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Fondo Piero Chiara di Luino

Fondo Piero Chiara di Luino (1937 aprile 10 - seconda metà sec. XX)

313 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

Metri lineari: 4.65

Consistenza archivistica: bb. 31, fascc. 313

Il fondo Piero Chiara di Luino (1) è costituito da un piccolo complesso documentario attestante la genesi di alcune sue opere.
Acquisito nel 1998 dall’Amministrazione comunale luinese da Marco Chiara (1930 − 2011), figlio dello scrittore, il fondo custodisce stesure, manoscritte o dattiloscritte, di alcuni racconti, dei romanzi e della produzione saggistica, materiale di lavoro, soggetti, trattamenti e sceneggiature originali o tratti dalle sue opere, un lacerto della corrispondenza, poche fotografie e una raccolta di testate giornalistiche.
Il fondo luinese rappresenta solo una parte dell’archivio originario dello scrittore (2).
Di particolare interesse la descrizione della modalità di lavoro di Chiara, di cui l’archivio è testimonianza, ricostruita da Mauro Novelli, curatore delle edizioni I Meridiani Mondadori:

«Per comporre un romanzo, non impiega più di sei mesi: si tratta però di storie rimuginate per anni, dette e ridette per squarci ad amici sempre diversi, “per aggiustare i fatti, per calibrarli e portarli a giusta incandescenza. Scaldo il mio racconto, lo attanaglio e lo martello come fa il fabbro col ferro” (Lajolo, p. 15). Spesso chiama accanto a sé la segretaria, per dettarle lunghi passi di getto, o sulla base di appunti. Non conosce il terrore della pagina bianca, bensì “il prurito dello scrivere” (Sale & Tabacchi, p. 230). Quando sente giunto il momento, afferra una delle sei o sette biro che tiene sempre pronte (per cambiarle non appena si scaldino) e dà inizio alla stesura, che avviene con gioia e veemenza, su blocchi di carta bianca. Indi ricopia su un quadernone, del quale riempie solo la facciata di destra, lasciando la sinistra libera per correzioni e inserimenti, che tempestano le riletture. A questo punto può affidare il lavoro a Gigliola, perché lo batta: “non scrivo a macchina perché la postazione fissa mi spegne la fantasia; io quando scrivo devo alzarmi ogni dieci minuti: aprire un libro, guardare dalla finestra, prendere il cannocchiale e osservare le montagne o guardare i fiori che spuntano sul mio terrazzo di Varese o telefonare a un amico per combinare una partita a carte (Intervista a O. Ripa, cit. (3)) Sul dattiloscritto inizia una sarabanda di ricuciture, tagli, aggiunte. Collauda il testo ad alta voce, fermandosi a “pettinarlo” là dove il suo orecchio sente degli intoppi; per saggiarne l’effetto, spesso lo legge alla moglie o ad altre persone di fiducia, disposto a lasciare cadere frasi o interi episodi dinanzi a una perplessità. Solo allora si decide a inviare l’opera alla casa editrice, dove subisce la consueta trafila. Non finisce qui, tuttavia, l’impegno dello scrittore, che sovrintende con scrupolosità all’aspetto dei suoi libri: vigila sulle scelte paratestuali, commissiona (nel caso degli “Oscar”) le prefazioni a studiosi di suo gusto, sceglie con cura l’illustrazione di copertina, quasi sempre ricavata dagli autori che colleziona» (4).

Storia archivistica:

A seguito della morte di Chiara, avvenuta il 31 dicembre 1986, il suo archivio è custodito dalla seconda moglie Irma Adele Buzzetti nella loro residenza varesina, in via Metastasio.
A metà degli anni Novanta, l’archivio è suddiviso in due sezioni, vendute dal figlio ai Comuni di Varese (1996) e Luino (1998) (5).
Varese acquista una sezione libraria di circa 900 volumi, provenienti dalla biblioteca personale dello scrittore (6), e una archivistica, «parte della quale (…) ancora imballata e conservata all’interno dei mobili originari» (7), costituita da corrispondenza intessuta da Chiara con amici, familiari, lettori, collaboratori ed esponenti del mondo culturale e politico, per un totale di circa 13.000 lettere e diverse scatole di cartoline, «300 dattiloscritti con note a margine e correzioni dello scrittore» (8) ossia prime stesure di testi letterari e redazioni precedenti a quelle pubblicate, presentazioni di cataloghi di artisti, «parti informative per la descrizione di immagini fotografiche, testi per la presentazione di libri o per la pubblicazione di articoli» (9) sulla stampa periodica e copie degli articoli pubblicati, in particolare sul “Corriere del Ticino” nella rubrica Sali & Tabacchi.
Il Comune di Luino acquista, invece, materiale documentale relativo ad una parte della produzione letteraria e saggistica e della produzione filmica dello scrittore.
La sezione d’archivio acquisita è custodita inizialmente nella sede municipale, poi, trasferita nella biblioteca civica a Villa Hüssy, e infine, dal 2018, a Palazzo Verbania, dove l’Amministrazione comunale crea un polo documentale relativo ai due maggiori autori luinesi, con l’archivio del poeta Vittorio Sereni.
Una prima schedatura descrittiva del fondo è realizzata da Barbara Colli per il progetto Archivi letterari del Novecento, poi confluita nel volume A carte scoperte. Repertorio dei fondi letterari lombardi del Novecento. Archivi di persona. Secondo la scheda elaborata (10), i materiali custoditi in 9 scatoloni presentavano un ordine probabilmente dato dall’autore o dalla sua segretaria (11), in tre grandi parti:

1. Romanzi, racconti, saggistica e sceneggiature per il cinema e la televisione, con materiali preparatori;
2. L’attività giornalistica, con articoli per il “Corriere del Ticino” (1960-1985), il “Giornale del popolo”, “L’Italia” (1949-1951) e “Qui Touring” (1984-1985), reportage dalla Spagna e dal Portogallo, interviste e collaborazioni con varie testate (suddivise in annate, dal 1963 al 1985);
3. Corrispondenza varia dal 1951 al 1988 (12), tra cui spiccano per interesse i carteggi per la giuria del Premio Campiello (1971-1972) e relativo al periodo in cui Chiara dirige la rivista “Qui Touring” (1984-1985), con fotocopie di varie lettere dello scrittore a corrispondenti diversi.

L’analisi delle carte e il loro riordino hanno rivelato, però, una serie di lacune rispetto alla scheda del Repertorio, in particolare riguardo la corrispondenza, che in realtà si riduce a poche unità, per lo più collegate alla produzione saggistica di Chiara dedicata a Casanova e D’Annunzio, e ai carteggi per la giuria del Premio Campiello e relativo alla direzione del periodico del Touring Club Italiano, completamente assenti. Questa lacune, seppur mai segnalate, sono già evidenti nel 2015, anno in cui la filologa Chiara Lungo realizza un elenco di consistenza sommario del contenuto degli scatoloni in cui il fondo Chiara è conservato.
L’anno successivo l’archivio è oggetto di un primo tentativo di riordino archivistico, realizzato dalla società Le Filigrane, ma il risultato di questo intervento rivela un’estrema parcellizzazione delle carte, con un rischioso dissolvimento del vincolo archivistico, e rappresenta una complessa chiave di accesso al fondo.

Nota dell'archivista:

La prima fase del lavoro è consistita nello studio degli strumenti di corredo esistenti per comprendere ed individuare sia la logica del precedente intervento archivistico, sia quella sottesa alle carte e capire se esistesse «quella coerenza interna che di solito non viene completamente alterata dal tempo e dagli spostamenti» (13).
La disposizione originaria della documentazione era stata ampiamente manipolata, anche a seguito dei continui traslochi del fondo, e risultava, spesso, impossibile ricostruirne la sedimentazione naturale (14). L’apparato critico alle edizioni I Meridiani Mondadori dei racconti e dei romanzi di Chiara, a cura di Mauro Novelli, è stato lo strumento essenziale per capire le carte conservate e delinearne una struttura, corroborata dal loro studio filologico (15).
Novelli, infatti, è stata la prima persona che ha consultato e studiato scrupolosamente i documenti dello scrittore e le Notizie sui testi da lui stilate per l’edizione I Meridiani permettono di conoscere la situazione in cui le carte erano conservate al momento della consegna del fondo al Comune o comunque prima di qualsiasi intervento.
La struttura così individuata è scandita in serie (16), spesso articolate in sottoserie e sottosottoserie:

1. Racconti e prose
1.1 Dolore del tempo
1.2 Con la faccia per terra e altre storie
1.3 Ti sento, Giuditta
1.4 I ladri
1.5 L’uovo al cianuro e altre storie
1.6 Sotto la Sua mano
1.7 Le corna del diavolo e altri racconti
1.8 Ora ti conto un fatto
1.9 Helvetia, salve!
1.10 Viva Migliavacca! e altri 12 racconti
1.11 40 storie di Piero Chiara negli elzeviri del Corriere
1.12 Il capostazione di Casalino e altri 15 racconti
1.13 Pierino non farne più!
1.14 Gli anni e i giorni
1.15 Di casa in casa, la vita. 30 racconti
1.16 I bei cornuti d’antan e altri scritti del Caffè
1.17 Un bel viaggio
2. Romanzi
3. Saggistica
3.1 Casanoviana
3.1.1 Articoli
3.1.2 Materiale di lavoro e iconografico
3.1.3 Corrispondenza
3.1.4 Dibattiti e conferenze
3.1.5 Poesie di Casanova
3.1.6 Il Polemoscopio
3.1.7 Il vero Casanova
3.2 Dannunziana
3.2.1 Testi
3.2.2 Materiale di lavoro e iconografico
3.2.3 Corrispondenza
3.2.4 Vita di Gabriele D’Annunzio
3.3 Progetto su Pigafetta e de Varthema
3.4 Scritti d’arte e in libri d’artista
3.5 Testi su scrittori
3.6 Saggi e articoli diversi
4. Riscritture
5. Soggetti, trattamenti e sceneggiature
6. Poesie
7. Corrispondenza
8. Immagini
9. Giornali
10. Miscellanea

Indiscutibilmente prezioso il lavoro di riordino delle versioni dei racconti senza un titolo puntuale, rinvenute sciolte tra i documenti, e ricondotte nella loro giusta collocazione attraverso un confronto con i testi definitivi, a cura de Le Filigrane.
Tra le carte sono state rinvenute anche alcune camicie originali, con titoli manoscritti, svuotate del loro contenuto ed estrapolate dal loro contesto. Nel caso dei racconti ed elzeviri, infatti, è stato possibile ricondurre la documentazione contenuta in origine, estratta e sistematicamente parcellizzata. Il fascicolo o unità archivistica di base rappresenta sempre un «punto fermo nella “navigazione” nel nostro mare di carte» (17). Nell’intervento precedente, infatti, le diverse stesure di uno stesso racconto (e la stessa cosa è avvenuta per i romanzi) sono state divise e sono andate a costituire diversi fascicoli non originali che spezzavano quel vincolo essenziale all’unità archivistica, moltiplicandone esponenzialmente il numero; attraverso l’attuale lavoro di revisione si è passati da 458 a 313 unità. Ciò non toglie che le varie stesure di un racconto o di un romanzo contenute in uno stesso fascicolo siano tra loro distinte, avvolte in carta non acida, anche per questioni di conservazione.
A chiusura del fondo erano conservate, come parte integrante dell’archivio, schedine biografiche e bibliografiche di mano tarda, appunti e annotazioni recenti, didascalie, dépliant e testi della mostra documentale “Omaggio a Piero Chiara” realizzata nel 2006, espunti perché non parte integrante dell’archivio, in quanto non prodotti dal suo soggetto produttore. La loro conservazione, infatti, non dev’essere affidata al fondo Piero Chiara, da considerarsi chiuso alla data della morte dello scrittore, ma al carteggio comunale. Tra l’altro tutto questo materiale documentale spurio confondeva la chiarezza interna delle carte originali.
Allo stesso modo sono state estratte le fotocopie di sei lettere tra Piero Chiara e Luigi Russoli donate il 24 febbraio 2007 da Davide La Grotteria poiché semplici riproduzioni di lettere conservate altrove.
Pertanto gli obiettivi del presente intervento, facendo emergere il vincolo archivistico e indagando le tracce superstiti, sono stati:
- individuazione della struttura d’archivio;
- individuazione delle unità archivistiche (fascicoli);
- revisione puntuale delle descrizioni dei contenuti, con aggiornamenti, correzioni e integrazioni, o nuova stesura;
- ricontrollo, revisione e implementazione delle indicazioni cronologiche;
- attribuzione di una nuova numerazione dei pezzi;
- elaborazione delle schede Soggetto produttore e Complesso archivistico, alla luce del nuovo intervento;
- ricondizionamento della documentazione, con nuove camicie in carta non acida e nuova etichettatura di fascicoli e buste.

Criteri di descrizione delle unità archivistiche
L’inventario descrive i fascicoli, unità archivistiche di base; per ciascun fascicolo sono stati compilati i seguenti descrittori:
- Numero di unità
Il software Archimista attribuisce automaticamente un’unica numerazione di corda a tutti i pezzi schedati.
- Titolo
I titoli, in assenza di originali indicati tra virgolette, sono stati ricavati dai contenuti.
- Estremi cronologici e Note alla data
Sono indicate le date della documentazione conservata nei fascicoli. In caso di documentazione non datata, gli estremi cronologici sono stati attribuiti, se possibile, e indicati tra parentesi quadre, altrimenti con s.d. (senza data).
Nei fascicoli contenenti stesure di racconti, in assenza di date e in mancanza di riferimenti cronologici certi, gli estremi sono costituiti dalla data di prima edizione del racconto (per esempio la pubblicazione su un quotidiano), come primo estremo, e dalla data di pubblicazione della raccolta, secondo le Notizie sui testi di Mauro Novelli nelle edizioni I Meridiani Mondadori, come secondo estremo. Nel caso in cui il racconto sia stato composto per la raccolta l’unica data è quella della sua pubblicazione.
Nelle note si è indicata la presenza di eventuali antecedenti o susseguenti agli estremi cronologici principali.
- Contenuto
Descrizione delle carte, delle fotografie e dei ritagli di quotidiano contenuti in ciascun fascicolo.
Nei fascicoli contenenti stesure di racconti e romanzi sono stati rilevati anche dati estrinseci (se si tratta di manoscritto, dattiloscritto o dattiloscritto in copia carbone, con la presenza di eventuali aggiunte e correzioni autografe).
- Note
Nelle note sono stati indicati:
- presenza di documentazione inserta o allegata al contenuto principale del fascicolo;
- informazioni a compendio delle descrizioni dei contenuti (date di edizione delle opere, riferimenti biografici degli intestatari dei fascicoli);
- rimandi archivistici.
- Segnature precedente e definitiva
Si tratta della numerazione di buste e fascicoli, attribuita nell’intervento archivistico a cura de Le Filigrane, e della nuova numerazione delle buste, progressiva da 1 per tutto il fondo, e dei fascicoli, da 1 a n per serie, applicata nel presente intervento.
- Classificazione
È indicato l’indice di classificazione risultato della strutturazione del fondo in serie, sottoserie e sottosottoserie.

Note
(1) Nel corso del presente intervento, analizzando la storia delle carte qui ricostruita, è stata ripensata anche la denominazione del complesso archivistico: da Archivio Piero Chiara a Fondo Piero Chiara di Luino. Il termine “fondo”, infatti, indica «un complesso di carte in cui è sicura e ben riconoscibile la provenienza da un unico soggetto produttore, ma esiste un altro istituto di conservazione, o altri istituti, che detengono parimenti un fondo documentario sempre proveniente da quello stesso soggetto produttore; e tale suddivisione di quello che originariamente era un archivio unitario (che potrebbe essere virtualmente ricomposto) si è verificata o in conseguenza di cambiamenti istituzionali (…) o a causa delle vicende di custodia e trasmissione delle carte, che ne hanno determinato, per ragioni disparate, la destinazione a sedi di conservazioni diverse (come nel caso di numerosi archivi di persona)» S. Twardzik, Archivi, fondi, versamenti e raccolte: alcuni chiarimenti in Introduzione alla studio dell’archivistica a cura di S. Twardzik, Milano, Biblion Edizioni 2023, pp. 14-15.
(2) La corrispondenza di Chiara è custodita dal Comune di Varese e parti delle sue carte, con stesure di racconti, romanzi e saggistica, sono conservate presso la Fondazione Mondadori di Milano (Archivio storico Arnoldo Mondadori Editore) e l’archivio privato di Federico Roncoroni a Como. Nel suo testamento Piero Chiara nomina Roncoroni erede editoriale, con il compito di amministrare i diritti delle sue opere e la curatela dell’archivio privato. Federico Roncoroni (1944 – 2021), segnalato a Chiara nel 1960 in qualità di consulente per la sua traduzione del Satyricon di Petronio Arbitro, sarà per il resto della vita dello scrittore il collaboratore più fidato.
(3) O. Ripa, Piero Chiara diventa regista, “Gente”, 2 giugno 1977.
(4) Cronologia di Mauro Novelli in Piero Chiara, Racconti, a cura di Mauro Novelli, Milano, I Meridiani, Mondadori 2006, pp. LXXXIILXXXIII.
(5) Al di là del semplice interesse degli eredi, la divisione di un archivio di persona in più parti, assegnate ad istituti diversi, è, secondo Caterina Del Vivo, quasi una consuetudine: una modalità che deriva le sue origini dalla «frammentazione per materia tipica della seconda metà dell’Ottocento e del primo Novecento, quando molto spesso i documenti attinenti il patrimonio, l’attività politica o la genealogia della famiglia venivano versati presso gli archivi di Stato, la corrispondenza [ndr e i manoscritti, con le diverse stesure di opere letterarie] presso le biblioteche, i cimeli e i diplomi presso gli Istituti di storia patria». C. Del Vivo, Accostarsi a un archivio di persona: ordinamento e condizionamento in F. Ghersetti e L. Paro (a cura di) Archivi di persona del Novecento. Guida alla sopravvivenza di autori, documenti e addetti ai lavori, Treviso, Fondazione Benetton Studi Ricerche – Fondazione Giuseppe Mazzotti per la civiltà veneta con Antiga Edizioni 2012, p. 9.
(6) Le prime edizioni delle opere di Chiara, a suo tempo conservate nello studio varesino, sono state vendute ed in corso di recupero sul mercato antiquario.
(7) Scheda 343 – Fondo Piero Chiara in A carte scoperte. Repertorio dei fondi letterari lombardi del Novecento. Archivi di persona, a cura di S. Albesano e S. Albonico, Milano, Officina letteraria 2009, p. 204.
(8) Ibidem.
(9) Scheda 343 – Fondo Piero Chiara in A carte scoperte…, p. 205.
(10) Scheda 346 – Fondo Piero Chiara in A carte scoperte…, pp. 206 – 207.
(11) Sua storica collaboratrice è Gigliola Perozzo della sede varesina del PLI, in via Bernascone, dove lo scrittore si recava quotidianamente per lavorare e assolvere gli obblighi di segretario provinciale. Vedi Cronologia di Mauro Novelli in Piero Chiara, Racconti, a cura di Mauro Novelli, Milano, I Meridiani, Mondadori 2006 p. LXXVI.
(12) Estremo postumo alla morte dello scrittore, forse un refuso di stampa.
(13) C. Del Vivo, Accostarsi a un archivio di persona: ordinamento e…, p. 10.
(14) Un esempio è rappresentato da due camicie originali, trovate vuote, relative alla serie Casanoviana, che riportano annotato uno stesso titolo “Casanova – Materiale inutilizzabile”. A questo punto risulta impossibile estrapolare dalle carte relative al lavoro di Chiara dedicato a Giacomo Casanova il materiale documentario che lo scrittore riteneva “inutilizzabile”, ricostruendo le sue scelte.
(15) Piero Chiara, Racconti, a cura di Mauro Novelli, Milano, I Meridiani, Mondadori 2006 e Piero Chiara, Tutti i romanzi, a cura di Mauro Novelli, Milano, I Meridiani, Mondadori 2006.
(16) Le cui denominazioni in molti casi sono state tratte dalle serie individuate da Novelli nell’ambito della produzione letteraria e saggistica di Chiara (Casanoviana, Dannunziana, Scritti d’arte e in libri d’artista etc.).
(17) C. Del Vivo, Accostarsi a un archivio di persona: ordinamento e…, p. 25.

Condizione di accesso:

accessibile previa autorizzazione

Stato di conservazione:

buono

Soggetti conservatori

  • Comune di Luino

Soggetti produttori

Compilatori

  • Rielaborazione: Dilda, Giovanni Luca (archivista) - Data intervento: 03 luglio 2025