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Carte Martinengo Colleoni

Carte Martinengo Colleoni (1457 - 1807)

157 unità archivistiche di primo livello collegate

Fondo

Metri lineari: 0.5

Consistenza archivistica: Unità 159, di cui 59 membranacee

Le carte Martinengo Colleoni, conservate in Archivio di Stato di Bergamo, sono costituite da un piccolo, ma preziosissimo fondo documentario (cartaceo e membranaceo), attestante l’origine e la storia del casato.

Storia archivistica:

Le carte provengono da un acquisto, compiuto dalla Soprintendenza Archivistica per la Lombardia tra il luglio 1998 e il febbraio 1999, presso la Libreria antiquaria Renzo Rizzi di Milano e assegnati all’istituto bergamasco per competenza territoriale.
Il fondo, costituito da quattro scatole, contiene atti provenienti dall’archivio della famiglia Martinengo Colleoni, riguardanti la vita civile, militare, politica e feudale di alcuni suoi esponenti. È corredato da un elenco, redatto dall’antiquario, con descrizioni e regesti che seguono criteri amatoriali e commerciali, un indice onomastico-toponomastico e un albero genealogico incompleto.
Il fondo, privo di organicità, è composto da 159 documenti, di cui 59 membranacei, datati tra il 1457 e il 1807, con un antecedente del 1450, in originali o copie coeve.
La documentazione segue l’ordine cronologico, con alcune imprecisioni dovute ad incomprensioni di lettura (1) o al non riconoscimento della datazione secondo lo stile veneto o lo stile della Pasqua, utilizzati in alcuni atti.
Il fondo sembra frutto di una «estrapolazione volontaria; (…) vista la logica antiquariale delle scelte che sembrano aver guidato la selezione» (2), l’ipotesi del collezionismo e della vendita formulata da Juanita Schiavini Trezzi nel saggio Le carte dell’archivio Martinengo Colleoni, è molto probabile, e corroborata dalle difficoltà economiche in cui versava la famiglia nel corso del XIX secolo, a seguito del dissesto finanziario del conte Giovanni Estore (1763-1832).
L’autrice del saggio individua nel fondo Martinengo Colleoni tre nuclei «attorno ai quali è possibile raccogliere idealmente i documenti» (3):
– atti stilati anteriormente la morte del capitano Bartolomeo Colleoni, avvenuta il 2 novembre 1475: i primi tre provengono probabilmente dall’archivio della famiglia bresciana dei Martinengo (4), legatasi per via matrimoniale attraverso Tisbe, moglie del Capitano, con la famiglia Colleoni, e riguardano privilegi ed esenzioni della famiglia ‘de Advocatis’ (Avogadro), a loro confermati e poi concessi ad Antonio Martinengo, mentre i successivi rientrano nella sfera politica e familiare del condottiero bergamasco;
- documenti relativi alle fondazioni religiose colleonesche e alle loro dotazioni, secondo le volontà testamentarie del Capitano, che riguardano questioni amministrative e spirituali del convento domenicano di Santa Maria della Basella di Urgnano e dei monasteri francescani dell’Incoronata e di Santa Chiara di Martinengo;
- infine, carte relative alla carriera militare, alle investiture feudali, salvacondotti e porti d’armi di alcuni esponenti della famiglia. Si conserva, inoltre, un’etichetta ottocentesca a stampa, probabilmente proveniente da una papela originale d’archivio, ora incollata su di un cartoncino, con la dicitura: «Autografi dei duchi di Savoia, Emanuele Filiberto e Carlo Emanuele I, relativi al conte Francesco Martinengo Colleoni di Bergamo, cavalier della SS. Annunziata, colonnello e consigliere di guerra del duca Emanuele Filiberto, generale e ministro del duca Carlo Emanuele e dalla consorte Beatrice Langosco, marchesa di Pianezza».
Segnalo infine la presenza di alcuni documenti apparentemente senza alcun legame con la famiglia: come la lettera patente di Luigi Contarini, rettore della Congregazione dei canonici di San Giorgio in Alga a Venezia, che ammette Andrea ‘de Peregrinis’ alla Congregazione (1494 aprile 28, unità 156) o quella di Filippo IV, re di Spagna, circa la nomina di Carlo Gerolamo Pini a notaio del Magistrato straordinario di Milano (1644 aprile 1, unità 157).
Un’attenta analisi delle vecchie segnature presenti su molti documenti dimostra, secondo la Schiavini Trezzi, l’originaria provenienza delle carte dall’archivio Martinengo Colleoni un tempo conservato nel castello di Cavernago, residenza del conte Venceslao (1810-1885), ultimo esponente del casato. Queste carte furono infatti consultate in loco dall’avvocato Giuseppe Maria Bonomi, autore de Il castello di Cavernago e la famiglia Martinengo Colleoni, edito nel 1884 (5).
L’originario archivio del ramo familiare dei Martinengo Colleoni è ora disperso in più sedi e in diversi fondi: oltre alle carte qui inventariate, parte della documentazione è confluita nell’archivio definito Martinengo, ma più correttamente Martinengo Colleoni (l’archivio gentilizio principale) presso la Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo, nel fondo Martinengo Colleoni, aggregato all’archivio Giovanelli, custodito nella stessa istituzione, e nell’archivio Martinengo dalle Palle, presso l’Archivio di Stato di Brescia (6).
L’archivio gentilizio principale è costituito da circa 8.500 unità, conservate in 167 buste, e custodisce atti relativi ai beni e ai diritti del casato a partire dal X fino al XVIII secolo, secondo titoli afferenti a genealogia, privilegi, carteggi di famiglia, istrumenti notarili, atti civili e criminali, carte amministrative, atti governativi, atti vari (guerra, poesie, lettere papali), carte estranee e documenti senza data. Le carte, ordinate nel Settecento e mai più riordinate, hanno a corredo schedine compilate per unità, redatte in Biblioteca Mai.
Nel corso dell’Ottocento, però, da questo archivio, a corredo di compravendite di vasti possedimenti fondiari da parte dei principi Giovanelli, sono estrapolati documenti patrimoniali relativi ai beni di Malpaga e Cavernago, confluiti nel fondo Martinengo Colleoni, aggregato all’archivio Giovanelli e acquistato nel 1934 dalla Biblioteca Mai presso l’antiquario veneziano Pino Spica.
Il fondo, costituito complessivamente da 621 unità, conservate in 19 faldoni e 2 volumi, e riordinato nel 1990, è strutturato in 6 serie:

Serie 1 – Documenti generali (1427 – sec. XVIII)
Serie 2 – Stabile di Cavernago (883 – sec. XIX)
Serie 3 – Titoli di proprietà (1365 – sec. XIX)
Serie 4 – Chiese di Romano, Malpaga e Cavernago (1444 – 1816)
Serie 5 – Vertenze Giovanelli, Mosconi e Terzi (1599 – 1789)
Serie 6 – Atti relativi all’abolizione dei privilegi di Cavernago e Malpaga (1453 – sec. XIX)

L’analisi delle segnature archivistiche attesta «una collocazione originaria, seguita da un intervento settecentesco e da una cartellinatura ottocentesca» (7); il livello più antico segnala una collocazione in “mazzi” (unità 2: mazzo D, n. 4, unità 7: mazzo D, n. 2, unità 21: mazzo D, n. 15 etc.) o l’uso di lettere iterate dell’alfabeto (unità 27: MMM, unità 28: PPP, unità 31: FFFF etc.).
Probabilmente un riordino avvenuto nella prima metà del Settecento riorganizzò le carte, già segnate con lettere dell’alfabeto, in filze contraddistinte da numeri arabi: l’unità 28, già segnata PPP, assunse la collocazione filza 1, l’unità 110, segnata mazzo D, n. 30, divenne filza 18.
Confrontando queste segnature con quelle presenti su alcuni documenti del fondo Martinengo Colleoni, aggregato all’archivio Giovanelli, si nota non solo la stessa mano nella stesura di annotazioni archivistiche e regesti, ma anche il completamento della sequenza numerica scomposta attualmente nei due fondi: abbiamo documenti provenienti dallo stesso mazzo D sia tra le carte Martinengo Colleoni in Archivio di Stato di Bergamo, sia nel fondo Martinengo Colleoni aggregato all’archivio Giovanelli in Biblioteca Mai (8).
Possiamo ritrovare segnature archivistiche della stessa serie (in particolare documenti con l’antica segnatura filza 8°) (9) anche in altri archivi privati dei rami della famiglia, in cui confluirono per vicende matrimoniali: come l’archivio dei Martinengo di Villagana, oggi scomparso (10), ma corredato da Annali compilati nel 1794 e da un elenco stilato dall’archivista Giuseppe Bonelli nel 1951, e dei Martinengo dalle Palle, oggi conservato nell’Archivio di Stato di Brescia.
A metà Ottocento, il dissesto finanziario di Giovanni Estore spinge il figlio Venceslao a vendere la maggior parte dei beni; è probabile, quindi, che la dispersione dell’archivio di famiglia sia seguita la morte di Venceslao, avvenuta nel 1885, ed è probabile, proprio in quegli anni, il trasferimento delle carte alla Biblioteca Mai di Bergamo.

Nota dell'archivista:

Notizie d’intervento

L’intervento è consistito in un’attività di revisione al riordino e inventariazione del fondo, da me compiuto nel 2012, con il ricontrollo dei regesti di ogni documento, delle date croniche e topiche, del riordino delle carte e del loro conteggio, l’elaborazione di nuove schede per il Soggetto produttore e il Complesso archivistico, alla luce di nuove ricerche, e il ricondizionamento completo di ogni unità archivistica, con materiali adatti alla conservazione.
L’analisi delle carte ha, poi, permesso un ripensamento e l’elaborazione di una nuova struttura, assai semplice, ma necessaria per la presenza di due documenti apparentemente estranei al fondo (11):

Serie 1 – Carte Martinengo Colleoni
Serie 2 – Carte estranee

Criteri di descrizione delle unità archivistiche

L’inventario descrive i singoli documenti.
Per ciascuna unità archivistica sono stati compilati i seguenti descrittori:
- Numero di unità
Il software Archimista attribuisce automaticamente un’unica numerazione di corda a tutti i pezzi schedati.
- Classificazione
È indicato l’indice di classificazione, risultato della strutturazione del fondo in serie.
- Titolo
I titoli, in assenza di originali ricavati da annotazioni, coeve o più tarde, presenti sui documenti e posti tra virgolette, indicano la natura diplomatica dell’atto (ducale, lettera patente, breve) o una definizione desunta dal contenuto (sentenza, vendita, procura, esenzioni).
- Estremi cronologici e Note alla data
Le date delle unità archivistiche sono state ricontrollate e corrette, nel caso di incomprensioni di lettura o errori dovuti all’uso di stili di computo diversi dal moderno, in particolare secondo lo stile veneto e quello della Pasqua. In caso di documentazione di difficile datazione, gli estremi cronologici sono stati attribuiti e indicati tra parentesi quadre. Nelle note è segnalata la presenza di eventuali antecedenti o susseguenti agli estremi cronologici principali.
- Contenuto
Stesura di regesti delle singole unità documentali.
- Note
Nelle note sono stati indicati:
- la presenza di documentazione inserta o allegata al documento principale;
- la forma dell’atto (solo nel caso di copie semplici o autentiche);
- la presenza di cartellinatura settecentesca o ottocentesca, con regesti manoscritti, o di papele originali;
- e la segnalazione di datazioni secondo stili diversi dal moderno.
- Descrizione estrinseca
Per gli atti membranacei sono stati rilevati i seguenti elementi:
- caratteri estrinseci di particolare pregio (capilettera miniati o decorati con inchiostri policromi, intitulationes di documenti in lettere capitali in oro, presenza e/o perdita di sigilli, con eventuale rilevazione di fili serici o di canapa conservati);
- misure;
- lingua;
- stato di conservazione ed eventuali danni al supporto.
- Segnature antiche
L’indicazione, laddove reperibile, delle antiche segnature attestanti le collocazioni originarie (serie alfabetica, numeri di mazzi e filze).
- Segnatura definitiva
Si tratta della nuova numerazione del fondo, progressiva da 1 e unica per l’intero complesso documentario.

Note
(1) Unità 101 del 1639, attribuita dall’antiquario al 1739.
(2) J. Schiavini Trezzi, Le carte dell’archivio Martinengo Colleoni – Una nuova acquisizione dell’Archivio di Stato di Bergamo in L. Pagani (a cura di), Bartolomeo Colleoni e il territorio bergamasco. Problemi e prospettive, Bergamo, Edizioni dell’Ateneo, 2000, p. 125.
(3) J. Schiavini Trezzi, Le carte dell’archivio Martinengo Colleoni…, p. 122.
(4) Probabilmente di stessa provenienza è anche la lettera patente del 22 febbraio 1510 (unità 22), in cui Luigi XII, re di Francia, conferma le concessioni fatte al conte Vittorio Martinengo e ai suoi nipoti, Ascanio e fratelli, circa la terra di Urago e la donazione di una casa nella città di Brescia.
(5) «L’amicizia di cui ci onora il Conte Venceslao Martinengo Colleoni, ultimo discendente della illustre famiglia dei Conti di Cavernago, ci offrì l’opportunità di esaminare e studiare l’antico archivio di quel Castello. (…) Quelle vecchie carte, quell’infinito numero di lettere, di documenti e di memorie, ci presentano la società quale si svolse nel corso di tanti secoli, mostrandola coi più vivi colori della verità; imperocchè la testimonianza lasciata nelle corrispondenze famigliari di tante epoche diverse, sia una fonte fra le più sicure della storia, la quale scendendo ai più minuti ragguagli, dalle cose della più alta importanza, a quelle della vita privata, ci mostra, come in uno specchio fedele, le origini di molti fatti, i costumi, le attinenze alle arti, alle industrie, ed alla pubblica economia. Ed ecco la speciale importanza degli archivi privati delle grandi famiglie, e la necessità della loro conservazione, e del loro ordinamento. E come sempre avviene che una ricerca offra occasione ad altre, le notizie fornite dall’archivio di Cavernago ci posero sulla via per completarle coi materiali dei grandi archivi dello Stato». G. M. Bonomi, Il castello di Cavernago e i conti Martinengo Colleoni, Bergamo, Bolis, 1884, pp. 7 – 8.
(6) Le carte Martinengo Colleoni, provenienti dall’archivio gentilizio principale, giungono all’archivio Martinengo dalle Palle nel 1727, attraverso l’unione matrimoniale di Marianna Martinengo Colleoni e Luigi Martinengo dalle Palle; nello stesso archivio giungono, probabilmente in questa occasione, anche le carte Porcellaga del ramo familiare da cui Marianna discende, confluite nell’archivio del casato con le nozze tra Gaspare Martinengo Colleoni e Chiara Camilla Porcellaga celebrate nel 1659. Rimando alla scheda SIAS della famiglia Martinengo dalle Palle (SIAS.archivi.beniculturali.it/Archivio di stato di Brescia).
(7) J. Schiavini Trezzi, Le carte dell’archivio Martinengo Colleoni…, p. 127.
(8) Vedi J. Schiavini Trezzi, Le carte dell’archivio Martinengo Colleoni…, p. 127.
(9) Vedi J. Schiavini Trezzi, Le carte dell’archivio Martinengo Colleoni…, pp. 129 – 130.
(10) Scomparso dopo il 1964 quando ottiene dalla Soprintendenza Archivistica per la Lombardia la dichiarazione di notevole interesse storico. Secondo Archivi di famiglie e di persone – Materiali per una guida, edito nel 1998 dal Ministero per i beni e le attività culturali – Ufficio centrale per i beni archivistici, l’archivio era costituito da «regg. e bb. 228 (1247-sec. XX), mazzi e volumi 200 ca. (secc. XIV-XX)»; si segnalava, inoltre, la presenza di una serie relativa ai Martinengo Colleoni (secc. XIV-XIX), di mappe e disegni (secc. XVII-XX).
(11) La lettera patente di Luigi Contarini, rettore della Congregazione dei canonici di San Giorgio in Alga a Venezia, che ammette Andrea ‘de Peregrinis’ alla Congregazione (unità 156) e quella di Filippo IV, re di Spagna, circa la nomina di Carlo Gerolamo Pini a notaio del Magistrato straordinario di Milano (unità 157).
Nel 2012 si era scelto di lasciarle nel fondo, ma vista l’assenza di qualsiasi riscontro dei soggetti e delle istituzioni citate rispetto al resto della documentazione conservata, la provenienza dal mercato antiquario e la possibilità che questi due atti siano finiti per sbaglio tra i documenti Martinengo Colleoni, si è ora deciso di inserirle in una serie di carte estranee.

Stato di conservazione:

buono

Soggetti produttori

Compilatori

  • Schedatura: Dilda, Giovanni Luca (archivista) - Data intervento: 20 dicembre 2023