Comune di Luino ( 1898 - 1959 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente pubblico territoriale

Condizione: pubblico

Sede: Piazza Crivelli Serbelloni, 1

Collegamenti

Profilo storico / Biografia

Alla fine del XIX secolo l’Amministrazione municipale di Luino, guidata dal sindaco Tolini a capo di una Giunta liberale, deve affrontare il moto del pane, a seguito dei fatti milanesi del maggio 1898 . Le manifestazioni popolari in sostegno alle vittime milanesi e per la richiesta di un calmiere al prezzo del pane sono represse con l’aiuto dell’esercito e producono «14 morti, decine di feriti, arresti sommari, fughe precipitose all’estero» . Su proposta dell’Amministrazione e a sue spese è realizzato il Panificio Luinese, con la finalità di produrre e vendere pane a prezzo calmierato.
Gli anni successivi ai moti sono segnati dal consolidarsi del movimento operaio e dall’uscita dei cattolici dall’astensionismo iniziato con il Non expedit.
Il Partito Socialista Italiano consolida il suo potere e nel 1901 nasce a Luino la Camera del Lavoro, diretta dal farmacista Giovanni Battista Reggiori.
«Sotto l’ala socialista, nascevano o si rinnovavano i circoli vinicoli (…);» nel 1904 è inaugurato a Creva il più importante circolo luinese, intitolato a Felice Cavallotti, il cui fine è la «solidarietà per i compagni vicini, bisognosi di aiuto, e per i compagni di scioperi lontani, di partecipazioni all’inaugurazione di case del popolo o ai comizi di candidati socialisti, di diffusione dell’Avanti! e di altri fogli socialisti» .
Una serie di scioperi presso gli stabilimenti luinesi, per la riduzione dell’orario di lavoro e contro i ribassi salariali, rende la situazione sociale estremamente turbolenta. A quest’epoca risalgono l’effimero tentativo d’istituzione di un Collegio di probiviri (1904), limitato alle sole industrie tessili e avversato sia dagli industriali sia dai socialisti, e dell’Ufficio municipale del Lavoro (1907) , esteso ai mandamenti di Luino e Maccagno, con la finalità di curare il collocamento degli operai e la conciliazione delle vertenze.
Le elezioni amministrative, comunali e provinciali di questi anni indicano, accanto ad una maggioranza liberal-moderata, una progressiva affermazione socialista, con un peso crescente del Partito nel quadro politico dell’alto Varesotto; nei Comuni di Brezzo di Bedero, Cremenaga, Cugliate, Germignaga, Grantola, Musadino, Voldomino e nelle sezioni di Creva e delle Motte di Luino i socialisti vincono le elezioni e sono la formazione politica più votata.
Lo scoppio della Prima guerra mondiale, che segna un incremento dell’attività industriale per le numerose commesse militari, apre un’aspra lotta sociale tra interventisti (industriali e borghesia liberale e democratica) e neutralisti (socialisti); i cattolici scelgono una posizione attendista di “neutralità vigile e operosa”, fino all’accettazione del conflitto come una «fatale necessità» . A Luino gli arruolati in guerra sono 900, di cui 109 caduti e più di 200 mutilati.
La fine del conflitto porta ad una maggior consapevolezza sociale e politica della base operaia in pieno slancio verso la repubblica socialista e la dittatura del proletariato, sull’esempio della rivoluzione sovietica del 1917. La riduzione delle commesse militari, la lenta riconversione industriale e il blocco dell’emigrazione producono una crisi economica, amplificata dall’aumento della disoccupazione per il rientro dei soldati dal fronte. Le amministrazioni comunali chiedono allo Stato una politica di lavori pubblici in grado di assorbire la manodopera, lavori che si realizzano con i cantieri della strada intercomunale di Luino-Dumenza e per la canalizzazione del torrente Margorabbia, che sfocia in un esperimento rivoluzionario di autogestione.
Si apre il cosiddetto biennio rosso (1919-1921), segnato da ulteriori rivendicazioni, serrate, lotte sindacali, scioperi e occupazioni delle fabbriche . Inflazione e caroviveri esasperano i rancori della piccola borghesia, cresce la reazione e le occasioni di scontri di piazza tra i sostenitori dei fronti opposti, con l’affermazione di un vero e proprio squadrismo organizzato; il bisogno di “ordine” confluisce nel sostegno al regime fascista .
La divisione dei socialisti, tra massimalisti e riformisti, e la scissione di Livorno, con la nascita del Partito Comunista (1921), indeboliscono il fronte popolare e permettono al blocco borghese antibolscevico, intitolato a “Ordine e Libertà”, di conquistare il Comune nel 1921. Le rappresentanze politiche popolari imboccano un inesorabile declino.
Con l’avvento del fascismo, gli organi democratici comunali sono soppressi e sostituiti da organi di nomina governativa. Attraverso una serie di provvedimenti legislativi , si delinea un sistema nel quale tutte le funzioni in precedenza spettanti al sindaco, alla Giunta municipale e al Consiglio comunale sono attribuite ad un’unica figura, il podestà, nominata con regio decreto per una durata di cinque anni. Il podestà è affiancato da una Consulta municipale, con facoltà di esprimere pareri ma senza il diritto di deliberare, composta da almeno 6 consultori nominati dal Prefetto.
Nel 1928 al Comune di Luino, già nella provincia di Como e dal 1927 nella neonata provincia di Varese, sono aggregati i Comuni di Brezzo di Bedero, Germignaga e Voldomino .

Con la fine della dittatura, l’amministrazione provvisoria dei Comuni è affidata , fino alla ricostituzione del sistema elettivo democratico, a un sindaco e a una Giunta comunale, nominati dal prefetto di Varese, su proposta del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN).
Il sistema è ripristinato nel 1946 , ricostituendo le amministrazioni comunali su nomina elettiva attraverso le elezioni del 31 marzo, con risultati che esprimono una netta preferenza dell’elettorato per la Democrazia Cristiana.
I primi anni della Repubblica consolidano il potere democristiano.

Complessi archivistici

Compilatori

  • Prima redazione: Dilda, Giovanni Luca (archivista) - Data intervento: 01 luglio 2023