alle carte dell’unità archivistica, alla correzione dei regesti dell’inventario del Ferregutti, spesso imprecisi nei nomi propri, e alla discutibile correzione e integrazione a penna biro dell’unica copia dell’inventario degli atti 1761-1949 inviato alla Prefettura e approvato ufficialmente; questo è trascritto con le integrazioni in un altro dattiloscritto conservato tra gli strumenti di corredo. Forse è loro l’elenco delle lacune reperito tra le carte relative al riordino, che risulta di somma importanza perché riporta buona parte dei fascicoli risultati mancanti anche nel corso del presente intervento, a dimostrazione che sono stati estratti prima del 1990, forse in occasione di alcune consultazioni. Gli stessi Valvassora realizzano l’inventario degli atti del solo carteggio relativi agli anni 1950-1959.
Nel dicembre del 1990 tutti i lavori sono conclusi ma gli inventari, sia quello integrato [sia] quello degli anni Cinquanta, non risultano inviati in Soprintendenza archivistica […].

Nota dell'archivista:

Nel corso dei lavori di riordino e inventariazione della Sezione II (1898-1949) sono state reperite carte sciolte e pratiche aperte in anni precedenti il 1898 da ricondurre ai fascicoli di pertinenza, se esistenti, o da inserire ex novo in carteggio.
Il presente intervento ha previsto pertanto l’analisi delle carte, il loro riordino, l’inventariazione e l’inserimento in carteggio, riordinato nel 2018 dall’archivista Sonia Gliera in serie aperte, secondo il titolario utilizzato nell’inventario Ferregutti del 1956.
Si è completamente rispettata la modalità di archiviazione ricostruita dalla Gliera e approvata dalla Soprintendenza archivistica per la Lombardia, numerando progressivamente per titolo, a partire da 1, i fascicoli del carteggio .
Si sono conservate le introduzioni alle serie stilate dall’archivista, autrice del primo intervento.
Le buste presentano un’unica numerazione a partire da 1 per tutto il fondo.
Il carteggio, che riguarda il periodo di organizzazione 1769-1897, contiene documentazione con estremi cronologici effettivi fino al 1930.

Gli obiettivi del presente intervento sono stati:
- la verifica dell’integrità del fondo;
- l’integrazione di materiale documentario rimasto al di fuori dei passati riordini, con l’inserimento coerente di atti e corrispondenza in fascicoli già esistenti o in nuove unità;
- la completa revisione delle unità archivistiche, l’organizzazione e la descrizione analitica dei contenuti delle nuove carte e dei fascicoli ritrovati, la segnalazione di indicazioni cronologiche e una nuova numerazione dei pezzi, là dove necessaria per l’inserimento di nuove pratiche;
- il riordino dei fascicoli in base al primo estremo cronologico ossia alla data d’apertura della pratica amministrativa;
- la stesura della scheda Complesso archivistico;
- il ricondizionamento delle nuove carte e la rietichettatura di parte del fondo.

Criteri di descrizione delle unità archivistiche

L’inventario descrive i singoli fascicoli, unità archivistiche di base.
Per ciascun fascicolo sono stati compilati i seguenti descrittori:
- Numero di unità
Il software Archimista attribuisce automaticamente un’unica numerazione di corda a tutti i pezzi schedati.
- Classificazione
È indicato l’indice di classificazione, risultato della strutturazione del fondo, secondo il titolario in XXVI titoli, utilizzato nell’inventario del 1956, una struttura ibrida tra il titolario in uso nell’amministrazione lombardo-veneta e il successivo titolario Astengo.
- Titolo
I titoli sono stati mutuati da quelli presenti sui fascicoli o, in assenza di titoli originali posti tra virgolette, ricavati dai contenuti .
- Estremi cronologici e Note alla data
Si sono indicate le date della documentazione conservata nei fascicoli; in caso di documentazione non datata, gli estremi cronologici sono stati attribuiti, se possibile, e indicati tra parentesi quadre. Nelle note si è indicata la presenza di eventuali antecedenti o susseguenti agli estremi cronologici principali.
- Contenuto
Descrizione delle carte contenute in ciascun fascicolo.
- Note
Nelle note sono stati indicati:
- presenza di documentazione inserta o allegata al contenuto principale del fascicolo;
- indicazione di tavole, stampe e/o fotografie;
- segnalazione di lacune;
- eventuali rimandi archivistici.
- Segnatura definitiva
Si tratta della numerazione dei fascicoli progressiva da 1 per ogni titolo .

Soggetti titolari:

  • Comune di Luino

Collegamenti:

Condizione di accesso:

accessibile previa autorizzazione

Condizione di riproduzione:

consentita per uso studio

Stato di conservazione:

discreto

Soggetti produttori

Compilatori

  • Prima redazione: Gliera, Sonia (archivista) - Data intervento: 31 dicembre 2019
  • Rielaborazione: Dilda, Giovanni Luca (archivista) - Data intervento: 26 marzo 2023