Capitali attivi (1808 - 1942)
41 unità archivistiche di primo livello collegateSottoserie
La serie copre l'arco cronologico 1808−1943. Sia per la sua estensione temporale che per la natura della documentazione, essa si configura come una delle serie portanti dell'archivio.Essa comprende 40 fascicoli relativi alla gestione dei vari "capitali" ceduti a terzi a titolo di censo, di livello o di mutuo. I fascicoli sono contenuti per la maggior parte in camicie originali sulle quali è indicato, oltre al nome del livellario, censuario o mutuatario originale, anche l'istituto di riferimento, cioè l'istituto con i fondi del quale il prestito venne effettuato.L'organizzazione di questa documentazione, raccolta in fascicoli intestati ai diversi contratti, rappresenta una svolta nella modalità di tenuta delle carte dell'archivio, riflesso anche della nuova legislazione napoleonica che, prevedendo una più moderna organizzazione dell'amministrazione dei "pubblici stabilimenti", costrinse di fatto questi enti a una più razionale sistemazione dei documenti (1).Note(1) Di fatto la legislazione napoleonica entra anche nel merito dell'organizzazione degli archivi: cfr. per esempio il decreto del 5 settembre 1807 sulla separazione dei registri. Per questo e per i successivi riferimenti legislativi cfr. Leone Fontana, Regolatore amministrativo teorico−pratico ad uso degli impiegati amministrativi in genere, Milano, stabilimento Civelli Giuseppe e comp., 1850, Titolo XI Pubblica beneficenza; Guazzo. − Note di storia istituzionale: La legge napoleonica, in seguito all'attivazione delle Congregazioni carità, indica il modo di regolare l'amministrazione (decreto del 25 novembre 1808) stabilendo fra l'altro le norme secondo le quali le congregazioni potevano impiegare le somme capitali. Il decreto stabiliva l'interesse minimo da riscuotere (5%) e la durata dell'impiego dei capitali, che non poteva superare il decennio. Le somme capitali fruttifere non potevano, se non previa autorizzazione governativa, essere convertite in pagamento di debiti (per tale scopo erano utilizzabili le sole restanze attive), ma dovevano essere nuovamente investite. Il decreto inoltre stabiliva che nella costituzione dei nuovi livelli si sarebbe abbandonato l'uso del canone annuale in natura.Una novità rispetto al passato era costituita dall'istituto dell'ipoteca, con cui i soggetti livellanti o mutuanti potevano garantire i propri capitali. Il bollettino delle leggi 1806 contiene anche il "Regolamento per gli uffici di conservazione delle ipoteche" (19 aprile 1806). Nella sezione II, "Delle ipoteche", si legge "l'ipoteca è un diritto reale costituito sopra beni immobili vincolati per la soddisfazione di un'obbligazione. E' di sua natura indivisibile e sussiste per intero sopra tutti gli immobili che si sono obbligati, sopra ciascuno di tali immobili e sopra ogni parte di essi. E' legale (deriva dalla legge) o giudiziale (procede dalla sentenza o atti giudiziali) o convenzionale (dipende dalle convenzioni e dalla forma estrinseca degli atti e dei contratti). Sono suscettibili d'ipoteca: i beni immobiliari che sono in commercio ed i loro accessori reputati come immobili, l'usufrutto degli stessi beni e dei loro accessori durante l'usufrutto (…). Il creditore cui compete l'ipoteca legale può esercitare la sua ragione sopra tutti gli immobili spettanti al debitore e sopra quelli che potranno appartenergli in avvenire (…)".Le ipoteche andavano registrate presso gli Uffici di conservazione delle ipoteche, esistenti nei comuni dove risiedeva un tribunale civile di prima istanza, nello stesso locale dell'ufficio del registro.Per ottenere la trascrizione o l'iscrizione era necessario presentare al Conservatore l'originale o la copia autentica della sentenza o dell'atto che dava il titolo all'iscrizione. L' ipoteca giudiziale derivava anche dalle ricognizioni o verificazioni fatte in giudizio.Nel caso degli ospedali, dei pubblici stabilimenti e dei comuni la presentazione veniva fatta dai rispettivi amministratori. Le iscrizioni conservavano l'ipoteca ed il privilegio per 10 anni dal giorno della loro data: il loro effetto cessava se prima della scadenza di detto termine non si era provveduto a rinnovarle. Le spese di iscrizione erano a carico del debitore.Successivamente il governo austriaco darà ulteriori disposizioni circa le ipoteche con la pubblicazione della patente sovrana per la regolarizzazione delle ipoteche del 1826 novembre 25 (1), ma in sostanza manterrà l'impostazione data per questa materia dal codice napoleonico.Il fascicolo−tipo comprende di norma le iscrizioni ipotecarie (a partire dal 1808, ma soprattutto dal 1819) e le relative rinnovazioni, gli eventuali atti giudiziari (sentenze, ordini di pignoramento, ricognizioni di debito, eccetera) e l'eventuale carteggio con le autorità superiori. In molti casi, ma non sempre, è presente (più spesso in copia che in originale) il contratto relativo alla cessione del capitale. Come più sopra accennato il capitale veniva ceduto sotto forma di livello o di censo. Tali tipologie di contratto, presenti per tutto il sec. XVIII e l'inizio del sec. XIX, cederanno poi il posto al mutuo (2).Sulle camicie originali dei fascicoli è spesso indicato l'istituto cui il capitale era legato. La sistemazione dei fascicoli risale alla prima metà del sec. XIX. Con molta probabilità un ordine sistematico apparve necessario in seguito alla nuova legislazione sulle ipoteche (1806) che, come abbiamo visto, obbligava all'iscrizione ipotecaria dei fondi dati in garanzia di mutui e alle successive rinnovazioni dell'iscrizione. Sulle cedole relative alle iscrizioni ipotecarie sono registrati i dati relativi ai contratti originari. Ciò ha costituito un'utile fonte per la raccolta dei nomi dei notai rogatari, e dei tipi di contratto, che sono stati riportati in nota. Quando invece i contratti sono presenti ne è stata data puntuale descrizione direttamente in inventario.Molti fascicoli raccolgono la documentazione relativa a diversi capitali che a un certo punto vengono accorpati e fusi in un unico capitale. In questi casi è stato necessario ricorrere alla sottofascicolazione per ottenere una descrizione sufficientemente chiara e articolata della documentazione.Si è poi cercato di dare conto dei diversi passaggi subiti dal capitale (passaggi per eredità o per cessione a terzi). In alcuni casi i capitali vengono regolarmente estinti, ma sono molti i capitali che non riescono ad essere recuperati dal Consorzio e per i quali non si riesce nemmeno a ottenere il pagamento degli interessi. Di questa situazione si ha riscontro nella serie "Vertenze", dove sono raccolti fascicoli relativi a liti sostenute dal Consorzio, essenzialmente per il recupero di capitali.(1) In precedenza erano uscite la circolare governativa del 31 gennaio 1824 circa la procedura per la cancellazione delle ipoteche a favore degli istituti pii e il regio decreto dell' 8 gennaio 1825 contenente le norme sulla trascrizione dei beni degli istituti pii all'ufficio delle ipoteche.(2) Per quanto riguarda il censo e il livello cfr. sez. I, introduzione alla serie "Censi e livelli". Il mutuo si configura come "contratto con il quale una parte (mutuante) consegna all'altra (mutuatario) una determinata quantità di denaro o di altre cose fungibili e l'altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità (…); può essere gratuito o oneroso (in questo caso il mutuatario deve corrispondere gli interessi sulle somme ricevute); (…) è un contratto reale per la cui conclusione è richiesta la consegna della cosa data in prestito" (da Enciclopedia del diritto e dell'economia Garzanti).
Codici identificativi:
- MIBA00D8E1 (PLAIN) | Annotazioni: Verificato il 18/10/2013
Compilatori
- Annalisa Zaccarelli (Archivista)
Link risorsa: http://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/****/fonds/23921