Martinengo Colleoni ( fine sec. XV - 1885 )

Tipologia: Famiglia

Altre denominazioni:

  • conti di Cavernago e di Malpaga [Dal 1533]
  • signori di Oriano [Dal 1684]
  • marchesi di Pianezza [Dal 1717]

Profilo storico / Biografia

La famiglia Martinengo Colleoni costituisce una delle numerose diramazioni della famiglia bresciana dei Martinengo (1) e trae la sua origine dal condottiero Bartolomeo Colleoni (1392/1396 – 1475) e da Tisbe Martinengo, unitisi in matrimonio intorno al 1439. Non avendo eredi maschi, il capitano impone a Orsina, terza delle sue figlie e sposa di Gherardo Martinengo, di aggiungere, per i nipoti, al cognome del marito quello dei Colleoni. Pertanto Isotta, Caterina e Orsina Colleoni, figlie di Bartolomeo e Tisbe, rispettivamente mogli di Giacomo, Gaspare e Gherardo Martinengo daranno origine alle famiglie Martinengo della Motella, Martinengo dalle Palle e Martinengo Colleoni.
Attraverso la sua attività di capitano di ventura al servizio del Duca di Milano e della Repubblica di Venezia, Bartolomeo Colleoni costruisce un forte potere personale su di un vasto territorio nella pianura bergamasca che ha il suo centro nella rocca di Malpaga, acquistata dalla Camera fiscale di Venezia nel 1456, e nel castello di Cavernago, comprato dai canonici di Sant’Alessandro di Bergamo nel 1473 e infeudato nel 1476.
Nel maggio 1465 Bartolomeo ottiene dal doge Cristoforo Moro la conferma sui feudi di Martinengo, Cologno e Urgnano, già concessi nel 1454, e la giurisdizione feudale su Palosco, Solza, Romano di Lombardia, Malpaga, Calcinate, Ghisalba e Mornico con «mero et mixto imperio» e con tutte le entrate e i redditi da essi provenienti (1465 maggio 20, unità 2).
Il suo ruolo, centrale nella promozione del territorio, grazie al miglioramento della rete idrica e ad interventi architettonici quali il Portico della Misericordia a Romano di Lombardia, i monasteri di Santa Chiara e dell’Incoronata a Martinengo e di Santa Maria della Basella a Urgnano, «segna la storia dei luoghi e del paesaggio» (2); come ricorda l’epitaffio nella Cappella Colleoni di Bergamo: «Coenobia ac templa magnifice extruxit splendideque dotavit et aquas ad publicos usus derivavit».
Autorità e poteri feudali sono confermati dall’investitura del titolo comitale per Malpaga e Cavernago, conferito dal doge Andrea Gritti a Gherardo Martinengo Colleoni e ai suoi discendenti (1533 settembre 25, unità 29) e rinnovati dalla Serenissima nel corso del XVII e XVIII secolo. Al tramonto del potere veneziano, la famiglia Martinengo Colleoni ottiene dal doge Ludovico Manin la conferma dell’investitura dell’intera giurisdizione di Malpaga, della porzione dei beni feudali e della giurisdizione civile di Oriano, ottenuti nel 1684, e della giurisdizione civile e criminale in prima e seconda istanza, castello e terra di Cavernago (1791 agosto 17, unità 152).
Tra i membri della famiglia spiccano figure di condottieri e uomini d’arme al servizio della Serenissima e dei Savoia. Francesco Martinengo Colleoni, nominato da Emanuele Filiberto, duca di Savoia, suo gentiluomo di camera e consigliere di guerra con il grado di colonnello (1568 novembre 21, unità 51), sarà comandante generale per l’impresa di Revello nella guerra contro i Francesi per il possesso del marchesato di Saluzzo (1588 ottobre 19, unità 58) e infine capitano di cavalleria al servizio del Doge di Venezia. Attraverso il suo matrimonio con Beatrice Langosco di Stroppiana, già favorita del Duca di Savoia e vedova del conte di Vesme, l’influenza e il potere della famiglia si amplia anche in territorio sabaudo con l’acquisto del feudo di Pianezza (1578 dicembre 6, unità 52), cui segue nel 1717 la concessione del titolo marchionale, attribuito da Vittorio Amedeo II di Savoia a Pietro Emanuele Martinengo Colleoni (3) (1717 febbraio 22, unità 132).
Seguono la carriera militare anche Bartolomeo, a capo di truppe mercenarie arruolate al servizio della Serenissima (1649 luglio 31, unità 110), e Alessandro, mastro di campo di cinque compagnie di fanteria del Duca di Mantova (1628 agosto 3, unità 84) e più tardi al servizio di Venezia nella guerra del Polesine. Inviato giovanissimo presso la corte di Lorena (1624 ottobre, unità 76-81), Alessandro è condannato nel 1634 al bando perché mandante dell’omicidio di Troiano Calzaveglia (1644 luglio 13, unità 106), ma grazie alle ottime relazioni che detiene vivrà libero fino alla sua definitiva residenza a Caravaggio.
Ultimo esponente della famiglia avviato alla carriera militare è Giovanni Estore (1763-1832): entrato nell’esercito prussiano, quindi fervente rivoluzionario, ammiratore di Bonaparte, membro del Corpo Legislativo ai Comizi di Lione per il dipartimento del Mella, senatore del Regno d’Italia e amico personale di Eugenio di Beauharnais, si ritira a vita privata con il ritorno degli Austriaci. Figura affascinante anche per la sua attività di massone, documentata da due diplomi: l’uno della loggia reale Amalia Augusta dell’Oriente di Brescia che lo nomina fratello onorario (1807, unità 155), l’altro della loggia imperiale Carolina dell’Oriente di Milano che lo nomina principe Rosa Croce di Heredon, cavaliere del Pellicano e dell’Aquila nera (post 1800 – ante 1807, unità 153).
Il ramo della famiglia Martinengo Colleoni, iniziato con il condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni, si estingue con il conte Venceslao (1810-1885), figlio di Giovanni Estore e Camilla Provaglio. In seguito al dissesto finanziario del padre, Venceslao (4) è costretto a vendere la maggior parte dei beni familiari, trascorrendo un’esistenza frugale e ritirata nel castello di Cavernago fino alla sua morte, avvenuta nel 1885, ma mettendo a disposizione dell’avvocato Giuseppe Maria Bonomi, autore de Il castello di Cavernago e la famiglia Martinengo Colleoni, l’archivio familiare per scrivere la gloriosa storia del suo casato.

Note
(1) Le linee dei Martinengo: da Barco, Cadivilla Orzivecchi, Cesaresco dell’Aquilone, Cesaresco del Novarino, Colleoni (distintosi in Colleoni di Pianezza e Colleoni di Malpaga), di Erbusco, della Motella, di Padernello, Palatino, della Pallata, dalle Palle, di Villachiara, di Villagana e di Zante.
(2) Premessa di Ajardo Agliardi, presidente del Luogo pio della pietà Bartolomeo Colleoni, in L. Pagani, Bartolomeo Colleoni e il territorio bergamasco – Problemi e prospettive, Bergamo, 2000, p. 11.
(3) Ultimo esponente dei Martinengo Colleoni di Pianezza, morto nel 1746.
(4) «Giovane avvenente, colto, portò sempre con serenità e con dignitosa rassegnazione, insieme con le due nobili sorelle, i disastrosi effetti economici della prodigalità dei suoi maggiori. Vendette a un banchiere il suo splendido palazzo di Brescia a S. Alessandro, alienò tutti i possedimenti della provincia bresciana per pagare i debiti ereditati, e si ritirò nel suo castello di Cavernago a vivere modestamente coi pochi mezzi avanzati e a meditare, senza querimonie e rimpianti, le grandi memorie della sua casa e i giuochi della cieca fortuna. Egli così mite ed operoso meritava certamente una vita più fortunata». “Martinengo Colleoni, Venceslao” in Enciclopedia Bresciana (www.enciclopediabresciana.it).

BIBLIOGRAFIA

B. Belotti, La vita di Bartolomeo Colleoni, Bergamo, Istituto Arti Grafiche, 1933;
G. M. Bonomi, Il castello di Cavernago e i conti Martinengo Colleoni, Bergamo, Bolis, 1884;
P. Chiellino – A. Giacomazzi, Documenti sul feudo e sul castello di Cavernago in L. Pagani (a cura di), Bartolomeo Colleoni e il territorio bergamasco – Problemi e prospettive, Bergamo, Edizioni dell’Ateneo, 2000, pp. 77 – 102;
A. Fappani (a cura di), “Martinengo Colleoni, Gian Estore V o Ettore” e “Martinengo Colleoni, Venceslao” in Enciclopedia Bresciana (www.enciclopediabresciana.it);
R. Farina (a cura di), “Martinengo Tisbe o Tisma in Colleoni” in Dizionario biografico delle donne lombarde;
F. Guasco, “Feudo di Pianezza” in Dizionario feudale degli antichi Stati Sardi e della Lombardia (dall’epoca carolingia ai nostri giorni), Torino, S. Lattes & C., 1911;
V. Martinengo Colleoni, La discendenza di Bartolomeo Colleoni. Osservazioni del conte Venceslao Martinengo Colleoni sulla memoria pubblicata dal conte Venceslao Martinengo dalle Palle il 14 ottobre 1875 in commemorazione del quarto centenario del Capitano Bartolomeo Colleoni, Bergamo, Gaffuri e Gatti, 1875;
V. Martinengo Colleoni, La discendenza di Bartolomeo Colleoni. Ultime osservazioni alla replica 31 dicembre 1875 del conte Venceslao Martinengo dalle Palle, Bergamo, Gaffuri e Gatti, 1876;
J. Schiavini Trezzi, Le carte dell’Archivio Martinengo Colleoni. Una nuova acquisizione dell’Archivio di Stato di Bergamo in L. Pagani (a cura di), Bartolomeo Colleoni e il territorio bergamasco – Problemi e prospettive, Bergamo, Edizioni dell’Ateneo, 2000, pp. 117 – 136.

Complessi archivistici

Compilatori

  • Prima redazione: Dilda, Giovanni Luca (archivista) - Data intervento: 02 gennaio 2024